21 research outputs found

    L’indagine macrosismica: metodologia, parametri del terremoto, questioni aperte

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    Subito dopo l’evento del 6 aprile 2009, come di consueto è stata realizzata una lunga e complessa indagine macrosismica, promossa dal gruppo operativo QUEST, che ha avuto inizialmente l’obiettivo di delimitare l’area di danneggiamento, a supporto delle attività di pronto intervento della Protezione Civile, e successivamente quello di classificare nel modo più accurato e capillare possibile, gli effetti prodotti dall’evento, particolarmente nelle aree danneggiate. A questo scopo è stata prodotta una stima utilizzando la scala MCS (Sieberg, 1930); in un secondo momento è stata rifinita l’indagine per una cinquantina di località dell’area maggiormente danneggiata (Is MCS>VII), raccogliendo ed elaborando i dati in termini di scala macrosismica EMS98 (Grünthal, 1998). Per la complessità e la dimensione dei problemi affrontati, questo terremoto ha costituito un banco di prova di grande importanza per la macrosismologia italiana. In questo testo viene descritto il lavoro realizzato, discutendo in particolare alcuni aspetti che hanno messo alla prova le metodologie di indagine tradizionali (sistematiche irregolarità degli insediamenti monitorati, forti divergenze degli scenari di danno rispetto a quelli previsti dalle scale, difficile comparabilità con scenari storici, ecc.) e presentandone i risultati, in relazione ai parametri epicentrali che ne risultano e il loro contributo più diretto alla comprensione complessiva della sismicità dell’area

    L’indagine macrosismica: metodologia, parametri del terremoto, questioni aperte

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    Subito dopo l’evento del 6 aprile 2009, come di consueto è stata realizzata una lunga e complessa indagine macrosismica, promossa dal gruppo operativo QUEST, che ha avuto inizialmente l’obiettivo di delimitare l’area di danneggiamento, a supporto delle attività di pronto intervento della Protezione Civile, e successivamente quello di classificare nel modo più accurato e capillare possibile, gli effetti prodotti dall’evento, particolarmente nelle aree danneggiate. A questo scopo è stata prodotta una stima utilizzando la scala MCS (Sieberg, 1930); in un secondo momento è stata rifinita l’indagine per una cinquantina di località dell’area maggiormente danneggiata (Is MCS>VII), raccogliendo ed elaborando i dati in termini di scala macrosismica EMS98 (Grünthal, 1998). Per la complessità e la dimensione dei problemi affrontati, questo terremoto ha costituito un banco di prova di grande importanza per la macrosismologia italiana. In questo testo viene descritto il lavoro realizzato, discutendo in particolare alcuni aspetti che hanno messo alla prova le metodologie di indagine tradizionali (sistematiche irregolarità degli insediamenti monitorati, forti divergenze degli scenari di danno rispetto a quelli previsti dalle scale, difficile comparabilità con scenari storici, ecc.) e presentandone i risultati, in relazione ai parametri epicentrali che ne risultano e il loro contributo più diretto alla comprensione complessiva della sismicità dell’area.Published49-551.11. TTC - Osservazioni e monitoraggio macrosismico del territorio nazionaleN/A or not JCRope

    I terremoti dell'Appennino umbro-marchigiano. Area centrale e meridionale dal I secolo a.C. al 2000

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    Published3.10. Sismologia storica e archeosismologia4.2. TTC - Scenari e mappe di pericolositĂ  sismica5.8. TTC - Formazione e informazioneope

    Earthquake, GIS and multimedia. The 1883 Casamicciola earthquake

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    A series of multimedia monographs concerning the main seismic events that have affected the Italian territory are in the process of being produced for the Documental Integrated Multimedia Project (DIMP) started by the Italian National Seismic Survey (NSS). The purpose of the project is to reconstruct the historical record of earthquakes and promote an earthquake public education. Producing the monographs. developed in ARC INFO and working in UNIX. involved designing a special filing and management methodology to integrate heterogeneous information (images, papers, cartographies, etc.). This paper describes the possibilities of a GIS (Geographic Information System) in the filing and management of documental information. As an example we present the first monograph on the 1883 Casamicciola earthquake. on the island of Ischia (Campania, Italy). This earthquake is particularly interesting for the following reasons: I) historical-cultural context (first destructive seismic event after the unification of Italy); 2) its features (volcanic earthquake); 3) the socioeconomic consequences caused at such an important seaside resort

    The MCS intensity distribution of the devastating 24 August 2016 earthquake in central Italy (MW 6.2)

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    Here we describe the macroseismic survey of the 24 August 2016 earthquake in central Italy (M_W 6.2). By applying a revised version of the Mercalli-Cancani-Sieberg scale, we estimated the site intensity in more than 300 localities of Lazio, Abruzzi, Umbria and Marche regions, providing the Civil Protection with a quick and robust snapshot of the earthquake. The most severe effects are focused south of the instrumental epicenter, in the Amatrice intermountain basin, where intensity reached 10-11 MCS. Highest damage (area inside 9 MCS isoseismal) is focused in a NNW-SSE belt of the hangingwall of the causative faults, i.e. the southern segment of the Mount Vettore fault system and the northern segment of the Laga Mounts fault system, with northward damage propagation in the far-field. The intensity dataset allows to evaluate a M_W 6.16±0.5, which is very close to the instrumental magnitude, with a seismogenic box striking N161°, mimicking the geological active faults. Epicentral intensity is I_0 10 MCS, I_MAX 10-11. The elevated level of destruction is mainly due to the high vulnerability of buildings, mostly made by cobblestone masonry. Integrating the macroseismic information with the geological, geodetical and geophysical data it is possible to hypothesize a bidirectional rupture propagation (toward NNW and SSE) along the two different faults. It is also possible to attribute the 1639, M_W 6.0 earthquake to the same source of the southern 2016 rupture (northernmost Laga Mounts faults)

    Terremoto de L’Aquila del 6 aprile 2009: rilievo macrosismico, distribuzione delle intensità macrosismiche ed implicazioni sismotettoniche

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    Viene dato ragguaglio sulle operazioni di rilievo macrosismico relative al terremoto aquilano del 6 Aprile 2009 (Mw=6.3; Io=IX MCS) condotte dal QUEST e del risultato conseguito in termini di distribuzione delle intensità per 316 località visitate. Il terremoto, che ha provocato la distruzione di numerosi centri della conca Aquilana ed oltre 300 vittime, mostra un’area mesosimica allungata in direzione NW-SE, con una coda di forti risentimenti verso SE nella conca subèquana. Questo è in accordo con la geometria, cinematica e dinamica della rottura della struttura sismogenetica, individuata anche grazie alle evidenze di fagliazione di superficie seguite per circa 20 km lungo il versante nordorientale della Valle dell’Aterno, tra Collebrincioni e San Demetrio ne’ Vestini (sistema di faglie di Paganica-San Demetrio). Tale struttura viene anche indicata responsabile del terremoto “gemello” del 1461, oltre che da eventi di più elevata energia, come analisi paleosismologiche e rilievi geologici in corso hanno confermato.Published1.11. TTC - Osservazioni e monitoraggio macrosismico del territorio nazionaleN/A or not JCRope

    Terremoto de L’Aquila del 6 aprile 2009: rilievo macrosismico, distribuzione delle intensità macrosismiche ed implicazioni sismotettoniche

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    Viene dato ragguaglio sulle operazioni di rilievo macrosismico relative al terremoto aquilano del 6 Aprile 2009 (Mw=6.3; Io=IX MCS) condotte dal QUEST e del risultato conseguito in termini di distribuzione delle intensità per 316 località visitate. Il terremoto, che ha provocato la distruzione di numerosi centri della conca Aquilana ed oltre 300 vittime, mostra un’area mesosimica allungata in direzione NW-SE, con una coda di forti risentimenti verso SE nella conca subèquana. Questo è in accordo con la geometria, cinematica e dinamica della rottura della struttura sismogenetica, individuata anche grazie alle evidenze di fagliazione di superficie seguite per circa 20 km lungo il versante nordorientale della Valle dell’Aterno, tra Collebrincioni e San Demetrio ne’ Vestini (sistema di faglie di Paganica-San Demetrio). Tale struttura viene anche indicata responsabile del terremoto “gemello” del 1461, oltre che da eventi di più elevata energia, come analisi paleosismologiche e rilievi geologici in corso hanno confermato
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