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Il volto della città: quando il ritratto è visto alla rovescia
Per la rappresentazione figurativa e, in particolare, per la rappresentazione di città, ogni lingua ha creato termini specifici, posti in relazione alla cultura che devono esprimere, e quindi non sempre intercambiabili; allo stesso modo ogni epoca ha modificato o messo in discussione o aggiornato i modi di descrivere, specialmente la città, pur mantenendo sempre costanti alcuni requisiti: il diretto e autentico rapporto con il vero; l’ambizione alla somiglianza più favorevole; la realizzazione affidata all’arte e ai suoi esponenti; la rappresentazione attraverso il ritratto
Frammenti di Napoli
[English]:This work intends to collect the results of studies and researches which contribute to strengthening the knowledge of the area and in documenting all these shades that converge on qualifying in a cultural entity as collective heritage: the single heritages, through knowledge can obtain in this way not only an adequate representation. It is thus not by chance, that this book is dedicated to the city of Naples, a city with a strong and complex identity, with classical roots, full of conflict and eager to confrontations; the artistic and cultural heritage that this city preserves, almost a catalogue of the entire Mediterranean civilization, of which it is the symbol, is made of great testimonies, but also of small fragments, of layers and mixtures, which together converge on the culture of ‘making a system’ aimed at the creation of a territory network, at the bringing closer and understanding of single cultural identities, at a best mutual perception. [Italiano]: Questo lavoro raccoglie gli esiti di studi e ricerche volti a rafforzare la conoscenza del luogo e a documentare tutte quelle sfumature che concorrono a qualificare una entità culturale come bene collettivo. I singoli oggetti dello spazio urbano, seppur diversi l’uno dall’altro, ora per dimensioni, ora per tipologia, ora per epoca, attraverso l’indagine analitica, possono ottenere non solo una rappresentazione adeguata ma anche e soprattutto una necessaria divulgazione. E non a caso questo lavoro è dedicato alla città di Napoli, una città dalla identità forte e complessa, dalle radici classiche, piena di conflitti e desiderosa di confronto; il patrimonio artistico e culturale che questa città custodisce, quasi un catalogo dell’intera civiltà mediterranea di cui è simbolo, è fatto di grandi testimonianze ma anche di piccoli frammenti, di commistioni e stratificazioni che, tutti insieme, concorrono alla cultura del ‘fare sistema’ finalizzata alla creazione di una rete di attenzione al territorio, all’avvicinamento e alla comprensione delle singole identità culturali, alla migliore percezione reciproca. Ogni oggetto o frammento può essere ricomposto nell’insieme più ampio della città e concorre a descrivere un racconto per immagini, per grafie, per segni
Chapter Frammenti urbani e nuove visualizzazioni: la piazzetta di San Gennaro all’Olmo a Napoli
The 43rd UID conference, held in Genova, takes up the theme of ‘Dialogues’ as practice and debate on many fundamental topics in our social life, especially in these complex and not yet resolved times. The city of Genova offers the opportunity to ponder on the value of comparison and on the possibilities for the community, naturally focused on the aspects that concern us, as professors, researchers, disseminators of knowledge, or on all the possibile meanings of the discipline of representation and its dialogue with ‘others’, which we have broadly catalogued in three macro areas: History, Semiotics, Science / Technology. Therefore, “dialogue” as a profitable exchange based on a common language, without which it is impossible to comprehend and understand one another; and the graphic sign that connotes the conference is the precise transcription of this concept: the title ‘translated’ into signs, derived from the visual alphabet designed for the visual identity of the UID since 2017. There are many topics which refer to three macro sessions: - Witnessing (signs and history) - Communicating (signs and semiotics) - Experimenting (signs and sciences) Thanks to the different points of view, an exceptional resource of our disciplinary area, we want to try to outline the prevailing theoretical-operational synergies, the collaborative lines of an instrumental nature, the recent updates of the repertoires of images that attest and nourish the relations among representation, history, semiotics, sciences
LA CITTÀ PALINSESTO/II. Tracce, sguardi e narrazioni sulla complessità dei contesti urbani storici: Rappresentazione, conoscenza, conservazione
[Italiano]:Questo volume accoglie le più recenti riflessioni attorno ai necessari fondamenti, teorici e di pensiero, nonché gli aspetti tecnici, artistici, tecnologici che portano a concepire la città e il paesaggio come palinsesto figurativo e fenomenologico. Città e paesaggio, infatti, continuamente soggetti a operazioni di cancellature e riscritture – in termini di progetto e restauro, di tutela e valorizzazione, di disegno e ridisegno – sono i testimoni visivi di come appare a noi il palinsesto oggi, grazie al connubio sempre più stretto fra tecnologie e strumenti di visione, in un’ottica proiettiva e trasformativa fortemente relazionale
./[English]:This volume contains the most recent reflections on the necessary foundations, theoretical and thought, as well as the technical, artistic, technological aspects that lead to conceiving the city and the landscape as a figurative and phenomenological palimpsest. City and landscape, in fact, continually subject to erasing and rewriting operations – in terms of project and restoration, protection and enhancement, design and redesign – are the visual witnesses of how the schedule appears to us today, thanks to the increasingly squeezed between technologies and tools of vision, in a highly relational projective and transformative perspective
LA CITTÀ PALINSESTO/II
This volume contains the most recent reflections on the necessary foundations, theoretical and thought, as well as the technical, artistic, technological aspects that lead to conceiving the city and the landscape as a figurative and phenomenological palimpsest. City and landscape, in fact, continually subject to erasing and rewriting operations – in terms of project and restoration, protection and enhancement, design and redesign – are the visual witnesses of how the schedule appears to us today, thanks to the increasingly squeezed between technologies and tools of vision, in a highly relational projective and transformative perspective.illustratorQuesto volume accoglie le più recenti riflessioni attorno ai necessari fondamenti, teorici e di pensiero, nonché gli aspetti tecnici, artistici, tecnologici che portano a concepire la città e il paesaggio come palinsesto figurativo e fenomenologico. Città e paesaggio, infatti, continuamente soggetti a operazioni di cancellature e riscritture – in termini di progetto e restauro, di tutela e valorizzazione, di disegno e ridisegno – sono i testimoni visivi di come appare a noi il palinsesto oggi, grazie al connubio sempre più stretto fra tecnologie e strumenti di visione, in un’ottica proiettiva e trasformativa fortemente relazionale
La città, il viaggio, il turismo: Percezione, produzione e trasformazione
[English]:The city as a destination of the journey in his long evolution throughout history: a basic human need, an event aimed at knowledge, to education, to business and trade, military and religious conquests, but also related to redundancies for the achievement of mere physical or spiritual salvation. In the frame of one of the world's most celebrated historical city, the cradle of Greek antiquity, myth and beauty, travel timeless destination for culture and leisure, and today, more than ever, strongly tending to the conservation and development of their own identity, this collection of essays aims to provide, in the tradition of AISU studies, a further opportunity for reflection and exchange between the various disciplines related to urban history./ [Italiano]:La città come meta del viaggio nella sua lunga evoluzione nel corso della storia: un bisogno primario dell'uomo, un evento finalizzato alla conoscenza, all'istruzione, agli affari e agli scambi commerciali, alle conquiste militari o religiose, ma anche legato agli esodi per il conseguimento della mera salvezza fisica o spirituale. Nella cornice di una delle città storiche più celebrate al mondo, culla dell'antichità greca, del mito e della bellezza, meta intramontabile di viaggi di cultura e di piacere, e oggi, più che mai, fortemente protesa alla conservazione e alla valorizzazione della propria identità, questa raccolta di saggi intende offrire, nel solco della tradizione di studi dell'AISU, un'ulteriore occasione di riflessione e di confronto tra i più svariati ambiti disciplinari attinenti alla storia urbana
Delli Aspetti de Paesi. Vecchi e nuovi Media per l’Immagine del Paesaggio: Rappresentazione, memoria, conservazione - Tomo II
[English]:Starting from one of the most significant chapters of Leonardo's Libro di Pittura, we hwant to focus on the media - namely on the narrative, descriptive and graphics methodologies together with the techniques adopting during the modern and contemporary age as 'diffusers' of the landscape image - and on the deriving potential models for the enhancement of the historical landscape heritage./ [Italiano]: Partendo dal titolo di uno dei capitoli più significativi del Libro di Pittura di Leonardo, si vuole porre l'attenzione sui media, ossia sulle metodologie e sulle tecniche narrative, descrittive e grafiche adottate, nella storia moderna e contemporanea, quali 'diffusori' dell'immagine del paesaggio, e sui potenziali modelli che ne derivano ai fini della valorizzazione del patrimonio storico paesaggistico
La Città Altra: Storia e immagine della diversità urbana: luoghi e paesaggi dei privilegi e del benessere, dell’isolamento, del disagio, della multiculturalità
[English]: This volume proposes a rich corpus of papers about the ‘Other City’, a subject only few times dealt with, but worthy of all our attention: it imposes itself on the scene of international modern and contemporary historiography for its undeniable topicality. Throughout history, the city has always had to deal with social ‘otherness’, i.e. with class privileges and, consequently, with discrimination and marginalization of minorities, of the less well-off, of foreigners, in short, with the differences in status, culture, religion. So that the urban fabric has ended up structuring itself also in function of those inequalities, as well as of the strategic places for the exercise of power, of the political, military or social control, of the spaces for imprisonment, for the sanitary isolation or for the ‘temporary’ remedy to the catastrophes. From the first portraits of cities, made and diffused at the beginning of the fifteenth century for political exaltation purposes or for religious propaganda and for devotional purposes, which often, through increasingly refined graphic techniques, distort or even deny the true urban image, we reach, at the dawn of contemporary history, the new meaning given by scientific topography and new methods of representation; these latter aimed at revealing the structure and the urban landscape in their objectivity, often unexpected for who had known the city through the filter of ‘regime’ iconography. The representation of the urban image still shows the contradictions of a community that sometimes includes and even exalts the diversities, other times rejects them, showing the unease of a difficult integration / [Italiano]: Questo volume propone un ricco corpus di contributi sulla ‘Città Altra’, un tema sinora poco battuto ma degno di tutta la nostra attenzione, che s’impone sulla scena della storiografia internazionale, moderna e contemporanea, per la sua innegabile attualità. Nel corso della storia, la città ha dovuto sempre fare i conti con le ‘alterità’ sociali, ossia con i privilegi di classe e, conseguentemente, con la discriminazione e l’emarginazione delle minoranze, dei meno abbienti, degli stranieri, insomma con le diversità di status, di cultura, di religione. Sicché il tessuto urbano ha finito per strutturarsi anche in funzione di quelle diseguaglianze, oltre che dei luoghi strategici per l’esercizio del potere, del controllo politico, militare o sociale, degli spazi per la reclusione, per l’isolamento sanitario o per il rimedio ‘temporaneo’ alle catastrofi. Dai primi ritratti di città elaborati e diffusi sul principio del Quattrocento per fini di esaltazione politica o per la propaganda religiosa e per scopi devozionali, che spesso, attraverso tecniche grafiche sempre più raffinate, falsano o addirittura negano la vera immagine urbana, si giunge, all’alba della storia contemporanea, al nuovo significato dato dalla topografia scientifica e dai nuovi metodi di rappresentazione, atti a svelare la struttura e il paesaggio urbano nella loro oggettività, spesso cruda e inaspettata per quanti, prima di allora, avessero conosciuto la città attraverso il filtro dell’iconografia ‘di regime’. La rappresentazione dell’immagine urbana mostra ancora oggi le contraddizioni di una comunità che a volte include, e persino esalta, le diversità, altre volte le respinge, tradendo il malessere di una difficile integrazione
La Città Altra:Storia e immagine della diversità urbana: luoghi e paesaggi dei privilegi e del benessere, dell’isolamento, del disagio, della multiculturalità
This volume proposes a rich corpus of papers about the ‘Other City’, a subject only few times dealt with, but worthy of all our attention: it imposes itself on the scene of international modern and contemporary historiography for its undeniable topicality. Throughout history, the city has always had to deal with social ‘otherness’, i.e. with class privileges and, consequently, with discrimination and marginalization of minorities, of the less well-off, of foreigners, in short, with the differences in status, culture, religion. So that the urban fabric has ended up structuring itself also in function of those inequalities, as well as of the strategic places for the exercise of power, of the political, military or social control, of the spaces for imprisonment, for the sanitary isolation or for the ‘temporary’ remedy to the catastrophes. From the first portraits of cities, made and diffused at the beginning of the fifteenth century for political exaltation purposes or for religious propaganda and for devotional purposes, which often, through increasingly refined graphic techniques, distort or even deny the true urban image, we reach, at the dawn of contemporary history, the new meaning given by scientific topography and new methods of representation; these latter aimed at revealing the structure and the urban landscape in their objectivity, often unexpected for who had known the city through the filter of ‘regime’ iconography. The representation of the urban image still shows the contradictions of a community that sometimes includes and even exalts the diversities, other times rejects them, showing the unease of a difficult integration
Il ‘Libro di disegni’ del principe di Tarsia e le tecniche di rappresentazione del secondo Cinquecento
I due album manoscritti della Biblioteca Nazionale di Napoli (Mss. XII.D.1 e XII.D.74) compongono, nel loro insieme, un vero e proprio ‘Libro di disegni’ di architettura e città. Questo, se da un lato comprova la diffusione in ambiente napoletano del linguaggio grafico e dei metodi di rappresentazione con cui tra la prima e la seconda metà del Cinquecento vengono comunicate l’architettura, la città e il territorio, d’altro canto costituisce una preziosa testimonianza del primato, in immediatezza e universalità espressiva, dell’arte del disegno, oltre che del suo indiscutibile
ruolo di medium per la comprensione del reale.
Gli attuali 132 fogli che costituiscono la raccolta dànno vita a un ipertesto figurativo ante litteram, uno strumento aperto, potenzialmente infinito e teso alla continua ricerca dell’immagine più evocativa possibile delle forme dello spazio, sia esso lo spazio dell’architettura che quello della città. Qui il «figurare» leonardiano, che già nel Paragone – Codice A e Codice C – appare superiore al «descrivere», offusca completamente la parola nella predominanza del segno iconico rispetto a qualsiasi segno lessicale, relegato a brevissime e sporadiche annotazioni a margine di tavole riempite
interamente dall’immagine grafica
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