2,184 research outputs found

    Compact Hash Codes for Efficient Visual Descriptors Retrieval in Large Scale Databases

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    In this paper we present an efficient method for visual descriptors retrieval based on compact hash codes computed using a multiple k-means assignment. The method has been applied to the problem of approximate nearest neighbor (ANN) search of local and global visual content descriptors, and it has been tested on different datasets: three large scale public datasets of up to one billion descriptors (BIGANN) and, supported by recent progress in convolutional neural networks (CNNs), also on the CIFAR-10 and MNIST datasets. Experimental results show that, despite its simplicity, the proposed method obtains a very high performance that makes it superior to more complex state-of-the-art methods

    Progetto di un filtro analogico di uscita per amplificatori chopper in tecnologia BCD6S

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    DESCRIZIONE In molte applicazioni, c’è la necessità di misurare tensioni a bassa potenza, prodotte, ad esempio, da sensori integrati, che permettono, così, di rilevare ed analizzare fenomeni fisici di natura diversa. Per ottenere risultati attendibili, la catena di lettura per questo tipo di segnali (con basso livello di ampiezza e, spesso, con banda limitata a poche centinaia o decine di Hz) deve essere particolarmente curata. Ad esempio, la loro amplificazione risulta critica, per problemi connessi all’introduzione di un significativo livello di rumore da parte dell’amplificatore stesso. Tuttavia, non si può prescindere da questa operazione, utile per rendere i segnali facilmente trattabili da parte di successivi sistemi di condizionamento ed elaborazione. Nel caso affrontato in questo lavoro di Tesi l’obiettivo è quello di misurare, con la maggiore accuratezza possibile, la portata relativa a bassi flussi di gas. Il sensore che si è pensato di impiegare è basato su un elemento riscaldatore e due termopile; nel momento in cui scorre il flusso da misurare, la distribuzione di calore prodotta dal riscaldatore viene sbilanciata e le due termopile, disposte simmetricamente rispetto al riscaldatore, tradurranno questo sbilanciamento sulla distribuzione di calore in una tensione differenziale. Il valore del segnale da risolvere è dell’ordine delle centinaia di µV con banda dalla continua a poche decine di Hz. L’amplificatore di lettura impiegato deve essere caratterizzato da particolari prestazioni, in termini di offset e di rumore a bassa frequenza ed inoltre gli stadi di filtraggio successivi sono critici in termini di distorsione introdotta sul segnale e capacità di reiezione dei disturbi fuori banda utile. L’idea è quella di integrare sul medesimo die di silicio sia il sensore, sia la catena di lettura. Il sistema completamente integrato consente compattezza, affidabilità (le interconnessioni sono difficilmente soggette a rotture), minore sensibilità ai disturbi esterni (grazie a collegamenti di lunghezze limitate). L’unica sostanziale difficoltà consiste nella disponibilità di un range ridotto di componenti passivi. In questo lavoro di tesi, viene completata la progettazione della catena di lettura di segnale in tensione differenziale prelevato da una coppia di termopile, realizzando lo stadio di filtraggio &conversione del segnale e gli stadi di bufferizzazione seguenti, a valle dell’amplificatore di lettura, oggetto di un precedente lavoro di tesi. Inoltre, è stato ripreso il progetto di tale amplificatore e ne è stata eseguita una dettagliata caratterizzazione, necessaria, per poter, poi, realizzare un intervento su determinati parametri di progetto, al fine di migliorare le prestazioni complessive del sistema. Il progetto è stato eseguito a mezzo dell’ausilio del simulatore elettrico “ELDO SPICE”, necessario sia in fase della definizione della topologia del circuito sia in fase del suo dimensionamento e caratterizzazione finale. Il lavoro svolto in questa tesi, si articola in quattro capitoli: - CAPITOLO 1: descrizione dei sensori termici (termocoppie e termopile), dei piezoresistori e dei sensori basati su effetto “Hall”. Soluzioni circuitali che consentono la lettura di tensioni basse (ponte di Wheatstone). Varie soluzioni possibili per la realizzazione di sensori di flusso. Studio delle possibili tecniche circuitali per la lettura di tensioni di basso valore con banda fino alla continua (stabilizzazione chopper, tecnica autozero, tecnica “Correlated Double Sampling”). - CAPITOLO 2: possibili soluzioni progettuali per la realizzazione di filtri integrati tempo continui. Motivazioni per cui è necessario introdurre uno stadio di filtraggio integrato “Low-Pass” nella catena di lettura chopper, impiegata per le misure di flusso. - CAPITOLO 3: descrizione ed analisi sella catena di lettura per la misura di piccole portate basata sull’impiego di amplificatore a chopper. Progetto del filtro analogico in uscita all’amplificatore chopper in tecnologia DCD6S. - CAPITOLO 4: caratterizzazione del filtro Gm-C progettato e caratterizzazione del sistema di lettura nel suo insieme (sistema costituito da chopper e filtro). Realizzazione del layout dello stadio di filtraggio. Progetto della “bias chain” per lo stadio di filtraggio e per il chopper e progetto dello stadio di “bufferizzazione” del segnale in uscita al filtro

    Bloom Filters and Compact Hash Codes for Efficient and Distributed Image Retrieval

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    This paper presents a novel method for efficient image retrieval, based on a simple and effective hashing of CNN features and the use of an indexing structure based on Bloom filters. These filters are used as gatekeepers for the database of image features, allowing to avoid to perform a query if the query features are not stored in the database and speeding up the query process, without affecting retrieval performance. Thanks to the limited memory requirements the system is suitable for mobile applications and distributed databases, associating each filter to a distributed portion of the database. Experimental validation has been performed on three standard image retrieval datasets, outperforming state-of-the-art hashing methods in terms of precision, while the proposed indexing method obtains a 2×2\times speedup

    Identification and characterization of three novel LytM proteins of non-typeable Haemophilus influenzae involved in cell division, Outer Membrane Vesicles production and pathogenesis

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    Metalloproteases are a class of proteins very important for bacterial physiology, they are involved in many different aspects of microbial life and in the recent years they are target of many relevant studies. Through a genomic approach, we identified three hypothetical metalloprotease in Non-typeable Haemophilus influenzae (NTHi): NT013, NT017 and NT022. These proteins belong to LytM family, which is composed by factors mainly involved in cell division and in pathogenesis. The analysis of knockout mutant strains phenotypes confirms the role of protein NT013 and NT022 in cell splitting process; in particular we observed defective phenotypes in terms of cell morphology, formation of chains and bacterial aggregates. Moreover, we demonstrated a direct activity of protein NT013 in peptidoglycan cleavage, meanwhile NT022 seems to have a regulatory function. Furthermore, the alteration in the cell division in the KO strains resulted in an increase in the release of Outer Membrane Vesicles (OMVs), probably due to a decrease in membrane stability. NT017 does not seem to be involved in cell division process, but has a possible role in host colonization, since NT017 deletion reduces the capacity of NTHi to adhere to epithelial cells, to form biofilm and shows a susceptibility to human serum mediated killing. The results obtained so far clearly highlight the importance of LytM factors in NTHi physiology and pathogenesis

    Identification and characterization of three novel LytM proteins of non-typeable Haemophilus influenzae involved in cell division, Outer Membrane Vesicles production and pathogenesis

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    Metalloproteases are a class of proteins very important for bacterial physiology, they are involved in many different aspects of microbial life and in the recent years they are target of many relevant studies. Through a genomic approach, we identified three hypothetical metalloprotease in Non-typeable Haemophilus influenzae (NTHi): NT013, NT017 and NT022. These proteins belong to LytM family, which is composed by factors mainly involved in cell division and in pathogenesis. The analysis of knockout mutant strains phenotypes confirms the role of protein NT013 and NT022 in cell splitting process; in particular we observed defective phenotypes in terms of cell morphology, formation of chains and bacterial aggregates. Moreover, we demonstrated a direct activity of protein NT013 in peptidoglycan cleavage, meanwhile NT022 seems to have a regulatory function. Furthermore, the alteration in the cell division in the KO strains resulted in an increase in the release of Outer Membrane Vesicles (OMVs), probably due to a decrease in membrane stability. NT017 does not seem to be involved in cell division process, but has a possible role in host colonization, since NT017 deletion reduces the capacity of NTHi to adhere to epithelial cells, to form biofilm and shows a susceptibility to human serum mediated killing. The results obtained so far clearly highlight the importance of LytM factors in NTHi physiology and pathogenesis

    The diagnosis of dystonia, an issue yet to be solved

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    Due to the lack of validated diagnostic biomarkers, the diagnosis of dystonia is based on clinical examination and therefore may be challenging and open to bias. The factors contributing to misdiagnosis of dystonia can be summarized in two main points: i) the huge variability in the clinical phenomenology of dystonia; ii) the existence of a bunch of medical conditions (i.e., pseudodystonia) mimicking the abnormal postures/movements induced by dystonia. This work is organized in two different part (Study 1 and Study 2) and the overall aim of the work is to help clinicians to better diagnosis idiopathic dystonia and functional dystonia. The objective of Study 1 is to identify clinical features suggestive of functional dystonia to guide physicians to distinguish functional dystonia from idiopathic dystonia. For this purpose, patient data were extracted from the Italian Registry of Functional Motor Disorders and the Italian Registry of Adult Dystonia. Patients with functional and idiopathic dystonia were followed up at the same clinical sites, and they were similar in age and sex. We identified 113 patients with functional dystonia and 125 with idiopathic dystonia. Sudden onset of dystonia, evidence of fixed dystonia, and acute peripheral trauma before dystonia onset were more frequent in the functional dystonia group. No study variable alone achieved satisfactory sensitivity and specificity, whereas a combination of variables yielded 85% sensitivity and 98% specificity. A diagnostic algorithm was developed to reduce the risk of misclassifying functional dystonia. The findings of Study 1 extend the current diagnostic approach to functional dystonia by showing that clinical information about symptom onset, fixed dystonia, and history of peripheral trauma may provide key clues in the diagnosis of functional dystonia. Study 2 was designed to provide practical guidance for clinicians in confirming or refuting suspected cervical dystonia, which is the most frequent type of dystonia. For this reason, participants of Study 2 were video-recorded according to a standardized protocol to assess 6 main clinical features possibly contributing to cervical dystonia diagnosis: presence of repetitive, patterned head/neck movements/postures inducing head/neck deviation from neutral position (item 1); sensory trick (item 2); and red flags related to conditions mimicking dystonia that should be absent in dystonia (items 3 to 6). Inter/intra-rater agreement among three independent raters was assessed by k statistics. To estimate sensitivity and specificity, the gold standard was cervical dystonia diagnosis reviewed at each site by independent senior neurologists. The validation sample included 43 idiopathic cervical dystonia patients and 21 control subjects. The best combination of sensitivity and specificity was observed considering all the items except for an item related to capability to voluntarily suppress spasms (sensitivity: 96.1%; specificity: 81%). The findings of Study 2 show that an accurate diagnosis of cervical dystonia can be achieved if, in addition to the core motor features, we also consider some clinical features related to dystonia mimics that should be absent in dystonia. In conclusion, this work sheds more light on the complex topic of the diagnosis of dystonia. Indeed, the algorithms proposed in Study 1 and Study 2 provide a helpful tool for clinicians in their practice

    Lacan y Foucault en la cárcel

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    En el presente trabajo proponemos una lectura alternativa del trabajo que realizan los psicólogos en unidades carcelarias, considerando dos ejes teóricos: el texto de Jacques Lacan Subversión del sujeto y dialéctica del deseo y el de Michel Foucault Los anormales. En ambos encontramos un planteo respecto del sujeto que se supone a un discurso, lo que permitirá un cambio de paradigma. Se trata de pensar el pasaje de la figura del experto convocada institucionalmente, a la posición de analista. La hipótesis es que el cambio de paradigma, ofrecerá mayor eficacia en tareas de clasificación y de asistencia. En lugar de las teorías psicológicas, que abordan al individuo, la conducta, y que consideran una unidad donde lo psíquico recubre lo somático, proponemos como marco teórico el psicoanálisis desarrollado por Lacan. Considerando su conceptualización del inconsciente estructurado como un lenguaje. El psicoanálisis puede ofrecer una perspectiva más eficaz, frente a la demanda jurídico social de una práctica vinculada a la readaptación, a la culpabilización y a una modalidad de reeducación. En otras palabras, la posición de un psicoanalista en la institución penal supone ir más allá de la confesión punición y readaptación del delito, es decir, pasar del criminal al sujeto del inconsciente.In the present work we propose an alternative reading of the work that the psychologists make in prison units, considering two axes theoretical: the text of Jacques Lacan “Subversion of the dialectic subject and of desire” and the book of Michel Foucault “the abnormal ones”. In both we found I raise respect to the subject that assumes to a speech, which will allow a shift of paradigm. One is to think the passage of the figure of the expert summoned institutionally, to the analyst position. The hypothesis is that the shift of paradigm, will offer greater effectiveness in attendance and classification tasks. Instead of the psychological theories, that they approach the individual, the conduct, and that they consider a unit where the psychic thing covers the somatic thing, we propose as theoretical frame the psychoanalysis developed by Lacan. Considering its structured conceptualización of the unconscious one like a language. The psychoanalysis can offer one more a more effective perspective, as opposed to the social legal demand of a tie practice to the readjustment, the culpabilización and a modality of reeducación. In other words, the position of a psychoanalyst in the penal institution supposes to go beyond the confession punición and readjustment of the crime, that is to say, to happen of the criminal to the subject of the unconscious one.Mesa de trabajos libres: PsicoanálisisFacultad de Psicologí

    Lacan y Foucault en la cárcel

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    En el presente trabajo proponemos una lectura alternativa del trabajo que realizan los psicólogos en unidades carcelarias, considerando dos ejes teóricos: el texto de Jacques Lacan Subversión del sujeto y dialéctica del deseo y el de Michel Foucault Los anormales. En ambos encontramos un planteo respecto del sujeto que se supone a un discurso, lo que permitirá un cambio de paradigma. Se trata de pensar el pasaje de la figura del experto convocada institucionalmente, a la posición de analista. La hipótesis es que el cambio de paradigma, ofrecerá mayor eficacia en tareas de clasificación y de asistencia. En lugar de las teorías psicológicas, que abordan al individuo, la conducta, y que consideran una unidad donde lo psíquico recubre lo somático, proponemos como marco teórico el psicoanálisis desarrollado por Lacan. Considerando su conceptualización del inconsciente estructurado como un lenguaje. El psicoanálisis puede ofrecer una perspectiva más eficaz, frente a la demanda jurídico social de una práctica vinculada a la readaptación, a la culpabilización y a una modalidad de reeducación. En otras palabras, la posición de un psicoanalista en la institución penal supone ir más allá de la confesión punición y readaptación del delito, es decir, pasar del criminal al sujeto del inconsciente.In the present work we propose an alternative reading of the work that the psychologists make in prison units, considering two axes theoretical: the text of Jacques Lacan “Subversion of the dialectic subject and of desire” and the book of Michel Foucault “the abnormal ones”. In both we found I raise respect to the subject that assumes to a speech, which will allow a shift of paradigm. One is to think the passage of the figure of the expert summoned institutionally, to the analyst position. The hypothesis is that the shift of paradigm, will offer greater effectiveness in attendance and classification tasks. Instead of the psychological theories, that they approach the individual, the conduct, and that they consider a unit where the psychic thing covers the somatic thing, we propose as theoretical frame the psychoanalysis developed by Lacan. Considering its structured conceptualización of the unconscious one like a language. The psychoanalysis can offer one more a more effective perspective, as opposed to the social legal demand of a tie practice to the readjustment, the culpabilización and a modality of reeducación. In other words, the position of a psychoanalyst in the penal institution supposes to go beyond the confession punición and readjustment of the crime, that is to say, to happen of the criminal to the subject of the unconscious one.Mesa de trabajos libres: PsicoanálisisFacultad de Psicologí

    I diritti particolari del socio di s.r.l. (Art. 2468, comma 3, c.c.)

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    Il presente lavoro si pone come obiettivo quello di illustrare gli elementi fondamentali ed alcuni profili problematici della disciplina dei diritti particolari. In primo luogo appare ictu oculi come l’istituto dei diritti particolari abbia trovato nella riforma del diritto societario, attuata con il d.lgs. n.6 del 17 gennaio 2003, un riconoscimento sicuramente importante ed innovativo. In secondo luogo è opinione pressoché pacifica in dottrina che la riforma del diritto societario abbia fortemente inciso sulla disciplina della s.r.l., segnando una profonda frattura rispetto al passato. Uno degli elementi caratterizzanti la riformata disciplina della s.r.l. è l’incremento del rilievo attribuito alla persona del socio nell’ambito della struttura del contratto sociale, nonché dell’organizzazione e della gestione dell’impresa societaria. Tale affermazione trova riscontro nella legge di delega 3 ottobre 2001, n. 366, il cui art. 3 dispone che la regolamentazione della s.r.l. si conforma al “principio della rilevanza centrale del socio e dei rapporti contrattuali tra i soci” (comma 1, lett. a), e nell’ampia autonomia negoziale rimessa ai soci nel modulare il modello organizzativo secondo le esigenze dei singoli casi. Proprio partendo da tali considerazioni potranno essere tratti interessanti spunti per risolvere alcuni interrogativi in tema di diritti particolari.A tal fine non si potrà non cominciare l’analisi del principio generale della rilevanza dei soci. Espressione di questo principio, nonché di quello specifico, volto a consentire ai soci di “regolare l’incidenza delle rispettive partecipazioni sociali sulla base di scelte contrattuali”, di cui all’art. 3, comma 2, lett. c della citata legge delega, è l’art. 2468 c.c. L’articolo in commento, al comma 3, consente all’atto costitutivo di s.r.l. di prevedere “l’attribuzione a singoli soci di particolari diritti riguardanti l’amministrazione della società o la distribuzione degli utili”. Rappresentano “diritti che rafforzano l’anima personalistica della nuova s.r.l. dando «peso statutario» all’intuitus personae”. Il tema dei diritti particolari risulta di particolare interesse, il legislatore si è limitato a prevedere la possibilità che questi siano previsti statutariamente, attribuendo rilievo fondamentale alla volontà contrattuale dei soci. La questione non è di poca importanza, in quanto l’ampiezza dell’espressione utilizzata nel disciplinarli rende, pertanto, la norma capace di ricomprendere molteplici fattispecie. In generale si cercherà di comprendere la rilevanza di questa autonomia concessa e le sue limitazioni. Infatti, occorre sottolineare che l’attribuzione di diritti particolari ai soci, come espressa esemplificazione di tale autonomia, potrebbe condurre a pensare che tale norma sia interpretabile in senso estensivo e che l’autonomia statutaria possa spingersi a prevederne altri rispetto a quelli espressamente citati dalla norma di legge. Senza dubbio la disposizione rappresenta una novità, tra le più controverse, rispetto alla disciplina della s.r.l. ante riforma, che non trova riscontro neppure nelle norme, previgenti e novellate, degli altri tipi sociali
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