11 research outputs found
“Either Everyone Was Guilty or Everyone Was Innocent”: The Italian Power Elite, Neopatrimonialism, and the Importance of Social Relations
Rarely does the Byzantine world of football administration get exposed as clearly as during the 2006 calciopoli scandal. This scandal laid bare the interpersonal relationships of football administrators at the top three Italian men’s football clubs: Juventus, Inter, and AC Milan. This article draws on the media leaks that revealed the inner workings of those working within football to argue that the football clubs are pyramids of power for club presidents that allows them to operate within the Italian power elite. This is done through interpersonal clientelistic networks that operate within a neopatrimonial system. Theoretically, this article draws on four main concepts: C. Wright Mills’s concept of the Power Elite, Lomnitz’s model of “Pyramids of Power,” Eisenstadt’s notion of neopatrimonialism, and Mauss’s utilization of the gift. Power is exercised through quid pro quo relationships, with certain key individuals operating as brokers to the flow of favors throughout the network
Comunicazione e non violenza. Dai problemi di comunicazione alla comunicazione come risorsa
Questo libro raccoglie gli atti della II edizione del convegno nazionale interdisciplinare “La comunicazione come antidoto alla violenza”, svoltosi a Firenze il 13-14 giugno 2003 e incentrato sulle politiche e le metodologie di prevenzione e gestione costruttiva dei conflitti.
Al convegno, organizzato dalle UniversitĂ di Firenze e Siena, sono intervenuti relatori provenienti da UniversitĂ , Istituti e Centri di ricerca di tutta Italia
con un’ampia e diversificata estrazione disciplinare. Il Comitato organizzatore era composto da:
Prof. Giovanni Bechelloni (UniversitĂ di Firenze)
Prof. Enrico Cheli (UniversitĂ di Siena)
Prof. Alberto L’Abate (Università di Firenze)
Il convegno ed il libro partono dall’assunto che in questi tempi di crescente conflittualità internazionale, etnica, sociale e interpersonale appare determinante incrementare la consapevolezza e la qualità della comunicazione nelle relazioni tra gli individui, tra i gruppi sociali, le culture, gli stati, in modo da spostare sempre più la polarizzazione delle relazioni umane da «conflitto e competizione» a «dialogo e cooperazione». Le scienze umane e sociali, attraverso un approccio interdisciplinare che riconosca la natura complessa dei fenomeni e l’interrelazione dei processi, possono svolgere in questo un ruolo centrale, sia sul piano della ricerca sia su quello della formazione.
Il libro mette a confronto modelli teorici, metodologie di intervento, ricerche ed esperienze riguardanti la genesi, dinamica, prevenzione e gestione costruttiva dei conflitti e della violenza a diversi livelli: dal macrosociale al mesosociale, fino al microsociale e all’intrapsichico. Il presupposto di fondo è che i conflitti degenerano e diventano distruttivi anche a causa di chiusure comunicative e di difficoltà nelle relazioni. Aumentando le occasioni di comunicazione e migliorandone la qualità si può contribuire a gestirli in modo non distruttivo. Il piano dell’opera è il seguente:
- PARTE 1 - INTRODUZIONE
Contributi di: Giovanni Bechelloni (UniversitĂ di Firenze), Enrico Cheli (UniversitĂ di Siena), Alberto L'Abate (UniversitĂ di Firenze).
- PARTE 2 - LA SOCIETĂ€ MULTICULTURALE: DAL CONFLITTO DISTRUTTIVO ALLA DIVERSITĂ€ COME RISORSA
Contributi di: Lucia Ricco (Assemblea Spirituale Baha'i d'Italia), Maurizio Lozzi (UniversitĂ di Cassino), Elisabetta Damianis (Counselor), Cristiano Inguglia e Ronan Di Maria (UniversitĂ di Palermo), Enrico Euli (UniversitĂ di Cagliari), Ada Cattaneo (IULM).
- PARTE 3 - PREVARICAZIONE E VIOLENZA NELLA SCUOLA
Contributi di: Angela Dogliotti Marasso (Centro sturi D. Sereno Regis, Torino), Giovanna Providenti (UniversitĂ Roma Tre), Tiziano Telleschi (UniversitĂ di Pisa), Paolo Nicosia (UniversitĂ di Pisa)
- PARTE 4 - LA VIOLENZA NEI MEDIA
Contributi di: Paolo Archi (UniversitĂ di Firenze), Carlo Catarsi (UniversitĂ di Firenze), Andrea Volterrani (UniversitĂ di Firenze), Enrico Cheli (UniversitĂ di Siena)
- PARTE 5 - CONFLITTI COSTRUTTIVI E DISTRUTTIVI NELLA COPPIA E NELLA FAMIGLIA
Contributi di: Daniele Cardelli (UniversitĂ di Firenze), Maria Martello (UniversitĂ Ca' Foscari, Venezia), Enrica Brachi (UniversitĂ di Siena), Antonino Drago (UniversitĂ "Federico II", Napoli), Fiorella Tonello (Mediatori Familiari Associati)
- PARTE 6 - LA VIOLENZA SUL LAVORO E NELLA SOCIETĂ€ CIVILE
Contributi di: Carlo Bandiera (IRI Management/UniversitĂ "Tor Vergata", Roma), Giuseppe Mani Monteverde (Consulente gestione conflitti), Iscander Micael Tinto (Consulente e formatore), Nicola Lopane (UniversitĂ di Perugia), Francesco Tullio (UniversitĂ di Siena), Paola Rebughini (UniversitĂ di Milano), Claudio Baraldi e Alberto Dreossi (UniversitĂ di Modena e Reggio Emilia)
The traditional media, political parallelism and public opinion on contentious issues in the 2018 Italian election campaign
The National Museum of Immigration History (Paris; France): Neo-Colonialist Representations, Silencing, and Re-appropriation
This article focuses on the Cité Nationale de l’Histoire de l’Immigration (National Museum of Immigration History – CNHI, Paris), the only national museum fully dedicated to the celebration of the positive contributions of immigrants to France. Using postcolonial theories and the notion of museum friction, it charts the conflicting processes and decisions at play in, first, the translation of the aims and goal of the CNHI into the museography and interpretation of the collections. Second, it analyses critically the usages made of this heritage space, particularly its unauthorised occupation (one of the longest unauthorised occupations of a museum in France) by illegal workers for four months, from October 2010 to January 2011. I wrote this article from the viewpoint of a second generation immigrant, one of the key targeted visitors of the CNHI. This article is also based on participant observation of each aspect of this heritage space, careful observation of its uses, and semi-structured interviews conducted with the CNHI staff, illegal workers who occupied this heritage space, and human rights organisations which supported its occupation