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Antropologia della libertĂ
L'antropologia filosofica e l'antropologia politica nei loro punti di convergenza verso la libert
Giacomo Leopardi: las dos caras del "infinito"
Lo que sin duda distingue este de otros cantos leopardinos,
es la perfecta fusiĂłn entre el tĂtulo y el poema mismo en su totalidad. Nada hay en Ă©l que se salga de ese concepto, de esa palabra en la que los versos quedan encuadrados: L'Infinito. Se dirĂa incluso, que la beIleza alcanzada por LĂ©opardi deriva más del contenido que de la forma: la aproximaciĂłn entre cada tĂ©rmino, cada recurso rĂtmico, cada resonancia metafĂłrica, y la infinitud que sugieren, hace que el objeto emerja casi directamente, eliminando la mediaciĂłn artĂstica.What certainly distinguishes this poem from other leopardinos songs, it is the perfect fusion between the title and the poem itself. There is nothing in it to get out of that concept, that the word in which the verses are framed: L'Infinito. It would even say that the beauty that Leopardi reached is more in the content that in the form: the approximation between each term, each rhythmic resource, each metaphorical resonance, suggest that infinity makes the object emerge almost directly, eliminating the artistic mediation
Alcune riflessioni storico-critiche di epistemologia teologica
In questa nota storico-critica, anche contestualmente alla nozione di cambio concettuale toulmiano, si vuol riflettere sull'opportunitĂ metodologica di un ritorno, in senso heideggeriano, all'autenticitĂ dell'originario pensiero filosoco greco sia per meglio chiarire i termini
dei rapporti fra pensiero scientico e teologia sistematica sia per inquadrare, in maniera piĂą coerente e maggiormente comprensiva, le principali concezioni della dottrina eucaristica della teologia cattolica che, ripensate entro l'impianto ontoteologico heideggeriano, avvaloreranno e giusticheranno le teorie transustanziali rispetto a quelle consustanziali
Se la tecnica diventa il soggetto della storia. Note sulla tecnocrazia: GĂĽnther Anders, Martin Heidegger, JĂĽrgen Habermas
Nella multiforme produzione di un pensatore come GĂĽnther Anders risulta evidente una posizione complessivamente pessimistica e catastrofica nei confronti delle possibilitĂ umane nell'era della tecnica; deduzione che non deve le sue ragioni, principalmente, alla natura dell'uomo in quanto tale, bensì a quell'allontanamento de-responsabilizzante ed eteronomo dello stesso nei riguardi della propria “Storia” con l'ascesa di una Ď„Îχνη in qualche modo indipendente e svincolata dal controllo del suo inventore. In questo senso è possibile ascrivere la filosofia andersiana all'interno del perimetro della Posthistoire: il “tempo della fine” (Endzeit) non è un leitmotiv unicamente nei saggi andersiani dedicati alla polemica anti-atomica e rimane un orizzonte permanente sul quale si stagliano eventualitĂ di carattere morale e politico
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