149 research outputs found

    La VQR nelle discipline economico-aziendali: sistema nazionale della ricerca e IULM

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    Il saggio mette in luce le peculiarità della valutazione della ricerca in ambito economico aziendale e traccia alcune aree di possibile sviluppo sia con riferimento al contesto nazionale (VQR) che con riferimento al contesto IUL

    Stakeholder Engagement in State Owned Enterprises: Is Twitter a democratic tool?

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    Despite SOEs have to face the current CSR reporting issues balancing a wide range of stakeholders’ claims on accountability (Grossi & Steccolini, 2014), little is still known on how this can be enhanced pursuing by social media. In filling this gap, the present study aims to explore how and to what extent SOEs engage with their stakeholders by social media. In doing this, the study identifies stakeholders’ categories the SOEs are meeting with, the mate- rial content of SOEs CSR disclosure, and the level of debate democratizatio

    Il Corso di Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche: Studio Osservazionale Analitico Trasversale (Cross-Sectional) sul confronto dei Piani Di Studio della Coorte 2019/2020

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    Introduction The Master's Degree in Nursing and Midwifery Sciences provides analysis methods of the socio-health context, teaching methodologies and conceptual models in the research areas. The objectives have materialized in comparing the Study Plans, to highlight common orientations by analyzing the weight of the MED/45 and MED/47 SSDs.  Methods A trasversal observational study was carried out in March-December 2020 on the comparison of the Study Plans of the 2019/20 cohort. The results were obtained by comparing the SSDs of the CDLs based on region and geographical area. The CFUs of the four disciplinary fields with the greatest weight were compared (Management, Clinic, Research, Teaching).  Results 89 SSDs have been activated and the dominant disciplinary grouping is the MED with 1555 CFU for the overall Degree Courses with differences in the allocation of CFUs if the data is compared based on the geographical area (p = .042) , in particular between the Center and the North (p = .020). There are differences in the allocation of CFUs for the MED/45 sector by dividing the degree courses by region (p = .027). Discussion  Most of the Degree Courses have organized the training course on the four areas of competence of the graduates in the master's degree, while other locations have favored one of these. There is a lack of homogeneity in the attribution of MED/45 and MED/47 credits. An overall positive response emerges from the analysis, but at the same time the results indicate the need to standardize the teachings.Introduzione La Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche fornisce metodologie di analisi del contesto socio-sanitario, metodologie didattiche e modelli concettuali nelle aree di ricerca. Gli obiettivi dello studio si sono concretizzati nel confrontare i Piani di Studio, per evidenziare orientamenti comuni (Settori attivati, Corsi integrati e relativi CFU, distribuzione degli insegnamenti, corpo docente e tirocinio) analizzando il peso dei SSD MED/45 e MED/47. Metodi È stato effettuato uno studio osservazionale analitico trasversale nei mesi di Marzo-Dicembre 2020 sul confronto dei Piani di Studio dei CDL della coorte 2019/20. I risultati sono stati ottenuti confrontando i SSD dei CDL in base alla regione e all’area geografica. Sono stati confrontati i CFU dei quattro ambiti diciplinari con maggior peso (Management, Clinica, Ricerca, Didattica). Risultati Sono stati attivati 89 SSD ed il Raggruppamento Disciplinare che predomina è il MED con 1555 CFU per i complessivi Corsi di Laurea con differenze nell’assegnazione dei CFU se si confrontano i dati in base all’area geografica (p=,042), in particolare tra centro e nord (p=,020). Sono presenti delle differenze nell’assegnazione di CFU per il settore MED/45 dividendo i Corsi di Laurea in base alla regione (p=,027). Discussione La maggior parte dei Corsi di Laurea ha organizzato il percorso formativo sulle quattro aree di competenza del laureato magistrale, altre sedi invece hanno privilegiato una di queste. Si evidenzia una disomogeneità nell’attribuzione dei crediti MED/45 e MED/47. Dall’analisi emerge complessivamente un riscontro positivo, ma nello stesso tempo i risultati indicano la necessità di uniformare gli insegnamenti

    L'Organizzazione e le prospettive della ricerca

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    Si espone un quadro della ricerca scientifica nell'Università di Sassari, un elemento che rende possibile e vitale l'insegnamento universitario e che si inserisce sempre più in un grande circuito europeo ed internazionale

    IL SISTEMA DEI CONTROLLI SOCIETARI: Un'analisi dei costi

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    L’obiettivo di questo elaborato è quello di definire il “sistema dei controlli”, cercando di evidenziarne le caratteristiche principali, con un particolare studio sui costi che le imprese devono sostenere per tale sistema. Il sistema dei controlli è inteso come l’insieme di tutti gli organi di controllo, interno ed esterno, che le imprese devono istituire secondo l’impianto normativo europeo e nazionale. Quindi, non saranno oggetto di studio i cosiddetti “enforcer”, ovvero quegli organismi nazionali, quali ad esempio sono in Italia la Banca d’Italia o la Consob, ma ci si riferirà solamente a quegli organi che hanno stretto contatto con le imprese e da cui sono direttamente remunerati. Ai fini della ricerca ci si riferirà al controllo di tipo economico-finanziario, ovvero a tutti quei controlli che hanno quale obiettivo finale quello di garantire agli investitori la migliore qualità possibile delle informazioni sulle imprese, a partire dal bilancio societario. L’analisi è stata condotta su un campione di società quotate in alcuni tra i principali Paesi europei (Italia, Francia e Inghilterra), lungo un arco temporale di tre esercizi (2011-2013). Inoltre, per il solo caso italiano, verrà anche verificato se ci sia una correlazione tra il costo del sistema dei controlli e la qualità delle informazioni che vengono fornite agli investitori, attraverso lo studio di un modello di regressione di earnings management, secondo il metodo di Jones. Tale ricerca risulta molto interessante in quanto per la prima volta non ci si rivolge esclusivamente al ruolo del revisore esterno, o a particolari organi del controllo interno, ma si vuole considerare il sistema dei controlli nel proprio complesso e nella propria totalità. Cioè, si vuole andare a studiare tutti quegli organi che in un qualche modo incidono nella produzione finale dell’informativa garantita al mercato, individuando quello che è il costo complessivo che le imprese devono sostenere per tale funzione. La base di partenza è stata la normativa europea. L’Unione Europea, infatti, ha emanato, nel tempo, diverse direttive sull’argomento che sono state progressivamente recepite dagli stati membri. Successivamente, si sono andate a studiare le diverse normative nazionali dei Paesi oggetto di studio. Dall’analisi sono emerse alcune considerazioni rilevanti. Infatti, mentre la normativa sulla revisione esterna è principalmente di derivazione europea, data la grande precisione e puntualità prevista su tale argomento dalle direttive, lo stesso non può essere detto a riguardo del controllo interno, per il quale è stata data ampia libertà agli Stati membri, che quindi hanno legiferato nei tempi e nei modi preferiti. L’Unione Europea, infatti, definisce quello che deve essere il ruolo, i caratteri e il costo del revisore esterno, evidenziando tutta una serie di indicazioni che devono essere seguite, mentre, ad esempio, non descrive i modi e le caratteristiche associate al compenso attribuibile agli organi del controllo interno. Tale funzione è lasciata interamente agli Stati membri che, proprio per rispondere a tale esigenza, avevano emanato una sorta di “tariffari”, oggi, però, aboliti per il rispetto della libera concorrenza. La ricerca mira, quindi, ad individuare, come detto, tutti gli attori che, direttamente scelti dalla società, influiscono sui controlli della dimensione economico-finanziaria dell’impresa e verificare quale sia il loro costo complessivo. Il metodo attraverso cui si è scelto di effettuare l’indagine è stato quello di una ricerca di tipo “survey”, vale a dire l’emanazione e la spedizione di un questionario destinato alle diverse società quotate dei tre Paesi analizzati. In particolare sono stati reperiti tutti gli indirizzi di posta elettronica di tutte le società italiane quotate nel mercato di Milano, francesi quotate nel mercato di Parigi e inglesi quotate in quello di Londra ed è stato inviato loro un questionario indicante le principali informazioni a riguardo del compenso e alcune altre caratteristiche dei loro organi di controllo interno. La scelta è ricaduta su tali Paesi in quanto sono tra i Paesi più grandi all’interno dell’Unione Europea e hanno tutti alcune interessanti peculiarità. In particolare, è stato dimostrato che l’Italia sia soggetta a frequenti processi di earnings management, per cui la funzione di controllo risulta molto sollecitata, la Francia ha una duplicità di organi di controllo esterno, mentre l’Inghilterra è il Paese dove i controlli sono nati e si sono evoluti. L’elaborato è suddiviso in cinque capitoli. Nel corso del primo capitolo è stato introdotto il sistema dei controlli. Dalla nascita della revisione al moltiplicarsi degli organi controllori, in conseguenza ai diversi mutamenti storici e alle crisi finanziarie a cui, nostro malgrado, abbiamo dovuto assistere. Nel secondo capitolo viene evidenziata la normativa europea di riferimento, sia con riguardo al controllo interno che a quello esterno. Si è, quindi, verificato come i singoli Stati membri, oggetto di indagine, abbiano recepito tali direttive e quale indirizzo abbiano intrapreso. Successivamente, si è valutato quali organi di controllo interno siano previsti in base alle normative nazionali, cercando di descrivere il sistema dei controlli economico-finanziario dei diversi Paesi. Inoltre, per il caso italiano, è stato individuato un problema di sovrapposizione di funzioni, a seguito del proliferare di organi di controllo con compiti non così differenti tra loro. Nel corso del terzo capitolo è stata visionata la letteratura precedente su tali tematiche. Si è, quindi, partiti dagli studi sull’indipendenza dei controllori, principio più volte sottolineato dall’Unione europea, per poi riferirsi sempre più alle principali caratteristiche, al ruolo e al costo complessivo del controllo interno ed esterno. In particolare, si sono studiati tutti quegli elementi che possano incidere sul compenso e sulla qualità delle informazioni garantite al mercato. Infine, si è andati a vedere alcuni tra i più importanti studi di earnings management, per poter verificare se esistesse una relazione tra il sistema dei controlli e la qualità informativa del bilancio. Nel quarto capitolo si è studiato il caso italiano, caso molto interessante proprio alla luce del proliferare degli organi di controllo. Si è, quindi, analizzata la bontà di un modello in cui sono stati istituiti un così alto numero di controllori in competizione tra loro o se si potesse instaurare un meccanismo di scarico di responsabilità, più volte denunciato in letteratura. In particolare, è stato fatto un modello di regressione secondo il modello di Jones, verificando la cosiddetta politica degli accrual. Infine, nel quinto capitolo sono stati messi a confronto i tre Paesi analizzati sulla base delle risposte fornite ai questionari. Si sono, quindi, studiati le differenze e i punti di contatto tra i tre Paesi a riguardo delle diverse caratteristiche dei sistemi di controllo indagati, facendo particolare attenzione al costo complessivo che le imprese devono sostenere in funzione delle diverse previsioni normative nazionali

    IPOTESI DI MODELLO ORGANIZZATIVO E GESTIONALE DELL'AREA DELLE PROFESSIONI SANITARIE SULLA BASE DEL VIGENTE STATUS NORMATIVO, CON SPECIFICO RIFERIMENTO ALL'AREA PROFESSIONALE DIETISTICA

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    La rapida evoluzione negli ultimi anni dello status delle professioni sanitarie ha determinato la nascita di nuovi modelli assistenziali integrati nelle strutture sanitarie pubbliche, con caratteristici connotati di tipo manageriale. Sulla base di ciò le strutture ospedaliere e territoriali hanno istituito nuove aree funzionali, forti già della loro organizzazione interna, ma non senza alcune difficoltà in quanto il ruolo centrale attribuito dalla normativa ai professionisti non medici ha comportato cambiamenti significativi nell’assetto aziendale di ognuna. Inoltre la brevità dei tempi con cui è andato istaurandosi il nuovo modello organizzativo ha determinato adattamenti particolari e in alcuni casi non ottimali in rapporto ad un risultato di un assistenza efficace, efficiente ed economica che si vorrebbe ottenere. Non per questo l’importanza di una modifica epocale deve essere sminuita e sottovalutata, anzi, queste proposte neo-formate stanno già subendo notevoli miglioramenti ed integrazioni che vengono inserite al momento del rinnovo periodico degli atti regionali, locali e aziendali al fine di valorizzare al meglio il senso di ruolo nevralgico nella gestione delle politiche sanitarie. Proprio per questo è necessario analizzare nello specifico il fenomeno e capirne l’essenza per cui è stato pensato e pianificato, perché il ruolo della dirigenza delle professioni sanitarie in prospettiva di medio termine potrebbe rivelarsi importante se non essenziale al fine di una corretta gestione dell’assistenza all’utente sanitario, considerando anche il potenziale sviluppo sul territorio. Di fronte a questi presupposti abbiamo immaginato, secondo i termini di legge, un modello ipotetico di organizzazione, coordinamento e gestione dell’area delle professioni sanitarie nella sua completezza, per poi addentrarsi nello specifico professionale ed arrivare all’area dietistica analizzando le implicazione che comporta una corretta conduzione tecnico-amministrativa della stessa e su quale può essere il ruolo dell’operatore sanitario a capo di tale area. La sperimentazione del modello deriva anche dall’analisi di altre esperienze proposte e già affermate in Italia dove lo staff aziendale apicale ha attribuito notevole rilevanza alla funzione delle professioni sanitarie per competenze, professionalità e funzione specifica

    Linee guida per il Bilancio di Genere negli Atenei italiani

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    l Bilancio di Genere è un documento che, da un lato, fotografa la distribuzione di genere delle diverse componenti all’interno dell’Università nonché la partecipazione di donne e uomini negli organi di gestione dell’Ateneo e, dall’altro, monitora le azioni dell’Ateneo a favore dell’eguaglianza di genere, e valuta l’impatto di queste e delle politiche dell’Ateneo, compresi gli impegni economici-finanziari, su donne e uomini. Il Bilancio di Genere è dunque uno strumento essenziale per realizzare l’eguaglianza di genere nelle Università e per integrare la prospettiva di genere in tutte le politiche dell’Ateneo. L’importanza di portare la questione di genere al centro dell’attenzione degli Atenei, è evidente se si considera che in Italia, le donne rappresentano solo il 20 % dei professori ordinari e, tra i Rettori italiani, solo il 7% sono donne. Le forbici che descrivono le carriere di donne e uomini all’interno degli Atenei provano inoltre il c.d. fenomeno del “tubo che perde”: al progredire della carriera universitaria, il numero di donne diminuisce e l’Università perde le relative risorse. La diseguaglianza di genere causa dunque un problema di perdita di capacità e cattivo utilizzo di risorse pubbliche. La CRUI ha da tempo intrapreso un percorso a favore della tutela dell’eguaglianza tra donne e uomini nelle Università e ha assunto un impegno preciso per implementare e monitorare la diffusione e l’utilizzo del Bilancio di Genere quale strumento fondamentale per inserire la parità di genere nella più ampia strategia di sviluppo degli Atenei. A tal fine, ha dato mandato a un Gruppo di lavoro di esperte di elaborare le linee guida e la metodologia per realizzare il Bilancio di Genere delle Università e facilitare, così, una sua capillare diffusione tra gli Atenei italiani. Il volume illustrata nel dettaglio il processo di redazione del Bilancio di Genere - dalla costituzione del gruppo di lavoro, sino alla diffusione degli esiti del Bilancio di Genere - qual è il suo contenuto - mediante la individuazione di ambiti e fenomeni da analizzare con l’identificazione dei corrispondenti indicatori e delle relative rappresentazioni - e come il Bilancio di Genere debba essere adoperato come strumento di governance dell’Ateneo, attraverso l’integrazione con i principali documenti di programmazione e rendicontazione, al fine di promuovere l’eguaglianza sostanziale all’interno degli Atenei

    Il Sistema di Revenue Management strumento per lo sviluppo turistico sostenibile delle destinazioni

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    Businesses interact constantly with the environment, realizing several and heterogeneous exchanges. Organizations can be considered a system of different interests, frequently conflicting and the satisfaction of different stakeholders is a condition of success and survival. National and international literature attempts to explain the complex connection between companies and environment. In particular, the Stakeholder Theory considers crucial for businesses the identification of different stakeholders and their involvement in decision-making process. In this context, profit can not be considered the only purpose of companies existence and business aims become more numerous and different. The Stakeholder Theory is often utilized as framework for tourism studies, in particular in Sustainable Tourism Development research. In fact, authors consider sustainable the tourism development able to satisfy interests of different stakeholders, traditionally identified as local community and government, businesses, tourists and natural environment. Tourism businesses have to guarantee the optimal use of natural resources, the respect of socio-cultural tradition of local community and the creation of socio-economic benefits for all stakeholders in destinations. An obstacle to sustainable tourism development that characterizes a number of destinations worldwide is tourism demand seasonality. In fact, its negative impact on the environment, economy and communities may be highly significant. Pollution, difficulties in the use of public services, stress for residents, seasonal incomes, are all examples of the negative effects of seasonality. According to the World Tourism Organization (2004) the limitation of seasonality can favour the sustainability of tourism. Literature suggests private and public strategies to minimize the negative effects of tourism seasonality, as diversification of tourism products, identification of new market segments, launching events, application of public instruments like eco-taxes and use of differential pricing policies. Revenue Management is a managerial system based on differential pricing and able to affect price sensitive tourists. This research attempts to verify if Revenue Management, created to maximize profits in tourism companies, can also mitigate the seasonality of tourism demand, producing benefits for different stakeholders of destinations and contributing to Sustainable Tourism Development. In particular, the study attempts to answer the following research questions: 1) Can Revenue Management control the flow of tourist demand? 2) Can Revenue Management limit seasonality, producing benefits for different stakeholders of a destination? 3) Can Revenue Management favor the development of Sustainable Tourism? The literature review on Stakeholder Theory, Sustainable Tourism Development, tourism seasonality and Revenue Management forms the foundation of the research, based on a case study approach looking at a significant destination located in the Southern coast of Sardinia, Italy. A deductive methodology was applied and qualitative and quantitative methods were utilized. This study shows that Revenue Management has the potential to limit tourism seasonality, to mitigate negative impacts occurring from tourism activities, producing benefits for local community and to contribute to Sustainable Tourism Development

    Il Sistema di Revenue Management strumento per lo sviluppo turistico sostenibile delle destinazioni

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    Businesses interact constantly with the environment, realizing several and heterogeneous exchanges. Organizations can be considered a system of different interests, frequently conflicting and the satisfaction of different stakeholders is a condition of success and survival. National and international literature attempts to explain the complex connection between companies and environment. In particular, the Stakeholder Theory considers crucial for businesses the identification of different stakeholders and their involvement in decision-making process. In this context, profit can not be considered the only purpose of companies existence and business aims become more numerous and different. The Stakeholder Theory is often utilized as framework for tourism studies, in particular in Sustainable Tourism Development research. In fact, authors consider sustainable the tourism development able to satisfy interests of different stakeholders, traditionally identified as local community and government, businesses, tourists and natural environment. Tourism businesses have to guarantee the optimal use of natural resources, the respect of socio-cultural tradition of local community and the creation of socio-economic benefits for all stakeholders in destinations. An obstacle to sustainable tourism development that characterizes a number of destinations worldwide is tourism demand seasonality. In fact, its negative impact on the environment, economy and communities may be highly significant. Pollution, difficulties in the use of public services, stress for residents, seasonal incomes, are all examples of the negative effects of seasonality. According to the World Tourism Organization (2004) the limitation of seasonality can favour the sustainability of tourism. Literature suggests private and public strategies to minimize the negative effects of tourism seasonality, as diversification of tourism products, identification of new market segments, launching events, application of public instruments like eco-taxes and use of differential pricing policies. Revenue Management is a managerial system based on differential pricing and able to affect price sensitive tourists. This research attempts to verify if Revenue Management, created to maximize profits in tourism companies, can also mitigate the seasonality of tourism demand, producing benefits for different stakeholders of destinations and contributing to Sustainable Tourism Development. In particular, the study attempts to answer the following research questions: 1) Can Revenue Management control the flow of tourist demand? 2) Can Revenue Management limit seasonality, producing benefits for different stakeholders of a destination? 3) Can Revenue Management favor the development of Sustainable Tourism? The literature review on Stakeholder Theory, Sustainable Tourism Development, tourism seasonality and Revenue Management forms the foundation of the research, based on a case study approach looking at a significant destination located in the Southern coast of Sardinia, Italy. A deductive methodology was applied and qualitative and quantitative methods were utilized. This study shows that Revenue Management has the potential to limit tourism seasonality, to mitigate negative impacts occurring from tourism activities, producing benefits for local community and to contribute to Sustainable Tourism Development
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