12 research outputs found

    Clinical Value of CT-Guided Fine Needle Aspiration and Tissue-Core Biopsy of Thoracic Masses in the Dog and Cat

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    Diagnosis of thoracic lesions on the basis of history and physical examination is often challenging. Diagnostic imaging is therefore of paramount importance in this field. Radiology has traditionally been considered the diagnostic procedure of choice for these diseases. Nevertheless, it is often not possible to differentiate inflammatory/infectious lesions from neoplastic diseases. A correct cytological and histopathologic diagnosis is therefore needed for an accurate diagnosis and subsequent prognostic and therapeutic approach. In human medicine, Computed Tomography (CT) and CT-guided biopsy are used in the presence of lesions which are not adequately diagnosed with other procedures. In the present study, thoracic lesions from 52 dogs and 10 cats of different sex, breed and size underwent both CT-guided fine-needle aspiration (FNAB) and tissue-core biopsy (TCB). Clinical examination, hematobiochemical analysis and chest radiography were performed on all animals. In this study, 59 of 62 histopathological samples were diagnostic (95.2%). Cytology was diagnostic in 43 of 62 samples (69.4%). General sensitivity, accuracy and PPV for FNAB and TCB were 67.7%, 67.7% and 100% and 96.7%, 95.2% and 98.3%, respectively. Combining the two techniques, the overall mean accuracy for diagnosis was 98.4%. Nineteen of 62 cases showed complications (30.6%). Mild pneumothorax was seen in 16 cases, whereas mild hemorrhage occurred in three cases. No major complications were encountered. CT-guided FNAB cytology can be considered a useful and reliable technique, especially for small lesions or lesions located close to vital organs and therefore dangerous to biopsy in other way

    Identificazione rapida di mutazioni associate a farmaco-resistenza in ceppi di citomegalovirus umano mediante nPCR-RFLP

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    We developed a nested-PCR followed by restriction fragment length polymorphism (RFLP) for the detection of human cytomegalovirus (HCMV) UL97 M460V/I, H520Q, C592Q,A594V, L595S/F and C603W mutations associated to ganciclovir (GCV) resistance.The method uses five primer pairs and seven enzymes already published and newly combined.The detection limit of nPCR was assessed in a single serial dilution assay to be about 0.13 PFU/reaction. Expected restriction fragment patterns were obtained by nPCR-RFLP on either wild-type reference strains or strains and sequences of HCMV containing mutations. Then the nPCR-RFLP was used on 24 sera/plasma belonging to 22 transplant recipients (kidney, bone marrow, or kidney-pancreas): 13 subjects never treated with GCV (control group) and 9 subjects treated with GCV oral profilaxis (study group). All codons detected from the control group (six in 8 cases and four in 1 case) were identified as wild-type. All codons detected from the study group (six in 6 cases, three in 2 cases, and four in the second sample of 1 case whose first sample was negative by nPCR) were wild-type except one, which showed a restriction pattern referring to M460V and/or M460I ATA-codified, definitively proved to be M460V by sequence analysis.This was the case of a renal transplant recipient at the end of profilaxis. In conclusion, the procedure seems to be quite sensitive and specific as well as able to detect mixed population of mutants or mutants and wild-type. It could represent a good tool in monitoring the emergence of HCMV mutants in renal transplant recipients treated with GCV

    Il nuovo parco urbano di Villa Faina un arcipelago di nuovi usi e relazioni

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    Il ridisegno degli spazi del giardino di Villa Faina, a San Venanzo, segmento di una potenziale e più complessiva operazione di riqualificazione del centro cittadino, costituisce un’opportunità significativa sia per recuperare una vasta area del centro storico sia per proporre, soprattutto, una nuova immagine della città, nuove esperienze e nuovi usi. Il progetto diviene così l´occasione per una messa in connessione degli spazi aperti urbani presenti nel contesto, generando così una sequenza di luoghi continui ma al contempo differentemente connotati, attestati lungo una molteplicità di percorsi, ciascuno caratterizzato da un propria identità e da funzioni di accoglienza e sosta, assieme alla presenza di attrezzature e servizi a sostegno delle possibili attività. Percorsi e spazi aperti, insieme con il sistema del verde, costituiscono così i materiali necessari per un nuovo paesaggio urbano che, assieme al coinvolgimento con alcuni manufatti storici già presenti, possano alimentarsi reciprocamente per costruire un pezzo di città di maggiore qualità, vivibilità e funzionalità, profondamente ancorato alla storia e alla specificità di un territorio, ma anche proiettato verso l’esplorazione di nuove configurazioni. Il concetto di "paesaggio", nella sua accezione contemporanea, è infatti capace di rivelare il legame profondo tra società e territorio diventando una modalità descrittiva capace di decodificare tanto l’ambiente costruito e i suoi molteplici principi insediativi, quanto il degrado di alcune sue aree. In questo senso, il processo creativo per la costruzione della nostra proposta, si avvia proprio dalla conoscenza, alla doppia scala, del contesto e delle aree di progetto, attraverso una duplice lettura: una che ne indaga i caratteri morfologici e spaziali, e l´altra finalizzata ad interpretarne le criticità spaziali e a rilevarne le domande latenti di uso dello spazio attraverso suggestioni e sensazioni. In particolare, dalla lettura dei caratteri morfologici emergono tre aspetti ricorrenti nella costruzione del territorio che esprimono un forte valore nella riconoscibilità di questi luoghi e possono essere ricondotti principalmente a tre figure: le "isole", espressione sia della forma del suolo tipica di questo territorio connotato dalla presenza di antichi crateri vulcanici, che delle aiuole ottocentesche che identificano chiaramente il giardino di Villa Faina; "i fili", espressione di un sistema di reti e percorsi che attraversa il territorio tenendo assieme i differenti punti ma incapace di costruire relazioni; e i "frammenti", espressione sia della discontinuità del tessuto insediativo di San Venanzo, esito di un processo continuo di demolizioni, sostituzioni ed aggiunte ma anche della pietra, materiale tipico di questi luoghi. Il tema allora non è quello di ricercare una identità esterna o nuova in questo processo di riconfigurazione degli spazi di Villa Faina, ma reinterpretare i caratteri esistenti, in chiave contemporanea, anche provando ad associare, a ciascuno di essi, un ruolo in questa strategia. Ed è così che: le nuove isole di progetto si configurano come un arcipelago di spazi intesi come aree verdi che accolgono funzioni declinandosi differentemente a seconda dei percorsi che intercettano; i fili divengono un gomitolo di relazioni nel quale i nuovi percorsi offrono diverse modalità di fruizione e percezione per uno spazio più inclusivo, costruendo al contempo i differenti temi del parco per una maggiore attrattivitá e centralità nel contesto urbano; i frammenti divengono una associazione di usi attraverso il progetto di elementi spaziali modulari, variamente componibili e temporanei in grado di offrire differenti associazioni per garantire la più ampia flessibilità di usi nel tempo. Le principali scelte del progetto corrispondono così ciascuna ad un percorso spaziale e narrativo: - il ripensamento del sistema degli accessi al Parco prevede, in corrispondenza dell'attuale ingresso principale, il progetto di una grande gradonata che dilata lo spazio dell'incrocio, partecipando all'area panoramica e contribuendo ad una maggiore apertura verso la città; - il percorso principale, che va da un accesso all'altro, intercetta sia le due grandi aiuole alberate che gli spazi attrezzati esistenti, attraversando e coinvolgendo anche lo spazio della serra, attualmente utilizzato per eventi e conferenze al coperto. Una concatenazione di spazi intesi come luogo dello stare e del nuovo collettivo urbano, si articola attraverso la riconfigurazione delle aiuole come piazza-giardino che accoglie le aree per la sosta, del suo bordo come grande panche a sezione variabile, e degli spazi attrezzati esistenti destinandoli a divenire una "cavea" per piccoli eventi caratterizzati ed un "teatro" per eventi di maggiore rilevanza; - il percorso arte/cultura che parte dal Museo Vulcanologico, intercetta due "isole" verdi da destinare all‘arte e alle installazioni puntuali, coinvolge i ruderi della chiesa medioevale attraversando il laghetto esistente - per il quale si prevedono interventi di fitodepurazione - con un percorso flottante, per culminare in quello che è attualmente un retro, lo spazio di margine che guarda alla scuola, e che invece può essere destinato ad accogliere spazi per percorsi espositivi temporanei; - la rete delle aree pavimentate attrezzate sulle quali si agganciano, con differenti configurazioni, le aggregazioni modulari di strutture destinate sia agli allestimenti temporanei che ad una molteplicità di attività in funzione delle differenti domande di usi; - l´arcipelago di isole verdi, caratterizzate prevalentemente da manto arbustivo ed erbaceo, che propongono nuove associazioni vegetali capaci sia di caratterizzate gli spazi del parco, ma anche di valorizzare gli alberi monumentali esistenti. È chiaro dunque che la metamorfosi che qui si propone è inscindibile dalla vicenda storica del luogo e del suo paesaggio, che però interpreta e ripensa dentro nuove scritture contemporanee

    Validation of a Commercial Indirect ELISA Kit for the Detection of Bovine alphaherpesvirus1 (BoHV-1)-Specific Glycoprotein E Antibodies in Bulk Milk Samples of Dairy Cows

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    In this study, we validated a commercial indirect enzyme-linked immunosorbent assay (ELISA) to detect antibodies to glycoprotein E (gE) of Bovine alphaherpesvirus 1 (BoHV-1) in bulk milk (BM) samples using the OIE Manual of Diagnostic Tests and Vaccines for Terrestrial Animals. The assay performance characteristics were evaluated using a panel of positive (n = 36) and negative (n = 80) samples with known infectious bovine rhinotracheitis (IBR) status. The assay showed adequate repeatability (within-run and between-run), with a coefficient of variability (CV%) of replicates below 30%; only two 1:40 diluted samples had a CV% above 20%. Additionally, an agreement analysis of the qualitative results of replicates led to a Gwet’s agreement coefficient of 0.99 (95% confidence interval (CI): 0.96–1.00, p < 0.001). The estimated diagnostic sensitivity (DSe) and diagnostic specificity (DSp) were 100% (95% CI: 90.3–100%) and 97.5% (95% CI: 91.3–99.7%), respectively. Overall, a good level of agreement was observed between the assay results and the true IBR status of samples (weighted Cohen’s κ: 0.96, 95% CI: 0.78–1.00). The findings demonstrate that the indirect ELISA kit validated here is an easy-to-use and economical method to differentiate infected and gE-deleted marker vaccine-immunised animals using BM samples

    Origin, Genetic Variation and Molecular Epidemiology of SARS-CoV-2 Strains Circulating in Sardinia (Italy) during the First and Second COVID-19 Epidemic Waves

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    Understanding how geography and human mobility shape the patterns and spread of infectious diseases such as COVID-19 is key to control future epidemics. An interesting example is provided by the second wave of the COVID-19 epidemic in Europe, which was facilitated by the intense movement of tourists around the Mediterranean coast in summer 2020. The Italian island of Sardinia is a major tourist destination and is widely believed to be the origin of the second Italian wave. In this study, we characterize the genetic variation among SARS-CoV-2 strains circulating in northern Sardinia during the first and second Italian waves using both Illumina and Oxford Nanopore Technologies Next Generation Sequencing methods. Most viruses were placed into a single clade, implying that despite substantial virus inflow, most outbreaks did not spread widely. The second epidemic wave on the island was actually driven by local transmission of a single B.1.177 subclade. Phylogeographic analyses further suggest that those viral strains circulating on the island were not a relevant source for the second epidemic wave in Italy. This result, however, does not rule out the possibility of intense mixing and transmission of the virus among tourists as a major contributor to the second Italian wave
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