98 research outputs found

    Acque reflue e rischio ambientale: inquinamento fluviale nella Roma imperiale

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    The paper intends to examine a specific area of research concerning the pollution of large rivers – the Tiber above all but not exclusively – and the resulting contamination of water and air as well as the depletion of fish fauna and related food risks. The data on the damage to fluvial (but also lake and marine) habitats are not presented by the intellectuals of the Flavian-Trajan and Antonine ages (Pliny the Elder, Pliny the Younger, Galen) in an ‘environmentalist’ perspective stricto sensu, but each time presented in terms of moral condemnation, or of political propaganda aimed at seeking consensus or even in terms of risk to health and/or possible economic damage. In spite of this, from a legal point of view, appears undeniable a concern of the State to introduce measures aimed at limiting environmental damages as well as protecting and conserving natural resources, although certainly not systematic, but dictated by completely pragmatic needs and by occasional or emergency circumstances

    Il dies natalis augusteo nell’Anatolia romana: permanenza di un evangelio nel III secolo d.C.

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    Un piccolo corpus di iscrizioni greche rinvenute nei pressi di Antiocheia di Pisidia (Anatolia) offre dati preziosi sull’esistenza nel corso del III secolo d.C. di una confraternita religiosa, gli Xenoi Tekmoreioi. Si tratta di lunghi elenchi di sottoscrizioni indicanti le contribuzioni in denarii versate da ciascun membro dell’associazione per gli arredi del santuario o per le pese del culto di divinità come Artemide, Zeus o l’imperatore, venerate secondo un misterioso rituale che prevedeva la conoscenza di un “segno segreto” (tekmor). I confratelli risultano residenti prevalentemente in comunità di villaggio e portano antroponimi di derivazione greca, ma anche romana e talora indigena. Una delle epigrafi, in particolare, rivela come la confraternita avesse scelto nell’anno 238 d.C. il dies natalis di Augusto, il 23 settembre, come il giorno dell’anno più importante per celebrare la propria festa religiosa: questo dato consente di formulare alcune considerazioni sulle eventuali dinamiche di ‘acculturazione’ innescate dalla presenza romana in Pisidia e sulle possibili ‘resistenze’ della cultura locale.A small corpus of Greek inscriptions found near Pisidian Antioch (Anatolia) provides valuable data on the existence of a religious brotherhood, the Xenoi Tekmoreioi, during the third century AD. The texts consist of long lists of subscriptions indicating the contributions in denarii paid by each member of the association for the vessels of the sanctuary, or for the expenses of the worship of divinities such as Artemis, Zeus or the emperor, venerated according to a mysterious ritual that involved the knowledge of a “secret sign” (tekmor). The brothers are residents mostly in village communities and bring anthroponyms derived from Greek, but also Latin and sometimes indigenous. One of the inscriptions, in particular, reveals how the brotherhood had chosen in the year 238 AD the dies natalis of Augustus, September 23rd, as the most important day of the year to celebrate their religious festival: this information allows us to formulate some considerations on the possible dynamics of ‘acculturation’ triggered by the Roman presence in Pisidia and on the possible ‘resistances’ of the local culture

    Il papa, il vescovo e le meretrici: un postribolo pubblico a Siracusa in etĂ  protobizantina?

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    Public lupanaria would be documented with certainty only in late medieval European cities, while in the Roman Imperial period and Late Antiquity would not have existed brothels subordinate to the State control. The analysis of a letter sent by Pope Honorius I (625-638) to Peter, bishop of Syracuse, however, allows us to trace the beginnings of the existence prostibula publica in the Sicilian city, destined to play a political and religious leading role in the dense network of administrative changes and doctrinal conflicts that characterized the Byzantine Empire during the reigns of Heraclius (610-641) and Constans II (641-668).I lupanari pubblici sarebbero documentati con certezza soltanto nelle città europee tardomedievali, mentre in età romano-imperiale e tardoantica non sarebbero esistiti postriboli sottoposti al controllo dello Stato. L’analisi di una missiva inviata da papa Onorio I (625-638) a Pietro, vescovo di Siracusa, consente tuttavia di rintracciare i prodromi dell’esistenza di prostibula publica nella città siciliana, destinata a ricoprire un ruolo politico e religioso di primo piano nella fitta trama di avvicendamenti amministrativi e conflitti dottrinari che connotarono l’Impero bizantino durante i regni di Eraclio (610-641) e Costante II (641-668)

    Il fuoco, la croce, le bestie: i supplicia dei latrones fra punizione, vendetta e terrore

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    Il presente studio si propone di valutare l’incidenza sul piano politico e sociale dell’aspetto punitivo fra prima età imperiale e Tarda Antichità, mira, cioè, ad individuare la funzione – o le funzioni – della prassi giudiziaria e repressiva, a verificare, in ultima analisi, l’eventuale fine dissuasivo o il reale effetto deterrente esercitati dallo Stato romano attraverso la violenza corporale. In particolare, modalità e tempi dell’esecuzione capitale riservata a latrones, praedones e grassatores, pur nella loro agghiacciante brutalità (vivicombustione, crocifissione, sbranamento), possono far luce su esigenze concrete del governo romano, quali la certezza della pena, il soddisfacimento della vendetta, la minaccia di future, possibili punizioni e last but not least la continua, e spettacolare, ri-affermazione di un potere centrale forte, militarmente e politicamente consolidato, e quindi garante di protezione dai pericoli, esterni e soprattutto interni alla vasta compagine territoriale dell’Impero. L’analisi di alcuni brani di Ammiano Marcellino – per uno dei quali viene proposta una nuova traduzione – si rivela particolarmente utile ai fini della comprensione del “particolare” trattamento riservato ai briganti Isauri, assai diversi dai marginali fuorilegge che rapivano l’immaginario del colto pubblico dei romanzieri, ma anche dai criminali “illustri” ed emarginati dei resoconti circostanziati degli storici. Il banditismo isaurico si configura invece come un fenomeno storico di lunga durata a carattere ‘regionale’, un movimento autonomistico che, pur non esprimendo una protesta contadina, verosimilmente poteva quanto meno denunciare un’insofferenza “nazionale” dell’assetto sociale locale nei confronti di strutture di potere via via sempre più consolidate

    “Potere dell’acqua” e crescita economica nell’Anatolia romana: Mulini idraulici e produzione olearia nel territorio di Perge

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    Si prende in considerazione la probabile connessione fra la presenza di mulini idraulici e l’incremento della produzione olearia nel territorio di Perge fra età flavia e Tarda Antichità. L’impatto delle ruote idrauliche sulla “crescita” economica dell’hinterland di questa città panfilica induce poi a riconsiderare i termini del dibattito storiografico sullo sfruttamento dei mulini ad acqua nell’Impero romano ed in particolare in Asia Minore. La tesi tradizionale secondo cui questi ultimi, invero sporadicamente attestati già nel I secolo a.C., avrebbero conosciuto di fatto una diffusione assai tardiva – non prima del IV-V secolo e poi, più ampiamente, durante il Medioevo – è stata in effetti messa seriamente in discussione nell’ultimo trentennio dai risultati di numerose indagini archeologiche, le quali hanno confermato la precoce, e cospicua, espansione, già nella prima età imperiale, di ruote idrauliche in numerose aree dell’Impero, tra le quali, appunto, il territorio di Perge qui considerato. This paper considers the likely connection between the presence of ancient watermills in the environment of Perge and the increase in Pamphylian olive oil production from the Flavian period to Late Antiquity. The probable impact of water wheels on the economic “growth” in the hinter - land of this Pamphylian city brings us, therefore, to reconsider the historiographical debate on the exploitation of water-mills in the Roman Empire and especially in Asia Minor. The traditional theory asserts that the water-mills, already sporadically known in the 1st century B.C., widely developed at a later date, not before 4th-5th century A.D. and then, more fully, during the Middle Ages. This theory has been demolished in the last thirty years by the evidence of many archaeological surveys which have attested, already in the first two centuries A.D., the early and considerable spread of water wheels in several areas of the Empire

    Un ἀρχιατρὸς τοῦ σύμπαντος ξυστοῦ a Tiatira in età imperiale: un unicum epigrafico

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    Un’iscrizione rinvenuta a Tiatira in Lidia ricorda un “archiatra di tutto quanto lo xystos”, carica altrove non attestata epigraficamente. Il confronto con una costituzione imperiale e con numerose testimonianze epigrafiche permette tuttavia non soltanto di chiarire la specifica funzione di questa peculiare figura, ma anche di proporre una possibile datazione del testo iscritto.An inscription found in Thyateira (Asia Minor, Lydia) remembers a “chief physician of the whole xystos”, office elsewhere not attested epigraphically. The comparison with an imperial constitution and numerous epigraphic testimonies, however, not only clarifies the specific function of this peculiar figure, but also proposes a possible dating of the carved text

    “Borghesia cittadina” e “contadini soldati” nell’Anatolia tardoantica: “lotta di classe” o “solidarietà” fra grandi proprietari e rusticitas?

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    Nella primavera del 399 d.C. Valentino, notabile di Selge, città della Pisidia, regione dell’Asia Minore, alla testa di una folta schiera di servi domestici e contadini respinse l’avanzata del goto Tribigildo, comes rei militaris per l’Oriente e parente di Gainas, magister utriusque militiae ribellatosi all’autorità dell’imperatore Arcadio. Dietro questo episodio, solo apparentemente marginale, si celano e si intersecano, in realtà, non soltanto dinamiche politico-militari e socio-culturali, connesse alle crescenti difficoltà di un precario compromesso fra politica filobarbarica e politica antibarbarica, ma anche trasformazioni più specificamente economiche, legate al fenomeno del patronato tardoantico.Valentinus was a notable of Selge, a city of the region of Pisidia, in Asia Minor. In the spring of 399 AD, he lead a large group of servants and peasants against the advance of the goth Tribigild, the comes rei militaris of the East and relative of Gainas,a magister utriusque militiae who rose up against the authority of emperor Arcadius. This event might appear of minimal importance and yet hides not only military, political, and sociocultural dynamics related to the growing instability of the compromise between philobarbarian and antibarbarian politics, but also economic changes related to the phenomenon of patronage in Late Antiquity

    Un ἀρχιατρὸς τοῦ σύμπαντος ξυστοῦ a Tiatira in età imperiale: un unicum epigrafico

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    Un’iscrizione rinvenuta a Tiatira in Lidia ricorda un “archiatra di tutto quanto lo xystos”, carica altrove non attestata epigraficamente. Il confronto con una costituzione imperiale e con numerose testimonianze epigrafiche permette tuttavia non soltanto di chiarire la specifica funzione di questa peculiare figura, ma anche di proporre una possibile datazione del testo iscritto. An inscription found in Thyateira (Asia Minor, Lydia) remembers a “chief physician of the whole xystos”, office elsewhere not attested epigraphically. The comparison with an imperial constitution and numerous epigraphic testimonies, however, not only clarifies the specific function of this peculiar figure, but also proposes a possible dating of the carved text
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