36 research outputs found

    Multiculturalismo e aconfessionalitĂ . Le forme odierne del pluralismo e della laicitĂ 

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    Il presente scritto, privo di note, corrisponde alla Relazione più sinteticapresentata al Convegno su “Multireligiosità e reazione giuridica”, tenuto presso la Seconda Università di Napoli (Santa Maria Capua Vetere, 9–10 marzo 2007), destinata alla pubblicazione negli Atti.SOMMARIO: 1. Esigenza di una ridefinizione giuridica della laicità - 2. Fonti del principio di laicità: la giurisprudenza costituzionale - 3. Laicità di contesto: i “principi supremi” e legalità delle norme concordatarie - 4. Il principio di laicità e i suoi significati - 5. Laicità di progetto e laicità cooperativa: il Concordato e le Intese – 6. Laicità di programma: il contributo della Corte Costituzionale alla differenziazione tra Confessioni religiose - 7. Laicità di risultato: la neutralizzazione del principio di non identificazione e il contributo della giurisprudenza costituzionale e di legittimità - 7.1 La decostruzione del principio di laicità e il ruolo della giustizia amministrativa - 7.2 La decostruzione del principio di laicità e gli attori sociali in campo - 8. Le conseguenze della crisi della laicità cooperativa – 9. Ridefinire la laicità: compiti dell’ecclesiasticista e prove di svolgimento

    LibertĂ  religiosa e societĂ  multiculturali: la risposta italiana

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    Paper della relazione svolta in forma sintetica il 7 maggio 2008 al Colloquio sul tema "La libertà religiosa nelle società multiculturali" organizzato dalle Facoltà di Giurisprudenza e Scienze Politiche e dai Dipartimenti di Diritto Pubblico “Andrea Orsi Battaglini” e di Studi sullo Stato dell’Università di Firenze il 7 maggio 2008.SOMMARIO: 1. Premessa - 2. L’Europa e il caso italiano. Percorsi comuni: accostamenti e distanze - 3. Società multiculturali, secolarizzazione e riconoscimento del ruolo pubblico delle Chiese - 4. Elementi della situazione interna su cui riflettere – 5. Conclusioni molto provvisorie

    Colorectal Cancer Stage at Diagnosis Before vs During the COVID-19 Pandemic in Italy

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    IMPORTANCE Delays in screening programs and the reluctance of patients to seek medical attention because of the outbreak of SARS-CoV-2 could be associated with the risk of more advanced colorectal cancers at diagnosis. OBJECTIVE To evaluate whether the SARS-CoV-2 pandemic was associated with more advanced oncologic stage and change in clinical presentation for patients with colorectal cancer. DESIGN, SETTING, AND PARTICIPANTS This retrospective, multicenter cohort study included all 17 938 adult patients who underwent surgery for colorectal cancer from March 1, 2020, to December 31, 2021 (pandemic period), and from January 1, 2018, to February 29, 2020 (prepandemic period), in 81 participating centers in Italy, including tertiary centers and community hospitals. Follow-up was 30 days from surgery. EXPOSURES Any type of surgical procedure for colorectal cancer, including explorative surgery, palliative procedures, and atypical or segmental resections. MAIN OUTCOMES AND MEASURES The primary outcome was advanced stage of colorectal cancer at diagnosis. Secondary outcomes were distant metastasis, T4 stage, aggressive biology (defined as cancer with at least 1 of the following characteristics: signet ring cells, mucinous tumor, budding, lymphovascular invasion, perineural invasion, and lymphangitis), stenotic lesion, emergency surgery, and palliative surgery. The independent association between the pandemic period and the outcomes was assessed using multivariate random-effects logistic regression, with hospital as the cluster variable. RESULTS A total of 17 938 patients (10 007 men [55.8%]; mean [SD] age, 70.6 [12.2] years) underwent surgery for colorectal cancer: 7796 (43.5%) during the pandemic period and 10 142 (56.5%) during the prepandemic period. Logistic regression indicated that the pandemic period was significantly associated with an increased rate of advanced-stage colorectal cancer (odds ratio [OR], 1.07; 95%CI, 1.01-1.13; P = .03), aggressive biology (OR, 1.32; 95%CI, 1.15-1.53; P < .001), and stenotic lesions (OR, 1.15; 95%CI, 1.01-1.31; P = .03). CONCLUSIONS AND RELEVANCE This cohort study suggests a significant association between the SARS-CoV-2 pandemic and the risk of a more advanced oncologic stage at diagnosis among patients undergoing surgery for colorectal cancer and might indicate a potential reduction of survival for these patients

    Evolving trends in the management of acute appendicitis during COVID-19 waves. The ACIE appy II study

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    Background: In 2020, ACIE Appy study showed that COVID-19 pandemic heavily affected the management of patients with acute appendicitis (AA) worldwide, with an increased rate of non-operative management (NOM) strategies and a trend toward open surgery due to concern of virus transmission by laparoscopy and controversial recommendations on this issue. The aim of this study was to survey again the same group of surgeons to assess if any difference in management attitudes of AA had occurred in the later stages of the outbreak. Methods: From August 15 to September 30, 2021, an online questionnaire was sent to all 709 participants of the ACIE Appy study. The questionnaire included questions on personal protective equipment (PPE), local policies and screening for SARS-CoV-2 infection, NOM, surgical approach and disease presentations in 2021. The results were compared with the results from the previous study. Results: A total of 476 answers were collected (response rate 67.1%). Screening policies were significatively improved with most patients screened regardless of symptoms (89.5% vs. 37.4%) with PCR and antigenic test as the preferred test (74.1% vs. 26.3%). More patients tested positive before surgery and commercial systems were the preferred ones to filter smoke plumes during laparoscopy. Laparoscopic appendicectomy was the first option in the treatment of AA, with a declined use of NOM. Conclusion: Management of AA has improved in the last waves of pandemic. Increased evidence regarding SARS-COV-2 infection along with a timely healthcare systems response has been translated into tailored attitudes and a better care for patients with AA worldwide

    Dialogo interreligioso e sistema italiano delle Intese

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    Il contributo analizza le diverse valenze del dialogo interreligioso, soffermandosi in particolare sulla stretta relazione che la più recente ripresa di tale pratica presenta con il potenziamento del principio di collaborazione tra Stato e Chiese, conseguente a sua volta alla formalizzazione costituzionale del principio di sussidiarietà, l’uno e l’altro da intendersi quali fattori di accelerazione dei processi nazionali e comunitari di integrazione tra ordinamenti politici e religioni. Attraverso il richiamo a specifiche esperienze del concreto svolgersi del dialogo ritenute particolarmente significative, viene posto l’accento sull’idea emergente secondo cui esso può contribuire alla sicurezza generale e all’inclusione degli emigrati nella comunità nazionale almeno quanto gli strumenti politici della regolamentazione dei flussi migratori e delle politiche di ricongiungimento familiare messi in campo dallo Stato, così agevolando Chiese e confessioni stabilite nella rivendicazione di un rilevante, specifico, ruolo pubblico

    Enti religiosi e non profit tra Welfare State e Welfare Community. La transizione

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    Il volume, alla sua seconda edizione aggiornata ed ampliata, prende in considerazione la disciplina concernente gli enti religiosi – secondo una formulazione da intendersi in senso ampio ovvero comprensivo della species “enti ecclesiastici civilmente riconosciuti” – ponendola in relazione alle più recenti trasformazioni dello Stato sociale ed alla conseguente inclusione, per effetto in particolare della formalizzazione costituzionale del principio di sussidiarietà orizzontale, dei soggetti del c.d. privato sociale nello svolgimento delle attività di interesse generale di cui all’art. 118 Cost.. Attraverso l’approfondita analisi di tali percorsi evolutivi e della loro interazione con il regime giuridico degli enti religiosi vengono posti in evidenza gli innovati termini di riferimento entro i quali viene a collocarsi la rilevata neutralizzazione di taluni elementi tradizionali di quel regime – quale in particolare il “fine di religione e di culto” – ed il contestuale rafforzamento del metodo pattizio e del ruolo delle confessioni religiose, cui viene allo stato ribadita, secondo un’indicazione interpretativa che si mostra rilevante anche in rapporto ai possibili sviluppi futuri, una funzione di autenticazione e legittimazione degli interessi religiosi, cui si somma quella ulteriore ed oggettiva di rafforzamento dell’area della solidarietà e della sussidiarietà strettamente intesa e del suo specifico potere di interlocuzione e di orientamento del processo di riforma dello Stato

    LibertĂ  religiosa e societĂ  multicurali: il caso italiano

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    Il contributo esamina il rapporto tra libertà religiosa e società multiculturale, dando conto delle più significative problematicità cui esso da vita in ambito nazionale e nel contesto europeo allargato. Con più specifico riferimento al caso italiano, l’attenzione è focalizzata in particolare sul rinnovato protagonismo di Chiese e confessioni stabilite, assecondate nel riuscito tentativo di assicurarsi un rilevante ruolo di affiancamento e sostegno delle istituzioni pubbliche dal sempre più evidente gap tra la realtà multiculturale interna e le sue rappresentazioni di comodo come frizzante lievito culturale e occasione di verifica del tasso di democrazia del Paese, cui consegue una domanda sempre più insistente, rivolta alle medesime istituzioni, di rassicurazioni e soluzioni appropriate

    Dialogo interreligioso e sistema italiano delle Intese: il principio di cooperazione al tempo della post-democrazia

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    Il contributo analizza le diverse valenze del dialogo interreligioso, soffermandosi in particolare sulla stretta relazione che la più recente ripresa di tale pratica presenta con il potenziamento del principio di collaborazione tra Stato e Chiese, conseguente a sua volta alla formalizzazione costituzionale del principio di sussidiarietà, l’uno e l’altro da intendersi quali fattori di accelerazione dei processi nazionali e comunitari di integrazione tra ordinamenti politici e religioni. Attraverso il richiamo a specifiche esperienze del concreto svolgersi del dialogo ritenute particolarmente significative, viene posto l’accento sull’idea emergente secondo cui esso può contribuire alla sicurezza generale e all’inclusione degli emigrati nella comunità nazionale almeno quanto gli strumenti politici della regolamentazione dei flussi migratori e delle politiche di ricongiungimento familiare messi in campo dallo Stato, così agevolando Chiese e confessioni stabilite nella rivendicazione di un rilevante, specifico, ruolo pubblico

    La legislazione vaticana in materia finanziaria: un banco di prova dell’art. 17 del TUE e dei principi di collaborazione e cooperazione tra Chiese, Stato e Unione Europea

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    Invertendo un cammino secolare contrassegnato da tenaci resistenze alle regole ed ai controlli esterni sugli enti e le istituzioni rientranti nella propria orbita, le Confessioni – in primis la Chiesa cattolica – compaiono ora in prima linea nella battaglia di trasparenza e legalità nella gestione dei flussi e dei rapporti finanziari che le riguardano condotta dalle istituzioni europee ed internazionali. Il saggio analizza contenuti e significato della legislazione dedicata, segnalandone il problematico significato quale forma aggiornata di manifestazione del principio di cooperazione/collaborazione tra Stato e Chiese

    Diritto Ecclesiastico. Elementi. Principi non scritti. Principi scritti. Regole. Quaderno 2: I principi scritti

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    Il titolo del volume: Diritto Ecclesiastico. Elementi, ma più ancora il suo sottotitolo: I principi scritti che ne dichiara nesso e continuità con il volume del 2007 sempre per i tipi della Giappichelli (Diritto Ecclesiastico. Elementi. I principi non scritti) sintetizza la visione del Diritto Ecclesiastico moderno che accomuna i due Autori ed insieme, la proposta ed il metodo di studio che si ritiene il più congeniale alla comprensione della perdurante formidabile geometrica architettura normativa che con questo settore del diritto fa sistema nel nostro Paese. I quattro termini che ivi compaiono: Elementi, diritto ecclesiastico, principi scritti e regole indicano come l’esame dei principi generali, iconizzati in Costituzione, accortamente ri-costruiti in via di interpretazione, e tra di loro razionalmente ricollegati, se proprio non legittima quanto meno spiega il sempre più largo perimetro normativo odierno di questa disciplina normativa. Sufficientemente elastico da ottimizzare le variazioni e le oscillazioni cui la fase costituente compulsiva attuale sottopone i principi costituzionali di riferimento per gli interessi religiosi. Abbastanza evoluto da assorbire e gestire i cambiamenti impressi dalla globalizzazione e dal crescente acquis comunitario alla forma di Stato e di governo dei paesi del Vecchio Continente. Sicché all’ordine logico-sistematico di presentazione delle fonti apicali del Diritto Ecclesiastico (costituzionali, negoziali, comunitarie e ordinarie) bene si lega la delineazione di quei temi che tematizzano la qualità plurale e multi-level delle odierne relazioni ecclesiastiche. Orizzontali (art. 118 comma 4 Cost.) e/o verticali (artt. 7 e 8 Cost.), di visione (art. 19 Cost.) e/o economiche (art. 20 Cost.) che esse siano, quelle che intercorrono tra Stato e Religioni di Chiesa nel loro insieme e in combinazione tra di loro danno vita ad altrettanti sotto-sistemi derivati (matrimonio, insegnamento della religione, patrimonio ecclesiastico ecc.). Lo statuto giuridico degli ultimi esprime adattabilità e porosità rispetto alle dinamiche in atto nell’ambiente costituzionale e sociale e un perdurante stringente grado di integrazione con le fonti pattizie di disciplina con rinnovata attitudine a riprogettarsi magis ut valeat (CRISAFULLI), al meglio delle relative capacità espansiv
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