64 research outputs found

    Stefano Pivato, Storia sociale della bicicletta

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    « Traverso le viti di una bicicletta si può anche scrivere la storia d’Italia ». Con questa citazione di Gianni Brera – uno dei più grandi cantori del ciclismo e dello sport in Italia – si apre Storia sociale della bicicletta di Stefano Pivato. Le 251 pagine del volume, organizzato in dieci capitoli tematici, dimostrano che Brera aveva pienamente ragione, e che davvero attraverso la storia della due ruote è possibile ricostruire la storia dell’Italia e degl..

    Storia sociale della bicicletta

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    Stefano Pivato, Storia sociale della bicicletta, Bologna, Il Mulino, 2019, 251 págs, ISBN 978-88-15-28521-8Stefano Pivato, Storia sociale della bicicletta, Bologna, Il Mulino, 2019, 251 págs, ISBN 978-88-15-28521-

    Health Professionals Working with Persons with Alzheimer's. Reflections for New Training Courses

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    AbstractHealth professionals working with a person suffering from Alzheimer's disease have to face with considerable communicational and relational difficulties. Therefore, training programs focused on the cognitive or medical aspects of the disease may not be sufficient to deal with the complexity of this condition. Starting from the contributions of Kitwood (1997) and the approach of Bender (2003), this study aims to discuss an alternative paradigm to dementia-care, providing suggestions about the daily care work of health professionals. Some expressive and narrative activities are presented in order to facilitate an effective relationship between operators and patients

    Muoversi domani. Verso una mobilità più sostenibile

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    Negli ultimi anni è finalmente cresciuta l’attenzione verso le problematiche ambientali, che ha portato ad aprire una riflessione sul futuro della mobilità: è necessario e urgente rivedere il nostro modo di muoverci per la vivibilità degli agglomerati urbani e più in generale del pianeta. La sfida è indubbiamente complessa perché nessuno vuole modificare le proprie abitudini radicate e i modelli di produzione dominanti. Eppure sempre più sono indispensabili nuove offerte di mobilità in grado di conciliare flessibilità, efficienza, sicurezza e, soprattutto, sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Le forme di spostamento non motorizzate rappresentano uno dei nodi del ripensamento che l’attuale modello di mobilità dovrà mettere in atto nei prossimi anni, se si vorrà raggiungere l’obiettivo di una mobilità più sostenibile e sicura. Intermodalità, condivisione e trasporto a rete saranno concetti chiave nello scenario del futuro, che bisogna costruire già da oggi: non si tratta solamente di capire “cosa” fare, ma anche “come” farlo, in maniera adeguata e senza passi falsi. Un esempio pratico: non si possono semplicemente cambiare i motori delle auto, facendo comprare o noleggiare a tutti quelle elettriche. La mobilità sostenibile rappresenta infatti qualcosa di più complesso: dal giusto mix tra i vari mezzi di trasporto, alla redistribuzione degli spazi alle persone, togliendoli ai veicoli, alla valorizzazione delle reti su ferro come ossature dell’accessibilità alle aeree interne, fino alla mobilità “dolce” per la fruizione turistica dei territori. Insomma, “muoversi domani” deve significare “muoversi meglio”, che è ben di più del “muoversi e basta”

    Social representations of care and aging in Brazil and Italy

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    RESUMO: Este estudo objetivou comparar as representações sociais de brasileiros e italianos acerca do cuidado ao idoso e velhice. Foram entrevistadas 40 pessoas acima de 65 anos, 20 brasileiros e 20 italianos. Os resultados mostraram que as representações sociais da velhice e do cuidar da pessoa idosa, enfatizam a relevância da autonomia e manutenção da atividade, trazendo o contexto de doenças e dependência como algo indesejável. A vivência da velhice e o cuidar da pessoa idosa parecem mais difíceis em situação de doença, quando os agravos impõe a necessidade de um "cuidador", o que abala a independência da pessoa idosa. Torna-se necessário a implementação de políticas de educação para a saúde, que levem em consideração as necessidades dos idosos

    El fenómeno del dopaje desde la perspectiva de las Ciencias Sociales Odile

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    En este libro se recoge una selección de las comunicaciones presentadas en el IV Congreso Internacional ‘Deporte, Dopaje y Sociedad’ que se celebró en Madrid del 26 de febrero al 1 de marzo de 2014 y que fue organizado conjuntamente por la Universidad Politécnica de Madrid y la Agencia Española de Protección de la Salud en el Deporte. Los textos están escritos en español, francés e inglés y abordan el estudio del fenómeno del dopaje desde el ámbito especifico de las Ciencias Humanas y Sociales a través de disciplinas como Historia, Derecho, Sociología, Psicología, Economía, Ciencias de la Información y otras disciplinas relacionadas

    Does social cognition change? Evidence after 4 years from the Italian Network for Research on Psychoses

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    Background Deficits in social cognition (SC) are significantly related to community functioning in schizophrenia (SZ). Few studies investigated longitudinal changes in SC and its impact on recovery. In the present study, we aimed: (a) to estimate the magnitude and clinical significance of SC change in outpatients with stable SZ who were assessed at baseline and after 4 years, (b) to identify predictors of reliable and clinically significant change (RCSC), and (c) to determine whether changes in SC over 4 years predicted patient recovery at follow-up. Methods The reliable change index was used to estimate the proportion of true change in SC, not attributable to measurement error. Stepwise multiple logistic regression models were used to identify the predictors of RCSC in a SC domain (The Awareness of Social Inference Test [TASIT]) and the effect of change in TASIT on recovery at follow-up. Results In 548 participants, statistically significant improvements were found for the simple and paradoxical sarcasm of TASIT scale, and for the total score of section 2. The reliable change index was 9.8. A cut-off of 45 identified patients showing clinically significant change. Reliable change was achieved by 12.6% and RCSC by 8% of participants. Lower baseline TASIT sect. 2 score predicted reliable improvement on TASIT sect. 2. Improvement in TASIT sect. 2 scores predicted functional recovery, with a 10-point change predicting 40% increase in the probability of recovery. Conclusions The RCSC index provides a conservative way to assess the improvement in the ability to grasp sarcasm in SZ, and is associated with recovery

    The “American Way of Mobility”. The influence of the American model on traffic and mobility planning in Italy (1920-1960)

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    Tra le due guerre in Italia si comincia a parlare di pianificazione della mobilità e del traffico, all’interno del più vasto tema della pianificazione urbana, e lo si fa guardando soprattutto al modello americano. È quello infatti il momento in cui si realizza un vero e proprio capovolgimento di equilibri nella cultura di pianificazione urbanistica tra Europa e Stati Uniti, con questi ultimi che divengono il modello da seguire. Un esempio tipico di questa “importazione” è quello della gerarchizzazione degli utenti della strada, che porta a escludere gli utenti più deboli (pedoni e ciclisti) a favore dell’automobile. Nel secondo dopoguerra queste tendenze vengono accentuate, perché la motorizzazione di massa, e la sua cornice infrastrutturale, divengono parte integrante dell’american way of life. Il contributo si propone di identificare i momenti e le dinamiche più significativi dell’interazione tra Italia e Stati Uniti nello scambio del modello di pianificazione della mobilità, al fine di evidenziare se l’adozione del modello di mobilità americano, e di conseguenza del modello infrastrutturale per la mobilità, può essere ritenuta una forma di subalternità culturale.Mobility and traffic planning was an issue first tackled in Italy between the two major world conflicts as part of the broader theme of urban organization and with especial attention to the American model. It is in this moment that a significant change in the balance of urban planning culture takes place between Europe and the United States, with the latter becoming the model of reference. A typical example of this “importation” can be seen in the hierarchization of road users, a process that led to the exclusion of the weaker ones (pedestrians and bicyclists) in favor of the car. Following the Second World War, these tendencies are accentuated further as mass motorization, and its infrastructural frame, become an integral part of that ‘American way of life’. The present contribution aims to identify the most significant moments of this process as well as the dynamics stemming from the interaction between Italy and the United States in the exchange of the mobility planning model, in order to verify if the adoption of the American system, and consequently its infrastructural model for mobility, can be considered as a form of cultural subordination

    La nascita della Toscana “ciclistica”. Dagli esordi alla Grande guerra

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    Il contributo ricostruisce le vicende della nascita del ciclismo – primo sport moderno – in Toscana, dalla comparsa delle prime rudimentali biciclette fino all’istituzionalizzazione del ciclismo sportivo a livello locale e nazionale. Nel 1870 nasce a Firenze (in quel momento capitale d’Italia) il primo Veloce club italiano. Da quel momento la Toscana si afferma come terra di ciclismo e di ciclisti. Il contributo ne ricostruisce le vicende fino alla Grande Guerra, mostrandone la progressiva diffusione sul territorio regionale e le modalità con cui tali vicende si intrecciano con quelle della modernizzazione sociale, politica ed economica a cavallo tra Otto e NovecentoThe aim of this research is to reconstruct the events of the birth of cycling - the first modern sport - in Tuscany, from the appearance of the first rudimentary bicycles to the institutionalization of sports cycling at a local and national level. In 1870 the first Italian Veloce club was born in Florence (at that time the capital of Italy). Since then, Tuscany has established itself as a land of cycling and cyclists. The contribution reconstructs the events up to the Great War, showing the progressive diffusion of the cycling on the regional territory and the ways in which these events are intertwined with those of the social, political and economic modernization at the turn of the nineteenth and twentieth centurie
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