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ERADICAZIONE DI INFEZIONE DA HCV DOPO TRATTAMENTO DI 8 SETTIMANE CON GRAZOPREVIR/ELBASVIR: CASE REPORT
INTRODUZIONE. Il genotipo 1b è il più comune sottotipo di HCV, responsabile del 22% delle infezioni a livello globale. La combinazione di grazoprevir ed elbasvir, assunta una volta al giorno per 12 settimane, ha dimostrato buona tollerabilità ed efficacia (>95%) nell’ottenimento della risposta virologia sostenuta a 12 settimane (SVR12), in pazienti con genotipo 1 e 4, sia naïve che treatment experienced, coinfetti HIV, senza cirrosi o con cirrosi compensata. Secondo le linee guida EASL, sulla base dei dati dello studio STREAGER, è possibile trattare i pazienti naïve con genotipo 1b e grado di fibrosi F0-F2 per 8 settimane. OBIETTIVO. Descrizione di un caso di eradicazione di infezione da HCV in paziente con grado di fibrosi F0-F1 dopo trattamento di 8 settimane con grazoprevir/elbasvir CASO CLINICO. Paziente di anni 67, giunge alla nostra attenzione per intraprendere trattamento per infezione da HCV, riferita esser nota dal 1984; in anamnesi cardiomiopatia dilatativa ipocinetica, ipertensione, angioma cavernoso epatico, litiasi colecistica multipla. Agli esami ematochimici al basale da segnalare ipergammaglobulinemia (21,1%), normale funzionalità epatica, crioglobuline negative, positività degli anticorpi antiDNA nativo, giudicata di non rilevanza clinica da parere reumatologico; test HIV negativo, pregressa HAV, negativi markers per HBV e sierologia per sifilide, HCV RNA 2.750.000 UI/ml, genotipo 1b, grado di fibrosi F0-F1 secondo Metavir. Viene intrapresa terapia con grazoprevir/elbasvir in data 19/03/19; a 4 settimane HCV RNA non rilevabile. Il paziente viene ricoverato in altro nosocomio per colecistite acuta pertanto non si presenta a ritirare l’ultima confezione di farmaco e sospende terapia in data 14/05/2019. Ad un mese dalla sospensione torna a controllo, riferendo aderenza completa nelle 8 settimane di assunzione del farmaco; esegue nella stessa data prelievo ematico, ripetuto a 8 e 12 settimane dal termine della terapia, con riscontro di ematochimica nei limiti e HCV RNA non rilevabile. In programma follow up clinico, laboratoristico ed ecografico semestrale. CONCLUSIONI. Nonostante l’interruzione precoce della terapia, 8 settimane di trattamento con grazoprevir/elbasvir hanno comunque permesso di ottenere una risposta virologica sostenuta (SVR12) in paziente con basso grado di fibrosi e multiple comorbosità nella real life, confermando i dati della letteratura recente
Crisi comiziale generalizzata in giovane paziente proveniente dal Togo
Introduzione: La neurocisticercosi (NCC) è la più comune infezione elmintica del sistema nervoso centrale ed una delle principali cause di epilessia acquisita in paesi a risorse limitate. In Europa sono in aumento i casi di importazione. La diagnosi non è sempre agevole e la sua gestione richiede un approccio multidisciplinare. Obiettivo: Descriviamo un caso di verosimile NCC in una paziente recentemente immigrata che ha presentato crisi comiziale generalizzata. Caso clinico: paziente di 21 anni proveniente dal Togo, in Italia dal 2017, giunta a ricovero per primo episodio di crisi epilettica generalizzata. Non precedenti degni di nota. All’ingresso in Ospedale la paziente era apiretica, in buone condizioni cliniche, in assenza di deficit neurologici e segni meningei. Le indagini radiologiche (TC, RMN) hanno evidenziato la presenza di puntiformi calcificazioni in sede cortico-sottocorticale temporale biemisferica e corticale-parietale-posteriore con segni di edema vasogenico e captazione con aspetto “a anello” di dimensioni dai 4 ai 7 mm. L’EEG ha mostrato rara attività parossistica in regione frontale biemisferica. La visita oculistica non ha evidenziato anomalie. La TC total body e la RMN midollo spinale non hanno evidenziato segni di patologia o localizzazione extra-encefalica. Nella norma gli esami ematici. Tra le indagini microbiologiche: negative sierologie per Cisticerco (EITB), Echinococco, HIV, Toxoplasma, Borrelia, Ameba, CMV, VZV. L’esame coproparassitologico è risultato negativo. Nella norma l’analisi del liquor. Alla luce del quadro clinico- strumentale, applicando due diversi set di criteri diagnostici disponibili in letteratura, è stato possibile porre diagnosi di probabile NCC intraparenchimale. Data la natura calcifica delle lesioni cerebrali non è stato intrapreso trattamento antiparassitario, ma sola terapia antiepilettica (levetiracetam), in accordo con attuali raccomandazioni. La paziente è attualmente in follow-up clinico e strumentale e non ha presentato ulteriori crisi comiziali. Conclusione: Il caso descritto appare compatibile con NCC intraparenchimale con lesioni calcificate per le quali, accanto al trattamento antiepilettico, non viene suggerita terapia antiparassitaria. Indipendentemente dalla negatività delle indagini sierologiche (fino al 50% dei casi in presenza di forme inattive), la NCC deve essere considerata nella diagnosi differenziale, in soggetti provenienti da area endemica soprattutto a fronte di un quadro clinico, epidemiologico e neuroradiologico, compatibili
Background Light in Potential Sites for the ANTARES Undersea Neutrino Telescope
The ANTARES collaboration has performed a series of {\em in situ}
measurements to study the background light for a planned undersea neutrino
telescope. Such background can be caused by K decays or by biological
activity. We report on measurements at two sites in the Mediterranean Sea at
depths of 2400~m and 2700~m, respectively. Three photomultiplier tubes were
used to measure single counting rates and coincidence rates for pairs of tubes
at various distances. The background rate is seen to consist of three
components: a constant rate due to K decays, a continuum rate that
varies on a time scale of several hours simultaneously over distances up to at
least 40~m, and random bursts a few seconds long that are only correlated in
time over distances of the order of a meter. A trigger requiring coincidences
between nearby photomultiplier tubes should reduce the trigger rate for a
neutrino telescope to a manageable level with only a small loss in efficiency.Comment: 18 pages, 8 figures, accepted for publication in Astroparticle
Physic
Forward pi^0 Production and Associated Transverse Energy Flow in Deep-Inelastic Scattering at HERA
Deep-inelastic positron-proton interactions at low values of Bjorken-x down
to x \approx 4.10^-5 which give rise to high transverse momentum pi^0 mesons
are studied with the H1 experiment at HERA. The inclusive cross section for
pi^0 mesons produced at small angles with respect to the proton remnant (the
forward region) is presented as a function of the transverse momentum and
energy of the pi^0 and of the four-momentum transfer Q^2 and Bjorken-x.
Measurements are also presented of the transverse energy flow in events
containing a forward pi^0 meson. Hadronic final state calculations based on QCD
models implementing different parton evolution schemes are confronted with the
data.Comment: 27 pages, 8 figures and 3 table
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