TOURISM DISCOURSE MEETS MIGRATION DISCOURSE: GODFATHER PROMOTIONAL WEBSITES TO SICILY

In recent years, film-induced tourism has promoted tours to film locations through various travel websites, focusing on the symbolic and cultural value that some tourists associate with their favourite film scenes. Among the film locations that have long fascinated tourists in Sicily, the Godfather Tour or Mafia Tour seems to have a particular cultural value for a specific target group of tourists: Italian-Americans. It is well known that the Godfather saga reflects the stereotypical image that Americans have of Sicilian-American immigrants, but also evokes traditional Sicilian culture and the feelings of Sicilian immigrants who, in reaction to isolation and in defence of their identity, have tried to achieve the American dream. Based on these assumptions, this paper deals with the contemporary cultural tourism referring to The Godfather film and the Mafia phenomenon in Sicily. It will be shown how the tourism discourse found in a selected corpus of American tour operators, promotes the film locations and recalls some scenes as something fascinating, evoking the identity of Italian-Americans through specific linguistic persuasive strategies

Manometric monitoring of biological denitrification

A simple, automated manometric method is here discussed and applied to perform batch experiments for the stoichiometric and kinetic characterization of biological denitrification. The main strength of the proposed methodology is that it requires simple instrumentation, which is usually available in wastewater treatment plant laboratories, being it used in BOD and in BMP tests. The experimental setup consists of a glass bottle, a mixing and termostated system and a manometric bottle-head which can measure and log the overpressure that is caused by denitrified N2. At first, tests were conducted to determine the repeatability of the method; they were performed under low Food-to-Biomass ratio and with both endogenous and externally dosed carbon sources. Later, experimental procedures were performed to assess (1) the anoxic growth yield, (2) the endogenous anoxic decay rate; (3) the anoxic growth rate on acetate; (4) the fraction of anoxic active biomass in the sludge sample. Sludge samples for all these tests were taken from two WWTPs and 6 to 10 replicates were performed each time. Results indicated that the testing procedures is well repeatable and reliable and resulting estimates were within reported literature values

Il metodo critico nella criminologia critica

Alessandro Baratta, fondatore \u2013 insieme a Franco Bricola \u2013 della rivista La Questione criminale e portavoce del movimento della Criminologia critica sviluppatosi in Italia a partire dalla met\ue0 degli anni \u201870 intorno a questo periodico, definisce tale corrente di pensiero come un campo vasto e non omogeneo di discorsi, che presentano come comune denominatore un modo nuovo di definire l'oggetto e i termini della questione criminale. Egli ravvisa alla base del pensiero criminologico critico una ragione critica, considerata quale punto di partenza della teoria. Secondo l\u2019autore attraverso la ragione critica \ue8 possibile sottoporre ad un'analisi scientifica l'ideologia penale, scardinando l'immagine ideale che il sistema ha di s\ue9 stesso, a differenza invece della ragione tecnologica che, considerando le contraddizioni insite nel sistema penale come irrazionali, rimane inevitabilmente all'interno dell'ideologia della difesa sociale, senza riuscire a superarla. In virt\uf9 della natura non omogenea del movimento culturale della criminologia critica in Italia, e considerando come il gruppo di intellettuali riunitosi intorno a Baratta non abbia mai presentato un aspetto monolitico ma si sia sempre distinto per una profonda frammentazione e diversit\ue0 di punti di vista, si \ue8 ritenuto di estremo interesse intervistare otto autori, protagonisti dell\u2019impresa cominciata da Baratta con la fondazione nel 1975 della rivista La Questione criminale, confluita poi nell\u2019attuale periodico Studi sulla questione criminale. Nuova serie di Dei delitti e delle pene. Ad ognuno di questi autori \ue8 stato chiesto che cosa intendesse per ragione critica come metodo di indagine e le risposte sono state molteplici. Il lavoro intende quindi fotografare \u2013 seppur parzialmente \u2013 il panorama criminologico critico dando particolare rilievo al discorso metodologico e al concetto di critica come interpretato da chi ha collaborato allo sviluppo della Criminologia critica in Italia, evidenziando differenze e similitudini tra i vari autori intervistati. Da ultimo, si comparer\ue0 il discorso critico dei criminologi critici a quello della cd. sociologia critica della scuola di Renato Treves al fine di individuarne gli aspetti comuni e gli elementi di divergenza

Il concetto di sicurezza per Alessandro Baratta : un'analisi alla luce di recenti orientamenti nella criminologia critica

Alessandro Baratta, noto filosofo del diritto e criminologo critico italiano, nel 2001 definisce la sicurezza un \u201cbisogno umano e una funzione generale del sistema giuridico\u201d, un diritto secondario, che non si sostanzia in un bene in s\ue9, oggetto autonomo di tutela, ma che esplica una funzione strumentale di tutela di altri diritti fondamentali a cui lo stesso diritto rinvia. Due sono le direzioni che secondo Baratta possono prendere le cd. \u201cpolitiche di sicurezza\u201d: da un lato, possono orientarsi al \u201cmodello del diritto alla sicurezza\u201d, dall\u2019altro, possono rivolgersi al \u201cmodello della sicurezza dei diritti\u201d. L\u2019autore sostiene che parlare di un \u201cdiritto fondamentale alla sicurezza\u201d abbia una connotazione fortemente ideologica laddove nel contesto di una strategia conservatrice implichi la selezione di alcuni diritti i cui titolari risultino essere gruppi privilegiati. Tali meccanismi discriminatori nell\u2019amministrazione dei diritti fondamentali, attivati in danno delle categorie degli esclusi e a vantaggio dei cittadini \u201crispettabili\u201d, determinano una riduzione della sicurezza giuridica che, al contempo, fomenta un sentimento di insicurezza nell\u2019opinione pubblica, alimentandosene a sua volta in un circolo vizioso. L\u2019autore fa proprio il secondo modello che considera \u201cun\u2019opzione possibile, seppur improbabile\u201d, corrispondente ad una politica integrale di protezione e di soddisfacimento di tutti i diritti umani e fondamentali. Sicurezza come soddisfazione equa e sostanziale dei bisogni fondamentali condivisi. Come noto, Alessandro Baratta, in qualit\ue0 di criminologo critico, si fa promotore di una scienza sociologica prescrittiva che, dotata di una ragione critica, consenta di guardare al sistema penale, oggetto di indagine, da un punto di vista esterno, ponendo cos\uec il ricercatore in condizione di disvelare le \u201cfalse coscienze\u201d tramite cui il diritto penale si conserva e si riproduce. Il punto di vista criminologico critico dovrebbe pertanto smascherare il sostrato ideologico che connatura i discorsi in merito alla sicurezza urbana, al decoro e all\u2019ordine pubblico, monologhi volti alla persecuzione di capri espiatori funzionali alla conservazione dello status quo e alla tutela degli interessi della classe dominante. Accogliendo la sfida barattiana di guardare criticamente al proprio oggetto di indagine, svelando la razionalit\ue0 delle contraddizioni che lo caratterizzano, ci si pone l\u2019obiettivo di sottoporre ad analisi la stessa proposta barattiana di \u201csicurezza dei diritti\u201d, da contrapporsi al modello diffuso di \u201cdiritto alla sicurezza\u201d; per fare ci\uf2 ci si intende avvalere di contributi di alcuni autori, anch\u2019essi riconducibili alla criminologia critica, che si sono occupati del tema della sicurezza

LA CRIMINOLOGIA CRITICA IN ITALIA.LINEE EVOLUTIVE E GENERAZIONALI DELL'APPROCCIO CRITICO ALLO STUDIO DELLA QUESTIONE CRIMINALE

La tesi consiste nel tentativo di tracciare le linee evolutive e generazionali della criminologia critica, sviluppatasi in Italia grazie all'opera del filosofo e sociologo del diritto Alessandro Baratta e delle riviste da lui fondate e ispirate che ne hanno rappresentato la voce pi\uf9 autorevole, La questione criminale divenuta poi Dei delitti e delle pene e ora edita come Studi sulla questione criminale. Nuova serie di Dei delitti e delle pene. Questo lavoro nasce dall\u2019urgenza di individuare e sistematizzare i fondamenti teorico-epistemologici di questa corrente di pensiero, che si contraddistingue per la propria radicalit\ue0 e interdisciplinarit\ue0, tentando di dar conto dei diversi percorsi intrapresi nel tempo dagli esponenti di tale movimento. L\u2019obiettivo \ue8 quello di riscoprire un approccio critico allo studio della questione criminale dal punto di vista scientifico, aggiornandone i presupposti teorico-epistemologici. La ricerca \ue8 stata condotta su due fronti: da un lato, tramite lo studio della rivista, come si \ue8 evoluta e strutturata nelle sue varie fasi e l\u2019analisi degli scritti di chi faceva parte della redazione o del comitato scientifico della rivista stessa, dall\u2019altro lato, sono stati intervistati venticinque autori, che si sono occupati di criminologia critica, hanno contribuito ai progetti editoriali, hanno vissuto in prima persona la nascita e lo sviluppo di questa corrente di pensiero in Italia. Le interviste sono state strutturate su una serie di domande aperte. L\u2019intento con cui tali interviste sono state effettuate \ue8 duplice: quello di raccogliere in un quadro unitario testimonianze di chi \ue8 stato portavoce del movimento in questione e quello di fare emergere le analogie e le discrepanze tra le posizioni degli intervistati e tra queste e il pensiero di Baratta. Agli intervistati \ue8 stato chiesto di esprimersi in merito alla loro personale interpretazione della nozione di \u201ccritica\u201d, al paradigma epistemologico da loro adottato \u2013 se adottato \u2013 , al tipo di rapporto che li lega alla ricerca empirica e al ruolo che ritengono debba assumere lo scienziato sociale quando indaga la questione criminale. Nelle interviste si \ue8 voluto altres\uec dare spazio alle storie di vita accademica dei singoli studiosi, lasciando loro un margine di libert\ue0 nel rispondere al fine di raccogliere testimonianze preziose circa le letture e gli autori che hanno rappresentato i punti di riferimento della loro formazione scientifica e intellettuale. Allo scopo di interpretare le interviste si \ue8 ritenuto utile dotarsi dei concetti di \u201clegame generazionale\u201d e di \u201cunit\ue0 di generazione\u201d presi in prestito alla sociologia della conoscenza, rimodellati per adeguarli allo studio di un movimento di pensiero a partire dalle sue componenti epistemologiche, costruendo cos\uec una griglia di analisi per individuare i diversi legami generazionali cui appartengono i vari autori e all'interno dei quali questi costituiscono differenti unit\ue0 generazionali. \uc8 stato cos\uec possibile dimostrare come la criminologia critica, nonostante le difficolt\ue0, sia una prospettiva ancora viva e vitale in Italia e come gli autori ad essa riconducibili abbiano nel tempo assunto delle posizioni in ambito teorico e metodologico differenti rispetto a quelle originariamente tracciate da Baratta tra la fine degli anni settanta e l\u2019inizio degli anni ottanta del secolo scorso.The thesis consists in an attempt to draw the generational and evolutionary trajectories of critical criminology, developed in Italy thanks to the work of the philosopher and sociologist of law Alessandro Baratta and the scientific reviews he founded and inspired, La questione criminale later became Dei delitti e delle pene and now published as Studi sulla questione criminale. Nuova serie di Dei delitti e delle pene. This work comes from the urgency to identify and systematize the theoretical and epistemological foundations of this way of thinking, which is characterized by radicalism and interdisciplinarity, trying to take account of the different paths undertaken through the years by the members of this movement. The aim is to revalue a critical approach to the study of the criminal question from a scientific point of view, updating the theoretical and epistemological assumptions. The research was conducted along two lines: on the one hand, through the study of the journal as it has evolved in its various historical phases and through the analysis of the writings of the members of its scientific committee, and on the other hand, by in-depth interviews with twenty-five authors who dealt with critical criminology, who contributed to the publishing projects, who lived personally the origin and the development of this current of thought in Italy. The interviews were structured on open questions. The aim was two-fold: firstly, to gather the memories of the spokesmen of the movement into a unified framework; secondly, to highlight both the similarities and the differences among them. I asked the interviewed to express themselves with regard to their personal interpretation of the concept of \u201ccritique\u201d, to the epistemological paradigm they adopt \u2013 if they adopt one -, to the kind of relationship they have with the empirical research and to the role they consider the social scientist should play when he investigates the criminal question. During the interviews, tried to leave space for the academic life stories of the individual scholars in order to collect valuable record regarding the readings and authors who represented the benchmarks of their scientific and intellectual education

Giant Aneurysm of the Extracranial Carotid Artery: Case Report

AbstractWe report a case of giant extracranial carotid aneurysm treated by carotid aneurysmectomy. A 70-year-old female was referred with a palpable swelling on left lateral region of the neck, associated with dizziness and dysarthria. Spiral-CT scan showed a 5-cm aneurysm of the internal carotid artery (ICA), kinking of ICA and increased flow in the right vertebral artery. Angiography showed, a fusiform ICA aneurysm, with lengthening and tortuosity of intracranial vessels. An aneurysmectomy was performed with end-to-end repair of ICA. The patient was discharged on the 12 post-operative day. Twelve months after the operation, the patient showed a complete recovery from the neurological deficit and patency of ICA. We recommend surgical treatment in order to avoid rupture, thromboembolism and cerebrovascular insufficiency

ELECTRO-OSMOTIC DEWATERING OF SEWAGE SLUDGE: PRELIMINARY RESULTS

About half of the organic pollution load treated by the activated sludge process is oxidised and converted into water and carbon dioxide, while the remaining is converted into biomass, called “excess biological sludge” or “waste sludge”. At present, this technique is the cheapest way to remove colloidal and soluble organic pollutants from sewage, but it produces a huge amount of liquid waste sludge, with a dry solid (DS) content of less than 2%, rich in organic substances, mostly biodegradable. Therefore, it needs further processes to reduce its volume, by reducing its water content, and to reduce its polluting potential, due to its high content of biodegradable organic matter. However, sludge produced by Wastewater Treatment Plants (WWTPs) usually has a poor dewaterability. Industrially, mechanical dewatering is the method employed to increase the dry solids (DS) of sewage sludge. The aim of dewatering is the decrease of transport and disposal costs, but the efficiency of the mechanical dehydration methods is low. Electro-osmosis could be a suitable technique to reduce water content of the final sludge by the application of an electric field. Studies about electro-dewatering reported that the DS could increase to values around 40-45%, with respect to 25-30% obtained by mechanical methods, such as centrifuge, filter press and belt press. Aim Here, we investigated the parameters affecting pressure-driven electro-dewatering, with a static and a dynamic device, starting from types of sludge mechanically pre-dehydrated. We focused on the optimization of operating conditions to achieve the best results in terms of solids percentage at the minimum energy consumption. Methods Experiments have been performed by means of a lab-scale device able to produce both a mechanical pressure and an electric field. The use of both these systems could be efficient to increase the amount of dry solids in the final sludge. This device, as illustrated in Figure 1, consists of: • Cylindrical glass vessel (h=176 mm, Ø=80 mm) • Cooling water-jacket • Compressed air system (1-4.5 bar) • Double effect cylinder (200 mm stroke) SMC-CP96 (piston) • DC power supply (30 V-5 A) • Anode: DSA Ti (MMO), fixed to the piston • Cathode: stainless steel mesh (AISI 304) • Cloth: PTT (polytrimethyleneterephthalate) Figure 1-Equipment schematic of electro-dewatering device. Main Results The applied voltage has been set at 10 V, 15 V and 20 V and pressures at 3 bar. The results confirmed values of final DS around 40%. Initial DS and sludge conductivity, together with the applied electric field, are the key factors of electro-osmosis tests. The rotating piston highlighted that a mixing of sludge during the potential application could slightly increase the sludge conductivity, but cakes must be kept under 1.5 cm of thickness in order to achieve a good dewatering. In conclusion, in this paper we assess the feasibility of the electro-osmosis dewatering. It is a promising technique to remove water from sewage sludge, since it is able to increase DS of 15% on average with respect industrial mechanical dewatering. Moreover, this work proved that the treatment of a high DS cake is more difficult than a non-dewatered sludge due to a lower conductivity during the process

LTE transmission exploiting pulse width modulation in fibre optic links

Recently it has been demonstrated that pulse width modulation (PWM) can represent a viable solution for the analog optical fronthaul alternative to standard radio over fibre, which still avoids the bandwidth expansion of the digital fronthaul. The PWM encodes the analog samples at the transmitter onto the duration of the on/off keyed optical signal, splitting the sampling and quantization of the radio signal between remote radio units (RRUs) and baseband units (BBUs). In particular in this contribution we demonstrate the capabilities of optical PWM for the transport of LTE signals to support the centralized access network (C-RAN) fronthaul in fibre optic link up to 10-km of standard single mode fibre. The generation and analysis of the radio signals is provided by software modules compliant with the LTE standard which allowed to analyse performance results for the different LTE carriers, channels and services. The PWM optical signal connecting RRUs to BBUs is generated by either directly modulating a DFB laser or an externally seeded reflective semiconductor optical amplifier (RSOA). Both devices could be exploited inside a wavelength division multiplexed passive optical network (WDM PON) architecture where the various RRU-to-BBU links are pooled through virtual point-to-point connections at different wavelengths

Automatic Classification of Roof Shapes for Multicopter Emergency Landing Site Selection

Geographic information systems (GIS) now provide accurate maps of terrain, roads, waterways, and building footprints and heights. Aircraft, particularly small unmanned aircraft systems, can exploit additional information such as building roof structure to improve navigation accuracy and safety particularly in urban regions. This paper proposes a method to automatically label building roof shape types. Satellite imagery and LIDAR data from Witten, Germany are fed to convolutional neural networks (CNN) to extract salient feature vectors. Supervised training sets are automatically generated from pre-labeled buildings contained in the OpenStreetMap database. Multiple CNN architectures are trained and tested, with the best performing networks providing a condensed feature set for support vector machine and decision tree classifiers. Satellite and LIDAR data fusion is shown to provide greater classification accuracy than through use of either data type individually

Automated Defect Detection For Masonry Arch Bridges

The condition of masonry arch bridges is predominantly monitored with manual visual inspection. This process has been found to be subjective, relying on an inspection engineer’s interpretation of the condition of the structure. This paper initially presents a workflow that has been developed that can be used by a future automated bridge monitoring system to determine underlying faults in a bridge and suggest appropriate remedial action based on a set of detectable symptoms. This workflow has been used to identify the main classes of defects that an automated visual detection system for masonry should be capable of detecting. Subsequently, a convolutional neural network is used to classify these identified defect classes from images of masonry. As the mortar joints in the masonry are more distinctive than the defects being sought, their effect on the performance of an automated defect classifier is investigated. Compared to classifying all the regions of the masonry with a single classifier, it is found that where the mortar and brick regions have been classified separately, defect and defect free areas of the masonry have been predicted both with more confidence and with better accuracy