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    Confronto fra invecchiamento accelerato e naturale di rivestimenti organici protettivi: uso di dati meteorologici

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    Confronto fra invecchiamento acceleratoe naturale di rivestimenti organiciprotettivi: uso di dati meteorologiciF. Deflorian, S. Rossi, L. Fedrizzi, C. ZanellaLe proprietà protettive dei rivestimenti organici per applicazioni per esterni sono tradizionalmentevalutate attraverso test accelerati di laboratorio. Una questione aperta rimane la reale correlazionefra questi test accelerati e l’esposizione naturale in ambienti diversi. In questo lavoro è descrittoun nuovo approccio basato sulla semplice idea di quantificare il grado di invecchiamento naturaleutilizzando un numero limitato di parametri ambientali che possono influenzare le proprietà protettive:l’energia totale nell’intervallo UV, il tempo di esposizione ad umidità relative superiori ad una certasoglia (tale da causare condensa superficiale), il tempo di esposizione ad una temperature superiorealla Tg del polimero, ecc. In questo lavoro si è cercato di applicare questo approccio a un rivestimentopoliestere ottenuto per coil-coating per applicazioni per esterni. I primi risultai sono molto interessantie incoraggiano ulteriori sviluppi che considerino un maggior numero di materiali e siti naturalidi esposizione

    Valutazione della vita utile di acciaio zincato verniciato: esposizioni su campo e prove di laboratorio

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    Al fine di studiare a fondo le relazioni che intercorrono tra l’invecchiamento artificiale e quello naturale,sei diversi campioni zincati e rivestiti con primer e top coat sono stati esposti per 12 mesi in 3 diversi ambientinaturali: Trento (Italia), rappresentativo del clima continentale, Marsiglia (Francia) di clima mediterraneoe Daytona (USA) di ambiente tropicale umido. In tali siti sono stati raccolti, durante l’esposizione, i principalidati meteorologici. I rivestimenti sono stati testati in laboratorio mediante prove accelerate tradizionali(camera a nebbia salina, esposizione UV, etc). L’analisi delle proprietà protettive dei rivestimentie il monitoraggio dello stato di degrado è stato effettuato mediante misure elettrochimiche.I risultati dimostrano che il tempo trascorso in presenza di condensa e cloruri sembra il fattore determinanteil degrado del sistema di protezione. L'esposizione naturale induce un degrado misurabile, in gradodi classificare l'aggressività dei diversi siti di esposizione. Questo fatto è dovuto alla presenza di cloruri,alla maggiore energia di radiazione solare e al maggior tempo di condensa. L'ambiente urbano,con la presenza di inquinanti, può influenzare maggiormente il degrado del substrato metallico,più che influire sul deterioramento delle proprietà di barriera del rivestimento organico

    EFFETTO DI INCLUSIONI METALLICHE NEI PROCESSI DI ANODIZZAZIONE DI LEGHE DI ALLUMINIO

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    La necessità di lavorare mediante asportazione di truciolo leghe di alluminio ha da tempo portato allo sviluppo di leghe specifiche, far cui le più diffuse contengono piombo. Tali leghe devono ora essere superate a causa delle restrizioni legate alla presenza del piombo, motivate principalmente da ragioni ambientali. Diverse leghe sono state sviluppate cercando di sostituire il piombo con il manganese, il ferro, il nichel o l’indio. Un altro promettente sostituto del piombo per queste applicazioni è il berillio, oggetto di studio negli ultimi anni come alligante dell’alluminio. Molto spesso per applicazioni che spaziano dalla motoristica alla attrezzatura sportiva alla componentistica per l’elettronica, i componenti in lega di alluminio devono essere modificati superficialmente per migliorarne sia la resistenza alla corrosione che le proprietà tribologiche. Uno dei trattamenti più diffusi è l’anodizzazione. La presenza però di una particolare microstruttura, contenente isole di metallo elettrochimicamente più nobile (Pb o Bi) può notevolmente influenzare la qualità dell’ossido anodico e di conseguenza le proprietà di resistenza alla corrosione del componente anodizzato. Tale aspetto non è stato ancora sufficientemente analizzato scientificamente. In questo studio sono stati considerati campioni di diverse leghe di alluminio contenenti sia Pb che Bi, sottoposti a trattamenti di anodizzazione. Sono state studiate le difettosità riscontrate nell’ossido individuate mediante microscopia elettronica ed ottica, collegandole al comportamento corrosivo e alla microstruttura del materiale (dimensioni e distribuzione delle isole di Pb o di Bi). Sono state eseguite prove elettrochimiche di vario tipo al fine di comprendere il meccanismo di degrado. Lo scopo finale del lavoro sperimentale è quello di fornire informazioni utili all’ottimizzazione di nuove leghe di alluminio, lavorabili per asportazione di truciolo esenti piombo, che mantengano buone proprietà protettive dell’ossido anodico

    Healing of post-extraction sockets filled with anorganic bovine bone and covered with a xenogeneic collagen matrix. Radiological 2D and 3D results of a pilot study to assess dimensional stability

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    Analysis of short-term results regarding dimensional stability of post-extraction sockets managed via a preservation protocol using deproteinized bovine bone matrix and a xenogeneic collagen matrix. Materials and methods Fifteen patients needing extraction of one single-rooted premolar tooth were treated in a pilot study. Five patients were treated in each centre. After tooth extraction, sockets were filled with anorganic bovine bone matrix and covered with a xenogeneic collagen matrix. Six months later, implants were placed. Dimensional changes in the treated sites were digitally evaluated using the best-fit superimposition of pre-and post-socket preservation models. Results After six months of healing, the vertical reduction of the grafted sites was 0.31 ± 0.24 mm (p < 0.001). Volumetric analysis of superimposed models showed an average palatal-lingual contraction of 0.33 ± 0.51 mm3 (p = 0.02). At the vestibular level, the average contraction was found to be 0.8 ± 0.3 mm3 (p < 0.001). Finally, the analysis of linear variations in the treated sites on a single sagittal section at the crystal level, and at 3 and 7 mm apically respect to the crest, both towards the vestibule and palate, generally showed more marked resorption at the crestal level compared to apical measurements. Conclusion: The clinical protocol herein employed for socket preservation showed a positive effect in preventing the physiological post-extraction remodeling

    Electrochemical properties and electrochemical impedance spectroscopy of polypyrrole-coated platinum electrodes

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    Polypyrrole (PPy) films of different thickness were characterized by electrochemical impedance spectroscopy (EIS) measurements in acetonitrile and aqueous solutions, containing 0.1 M NaClO4 or sodium dodecylsulfate as the dopant. The PPy films were electrochemically deposited on Pt, and their electrochemical properties studied by cyclic voltammetry. Impedance spectra were obtained at potentials ranging from 0 to 0.8 V/SCE. The EIS data were fitted using two different equivalent electrical circuits (depending on the nature of the dopant). They involve a diffusive capacitance, which increased with the passing charge during electrosynthesis (i.e. film thickness) for ClO4--doped PPy, but was practically unaffected by the film thickness in the case of SDS-doped PPy. Also, a double-layer capacitance was found only in the circuit of ClO4--doped PPy. It increased with the film thickness, and showed a minimum near the open-circuit potential. Finally the charge-transfer resistance (Rct) obtained with SDS is nearly 200-fold higher than that obtained with ClO4- in the same solvent (H2O). With the same dopant (ClO4-), Rct is about five times higher in acetonitrile relative to water. All these EIS results of the different types of PPy suggest a relation with the wettability of the polymer.KEY WORDS: Conducting polymers, Polypyrrole, Electrochemical impedance spectroscopy, Equivalent-electrical circuit, Micellar mediaBull. Chem. Soc. Ethiop. 2006, 20(2), 279-293

    Understanding ligand binding selectivity in a prototypical GPCR family

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    Adenosine receptors are involved in many pathological conditions and are thus promising drug targets. However, developing drugs that target this GPCR subfamily is a challenging task. A number of drug candidates fail due to lack of selectivity which results in unwanted side effects. The extensive structural similarity of adenosine receptors complicates the design of selective ligands. The problem of selective targeting is a general concern in GPCRs and in this respect adenosine receptors are a prototypical example. Here we use enhanced sampling simulations to decipher the determinants of selectivity of ligands in A2a and A1 adenosine receptors. Our model shows how small differences in the binding pocket and in the water network around the ligand can be leveraged to achieve selectivity

    Adherence measurements and corrosion resistance in primer/hot-dip galvanized steel systems

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    This paper focuses on the adherence during ageing of a primer (made of polyester resins crosslinked with melamine) applied onto hot-dip galvanized (HDG) steel for coil coating application and its influence on corrosion protection. A chromium-free surface treatment, composed of fluorotitanic acid, phosphoric acid, manganese phosphate, and vinylphenol was applied on the HDG steel to obtain high corrosion resistance and high adherence of a polyester and melamine primer. The influence of the manganese phosphate on the corrosion and adherence was investigated. To measure the adherence between the metal and the primer, a three-point flexure test was set up. The adherence was then linked with corrosion resistance during ageing, using electrochemical impedance spectroscopy
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