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    Disordini dello sviluppo sessuale con cariotipo 46,XY (46,XY DSD). Analisi dello stato gonadico, minerale osseo e valutazione metabolica nelle persone con diagnosi molecolare di sindrome da insensibilita' completa agli androgeni.

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    Riassunto Premessa. I Disordini della Differenziazione Sessuale (DSD) sono un insieme di condizioni congenite nelle quali lo sviluppo del sesso cromosomico, gonadico o anatomico risulta atipico rispetto agli usuali processi embrionali. La nascita di un bambino con DSD richiede strategie di gestione a lungo termine, coinvolgenti molte figure professionali che devono saper lavorare insieme alla famiglia per risolvere le numerose problematiche specifiche per le varie età. Scopo della tesi. Analizzare un gruppo (n. 54) di persone con 46,XY DSD e verificare la correttezza della diagnosi. Valutare nel sottogruppo con insensibilità completa agli androgeni (la diagnosi più frequente): il motivo di presentazione clinica; la statura finale rispetto al target genetico; lo stato minerale osseo; la funzionalità dell’asse riproduttivo; la composizione corporea e l’assetto metabolico; il fenotipo psicologico; e correlare i risultati ottenuti con: stato gonadico e compliance con la terapia ormonale sostitutiva. Risultati. La diagnosi di insensibilità completa agli androgeni è stata confermata nel 77.8% delle persone, nel restante 22.2% la diagnosi è stata riassegnata nell’ambito dei 46, XY DSD. In 38 persone con diagnosi molecolare di SIA completa è stato possibile notare che i motivi più frequenti di valutazione clinica risultano essere l’ernia inguinale (42.1%) e l’amenorrea primaria (39.47%). Le caratteristiche auxologiche delle persone oggetto di questo studio sono sovrapponibili alla popolazione femminile di riferimento. La statura finale in un sottogruppo di donne adulte è risultata significativamente superiore al target genetico calcolato sia per il sesso maschile che per il sesso femminile. Nel gruppo pediatrico, il BMD è risultato significativamente ridotto alla valutazione DXA a livello lombare e total body e alla valutazione con QUS, mentre è risultato normale a livello del collo del femore. Nel gruppo delle pazienti adulte il BMD è risultato significativamente ridotto a livello lombare, femorale e total body, mentre è risultata normale alla valutazione con QUS. La valutazione con DXA ha messo in evidenza un BMD significativamente ridotto a tutti i livelli esaminati nelle pazienti gonadectomizzate rispetto a quelle non-gonadectomizzate. La composizione corporea è risultata normale rispetto alla popolazione di riferimento sia per il gruppo pediatrico che per il gruppo adulte. Nel gruppo adulto è stato possibile riscontrare ipercolesterolemia in 13/21 pazienti (62%), ipertrigliceridemia in 4/21 pazienti (19%) ed elevati valori di HOMA-IR in 5/13 pazienti (38.5%), indipendentemente dal BMI. Le donne intervistate presentano un livello culturale ed occupazionale maggiore rispetto alla popolazione femminile italiana, ma una minore percentuale di matrimonio ed una maggiore percentuale di pazienti che vivono ancora nelle famiglie di origine. L’orientamento sessuale prevalente in questo gruppo di donne è risultato eterosessuale a conferma della correttezza dell’assegnazione del sesso. Inoltre, in base alla loro esperienza le pazienti suggeriscono una comunicazione della diagnosi effettuata con gradualità, calma, sincerità e chiarezza dall’inizio, per permettere una piena consapevolezza sulle varie opzioni terapeutiche e una scelta consapevole in età adulta. Conclusioni. Le persone con SIA completa tendono a presentare ridotti di BMD, soprattutto a livello lombare, la gonadectomia rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di osteopenia/osteoporosi ed una buona compliance alla HRT sembra migliorare il BMD. Le donne con gonadi intatte hanno una migliore salute ossea. Nelle persone adulte con SIA completa sono presenti un alterato profilo lipidico e insulino-resistenza. La gonadectomia e la HRT non sembrano influire la composizione corporea ed il profilo metabolico. L’ipercolesterolemia e l’insulino-resistenza potrebbero essere caratteristiche aggiuntive del fenotipo della SIA completa. A coloro che sono direttamente coinvolti nella gestione di persone con DSD è richiesta una comunicazione progressivamente sempre più aperta, che rappresenta un importante aspetto della “care” di queste condizioni

    Central Precocious Puberty: Treatment with Triptorelin 11.25 mg

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    Background. Few data are available on quarterly 11.25 mg GnRH analog treatment in central precocious puberty (CPP). Aim. To assess the efficacy of triptorelin 11.25 mg in children with CPP. Patients. 17 patients (16 females) with CPP (7.9 ± 0.9 years) were treated with triptorelin 11.25 mg/90 days. Methods. Gonadotropins, basal-, and GnRH-stimulated peak, gonadal steroids, and pubertal signs were assessed at preinclusion and at inclusion visit, 3 months, 6 months, and 12 months of treatment. Results. At 3, 6, and 12 months, all patients had suppressed LH peak (<3 IU/L after GnRH stimulation), as well as prepubertal oestradiol levels. Mean LH peak values after GnRH test significantly decreased from 25.7 ± 16.5 IU/L at baseline to 0.9 ± 0.5 IU/L at M3 (P < 0.0001); they did not significantly changed at M6 and M12. Conclusions. Triptorelin 11.25 mg/90 days efficiently suppressed the pituitary-gonadal axis in children with CPP from first administration

    5α-Reductase-2 Deficiency: Clinical Findings, Endocrine Pitfalls, and Genetic Features in a Large Italian Cohort

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    Clinical records (n = 24) with an established diagnosis of 5α-reductase-2 deficiency were reviewed. A previous misdiagnosis was present in about 70% (period from first observation to definitive diagnosis: 9.1 ± 10.8 years), and in 8 children gonadal removal was performed before certain diagnosis. Initial sex assignment was female in 16/24 (67%) and male in 8/24 (33%) cases. After diagnosis, sex re-assignment was performed in 5 babies (4 girls to male sex; 1 boy to female sex). Baseline testosterone/DHT ratio was diagnostic in 6/12 subjects (first months of life n = 4; puberty n = 2), while post-hCG testosterone/DHT ratio was diagnostic in all tested individuals (choosing both the cut-off value 15 or 10). Eighteen different mutations in the steroid-5α-reductase-2 (SRD5A2) gene were identified, 5 of which have never been reported. In conclusion, a time lag exists before the diagnosis of 5α-reductase-2 deficiency is established; sex assignment and gonadal removal may be performed before certain diagnosis. Sex re-assignment is usually female to male, but the contrary may occur. A large variability in clinical phenotypes and genetic mutations was present in this cohort. Accurate endocrine evaluation is recommended in babies possibly affected by 5α-reductase-2 deficiency, since the use of appropriate cut-off values of testosterone/DHT ratio after hCG stimulation may permit to select individuals for SRD5A2 gene analysis. A genotype-phenotype correlation was not found in this study
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