5 research outputs found

    Progettazione di aiuola ispirata alla sostenibilita: orto aromatico di paesaggi mediterranei

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    La presente tesi ha offerto al candidato la possibilità di attuare un processo progettuale atto alla realizzazione di uno spazio verde urbano, per la precisione un’aiuola inseribile nel cosiddetto “verde stradale”. L’aiuola designata dal committente costituisce difatti un divisorio tra la sede carrabile stradale, rappresentata da una rotatoria, e il parcheggio della struttura del committente: essa si trova così a rappresentare al contempo uno strumento di arredo pubblico (stradale) e privato con finalità assai differenti. Come fu infatti espressamente richiesto la realizzazione avrebbe dovuto includere un orto di piante aromatiche che richiamassero la vocazione lavorativa-commerciale del committente. La scelta delle essenze vegetali della realizzazione è dunque strettamente collegata non solo alla natura della richiesta, ma soprattutto a tematiche di ben più ampio respiro, una su tutte il collegamento tra verde urbano e paesaggio. Collegamento che non si traduce semplicemente in un processo artistico ed estetico, ma soprattutto, proprio perché si parla di paesaggio e quindi di ambiente, che si traduce in una necessaria vasta conoscenza delle dinamiche e delle composizioni floristiche particolari di ciascun ambiente su cui si progettino degli spazi verdi. Tale concetto deve necessariamente entrare a far parte del bagaglio culturale nazionale dei futuri professionisti del settore, per i quali le conoscenze agronomiche devono obbligatoriamente essere imprescindibili per raggiungere la corretta progettazione paesaggistica e verde degli ambienti urbani, periurbani e periferici. Solo così infatti possono arrivare a comprendere la concezione di spazi urbani visti come ecosistema complesso, su cui intervengono fattori abiotici e biotici a modificare pesantemente non solo la qualità estetica, ma soprattutto l’ambiente urbano, la qualità della vita e dell’abitare la città. Se infatti le qualità “canoniche” del verde urbano sono ormai ben note, spaziando, tra le principali, dall’attenuazione termica, dell’inquinamento acustico, luminoso, delle polveri inquinanti, all’aumentato benessere psichico e fisico degli abitanti etc., a queste se ne aggiungono altre, di nuova indagine. Si stanno gradualmente scoprendo sempre più qualità e ruoli assunti dagli spazi verdi in ambiente urbano, derivati da una conoscenza più partecipata e paritaria tra le figure professionali visto il diverso, nuovo ambiente che tocca tematiche urbanistiche, architetturali, energetiche, ecologiche, floristiche e faunistiche. Si tratta di una ricerca del migliore punto di fusione tra i due ambienti, quello naturale e quello urbano, fino a ora erroneamente considerati tra loro totalmente slegati, se non addirittura incongruenti. Questa sensibilità di interconnessione si palesa quindi nella scelta floristica e progettuale, soprattutto per mantenere il valore paesaggistico di legame dell’antropico con il naturale: così nella scelta vegetale (ed estetica) dell’aiuola oggetto della tesi ci si è indirizzati verso un corredo di piante strettamente mediterranee. La connessione paesaggistica delle realizzazioni utilizzando essenze locali che già ne fanno parte, e quindi adattate al particolare ambiente, comporta inoltre una serie di benefici di primaria importanza, primo su tutti riguardo la sostenibilità del progetto, ossia gli input necessari alla sua creazione e al suo mantenimento. Piante mediterranee adattate da sempre agli ambienti xerici sono infatti sinonimo di minori necessità idriche e di maggiore rusticità, traducibili in minori costi attuativi e in minori costi di gestione futura, grazie anche ad accorgimenti tecnici atti a ridurre gli interventi manutentivi quali la gestione delle infestanti. Anche in questi fondamentali aspetti economici (di impianto e futura gestione) si articolerà infatti il futuro del verde urbano. In conclusione la scelta delle essenze locali e le conoscenze agronomiche del candidato hanno permesso un livello qualitativo di progettazione migliore e più duraturo, nonché una visione che tocca tematiche di ben più ampio respiro, come si è qui brevemente cercato di illustrare

    Acmella oleracea extracts as green pesticides against eight arthropods attacking stored products

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    Developing sustainable control tools for managing noxious pests attacking stored foodstuffs is a timely research challenge. Acmella oleracea (L.) R. K. Jansen is a crop widely cultivated for its multiple usages on an industrial level. In this study, the extracts prepared with A. oleracea aerial parts were applied on wheat kernels for the management of eight important arthropod pests attacking stored products, i.e., Cryptolestes ferrugineus, Tenebrio molitor, Oryzaephilus surinamensis, Trogoderma granarium, Tribolium castaneum, Tribolium confusum, Alphitobius diaperinus (adults/larvae), and Acarus siro (adults/nymphs). Extraction of A. oleracea was optimized on the base of the yield and content of spilanthol and other N-alkylamides which were analysed by HPLC–DAD-MS. Two concentrations of n-hexane or methanol extracts (500 ppm and 1000 ppm), obtained through Soxhlet extraction, were tested to acquire mortality data on the above-mentioned pests after 4, 8, and 16 h and 1 to 7 days of exposure. Both extracts achieved complete mortality (100.0%) of C. ferrugineus adults. In the case of A. diaperinus adults, mortalities were very low at any concentrations of both extracts. In general, the n-hexane extract was more efficient than methanol extract against almost all species and stages. Considering both extracts, the suscep- tibility order, from most to least susceptible species/stage, was C. ferrugineus adults > A. diaperinus larvae > C. ferrugineus larvae > T. granarium adults > T. molitor larvae > O. surinamensis adults > O. surinamensis larvae > T. confusum larvae > T. castaneum larvae > A. siro adults > T. molitor adults > A. siro nymphs > T. granarium larvae > T. castaneum adults > T. confu- sum adults > A. diaperinus adults. Our research provides useful knowledge on the efficacy of N-alkylamides-rich A. oleracea extracts as grain protectants, pointing out the importance of targeting the most susceptible species/ developmental stages

    Spilanthol-rich essential oil obtained by microwave-assisted extraction from Acmella oleracea (L.) R.K. Jansen and its nanoemulsion: insecticidal, cytotoxic and anti-inflammatory activities

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    Acmella oleracea (L.) R.K. Jansen, also named jambù, is an edible and medicinal plant native to Brazil but extensively cultivated all over the world due to its diverse utilizations in food, cosmetics, pharmaceutics, and pest management science. Most of applications are related to the presence of active ingredients, namely alkylamides, among which spilanthol is the most important one. On the other hand, the plant biomass resulting from the large- scale cultivation of A. oleracea may yield an essential oil (EO), which can be used for some industrial purposes, for instance as larvicide against vector mosquitoes. This EO is mainly characterized by mono- and sesquiterpenes, however also spilanthol can be detected in the mixture. To maximize the content of spilanthol in the A. oleracea EO, A. oleracea aerial parts obtained from a cultivation in central Italy were subjected to microwave-assisted extraction (MAE). This procedure allowed to obtain a higher yield and spilanthol content when compared with traditional hydrodistillation (0.47 v 0.22 %, and 13.31 vs 2.24 %, respectively). The EO terpene fraction was mainly represented by β-pinene (10.8 %), myrcene (12.3 %), (E)-caryophyllene (19.4 %) and α-humulene (1.1 %). The A. oleracea EO was encapsulated into a nanoemulsion (NE) containing 6 % EO using a high-energy method. The formulation physical stability was assessed by optical microscope and DLS analyses at different timepoints showing stability up to one year of storage. The A. oleracea EO and its NE, along with the isolated spilanthol, were evaluated for acute toxicity against the 3rd instar larvae of Culex quinquefasciatus, a filariasis and arbovirus vector of public health importance, achieving LC50 values of 16.1, 407.5, and 3.1 μL/L, respectively. The larvicidal activity seemed to be not dependent on the interaction with the cholinergic system, as shown by the high IC50 values of A. oleracea EO and spilanthol exhibited in the anti-acetylcholinesterase (AChE) assay. Testing LC30 values, the A. oleracea-borne products showed a significant impact on larval development, fecun- dity, fertility and natality of C. quinquefasciatus. Testing LC30 values, the A. oleracea EO-NE provided a higher efficacy than spilanthol, reducing the adult fertility, in terms of egg hatchability (%) and the overall abundance of F1 larvae. These results can be considered as promising for the development of new mosquito larvicides. The safety use of A. oleracea EO, NE and spilanthol was demonstrated in assays on mammalian fibroblasts and microglia cells, showing low level of cytotoxicity coupled with protective effects against inflammation
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