17 research outputs found

    Effects of choline containing phospholipids on the neurovascular unit: A review

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    The roles of choline and of choline-containing phospholipids (CCPLs) on the maintenance and progress of neurovascular unit (NVU) integrity are analyzed. NVU is composed of neurons, glial and vascular cells ensuring the correct homeostasis of the blood-brain barrier (BBB) and indirectly the function of the central nervous system. The CCPLs phosphatidylcholine (lecithin), cytidine 5'-diphosphocholine (CDP-choline), choline alphoscerate or α-glyceryl-phosphorylcholine (α-GPC) contribute to the modulation of the physiology of the NVU cells. A loss of CCPLs contributes to the development of neurodegenerative diseases such as Alzheimer's disease, multiple sclerosis, Parkinson's disease. Our study has characterized the cellular components of the NVU and has reviewed the effect of lecithin, of CDP-choline and α-GPC documented in preclinical studies and in limited clinical trials on these compounds. The interesting results obtained with some CCPLs, in particular with α-GPC, probably would justify reconsideration of the most promising molecules in larger attentively controlled studies. This can also contribute to bett

    Enhancing Engagement in Older Adults with Alzheimer\u27s Disease at a Reminiscencce Therapy Adult Day Center

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    Alzheimer’s disease is a degenerative form of dementia, which can impair an individual’s executive functioning, orientation, and memory; ultimately leading to mood and behavior changes (Alzate, 2018). Alzheimer’s disease is the most common form of dementia, affecting approximately 60% to 70% of the older adult population aged 65 and older (Santos da Silva, de Oliveira Alves, Barros Leite Slagueiro & Bezerra Barbosa, 2018). Currently, the number of individuals with dementia is estimated at approximately 50 million people worldwide and is expected to climb to 152 million people by the year 2050 (Rathbone, et. al, 2019). Damage to the brain develops slowly; about 10 to 20 years prior to the presentation of signs and symptoms of Alzheimer’s disease, and the individual progressively declines over time, with death occurring approximately 7 to 10 years after onset (Alzate, 2018). While there is no current cure for Alzheimer’s disease, treatments to temporarily slow the worsening of symptoms are available to improve quality of life, as research continues (Pedroso, et al., 2018). Alzheimer’s disease has yet to reach an effective cure. However, based on the recent literature search, limited evidence-based research exists regarding the effectiveness of reminiscence therapy and its impact on occupational performance for individuals with Alzheimer’s disease. The objectives of this capstone project were to complete a needs assessment identifying the activity engagement and social participation related needs of individuals with Alzheimer’s disease and dementia at an adult day care reminiscence therapy program and then propose program recommendations to the staff on adapting current activities to meet the identified population needs

    Annual reports of the selectmen and treasurer of the town of Pembroke, together with the reports of the road agent and other officers of the town for the fiscal year ending December 31, 1969.

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    This is an annual report containing vital statistics for a town/city in the state of New Hampshire

    Kootenay Express

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    Kootenay Express

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    SVILUPPO DEL DISEGNO NELLE DIVERSE ETÀ: STUDIO PILOTA SULLA SOMMINISTRAZIONE DELLA PROVA DEL DISEGNO “A SOGGETTO” IN UNA SCUOLA PRIMARIA CAMPIONE

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    Lo scopo di questa tesi è indagare se sia possibile stabilire dei parametri normativi che aiutino il terapista occupazionale a commentare i risultati dei disegni eseguiti dai bambini nella prova del disegno “a soggetto”. L’intento è quello di creare una tabella con un riferimento normativo in cui il terapista possa capire dove collocare il bambino rispetto alla norma. Nei primi capitoli è esposto un quadro teorico sulla valutazione del disegno in terapia occupazionale, in particolare si indaga lo sviluppo evolutivo di alcune componenti che permettono l’esecuzione del disegno, soffermandosi su impugnatura, coordinazione, organizzazione e pianificazione. Si va poi ad analizzare se esiste una correlazione statisticamente significativa che mostri l’aumentare dell’età del bambino e il numero di elementi da esso disegnati. Il fine ultimo dello studio è avviare una standardizzazione della “Checklist del disegno “a soggetto””. Come prima fase è stata contattata una scuola campione dove poter somministrare la prova a dei bambini a sviluppo normotipico. La scuola scelta è la “Scuola Primaria Umberto I” di Caneva di Pordenone, dove è stato illustrato il progetto di tesi alla Dirigente Scolastica. In seguito all’approvazione è stato somministrato lo strumento valutativo a 6 classi. Il campione è costituito da 90 bambini frequentanti le classi prime, seconde e terze di età compresa tra i 6 e i 9 anni. Sono stati esclusi i bambini aventi qualche tipo di diagnosi certificata. I disegni sono stati poi raccolti e valutati tramite la “Checklist del disegno “a soggetto”” elaborata nella tesi “Valutazione del disegno in terapia occupazionale: analisi dell’esperienza clinica e proposta di uno strumento operativo per la valutazione del disegno “a soggetto”” (Zorzetto Alba, 2021). Tramite la checklist, è stata effettuata un’analisi approfondita di ogni figura e i dati sono stati organizzati all’interno di due fogli di calcolo: uno specifico in cui sono stati raccolti i singoli elementi disegnati per ogni figura e uno generale in cui sono presenti le somme di tutti gli elementi disegnati, con medie, mediane e deviazioni standard relative ai dati raccolti in base all’età dei partecipanti. Per trarre dei risultati da questa raccolta dati sono state effettuate delle analisi statistiche con l’aiuto di uno statista laureato al corso magistrale di scienze statistiche dell’Università degli Studi di Padova. Dai grafici e dai risultati emersi si evince che esiste una correlazione statisticamente significativa tra età e numerosità degli elementi rappresentati per alcuni dei soggetti richiesti dalla prova, mentre per altri no. Questo potrebbe verificarsi perché alcuni soggetti proposti nella prova hanno pochi dettagli da rappresentare e quindi nei risultati non si assiste ad un’alta variabilità numerica come accade invece con altri soggetti. Un’altra motivazione potrebbe essere invece la scarsa numerosità e variabilità del campione. I risultati, oltre che a permetterci di rispondere al quesito di tesi, ci fanno notare come potrebbero essere utili alcune modifiche da apportare alla checklist come l’aggiunta di elementi da andare a osservare nel disegno. Inoltre, come progetto futuro, lo studio potrebbe essere esteso ad un campione più grande

    Confronto tra tre protocolli di stimolazione cognitiva nel Disturbo Neurocognitivo Maggiore di stadio lieve: effetti specifici e di generalizzazione.

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    Nel mondo circa 50 milioni di persone sono affette da un tipo di Disturbo Neurocognitivo (DNC) Maggiore e questa diffusione, in assenza di una terapia farmacologica in grado di arrestare la progressione della malattia, evidenzia la necessità di trattamenti non farmacologici per il mantenimento e/o potenziamento delle funzioni cognitive. Secondo le linee guida dell’OMS, questi sono da considerarsi l’intervento di prima linea per rallentare l’evoluzione e contenere i disturbi comportamentali della patologia (WHO, 2012). Questo studio si inserisce in tale cornice di riferimento, operando all’interno di un modello di “cura centrato sulla persona”, proponendosi di confrontare l’efficacia di tre trattamenti di stimolazione cognitiva, diversi per modalità, attraverso l’indagine degli effetti specifici e di generalizzazione. La ricerca ha coinvolto 54 anziani residenti in RSA con diagnosi di DNC Maggiore di stadio lieve, suddivisi in tre gruppi sperimentali ed uno di controllo, omogenei per grado di deterioramento cognitivo, età, scolarità e riserva cognitiva. Un gruppo partecipava ad un intervento di Stimolazione Cognitiva (Spector, et al., 2003), con approccio globale e indiretto di stimolazione di tutte le funzioni cognitive, tramite discussioni su vari temi. Il secondo era sottoposto a Training Cognitivo (Bergamaschi, et al., 2008), intervento che stimola le singole funzioni cognitive tramite esercizi carta e matita di progressiva difficoltà. Il terzo prendeva parte ad un intervento di Terapia della Reminiscenza (Gollin, et al., 2007, 2011), diretto alla stimolazione orale della memoria autobiografica e del linguaggio. Il gruppo di controllo trascorreva la quotidianità in autonomia, partecipando alle attività del servizio educativo, fisioterapico o logopedico. I programmi prevedevano 14 sedute a cadenza bisettimanale, per sette settimane. La verifica d’efficacia è stata effettuata prima dell’intervento e alla fine di esso. Per lo stato cognitivo si sono utilizzati MMSE e CDR (selezione del campione), SPMSQ, FAB, ENB-2, ADAS-Cog, Matrici di Raven-colore e Vocabolario (valutazione d’efficacia). La sfera affettivo-emotiva è stata indagata con la GDS a 30 item, quella comportamentale con NPI e la percezione della qualità della vita con QoL-AD. Sui risultati sono state condotte una serie di ANOVA a due vie, dalle quali è emersa l’efficacia del trattamento sui tre gruppi sperimentali nel produrre miglioramenti sul funzionamento cognitivo, con peculiarità diverse a seconda del tipo di stimolazione
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