14 research outputs found

    Incontri tirrenici: le relazioni fra Fenici, Sardi ed Etruschi in Sardegna (630-480 a.C.)

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    This research concerns the relations between Etruria and Sardinia in the period between 630 and 480 B.C. In particular, it was created a catalog of all etruscan imports of the Island, that includes both published materials and unpublished pieces from sites like Sulky-Sant'Antioco (CI), Monte Sirai Nuraghe and Sirai near Carbonia (CI). Based on these objective data, and its quantitative and qualitative analysis on the discovery contexts and on the type of imported vases, historical and archaeological reconstruction on the relations between Phoenicians, Sardinians and Etruscans have been proposed. The proposed hypotheses concerns the Sardinian and Phoenician market of the Island; furthermore, the Etruscan cities participating in the trade, and the analysis concerning the distribution routes and carriers, followed by the materials to arrive on the Island. Following the analysis of the object and the form of the archaic trade, an attempt to hypothesize who are the persons who buy Etruscan products and for which motivation was made. Based on the type of imported vessels, mainly concerning the consumption of wine, a phoenician "symposium" was tried to define. Finally, basing on a set of indicators, an attempt to figure out if Etruscans have directly attended the sardinian coasts, and if their exports had an impact, for example showing signs of imitation and inspiration, on the sardinian and phoenician local production, was made

    Naves plenis velis euntes

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    Il volume propone una serie di ricerche sulla navigazione e sui viaggi nell’antichità, con riferimento al traffico di metalli e di manufatti nella protostoria, a stanziamenti fenici quali Mozia in Sicilia, Sulky in Sardegna, Lixus in Marocco, agli approdi antichi e medievali. Infine in queste pagine viene presentata l’edizione di una tabella di immunità fiscale relativa ad una navicula (piccola imbarcazione) appartenente ad una Vestale massima, rinvenuta nel porto della Colonia Iulia Turris Libisonis in Sardegna

    Stendhal ‘archeologo’ nell’antica Etruria meridionale. La nascita di una grande passione (1831-1835)

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    Il 20 aprile 1831, il commissario straordinario di polizia del porto di Civitavecchia, Luigi Neri, informava Vincenzo Coleine, luogotenente di polizia a Civitavecchia, segretario generale della Delegazione Apostolica e facente funzioni di Delegato in assenza di Mons. Peraldi, dell’arrivo del nuovo console francese, Henri Beyle, sulla cui dubbia reputazione di liberale e libertino vi era lunga documentazione. Scrive infatti Neri che «[Beyle] se plaint amèrement de l’Autriche, qui n’a pas voulu..

    Tharros Felix 4

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    Il volume esamina i dati emersi dal recentissimo scavo di Sa Osa di Cabras, coordinato dall’archeologo Alessandro Usai, ed offre le linee di lettura della dinamica del paesaggio di un fiume (il Tirso) presso le sue foci, focalizzando l’attenzione, attraverso i più diversi contributi geomorfologici, paleobotanici, paleofaunistici, archeologici ecc., su una comunità di Sardi sia di fase prenuragica, sia e soprattutto di varie fasi nuragiche, che si adatta a un ambiente problematico a causa delle esondazioni del Tirso, ma organizza gli spazi in funzione di colture anche specializzate, quale la viticoltura (che qui a Sa Osa restituisce i più importanti dati, credo, del Mediterraneo occidentale)

    Fermo (FM). La necropoli di c.da Mossa.

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    Il presente lavoro costituisce un contributo allo studio della necropoli di c.da Mossa di Fermo, un contesto marchigiano dell'età del Ferro, quasi del tutto inedito. Si propone una classificazione tipologica dell'intero patrimonio di reperti archeologici, frutto delle campagne di scavo condotte tra il 1968 e il 2000. Segue un inquadramento cronologico e culturale del contesto attraverso una scansione in fasi dell'intero periodo d'utilizzo del sepolcreto, dai decenni centrali dell'VIII a tutto il VI sec. a.C. Viene presa in esame la prassi funeraria attraverso l'analisi del rito, la definizione di categorie di corredo e la loro distribuzione topografica. Sono, inoltre, prese in esame le dinamiche sociali del gruppo fermano derivanti dallo studio incrociato della documentazione di scavo e della stratigrafia orizzontale del sepolcreto. Tutti i reperti sono documentati graficamente e sono descritti in un apposito catalogo. Tale contributo ha permesso, in primo luogo, di ottenere una sequenza crono-tipologica per ciò che concerne le fasi recenti dell'età del Ferro che può rappresentare un valido caposaldo per l’area medio-adriatica. È stato, altresì, possibile gettare nuova luce su uno dei problemi più dibattuti in seno alla comunità scientifica: quello degli esiti culturali di Fermo alla fine dell'VIII sec. a.C., permettendo di smentire l'idea, ormai consolidatasi in letteratura, di un totale riassorbimento dell'elemento villanoviano nel locale sostrato piceno. Lo studio del contesto ha permesso, infatti, di riconoscere uno sviluppo autonomo di Fermo nelle fasi recenti dell'età del Ferro, che seleziona e accoglie determinati influssi da parte dell'ambiente adriatico, pur restando tenacemente ancorato alle proprie tradizioni di chiara ascendenza villanoviana

    L'Africa romana: momenti di continuità e rottura: bilancio di trent'anni di convegni <i>L'Africa romana</i>: atti del 20. Convegno di studio

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    Il volume raccoglie gli Atti del XX Convegno internazionale L’Africa romana (Alghero, 26-29 settembre 2013) dedicato a Momenti di continuità e rottura: bilancio di trent’anni di convegni «L’Africa romana». L’opera corona una lunga serie di incontri internazionali ai quali hanno partecipato centinaia di studiosi e, nei 195 contributi di studiosi italiani e stranieri, trovano il consueto ampio spazio anche le novità epigrafiche e le testimonianze di numerose provinciae affacciate sul Mediterraneo occidentale

    L'Africa romana: lo spazio marittimo del Mediterraneo occidentale: atti del 14. Convegno di studio

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    Questa XIV edizione dell'Africa romana, in tre volumi, pubblicata per iniziativa del Dipartimento di Storia e del Centro di Studi Interdisciplinari sulle Province Romane dell'Università degli Studi di Sassari e dell'Institut National du Patrimoine della Tunisia, segna un ulteriore allargamento geografico verso la penisola iberica e verso l'Africa centrale e altresì un'apertura cronologica più ampia verso l'età preromana e la tarda antichità. Vengono documentate la miriade di ricerche archeologiche, storiche ed epigrafiche in corso nel Mediterraneo e la coraggiosa acquisizione tra gli umanisti delle più sofisticate tecniche informatiche: dal GIS all'indagine archeologica sottomarina, dalle prospezioni territoriali anche satellitari alle nuove catalogazioni dei materiali e dei dati su base stratigrafica

    Materiali etrusco-italici e greci da Vulci (scavi Gsell) e di provenienza varia

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    Contacto cultural entre el Mediterráneo y el Atlántico (siglos XII-VIII ane). La precolonización a debate

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    Libro completo.-- A Xavier Dupré Raventós, in memoriam.Este libro ofrece una aproximación global, desde perspectivas diversas y en ocasiones contrapuestas, a uno de los temas -el de la llamada “precolonización”- más controvertidos en la arqueología protohistórica de los últimos años. El debate en torno a la pertinencia y significado de este concepto supone un extenso tratamiento de las dos principales cuestiones suscitadas por el mismo: las dinámicas de contacto cultural entre comunidades atlánticas y mediterráneas durante el Bronce Final y los orígenes de las colonizaciones históricas en el Mediterráneo centro-occidental. La monografía se estructura en varias partes claramente complementarias. La primera aborda diversos aspectos generales, centrándose especialmente en los modelos teóricos y los problemas cronológicos de este período. La segunda parte constituye una sistemática puesta al día de la cuestión precolonial en todas las áreas afectadas por la misma desde el Mediterráneo central hasta el ámbito atlántico. En la tercera se ofrecen algunas aproximaciones a la cultura material, con particular atención a la broncística, la orfebrería y los carros representados en las estelas del Suroeste. Por último, la cuarta parte contiene una valoración general de los editores, en español e inglés, así como un epílogo a cargo de una de las mayores especialistas en colonialismo antiguo. Aunque se ha buscado de forma decidida la incorporación de distintos enfoques, a nivel general el principal cambio de paradigma que reflejan las páginas de este volumen consiste en la valoración del papel desempeñado por las comunidades locales. Se supera definitivamente el análisis de la precolonización como un proceso protagonizado por una parte activa (las sociedades del Mediterráneo oriental) frente a otra pasiva (las comunidades locales). Desde la pluralidad de perspectivas, todos los autores coinciden en valorar los contactos precoloniales desde la idea de interacción y desde el análisis del registro arqueológico y el contexto socioeconómico de las poblaciones autóctonas

    Antichità Altoadriatiche XII (1976). Aquileia e l'Oriente Mediterraneo

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