Il contributo analizza le diverse valenze del dialogo interreligioso, soffermandosi in particolare sulla stretta relazione che la più recente ripresa di tale pratica presenta con il potenziamento del principio di collaborazione tra Stato e Chiese, conseguente a sua volta alla formalizzazione costituzionale del principio di sussidiarietà, l’uno e l’altro da intendersi quali fattori di accelerazione dei processi nazionali e comunitari di integrazione tra ordinamenti politici e religioni. Attraverso il richiamo a specifiche esperienze del concreto svolgersi del dialogo ritenute particolarmente significative, viene posto l’accento sull’idea emergente secondo cui esso può contribuire alla sicurezza generale e all’inclusione degli emigrati nella comunità nazionale almeno quanto gli strumenti politici della regolamentazione dei flussi migratori e delle politiche di ricongiungimento familiare messi in campo dallo Stato, così agevolando Chiese e confessioni stabilite nella rivendicazione di un rilevante, specifico, ruolo pubblico