93 research outputs found

    Porous Metal Scaffolds for Hydrogen Storage

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    Due to its thermodynamic, hydrogen specific weight, and volumetric properties, NaAlH4 is a promising candidate to store hydrogen for vehicular applications. However, NaAlH4 suffers from slow hydrogen absorption/desorption kinetics. A simple and cost-effective method for the synthesis of porous Mg and Ti-enriched porous Al scaffolds has been optimised. NaAlH4 was melt-infiltrated inside the porous Ti-enriched Al scaffold to investigate the combined effects of catalysis and nanoconfinement on its hydrogen desorption kinetics and thermodynamic properties

    Caratterizzazione delle onde d'urto non collisionali generate da laser in un plasma tenue

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    La tesi descrive un esperimento nel quale per la prima volta è stata impiegata una radiografia protonica a larga banda nella diagnosi delle strutture di campo elettrico, indotte dall’interazione tra un bersaglio e un laser, potendo contare su una elevata risoluzione spaziale e temporale. Lo scopo dell'esperimento è stato di caratterizzare le onde di shock non collisionali che si propagano in condizioni controllate in un plasma tenue di Azoto (N2) totalmente ionizzato. Il presente lavoro di tesi si basa principalmente sui dati raccolti nei mesi di Marzo e Aprile 2010 nel centro di ricerca Rutherford Appleton Laboratory, Oxfordshire UK. L'esperimento, nel quale ho preso parte attivamente, è stato portato avanti dal gruppo di ricerca della Queen's University of Belfast del Prof. Marco Borghesi supportato dal gruppo di ricerca del Prof. Oswald Willi dell'University of Düsseldorf. Il sistema laser multi fascio ad infrarosso utilizzato è stato il “Vulcan Laser System” con una potenza di 100 TW. Il mio contributo all’esperimento è stato l’allestimento del setup, la raccolta e l’elaborazione dei dati. A seguito dell'interazione tra un bersaglio d'oro e un impulso laser di durata 1 ns , l'atmosfera circostante di Azoto rarefatto, presente in una cella a gas, è stata completamente ionizzata a causa delle intense radiazioni X generate. L'intenso rilascio di energia del laser in un breve intervallo di tempo ha portato all'ablazione del bersaglio diffondendo nelle sue prossimità un plasma caldo di densità molto superiore rispetto al plasma circostante. Dal punto di interazione si sono generate delle onde che si sono propagate con simmetria sferica all’interno del plasma tenue. In assenza di campi esterni e in regime elettrostatico, è noto che in un plasma possono propagarsi onde iono-acustiche simili alle onde sonore in gasdinamica ordinaria. In regime non lineare e condizioni appropriate compaiono soluzioni sia di tipo solitonico che di tipo shock, cioè caratterizzate da un fronte propagante di discontinuità della velocità e densità ionica e del campo elettrico. Per distinguere il tipo di onda sono state misurate, lungo la direzione di propagazione dell’onda, le distribuzioni di densità e del campo elettrico, la velocità e l’ampiezza. Nella fase iniziale sono stati identificati per ciascuno dei parametri relativi al setup (l’energia dell’impulso laser, lo spessore del bersaglio e la finestra temporale nella quale acquisire i dati) quei valori che rendessero le misure più accurate e rilevanti possibili . E’ stato quindi studiato come le caratteristiche delle onde rispondevano al variare della pressione all’interno della cella a gas. La principale diagnostica utilizzata per lo studio delle onde di shock è stata la tecnica del “proton probing”. Un fascio di protoni accelerati dal laser, aventi energie dell’ordine del MeV, vengono utilizzati come sonde in quanto attraversando il plasma tenue sono deviati dal campo elettrico trasversale che incontrano nel plasma. I protoni una volta raggiunto il rivelatore vengono raccolti da una pila multistrato di film radio cromici (RCFs) che sono mezzi sensibili alle radiazioni ionizzanti per assorbimento. Il multistrato consente di risolvere lo spettro del fascio in quanto ogni film assorbe protoni monocromatici ad una specifica energia. E’ stato così possibile avere le immagini dell’onda nel plasma per tempi diversi in quanto i protoni monocromatici assorbiti da ciascun film hanno il proprio tempo di volo. La variazione relativa della densità dei protoni incidenti sul rivelatore è stata utilizzata per calcolare il campo elettrico trasversale, la velocità e l’ampiezza delle onde nel plasma. Tramite le tecniche di shadowgrafia e di interferometria è stato possibile ricostruire il profilo a piuma della distribuzione di densità elettronica del plasma caldo, generato dall’ablazione del bersaglio, nelle fasi successive lo sparo. Queste diagnostiche utilizzano come sonda un fascio di luce verde coerente proveniente da un laser ad infrarosso che passando attraverso un cristallo 2ω raddoppia la frequenza. Il fascio attraversa la zona del bersaglio e tramite un sistema ottico viene condotto ad un rivelatore CCD capace di riprodurre l’immagine del plasma caldo. Le frange di interferenza raccolte dal rivelatore sono state ottenute tramite la tecnica interferometrica di Nomarski. E’ stato così possibile, sfruttando la relazione che intercorre tra densità e indice di rifrazione del plasma e conoscendo la magnificazione del sistema ottico, ricavare il profilo della densità elettronica del plasma. Come ulteriore diagnostica è stato utilizzato uno ion-detector per rilevare la velocità delle particelle cariche provenienti dal centro d'origine delle onde di shock. Il segnale della radiazione a raggi X, generata dall’interazione del laser con il bersaglio, rappresenta il tempo zero dopo il quale vengono osservati gli ioni provenienti dell’ambiente circostante il bersaglio. E’ stato possibile, conoscendo la risoluzione temporale del rivelatore e la distanza del rivelatore dal punto di interazione da dove hanno origine gli ioni, risalire alle velocità degli ioni. Infine sono state riprodotte le condizioni del plasma tramite un codice di simulazione idrodinamico unidimensionale che tenendo conto delle condizioni iniziali del bersaglio, del laser e del gas ha simulato l’evoluzione temporale della temperatura degli elettroni

    physiological weight loss in newborn puppies of boxer breed

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    In the first days after birth is common to see weight loss in puppies that should not exceed 10% of body weight at birth. The main causes of weight loss are urine and meconium issued followed by non-recovery of fluids expelled. The aims of the study were to check and outline growth curves in boxer breed during the first two week of life. In our study between 3th and 5th day after birth puppies retrieved the weight and got back a gain that leads to double in two weeks. We observed a mean weight loss of 11.26 g (2.27%) between the first two days of life, subsequently they recovered the birth weight on day four. In our study puppies that regained the birth weight earlier were the puppies with higher weight at birth and were the heaviest at day 13

    Validation and verification of modular GNC by means of TAS-I robot management framework in outdoor rovers exploration facility

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    The objective of STEPS2 “Rover Surface Navigation” work package was the design, development, validation and verification of innovative solutions suitable for the future (manned and unmanned) space robotics mission. A particular focus has been put in the autonomous capabilities to be implemented for the baseline mission scenario: sample canister acquisition and return, simulated in TAS-I ROvers eXploration facilitY.This paper gives an overview of the adopted System Development Life Cycle, that is based on V-model and agile methodologies. Then the infrastructure, including the ROXY facility and research robots are detailed. The paper focuses on the Test activities and relevant results for the Modular GNC developed on the TAS-I Robot Management Framework architecture. Finally, the future envisaged activities are presented, including upgrades to Methodology, ROXY facility and GNC modules and their usage in the frame of TAS-I research activities and ESA funded contracts

    Evaluation of effectiveness of an innovative semen extender (Formula®) comparing with a traditional extender (Lepus®) for artificial insemination in rabbits does

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    This study aimed to investigate the preservability and viability of the rabbit spermatozoa diluted in a new semen extender Formula® in comparison with Lepus® at 17 °C of storage. The main characteristic of the new extender formulation is the use of an enzymatic agent associated to a polysaccharide as energy source precursor, added with gentamycin. During eight trials, ejaculates from 70 bucks were collected and diluted at 1:10 ratio with both the extenders, after 24 h of storage the semen doses were used for the artificial insemination (AI). Aliquots of the semen doses for each trial were stored at 17 °C, the total and progressive motility were checked at 0, 4, 12, 18, 24, 36, 48, 60, 72, 84, 96, 108 h of storage. A total of 1267 and 1525 does were inseminated, respectively with Formula® and Lepus®. During storage the mean total and progressive motility (77.23% and 72.854%, respectively) were significantly higher for Formula® (p < .01) and the progressive motility at almost 70% was maintained for at least 60 h vs the 24 h of storage for Lepus® with significant differences after 12 h of storage (p < .05). The new extender reported a higher pregnancy rate (p < .05) and an average of 9.25 rabbits born per litter vs 8.83 for the traditional extender (p < .05), while the mean of the newborn alive was 9.08 using Formula® vs 8.51 with Lepus® (p < .05). In conclusion, the use of Formula® is recommended for rabbit semen AI programmes

    Una storia moderna

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    Team S 55: riscoprire un progetto del passato per proiettarlo nel futuro. Il gruppo di lavoro sta progettando un aeromodello a propulsione elettrica in scala 1:8, del Savoia Marchetti S55, propedeutico per lo sviluppo di competenze su metodi di analisi e indagine sulla possibilità di utilizzo di nuove tecnologie e processi produttiv

    The prevalence of Pseudomonas aeruginosa and multidrug resistant Pseudomonas aeruginosa in healthy captive ophidian

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    Background Snakes are globally considered as pet animals, and millions of ophidians are bred in captivity. Pseudomonas aeruginosa is a ubiquitous Gram-negative bacterium that can act as an opportunistic pathogen of man and animals and is frequently present in the oral and cloacal microbiota of healthy ophidians. It can cause severe clinical diseases and often shows antibiotic resistance. The aim of this study was to evaluate the prevalence and antibiotic resistance profiles of P. aeruginosa isolated from the cloacal microbiota of a large population sample of healthy captive ophidians and to evaluate the statistical associations with farming conditions. Methods A total of 419 cloacal swabs were collected from snakes belonging to the Boidae (n = 45), Colubridae (n = 48) and Pythonidae (n = 326) families and inoculated onto complete culture media. Food, water and bedding samples were also analyzed. The antimicrobial susceptibility of P. aeruginosa isolates was evaluated through the Kirby-Bauer agar diffusion test. Statistical analyses were performed with the chi-square test. Results The prevalence of P. aeruginosa was 59.9%, and 35.5% of these strains were multidrug resistant (MDR). The prevalence of MDR P. aeruginosa was significantly higher in adult samples than in young samples, and widespread resistance to Cephalosporins, Polymyxins and Sulfonamides was observed. Statistically significant differences in the prevalence of P. aeruginosa were observed depending on the farm size and snake family. Feeding thawed prey was associated with a higher P. aeruginosa and MDR P. aeruginosa prevalence. Moreover, snakes fed home-raised prey had a significantly higher MDR P. aeruginosa prevalence than snakes fed commercially available feed. Less frequent terrarium cleaning was associated with a higher MDR P. aeruginosa prevalence. On the other hand, snake reproductive status was not significantly associated with P. aeruginosa or MDR P. aeruginosa prevalence. All food, water and bedding samples were negative for P. aeruginosa presence. Discussion The overall P. aeruginosa prevalence found in this study was lower than that found by other authors, but a high proportion of the isolates were MDR. This study highlighted the presence of constitutive (such as age and taxonomic family) and managerial (farm size, cleaning cycle frequency and food type) factors associated with P. aeruginosa and/or MDR P. aeruginosa prevalence. Good breeding management and proper antibiotic treatment of P. aeruginosa infections could help reduce the presence of P. aeruginosa and MDR P. aeruginosa in the gut microbiota of snakes and consequently reduce the risk to public health
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