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El nuevo proceso de canonización de la edad moderna
In the modern age became a complex and bureaucratic legal operation, for which time played a decisive role in preventing hasty decisions. A cause for beatification and canonization included several processes and was divided into two phases: the first was held in front of the tribunal of the Bishops, in the place where the fame of holiness originated and spread, while the second was the Pope’s responsibility and took place in the Sacred Congregation of Rites. The «modern» novelties of the procedure that strongly influenced the contents of the process can be summarized in two points: the coining of the formula of heroic virtues and the decrees of Urban VIII concerning non-worship. These innovations enabled mechanisms to be put in place for the selection of models of holiness that best responded to the needs of the Church.La canonización en la edad moderna se transforma en una operación jurídica compleja y burocratizada, en la cual el factor tiempo asume un papel determinante para no tomar decisiones apresuradas. Una causa de beatificación y de canonización comprendía varios procesos y se dividía en dos fases: la primera se desarrollaba en los tribunales locales, en la localidad en que la fama de santidad había surgido y desde la que se había difundido, mientras que la segunda era competencia del pontífice y tenía lugar en la Sagrada Congregación de Ritos. Las novedades «modernas» de procedimiento que influyeron fuertemente en los contenidos de los procesos son dos: la acuñación de la fórmula de las virtudes heroicas y los decretos de Urbano VIII con el nacimiento del proceso sobre el no culto. Estos permitieron poner en marcha un mecanismo para seleccionar los modelos de santidad más adecuados a las necesidades de la Iglesia
Mezzogiorno prodigioso. Ricerche sul miracolo nel Meridione d’Italia dell’età moderna
Si analizzano in questo volume gli sviluppi storiografici sul tema del miracolo e della santità, esaminando sia alcune recenti tendenze della ricerca internazionale, sia la consolidata storiografia che negli anni Settanta e Ottanta si è sviluppata con ricerche relative al Mezzogiorno d’Italia sul tema della vita religiosa. Le proposte
della domestic religion e gli innovativi percorsi relativi alla natura, alla medicina e alla scienza hanno infatti contribuito ad articolare i consolidati i filoni della ricerca sul tema del miracolo
Elisabetta Farnese
«Scaltra come una zingara»: così Alberoni definì Elisabetta Farnese (1692-1766) pensando alle sue doti politiche. Regina consorte tutt’altro che passiva e dietro le quinte, la sua figura si presta all’analisi dell’apporto muliebre alla realizzazione della sovranità monarchica europea, in sintonia con l’attenzione della più recente storiografia alla regalità femminile, al ruolo delle regine consorti, nonché all’influenza delle donne nella costruzione delle corti. Le vicende della Farnese vanno infatti ricollocate in un quadro di studi profondamente rinnovato negli ultimi decenni.
In questa biografia si presta quindi attenzione alla formazione della futura regina di Spagna negli anni del tramonto degli antichi stati principeschi italiani, decadenti, ma con corti ancora vivaci e in grado di rappresentare dei modelli culturali e artistici. Proprio il destino della penisola italiana rappresenta il cuore della successiva politica internazionale della regina di Spagna. Si è voluto superare lo stereotipo della “madre ambiziosa”, per cogliere maggiormente i disegni complessivi di Elisabetta. La vita della regina di Spagna ha fatto i conti con i nodi internazionali che caratterizzarono il vecchio continente nella prima metà del Settecento: il conflitto a livello mondiale tra le potenze coloniali della Francia e dell’Inghilterra; la crisi e la resilienza dei paesi mediterranei; l’affermazione prima degli Asburgo di Vienna e l’emergere poi della Prussia come nucleo tedesco alternativo all’interno dell’Impero. È in questo quadro assai complesso che Elisabetta Farnese attuò un’attenta politica volta all’affermazione della dinastia. Fu soprattutto grazie al suo operare, energico e non sempre convenzionale, che nacquero numerose branche della famiglia dei Borbone, destinate a dominare con tratti assai comuni l’Europa della seconda metà del Settecento
NAPOLI E VIENNA NEL XVIII SECOLO TRA VICERÉ E UNA REGINA
L’interesse sui rapporti tra Napoli e Vienna nell’ambito della storiografia
del Mezzogiorno d’Italia non è stato fortunato: sul viceregno austriaco ha pesato il
giudizio sull’eccessivo fiscalismo e sulla scarsa capacità di realizzazione di progetti
rinnovatori; sull’epoca di Maria Carolina il ruolo della regina nella repressione dei
movimenti rivoluzionari. Per le due epoche gli studi sono stati lungamente concentrati
sulle correnti riformistiche. È negli ultimi due decenni che si assiste a una crescita di
interesse per temi interdisciplinari legati alla cultura, all’arte, alla musica e al teatro,
dai quali emerge la connessione del Regno con le altre realtà europee.The interest on the relations between Naples and Vienna in the context of
the historiography of the Southern Italy was not fortunate: on the Austrian vice-kingdom
had an impact the judgment on the excessive fiscalism and the lack of capacity
to carry out renewing projects; on the age of Maria Carolina, the role of the queen in
the repression of revolutionary movements. For these two epochs, studies have been
long concentrated on reformist currents. The last two decades have seen an increase
in interest in interdisciplinary themes related to culture, art, music and theatre, from
which emerges the connection of the Kingdom with other European realities
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