65 research outputs found

    Le concessioni portuali in Italia - Valutazione dello strumento in una prospettiva europea

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    A distanza di quasi 20 anni dalla legge di riforma portuale n. 84/1994 e con una nuova riforma portuale in discussione in Parlamento, lo scopo di questo studio è effettuare una descrizione delle principali caratteristiche delle concessioni portuali in Italia ed in Europa nell’ottica di stabilire le maggiori criticità legate a tale strumento e di individuare i possibili correttivi che la futura riforma portuale dovrebbe tenere in considerazione per migliorare quest’importante aspetto della gestione portuale. Dopo la riforma portuale, infatti, si è sviluppato il sistema della concessione quale strumento di gestione degli spazi portuali, ovvero atti amministrativi con i quali l’Autorità Portuale può dare ad un operatore privato la possibilità di operare in esclusiva una determinata attività in una specifica area portuale. L’importanza di tale strumento risulta palese laddove esso venga interpretato come il mezzo di allocazione della più importante risorsa produttiva portuale e tenuto conto che le caratteristiche delle singole concessioni possono influire sulle potenzialità di sviluppo dei diversi porti. Lo studio sarà sviluppato attraverso confronti tra differenti scali, non solo italiani, al fine di individuare le maggiori particolarità e criticità dello strumento e delineare i possibili miglioramenti che potrebbero riguardare la futura riforma della portualità italianaPort Concessions, Port Competitiveness, Port Organization

    Evoluzione dell'industria terminalistica per i servizi di linea nel mediteraneo. Implicazioni per la portualitĂ  nazionale

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    Scopo principale del lavoro è delineare i possibili futuri scenari del settore del trasporto marittimo di linea, con le necessarie implicazioni sulla logistica, con riferimento al bacino del Mediterraneo, descrivendone le ripercussioni sull’assetto portuale italiano. In particolare, l’attenzione sarà inizialmente dedicata alla descrizione dei progetti d’investimento del Nord Africa e agli effetti che essi potranno avere sul trasporto dei contenitori nel medio termine per derivarne, così, le possibili implicazioni sull’assetto della portualità nazionale. L’attualità del tema proposto è data sia dal crescente interesse dei terminalisti internazionali per i possibili investimenti in queste aree sia dalle condizioni socio-economiche dei Paesi Nord-Africani, sia, infine, per alcuni accordi tra Unione Europea e molti governi locali. Tali fattori, oltre a rendere il tema proposto estremamente attuale, rendono anche la possibile influenza dei nuovi terminal sull’attività dei corrispettivi europei determinante anche per la politica portuale dei singoli scali comunitari, vista la possibile forte concorrenza dei porti Nord-Africani nell’offerta di servizi di transshipment. Il lavoro descrive, quindi, i principali fattori che hanno determinato la “delocalizzazione” dei terminalisti nei Paesi della sponda meridionale del Mediterraneo e, successivamente, determina gli effetti dei nuovi porti sulle rotte commerciali che interessano anche il vecchio Continente. Lo studio proposto avrà, quindi, lo scopo di concepire riflettere su come l’avanzamento dei Paesi in Via di Sviluppo più vicini all’Unione Europea potrà in futuro influenzare l’organizzazione del sistema portuale comunitario. Per fare ciò saranno utilizzati sia i dati raccolti tramite interviste ai principali operatori coinvolti che quelli provenienti dalle principali banche dati del settore. Il lavoro è strutturato in sei paragrafi: al termine di questa introduzione, sarà tratteggiata la situazione economico-sociale dei Paesi dell’area oggetto dell’analisi (paragrafo 2), con l’intento di introdurre successivamente i principali fattori che hanno influenzato il crescente interessamento degli operatori terminalistici per quest’area (paragrafo 3). Una volta determinati i principali driver che hanno determinato i differenti investimenti, saranno studiati sia i singoli operatori che alcuni nuovi terminal (paragrafo 4), allo scopo di determinarne i principali. Successivamente saranno discussi i possibili ruoli di tali nuovi scali rispetto all’attuale assetto del settore e come la loro presenza contribuirà a modificarlo esaminandone le implicazioni sulla portualità nazionale. Nel paragrafo 5 saranno sviluppate le considerazioni conclusive, e determinati con maggiore puntualità gli effetti, positivi e negativi, dell’avanzamento del sistema portuale nordafricano su quello europeo.Shipping, Container Terminal Competition, Mediterranean Port

    La disuguaglianza nella dotazione di servizi di trasporto pubblico locale

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    La mobilità urbana genera accessibilità del territorio e da essa dipende la capacità del contesto urbano di mantenere un percorso virtuoso di ec onomie di urbanizzazione e di crescita economica e sociale della città; in un periodo di crisi della finanza pubblica quale quello attuale, tale percorso non può prescindere da livelli di efficienza idonei: il presente studio intende combinare i risultati legati ad un’analisi della disuguaglianza nella dotazione di servizi di trasporto pubblico locale – ovvero della qualità dell’accessibilità offerta – combinata con il livello di efficienza tecnica raggiunto dalle singole aziende dei capoluoghi italiani. Il lavoro si propone pertanto di confrontare i risultati ottenuti da un’analisi dell’efficienza delle maggiori società di trasporto pubblico locale (TPL) e quelli determinati attraverso uno studio sulla qualità dei servizi offerti dalle stesse imprese. L’ana lisi, attraverso il commento dei risultati dei due studi, ha l’obiettivo di determinare alcuni elementi comuni atti a produrre linee di policy idonee a ottenere un’efficiente gestione del TPL che tenga anche della qualità del servizio. Il campione è compos to da 19 società di TPL operanti nei principali capoluoghi di Regione, mentre per l’analisi si è utilizzato un metodo di stima non parametrico al fine di ottenere i valori di efficienza – la Data Envelopment Analysis (DEA) – mentre si è utilizzato l’indica tore di disuguaglianza studiato in Burlando e Ivaldi (2012) per determinare la qualità del servizio. In particolare, per l’analisi della qualità si andrà a rilevare il livello di efficacia misurabile nella dotazione del trasporto collettivo, non tenendo pe rtanto conto di quella che può essere definita come efficacia percepita. La raccolta dati è stata effettuata tramite formulari ed interviste alle singole aziende, affiancando a esse l’utilizzo di alcune banche dati specialistiche (e.g. AIDA, ASSTRA) al fi ne di completare la raccolta con alcune informazioni aggiuntive. Sono stati presi in considerazione elementi sia di tipo fisico (e.g. capillarità sul territorio, numero mezzi e addetti, frequenza dei servizi) che monetario (e.g. costi carburante, salari e stipendi). Ai fini della ricerca non sono stati invece considerati elementi, quali la soddisfazione dell’utente e il disagio dello stesso per possibili disservizi, perché fortemente legati ad aspettative e gusti personali

    La logistica nazionale: analisi dei livelli di efficienza e produttivitĂ 

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    L’efficienza delle aziende che forniscono servizi logistici e ad alto valore aggiunto alle imprese manifatturiere risulta un elemento strategico nel possibile sviluppo futuro dell’economia italiana. Secondo numerosi studi (e.g. Confetra, Assologistica) la disparità tra costi “logistici” nazionali ed europei, risulta infatti una delle differenze che negativamente affliggono l’industria e l’export nazionale. Per tale motivo il presente studio ha lo scopo di analizzare l’efficienza delle aziende logistiche italiane, cercando di individuare eventuali criticità e proponendo possibili soluzioni al fine di incrementare la competitività del sistema paese. L’analisi si concentra sul periodo 2006-2011 e utilizza una metodologia d’indagine non parametrica (Data Envelopment Analysis - DEA) allo scopo di calcolare i punteggi di efficienza (con valutazione degli indici di Malmquist), le differenziazioni date dalla diversa dimensione aziendale, i rendimenti di scala ed il trend nel tempo di tali elementi. Le informazioni utilizzate sono derivate dai bilanci pubblicati dalle aziende stesse e contenute nel database CEBIL-CERVED. Al termine dell’analisi di efficienza, viene discussa la distribuzione spaziale delle aziende ed il relativo effetto sull’efficienza delle stesse e, quindi, vengono individuate possibili politiche atte a migliorare la situazione

    Understanding the impact of demand shocks on the container port industry

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    The Covid-19 pandemic has severely impacted the world economy, generating an unprecedented shock that pushed carriers to adapt to the collapse of demand. Most of the related adaptation actions (e.g., blank sailings) appear as temporary initiatives being insufficient to reach a long run equilibrium. Moreover, while carriers managed to adjust their own supplied capacity to the ongoing crisis, the port sector has been greatly impacted by the fall in transport demand, not being able to counteract the demand shortages as effectively as the carriers. Against this backdrop, the paper introduces a model for assessing the effects of demand shocks (e.g., due to the pandemic) on the integration strategies of carriers. We focus on the possible initiatives that demand shocks may trigger on the horizontal and vertical integration among the actors of the shipping industry. In doing so, the present study provides useful insights for better understanding potential future market modifications and their impact on social welfare. Using non-cooperative games, profit-maximising strategies, in case of such integrations, are compared in order to study how carriers and terminal operators might react to demand shocks in the medium and long run

    Investigating the introduction of e-navigation and S-100 into bridge related operations: the impact over seafarers

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    The present work is focused on analyzing how e-navigation will affect the daily work of seafarers involved in bridge-related operations. Within e-navigation, the International Hydrographic Organization (IHO) is currently working in the development of the new standard (S-100) whose role is to guarantee a homogeneous management of the maritime domain data. S-100 is called to act as the Common Maritime Data Structure (CMDS), it represents the technical framework required to guarantee a wider and better use of maritime data. The mission of the standard is to create a common foundation that can be used for multiple purposes; meteorologists, physicists, and whoever is interested in developing maritime related products will refer to the same standard. Not having a homogeneous type of data processed with standardized procedures will allow a better combination and processing of maritime data. Considering the perspective of Hydrographic Offices, the objective of the present document is to analyze the impact which e-navigation will have over seafarers. The study is focused on the evaluation of the risks connected to S-100-based products and on the analysis of specific bridge operations. Considering that e-navigation products are still at their design phase, being aware of the consequences for the final users is essential to make S-100-based products more customer oriented and to allow seafarers who are involved in bridge operations to get familiar with this new technology

    Le autostrade del mare in Italia- Analisi delle criticitĂ  e prospettive per il futuro

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    La presente ricerca si propone di analizzare il sistema delle autostrade del mare in Italia con particolare attenzione alle criticità presenti nei nodi marittimi italiani. Le autostrade del mare rappresentano uno strumento introdotto in sede europea per cercare di ridurre il traffico su strada, attraverso incentivi che rendano più conveniente una modalità, quale quella marittima, caratterizzata da un minor impatto ambientale e in grado di generare minori costi generalizzati del trasporto. La necessità stessa di introdurre questo nuovo tipo di “infrastruttura” deriva dalla congestione di alcune grandi arterie del trasporto stradale che hanno aumentato le esternalità del trasporto su gomma, sia merci che passeggeri, mettendo in evidenza la necessità di un riequilibrio modale. Attraverso l’analisi delle rotte attualmente presenti a livello nazionale, degli operatori, dei terminali marittimi e delle criticità ad essi legate, lo studio verifica il raggiungimento degli obbiettivi alla base di questa politica e suggerisce possibili interventi, a livello infrastrutturale e normativo, al fine di promuoverne ulteriormente lo sviluppo.:Motorways of the Sea, Short Sea Shipping, Italian shipping industry, Logistic

    Alcune riflessioni sulla pratica regolatoria, con riferimento ad alcuni settori dell’industria dei trasporti

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    La regolazione dei mercati rappresenta un elemento fondamentale per il raggiungimento di un’organizzazione più efficiente del sistema dei trasporti insieme ad una distribuzione equa dei vantaggi derivanti dallo stesso. In tale ottica la tutela del consumatore, le norme legate alla qualità e alla sicurezza dei beni e servizi scambiati su un mercato e una consona valutazione delle esternalità sono solo alcuni degli elementi di criticità di cui il regolatore dovrebbe tenere conto. In molti paesi, a partire dagli anni ’80, il settore dei trasporti è stato coinvolto dal processo di privatizzazioni e liberalizzazioni che ha interessato molte public utilities e che ha portato, in particolare, alla creazione di mercati regolati in cui le infrastrutture sono tipicamente gestite in concessione, mentre i servizi, laddove non sia possibile l’introduzione di forme di concorrenza, vengono invece regolamentati e le tariffe determinate secondo regole pre-definite. Nel corso del tempo alcune forme di regolazione tariffaria sembrano essersi imposte senza che la loro adozione nel caso di un particolare settore sia stata adeguatamente valutata alla luce delle caratteristiche economico-tecnologiche del settore stesso. Lo studio qui proposto si prefigge di effettuare un confronto tra i due principali metodi di regolamentazione tariffaria (price cap e regolazione del tasso di rendimento, RoR) tipicamente applicati nei settori altamente regolati, in cui la concorrenza è limitata per motivi tecnici o legati alla sicurezza. L’articolo è organizzato come segue. Il primo paragrafo è dedicato ad una breve discussione della letteratura, mentre nel secondo paragrafo vengono analizzate criticamente le principali caratteristiche dei metodi di regolazione tariffaria ispirati al price cap e al RoR. Quindi, nel terzo paragrafo viene analizzato, alla luce della discussione teorica sviluppata precedentemente, il caso di due diversi settori dei trasporti (autostrade e ormeggio) regolati in Italia con metodi di tipo price cap e RoR. Infine,il quarto paragrafo è dedicato alle conclusioni e alla discussione di possibili sviluppi futuri della ricerca
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