28 research outputs found

    I verbi sintagmatici nei dizionari dialettali trentini

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    This article deals with the treatment of phrasal verbs in the dictionaries of the Trentino dialects, where the sequence verb + locative was – and is still – used widely. An introductory paragraph briefly illustrates the spread of phrasal verbs formed with a locative particle in the Romance languages, and particularly in Italian and in the dialects of Northern Italy. In the second paragraph, eight lexicographical Trentino works are examined, five of which have a digital version. The selected dictionaries, written during the last decades of the 20th century and the first decades of the 21st, cover different areas of Trentino. For each work, the analysis focuses on how phrasal verbs are presented in the macro- and the microstructure. The review shows that all authors provide a rich exemplification of phrasal verbs, but only two present these phraseological units systematically and exhaustively. However, the dictionaries that have an online version offer the possibility of an automatic search which makes up for the absence of a coherent registration

    Il ruolo del contatto tra varietà tedesche e romanze nella costruzione "verbo più locativo"

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    In this article we examine some effects of language contact in the multilingual province of Trento, where Romance and Germanic varieties have been in contact for centuries. We focus on the syntax of phrasal verbs (e. g. ‘go out’, ‘get away’) in Trentin, a Romance dialect group, in Fassan, a Rhaeto-romance variety, and in Cimbrian, a German(ic) minority language. In particular, we deal with two word order phenomena which might be attributed to contact with the more prestigious or widespread varieties spoken in the area: (i) in some Fassan phrasal verbs we find the order «Verb – XP – Locative element», which resembles the German order; (ii) in Cimbrian various syntactic positions are possible; one of them corresponding to the one used in Trentino dialects and Regional Italian. Despite these resemblances, we show that the «unexpected» word orders found in the two varieties are not syntactic «borrowings» from the close German (for Fassan) and Romance (for Cimbrian) varieties; rather, they are the results of internal changes, which may have been reinforced by contact with other languages

    Indici di bilinguismo e abilitĂ  di scrittura e lettura in italiano. Un'indagine nelle scuole primarie trentine.

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    Il contributo presenta in una prima parte i risultati di un questionario sul plurilinguismo di bambini con famiglia immigrata, distribuito negli anni 2017-18 nelle prime due classi della scuola elementare di tutta la provincia di Trento a circa 2000 famiglie. Nella seconda parte alcuni dati cosĂŹ ottenuti sono messi in relazione con i risultati di prove di scrittura e lettura (dettato e test di ripetizione di non parole) svolti tra il 2018 e il 2019 dagli stessi bambini. Si discutono, in particolare, le relazioni tra gli esiti delle prove di letto-scrittura e lo status migratorio (I o II generazione), il paese di provenienza, la competenza nella lingua d'origine, l'esposizione all'italiano in famiglia

    Valorizzare il plurilinguismo a scuola. Esiti di un'esperienza di ricerca nelle scuole primarie trentine

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    Collocandosi in un momento di grandi cambiamenti nel panorama scolastico italiano, caratterizzato dalla sostanziosa presenza di studenti con cittadinanza non italiana, questo lavoro nasce con l’obiettivo di presentare i risultati di una ricerca sugli usi linguistici dei bambini plurilingui presenti nelle scuole primarie trentine. Nell’ambito di tale ricerca, promossa da IPRASE all’interno del progetto di sistema “Le nuove frontiere del diritto all’istruzione. Rimuovere le difficoltà di apprendimento, favorire una scuola inclusiva e preparare i cittadini responsabili e attivi del futuro”, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo nell’ambito del PO 2014-2020 della Provincia autonoma di Trento, è stato sviluppato uno strumento di indagine, il Questionario sugli usi linguistici di bambini plurilingui, che nell’anno scolastico 2017- 2018 è stato proposto alle famiglie di tutti i bambini plurilingui con retroterra migratorio frequentanti il primo e il secondo anno delle scuole primarie del Trentino. I risultati dell’indagine hanno messo in luce un panorama di grande eterogeneità linguistica, evidenziando però anche come questa ricchezza rischi di erodersi e scomparire rapidamente, lasciando il passo a una sempre maggiore presenza dell’italiano. È molto frequente, infatti, che i bambini tendano a preferire l’uso dell’italiano anche in famiglia, e a sviluppare una competenza linguistica poco solida nella lingua di origine, mettendo così a rischio la possibilità di crescere bilingui e di tramandare la lingua alle generazioni future. Per dare un quadro il più possibile chiaro ed esaustivo della situazione, nel primo capitolo si presentano i dati riguardanti la presenza di studenti stranieri nelle scuole italiane negli ultimi decenni, la regolarità del percorso scolastico e i tassi di abbandono, e si discutono le dinamiche linguistiche e di sviluppo della lingua di origine e dell’italiano. Sono illustrati inoltre i dati relativi al percorso scolastico di questi studenti, e in particolare alle difficoltà nella lettura e nella comprensione del testo emerse da valutazioni standardizzate come le prove INVALSI. Nel secondo capitolo si presenta la ricerca svolta in Trentino, in particolare la struttura del questionario e i suoi destinatari, e i risultati scaturiti dalle risposte fornite dai genitori rispetto agli usi linguistici dei figli in famiglia, a scuola e nelle attività extra-scolastiche, e alla competenza stimata nelle due lingue a livello di comprensione e produzione sia orale che scritta. Particolare attenzione è dedicata alla discussione della presenza di correlazioni tra indici di bilinguismo e abilità di lettura e scrittura in italiano1. Come evidenziato dai risultati, aumentare eccessivamente l’utilizzo dell’italiano, al posto della lingua di famiglia, anche a casa, non determina un miglioramento nella letto-scrittura, come erroneamente si potrebbe pensare, ma al contrario può portare a un indebolimento della lingua di origine, che andrebbe invece incentivata, anche nei registri più alti e soprattutto nella componente scritta. L’abitudine all’ascolto di testi scritti già in età precoce è infatti fondamentale per lo sviluppo linguistico, sia della lingua di origine che dell’italiano: la lingua scritta è di fatto caratterizzata da un lessico più ricco e stratificato e favorisce lo sviluppo grammaticale grazie all’esposizione a strutture ipotattiche ed elementi di coesione testuale. I dati raccolti nella ricerca evidenziano che la lettura tende purtroppo a essere poco coltivata nelle famiglie intervistate, ed è perciò importante favorire pratiche di avvicinamento precoce alla lettura, anche e soprattutto nella lingua di famiglia, per un migliore sviluppo linguistico in entrambe le lingue. Nel terzo capitolo sono proposte alcune indicazioni pratiche per la valorizzazione del bilinguismo, a iniziare da una presentazione dei benefici che può apportare e che si presentano indipendentemente dalla natura e dal prestigio delle lingue conosciute. Si ribadisce l’importanza del mantenimento della lingua di famiglia, sia per bambini a sviluppo tipico, che per bambini che presentano disturbi del neurosviluppo, e sono discussi i dubbi e gli interrogativi più comuni di famiglie ed educatori che si trovano a crescere e formare bambini plurilingui. Infine, il quarto capitolo fornisce alcuni strumenti di lavoro per le scuole, tra cui in primo luogo il questionario, rielaborato e semplificato, sulla base dell’esperienza di ricerca maturata, con l’obiettivo di renderlo uno strumento agile e flessibile da impiegare nelle scuole per conoscere la situazione linguistica dei bambini con background migratorio; a questo scopo il questionario è stato anche tradotto in alcune lingue d’origine. Nel capitolo si mette inoltre in evidenza il ruolo del colloquio conoscitivo, in occasione del quale il questionario può essere compilato insieme ai familiari: questo momento, molto importante per stabilire un legame positivo fra scuola e genitori, rappresenta anche un’ottima occasione per diffondere informazioni corrette alle famiglie rispetto all’opportunità di mantenere la lingua di origine, anche nella componente di lettura e scrittura. In conclusione, in un’ottica di apertura e accoglienza verso le lingue presenti sul territorio, sono presentate tre sintetiche schede linguistiche per le lingue di immigrazione più diffuse in Italia, ossia rumeno, arabo e albanese, in cui si danno informazioni sul gruppo linguistico, il numero di parlanti e l’alfabeto, e si riportano anche alcune curiosità grammaticali e lessicali. Questo volume è stato scritto con la finalità di condividere con il mondo scolastico i risultati della ricerca in Trentino e, allo stesso tempo, contribuire a sottolineare, ancora una volta e decisamente, anche sulla base degli esiti emersi dall’indagine, l’importanza di un’azione consapevole e competente da parte della scuola, volta a sostenere la valorizzazione e lo sviluppo del plurilinguismo dei suoi studenti. Una scuola che mette in atto, anche in sinergia con il territorio, azioni concrete a favore del plurilinguismo, dimostra nei fatti di comprendere bene la significativa affermazione dello psicolinguista canadese Frank Smith: “Una lingua ti apre un corridoio per la vita. Due lingue ti aprono tutte le porte lungo il percorso”

    Che lingue conosic, ascolti, parli? Una ricerca sugli usi linguistici dei bambini plurilingui.

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    Questo lavoro presenta i risultati preliminari di una ricerca condotta nelle classi prime e seconde delle scuole primarie nella provincia di Trento, che ha coinvolto 1541 famiglie, nelle quali almeno uno dei genitori dello scolaro parla una lingua diversa dall\u2019italiano. Alle famiglie \ue8 stato proposto un questionario molto articolato, sviluppato per raccogliere i dati necessari alla definizione degli indici di bilinguismo dei bambini, quali et\ue0 di esposizione, quantit\ue0 di esposizione e tempo di esposizione, distinguendo indice tradizionale e cumulativo. Il Questionario sugli usi linguistici di bambini plurilingui ambisce ad essere non solo uno strumento di conoscenza della situazione linguistica degli scolari, ma anche uno strumento operativo che aiuti a supportare la crescita bilingue degli alunni e i loro percorsi scolastici, permettendo di interpretare e comprendere con maggiore chiarezza eventuali difficolt\ue0 linguistiche e/o di apprendimento, che potrebbero essere attribuite a una competenza linguistica ancora non pienamente sviluppata

    CHE LINGUE CONOSCI, ASCOLTI, PARLI? UNA RICERCA SUGLI USI LINGUISTICI DEI BAMBINI PLURILINGUI

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    Questo lavoro presenta i risultati preliminari di una ricerca condotta nelle classi prime e seconde delle scuole primarie nella provincia di Trento, che ha coinvolto 1541 famiglie, nelle quali almeno uno dei genitori dello scolaro parla una lingua diversa dall’italiano. Alle famiglie Ăš stato proposto un questionario molto articolato, sviluppato per raccogliere i dati necessari alla definizione degli indici di bilinguismo dei bambini, quali etĂ  di esposizione, quantitĂ  di esposizione e tempo di esposizione, distinguendo indice tradizionale e cumulativo. Il Questionario sugli usi linguistici di bambini plurilingui ambisce ad essere non solo uno strumento di conoscenza della situazione linguistica degli scolari, ma anche uno strumento operativo che aiuti a supportare la crescita bilingue degli alunni e i loro percorsi scolastici, permettendo di interpretare e comprendere con maggiore chiarezza eventuali difficoltĂ  linguistiche e/o di apprendimento, che potrebbero essere attribuite a una competenza linguistica ancora non pienamente sviluppata.   What languages do you know, hear, speak? A study on the linguistic uses of multilingual children This paper presents the preliminary results of a study conducted in first and second grade classes in primary schools in the province of Trento, involving 1541 families where at least one of the parents spoke a language other than Italian. Families were offered a highly detailed questionnaire, developed to collect the data needed to define children's bilingualism indices, such as age of exposure, amount of exposure and exposure time, distinguishing between traditional and cumulative indexes. The Questionnaire on the linguistic uses of multilingual children aimed not only to be a tool for knowing the linguistic situation of schoolchildren, but also an operational tool to support the bilingual growth and school curricula, in order to more clearly interpret and understand linguistic and/or learning difficulties, which might be attributed to linguistic competence that is not yet fully developed

    L' identitĂ  linguistica cimbra sotto la lente della filologia germanica

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    Il presente contributo si propone di offrire al lettore un solido orientamento linguistico storico sulla tradizione linguistica cimbra. Verificheremo che l’analisi diacronica e comparativa del fenomeno linguistico ci consentiranno di stabilire oggettivamente le fondamentali discriminanti che definiscono la specificitĂ  e l’identitĂ  del cimbro all’interno del vasto panorama linguistico germanico. CiĂČ permetterĂ , tra l’altro, di fornire una risposta storicamente corretta al consueto interrogativo sulla natura del rapporto che intercorre tra il cimbro e il tedesco. La trattazione sarĂ  argomentata attraverso esempi significativi dei fenomeni che s’intendono dimostrare o porre in evidenza. Essa si propone d’illustrare gli obiettivi e il genere di risposte che l’approccio storico-linguistico alla questione cimbra puĂČ fornir

    FEDERICA DIÉMOZ: Morphologie et syntaxe des pronoms personnels sujets dans les parlers francoprovençaux de la VallĂ©e d’Aoste. TĂŒbingen / Basel: Francke 2007. XXX, 361 S., CD-ROM (Romanica Helvetica. Vol.126). € 69,–

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    Review of: FEDERICA DIÉMOZ: Morphologie et syntaxe des pronoms personnels sujets dans les parlers francoprovençaux de la VallĂ©e d’Aoste. TĂŒbingen / Basel: Francke 2007. XXX, 361 S., CD-ROM (Romanica Helvetica. Vol.126). € 6

    Od glagolskih predpon do označevalcev smeri/rezultata v romanskih jezikih

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    In this paper I analyze verb-locative constructions in Romance. Even though not allowed in standard Romance languages, which have maintained and codified the classical Latin prefix system, these constructions are widely attested in non standard varieties, that are scarcely (or not at all) regularized. In this paper I deal in particular with a northern Italian variety, Trentino, where locatives, combining with some classes of verbs (unaccusative verbs and transitive activity verbs) can express not only concrete direction and metaphorical direction, but also aspect (the result of an activity or the progress of a process); in other words, they can express an abstract, more grammaticalized feature of direction. In fact, Trentino verb-locative constructions can express a specific phase of the development of an event, often the result (end-point) of an activity, or the start-point, or the progress, or the intensity of the activity itself. I argue that in Trentino (and in other similar dialectal varieties) locatives can function as grammatical markers both for arguments (in combination with motion verbs) and for aspect (in combination with verbs involving the feature of an abstract path). In a more general context, I note that locatives in combination of verbs function as goal/result markers in those varieties that tend to spell out markers of functional elements, frequently generating a repetition (doubling) of the same feature. Finally, I compare Romance and Germanic constructions, noting that diachronic, grammatical and typological differences (with particular reference to Talmy's distinction between verb-framed languages and satellite languages) confirm the independence of Romance verb-locative constructions.V pričujočem članku analiziramo analitične konstrukcije glagola in prostega prostorskega morfema v romanskih jezikih. Čeprav te konstrukcije niso sprejemljive v knjiĆŸnih romanskih jezikih, ki so ohranili in normirali predponski sistem klasične latinơčine, ostajajo ĆĄiroko rabljene v večinoma skoraj povsem nenormiranih neknjiĆŸnih zvrsteh. V članku se ukvarjamo zlasti s severnoitalijanskim trentinskim govorom, kjer lahko prosti prostorski morfemi v kombinacijami z nekaterimi vrstami glagolov (netoĆŸilniĆĄki glagoli in prehodni glagoli dejanja) izraĆŸajo ne samo konkretno oziroma metaforično smer, ampak tudi glagolski aspekt (rezultat dejanja oziroma trajajoči proces). Povedano drugače, izrazijo lahko abstraktne, bolj gramatikalizirane pomene smeri. V trentinskem govoru lahko omenjene analitične konstrukcije izraĆŸajo specifično fazo v razvoju dogodka, pogosto rezultat (zaključek) dejanja, njegov začetek ali razvoj, lahko tudi intenzivnost samega dejanja. Zagovarjamo trditev, da v trentinskem govoru (in sorodnih dialektalnih različicah) prosti prostorski morfemi delujejo kot slovnični označevalci tako za argumente (ko se veĆŸejo z glagoli premikanja) kot za glagolski aspekt (ko se veĆŸejo z glagoli, ki vključujejo pomen abstraktne poti). Na sploĆĄno opaĆŸamo, da delujejo prosti prostorski morfemi v kombinaciji z glagoli kot označevalci cilja/rezultata v tistih govorih, ki teĆŸijo k uporabi označevalcev kot funkcionalnih elementov, ki vodijo pogosto v (redundantno) ponovitev iste pomenske poteze. V zadnjem delu primerjamo konstrukcije v romanskih in germanskih jezikih, kjer lahko na podlagi diahronih, slovničnih in tipoloĆĄkih razlik (tu se posebej opiramo na Talmyjevo razlikovanje med jeziki, osredinjenimi na glagol, in jeziki, ki se opirajo na glagolske satelite) potrdimo, da gre v primeru glagolskih konstrukcij s prostim prostorskim morfemom za neodvisno nastale romanske strukture

    An inquiry into language uses of bilingual primary school children

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    This paper presents the results of an inquiry into the linguistic biographies of bilingual children of immigrant families. )or this purpose, during the school year 21-1, a questionnaire was administered to parents coming from countries other than Italy of all the children attending the first and second grades of a primary school in the province of Trento. 0ore than 1 questionnaires were returned, providing a large amount of data on the families’ linguistic practices, the amount and length of exposure of the children to Italian (L2), and the variety of inputs in L1 (the native language) and in L2. The questionnaire, which was divided into nine sections, aimed to collect very precise information about the bilingual child’s exposure to the two languages, including age of first exposure to each language, current quantity and quality of exposure, but also length of exposure. An important aspect emerging from the questionnaires concerns the marked difference between the children’s competence in L1 (low) and L2 (high), and in particular the lack of attention to the literacy component in L1. ìause of the large amount of data collected, the questionnaire is not only a diagnostic tool of the linguistic situation of each child, but also a means to support his her bilingual growth and schooling
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