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    Possibilità di differenziazione degli elettrodi cocleari nelle misurazioni radiologiche della posizione intracocleare e dell'angolo cordo-facciale

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    Con l'incremento del numero di impianti cocleari effettuati, il controllo di qualità è divenuto sempre più importante. Oltre alle misurazioni biofisiche intraoperatorie ci si può avvalere dell'imaging radiologico. Una nuova tecnica utilizzata in questo campo è il Cone Beam CT (CBCT). Nel presente studio sono stati valutati 65 casi (35 Nucleus Contour AdvanceCochlear; 30 Flex SoftMedEl) studiati mediante CBCT (Accu-I-tomo F17, Morita, Kyoto, Japan). Nello specifico sono stati rilevati: l'angolo di inserzione, l'altezza dell'impianto, la distanza dell'elettrodo dalla parete mediale o laterale, l'angolo tra la corda del timpano e il nervo facciale e la posizione precisa del filo dell'elettrodo nell'angolo cordo-facciale. È stato inoltre possibile valutare la differenza tra il decorso peri-modiolare e laterale degli elettrodi. I dati presentati dimostrano l'accuratezza e il vantaggio della CBCT nella visualizzazione di piccole strutture grazie al ridotto numero di artefatti da indurimento del fascio. Inoltre nel 75% dei pazienti è stato possibile visualizzare l'angolo tra la corda del timpano e il nervo facciale. È stato possibile notare differenze significative fra i vari tipi di elettrodo in funzione del tipo di rapporto con il nervo facciale. In conclusione mediante la CBCT è possibile ottenere una visualizzazione precisa e dettagliate misurazioni della posizione intracocleare dei diversi elettrodi. È persino possibile la corretta valutazione della posizione dell'elettrodo rispetto all'angolo cordo- facciale. La CBCT è quindi, dal nostro punto di vista, un utile strumento per il controllo intra e post-operatorio degli impianti cocleari

    COVID-19 and Intracranial Hemorrhage: A Multicenter Case Series, Systematic Review and Pooled Analysis

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    Introduction: Severe acute respiratory syndrome coronavirus 2 (SARS-CoV2) profoundly impacts hemostasis and microvasculature. In the light of the dilemma between thromboembolic and hemorrhagic complications, in the present paper, we systematically investigate the prevalence, mortality, radiological subtypes, and clinical characteristics of intracranial hemorrhage (ICH) in coronavirus disease (COVID-19) patients. Methods: Following the Preferred Reporting Items for Systematic Reviews and Meta-Analyses (PRISMA) guidelines, we performed a systematic review of the literature by screening the PubMed database and included patients diagnosed with COVID-19 and concomitant ICH. We performed a pooled analysis, including a prospectively collected cohort of critically ill COVID-19 patients with ICH, as part of the PANDEMIC registry (Pooled Analysis of Neurologic Disorders Manifesting in Intensive Care of COVID-19). Results: Our literature review revealed a total of 217 citations. After the selection process, 79 studies and a total of 477 patients were included. The median age was 58.8 years. A total of 23.3% of patients experienced the critical stage of COVID-19, 62.7% of patients were on anticoagulation and 27.5% of the patients received ECMO. The prevalence of ICH was at 0.85% and the mortality at 52.18%, respectively. Conclusion: ICH in COVID-19 patients is rare, but it has a very poor prognosis. Different subtypes of ICH seen in COVID-19, support the assumption of heterogeneous and multifaceted pathomechanisms contributing to ICH in COVID-19. Further clinical and pathophysiological investigations are warranted to resolve the conflict between thromboembolic and hemorrhagic complications in the future

    Abstracts from the 8th International Conference on cGMP Generators, Effectors and Therapeutic Implications

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    This work was supported by a restricted research grant of Bayer AG

    Ein Beitrag zur Geschichte der Großgasmaschine

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    Der Effekt verschiedener Trainingsprogramms auf den Trainingserfolg beim daVinci Simulator

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    Artefakte von Cochleaimplantaten in der Visualisierung mittels CT und DVT

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