16 research outputs found

    Tra abbandono e ricostruzione: note dai carteggi degli ufficiali impegnati in Calabria dopo il terremoto del 1783

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    Earthquakes sometimes determine and continue to feed the phenomenon of abandonment with the irreversible destructive effects on territories and communities. An effect which a large area of Calabria suffered, devastated by an earthquake in 1783.This essay, through the reading of archival documentation produced by the “Cassa Sacra”, an institution appointed by the Bourbon government for reconstruction, investigates a theme which is often left in darkness. The reading of these documents tried to capture the feelings and doubts that animated the communities in the aftermath of the earthquake, between the lines of official documentation. In some cases, these communities were resigned to abandoning their destroyed villages, in others, however, they were induced to move to new built-up areas. The exoduses were not always spontaneous, and were sometimes strenuously opposed, while others chose to stay. There were also cases in which the convinced intention to “emigrate” elsewhere was, instead, prevented, in order to protect certain interests that were not entirely coherent with official guidelines, which, in promoting relocation, always prefigured a better life elsewhere for the affected populations. Tra abbandono e ricostruzione: note dai carteggi degli ufficiali impegnati in Calabria dopo il terremoto del 1783Il terremoto, con gli effetti distruttivi a volte irreversibili provocati su territori e comunità, ha determinato e ancora alimenta il fenomeno dell'abbandono. Un esito di cui subì le conseguenze una vasta area della Calabria devastata dal sisma nel 1783. In quest'occasione, attraverso la lettura della documentazione d'archivio prodotta dalla Cassa Sacra, ente preposto dal governo borbonico alla ricostruzione, si inizia ad indagare un tema rimasto spesso nell'ombra. Si cerca di cogliere tra le righe della documentazione ufficiale, i sentimenti e i dubbi che animavano le comunità all'indomani del sisma, in alcuni casi rassegnate ad abbandonare i propri paesi distrutti, in altri, invece, indotte a spostarsi in nuovi abitati da costruire, con esodi non sempre spontanei, avverso i quali, in alcuni casi, ci si oppose strenuamente scegliendo di rimanere. Non mancarono anche i casi in cui la convinta intenzione a "emigrare" altrove, venne invece impedita a tutela di interessi non del tutto coerenti con  quei principi ufficiali che nell'orientare la ricostruzione, dovevano prefigurare una vita migliore per le popolazioni colpite.Il terremoto, con gli effetti distruttivi a volte irreversibili provocati su territori e comunità, ha determinato e ancora alimenta il fenomeno dell'abbandono. Un esito di cui subì le conseguenze una vasta area della Calabria devastata dal sisma nel 1783. In quest'occasione, attraverso la lettura della documentazione d'archivio prodotta dalla Cassa Sacra, ente preposto dal governo borbonico alla ricostruzione, si inizia ad indagare un tema rimasto spesso nell'ombra. Si cerca di cogliere tra le righe della documentazione ufficiale, i sentimenti e i dubbi che animavano le comunità all'indomani del sisma, in alcuni casi rassegnate ad abbandonare i propri paesi distrutti, in altri, invece, indotte a spostarsi in nuovi abitati da costruire, con esodi non sempre spontanei, avverso i quali, in alcuni casi, ci si oppose strenuamente scegliendo di rimanere. Non mancarono anche i casi in cui la convinta intenzione a "emigrare" altrove, venne invece impedita a tutela di interessi non del tutto coerenti con  quei principi ufficiali che nell'orientare la ricostruzione, dovevano prefigurare una vita migliore per le popolazioni colpite. Abandonment and Reconstruction: Notes from Correspondence of Officials after the 1783 Earthquake in CalabriaEarthquakes sometimes determine and continue to feed the phenomenon of abandonment with the irreversible destructive effects on territories and communities. An effect which a large area of Calabria suffered, devastated by an earthquake in 1783. This essay, through the reading of archival documentation produced by the “Cassa Sacra”, an institution appointed by the Bourbon government for reconstruction, investigates a theme which is often left in darkness. The reading of these documents tried to capture the feelings and doubts that animated the communities in the aftermath of the earthquake, between the lines of official documentation. In some cases, these communities were resigned to abandoning their destroyed villages, in others, however, they were induced to move to new built-up areas. The exoduses were not always spontaneous, and were sometimes strenuously opposed, while others chose to stay. There were also cases in which the convinced intention to “emigrate” elsewhere was, instead, prevented, in order to protect certain interests that were not entirely coherent with official guidelines, which, in promoting relocation, always prefigured a better life elsewhere for the affected populations

    Carlo Fontana e i disegni di progetto per il Collegio Tolomei a Siena

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    Carlo Fontana’s projects of the Chigi Palace in San Quirino d’Orcia and Villa Cantinale in Ancaino are generally the only works in the area of Siena to be remembered in the vast professional activity of the architect who worked for Cardinal Flavio Chigi.Recent archive studies have brought to light other particular references to the activity of Carlo Fontana, thus confirming, what, in recent past, had only been hypothesized; unpublished drawings have been added to the new information of the archive documents, now attributing the project to Fontana.The drawings are conserved in the British Library in London and are inside one of the 24 volumes bought by James Adam, for King George III, in 1762, from the collection of Cardinal Albani. Drawings of Siena, dating from the late 1670s and early 1680s, illustrate a project by Carlo Fontana for the new building of the Tolomei College in Siena. The project, which was never realised, is in any way significant. It enriches the catalogue of the Ticinese architect and shows the approach of Fontana in the context of Senese architectural, that was traditionally very tied to medieval tradition. Different architectural forms and styles were also introduced into Siena, following a path driven by the Roman academic circles, leaving tangible testimonies in many interventions in the Tuscan city from the first half of the eighteenth century. key words: carlo Fontana, Siena, Tolomei College, DesignE' noto che Carlo Fontana, architetto del cardinale Flavio Chigi,nella sua estesa attività professionale fosse stato impegnato in cantieri nell'ambito senese; basti ricordare  il palazzo di San Quirico d'Orcia e la villa Cetinale ad Ancaiano. Da qualche tempo, tuttavia, sono emersi da indagini archivistiche puntuali riferimenti all'attività di Carlo Fontana a Siena, che testimoniano quanto inizialmente poteva essere ricondotto a ipotesi indiziarie. In questa occasione, ai dati emersi dalla documentazione d'archivio, si aggiunge una serie di disegni della British Library, inseriti in uno dei 24 volumi che James Adam acquistò per re Giorgio III nel 1762 dalla collezione del cardinale Albani. I disegni senesi, databili tra la fine degli anni '70 e i primi anni '80 del XVII secolo, sono relativi a un progetto redatto da Carlo Fontana per la nuova sistemazione del Collegio Tolomei, cui, però, non fu dato seguito. La serie completa dei disegni è significativa non solo perché incrementa il catalogo dell'architetto ticinese, ma soprattutto in quanto lascia percepire quale sarebbe stato l'approccio di Fontana nei confronti di una città tradizionalmente legata alle sue radici come Siena. Si assiste in questo modo alla circolazione di forme e linguaggi poco diffusi in quel contesto così singolare e che, in continuità con un percorso già avanzato altrove, avrebbero favorito anche a Siena una progressiva affermazione dell'autorità della tradizione a partire dalla prima metà del Settecento. Parole chiave: Carlo Fontana, Siena, Collegio Tolomei, progett

    La Calabria e il viaggio alla ricerca de La Grande Grèce nel Voyage pittoresque dell’abate di Saint-Non

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    The result of a revision process on the part of the publisher of Voyage Picturesque, regarding the original drawings and texts produced by participants of the expedition, is a collection of views of cities, landscapes and architecture of Calabria, which were prepared during the expedition organized in 1778 by the Abbot of Saint-Non and led by Dominique Vivant- Denon. A comparison of the Voyage with the original travel diary of Vivant-Denon, published in another edition, and with a series of sketches and preparatory drawings by Louis-Jean Desprez and Claude-Louis Châtelet, offers the opportunity to verify how those unexplored and largely unknown places were perceived and then interpreted, through the filter of the "brave" travelers who crossed Calabria at the end of the 18th century and, eventually, to also verify how those same places are still recognizable in their original structures.Le vedute di città, paesaggi e architetture realizzate per la Calabria dalla spedizione, organizzata nel 1778 dall'Abate di Saint-Non e guidata da Dominique Vivant Denon, è l'esito di un processo di revisione apportato dall'editore del Voyage ai disegni e testi originali prodotti dai partecipanti alla spedizione. Il confronto del Voyage con il diario di viaggio originale di Vivant-Denon, pubblicato in altra edizione, e con la serie di schizzi e disegni preparatori di Louis-Jean Desprez e Claude-Louis Châtelet, offre l'occasione per verificare come siano stati percepiti e poi interpretati quei luoghi inesplorati e in gran parte sconosciuti, attraverso il filtro dei "coraggiosi" viaggiatori che percorsero la Calabria alla fine del XVIII secolo, ed eventualmente di appurare quanto quei medesimi luoghi siano ancora riconoscibili nei loro caratteri identitari

    La Calabria e il Voyage Pittoresque dell’abate di Saint-Non: rappresentazione e interpretazione in diari, disegni e schizzi di viaggio

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    The result of a revision process on the part of the publisher of Voyage Picturesque, regarding the original drawings and texts produced by participants of the expedition, is a collection of views of landscapes, cities and architecture of Calabria, which were prepared during the expedition organized in 1778 by the Abbot of Saint-Non and led by Dominique Vivant-Denon.A comparison of the Voyage with the original travel diary of Vivant Denon, published in another edition, and with a series of sketches and preparatory drawings by Louis-Jean Desprez and Claude-Louis Chatelet, offers the opportunity to verify how those unexplored and largely unknown places were perceived and then interpreted, to analyse what was the real perception of ancient times in the Calabrian territory, still largely unexplored and very difficult to travel through, and, eventually, to also verify how those same places are still recognizable in their original structures, through the filter of the "brave" travelers who crossed Calabria at the end of the eighteenth century.Le vedute di paesaggi, città e architetture realizzate per la Calabria dalla spedizione, organizzata nel 1778 dall'Abate di Saint-Non e guidata da Dominique Vivant Denon, è l'esito di un processo di revisione apportato dall'editore del Voyage ai disegni e testi originali prodotti dai partecipanti alla spedizione. Il confronto del Voyage con il diario di viaggio originale di Vivant-Denon, pubblicato in altra edizione, e con la serie di schizzi e disegni preparatori di Louis-Jean Desprez e Claude-Louis Chatelet, offre l'occasione per verificare come siano stati percepiti e interpretati quei luoghi in gran parte sconosciuti, quale fosse la reale percezione dell'Antico in un territorio per lo più inesplorato e molto difficile da percorrere, e  di appurare quanto quei medesimi luoghi siano ancora riconoscibili nei loro caratteri identitari, attraverso il filtro dei "coraggiosi" viaggiatori che percorsero la Calabria alla fine del XVIII secolo

    Architecture and construction events of the fortress of Capalbio (GR): a fifteenth century tower model on the borders of the Republic of Siena

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    [EN] Capalbio (GR) is located in the heart of the southern Maremma, along the border strip that in the second half of the fifteenth century marked the line between the Republic of Siena –became part of the Grand Duchy of Tuscany with the peace of Cateau-Cambrésis of 1559– and the Papal State. The historic center, built around the hill on which it stands, enclosed by a double circle of walls, emerges in the skyline of the surrounding landscape. The fortified structure of Capalbio has a non-simple construction history, especially for the remote phases, but that gradually becomes simpler from the second half of the sixteenth century. The reasons why the defence structure was built were exhausted in a relatively short period of time. The advent of firearms and the evolution of the tools and techniques to which the art of war used, as is well known, imposed a radical transformation of military architecture, which only in some cases, responding to a necessarily changed strategy, they were updated or completely renewed. The fortress of Capalbio was not part of the renovation program and this decision allowed the Maremma village to maintain its historic medieval core until the modern era. The results of this research derive from the identification and study of fifteenth century construction accounting documents, compared with the structures that still exist. It was thus possible to retrace the main construction and transformation phases of the fortified complex, identifying the period in which it was built. Finally, it is not by chance that in that context the fortress of the Rocca replicates a reiterated model, probably due to the widespread use of Ticino and itinerant Lombard workers, also documented on this site.Mussari, B. (2020). Architettura e vicende costruttive della Rocca di Capalbio (GR): un modello di torrione quattrocentesco ai confini della Repubblica senese. Editorial Universitat Politècnica de València. 671-678. https://doi.org/10.4995/FORTMED2020.2020.11488OCS67167

    Il Marchesato e la Ville de Cotrone

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    Some preparatory sketches depicting the Marquisate of Crotone – drawn by members of the expedition of the Abbot of Saint-Non – represent an important territorial context verifying the process of elaboration of the images, used to illustrate the Voyage, from the preparatory sketches to the final engravings.Starting from those significant and irreplaceable testimonies, making use of the support of further documentation, not only iconographic, produced over time, it was then possible to detect the transformation that the image of the examined places - Strongoli, Isola Capo Rizzuto, Torre Melissa, Capo Colonna, Crotone - has recorded over the past two and a half centuries.Il Marchesato di Crotone, per il quale si sono conservati alcuni schizzi preparatori tracciati dai membri della spedizione inviata dall’Abate di Saint-Non – rappresenta un ambito territoriale significativo per verificare quale sia stato il processo di elaborazione delle immagini che illustrano il Voyage, nella trasposizione dallo schizzo preparatorio all’incisione finale. Partendo da quelle significative e insostituibili testimonianze, facendo ricorso al supporto di ulteriore documentazione, non soltanto iconografica, prodotta nel corso del tempo, è stato poi possibile rilevare quale sia stata la trasformazione che l’immagine dei luoghi esaminati – Strongoli, Isola Capo Rizzuto, Torre Melissa, Capo Colonna, Crotone – ha registrato nel corso degli ultimi due secoli e mezzo

    Il perduto soffitto ligneo del cardinale Niccolò Gaddi per la Cattedrale di Cosenza (1545-1547)

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    Niccolò Gaddi (1527-1552), Florentine Cardinal, archbishop of Cosenza from 1528 to 1535 and administrator of the diocese of Calabria until 1549, commissioned Bartolomeo della Scala of Pietrasanta with the construction of a wooden coffered ceiling for the Cathedral of Cosenza. An 18thcentury manuscript chronicle and some notarial acts of 1545 and 1546 document that he was already active in Calabria in those years. The coffered ceiling no longer exists, but this paper proposes a possible reconstructed configuration, based on the description contained in the assignment document. It was to be based on some famous Florentine and Roman examples, dating back to the second half of the 15th century, which were certainly known to the stonemasons and workers involved. The wooden coffered ceiling of Cosenza is the first known in Calabria, and thus it can be considered as the local reference for subsequent regional applications. It is also witness to the spread of the forms and architectural languages of the Renaissance in Calabria, introduced by a sophisticated commission and expert Tuscan craftsmen, whose presence was due to the widespread phenomenon of migratory flows of workers

    Il sud d’Italia: schizzi e appunti di viaggio

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    The image of the south of Italy has almost always been ignored or interpreted “differently” in the most famous iconographic and narrative repertories.The objective difficulties of accessibility to places and, in many cases, a plausible representation didn’t always correspond to the consolidated expectation in the collective imagination of a period.Therefore, it was necessary to translate these notes through an ideal and evocative form, through a successive elaboration, in theory, in different spaces and times, often altering the true identity.The notebooks of the travellers are a different question: that expansion of memory revealed thoughts and sensations through notes, and quick sketches but, above all froze the true identity of the places, made up of objects, persons, locations, colours, lights and unknown atmosphere, in a momentary impression. From a simple personal notebook to a more elegant carnet de voyage of the Grand Tour, an iconographic repertoire thus emerges which shows a different image of southern Italian architectural and urban landscapes. It is a reality filtered by the human and cultural sensitivity of the observer, who becomes the instrument for an original interpretation for urban and territorial areas, to catch unknown or neglected aspects, or to verify transformations and extant landscapes.L’immagine del meridione d’Italia è stata spesso trascurata o “diversamente” interpretata nei repertori iconografici e narrativi più noti, per le oggettive difficoltà di accessibilità ai luoghi, e perché in molti casi una rappresentazione verosimigliante non sempre corrispondeva alle aspettative consolidatesi nell’immaginario collettivo di un’epoca. Bisognava dunque tradurla in chiave evocativa e ideale, attraverso una successiva elaborazione condotta spesso a tavolino, in tempi e spazi diversi, che spesso ne alterava la reale identità.Diverso è il caso dei taccuini di appunti del viaggiatore, quell'espansione della memoria che attraverso annotazioni, schizzi e bozzetti di rapida esecuzione, registrava pensieri e sensazioni, ma soprattutto fermava, nell’impressione del momento, la vera identità dei luoghi, fatta di oggetti, persone, ambientazioni, colori, luci, atmosfere inedite.Dal semplice quaderno personale al più raffinato carnet de voyage del Grand Tour, emerge così un repertorio iconografico che mostra una diversa immagine dei paesaggi architettonici ed urbani meridionali, una realtà filtrata dalla sensibilità umana e culturale dell'osservatore, che diventa strumento per l'interpretazione originale di contesti urbani e territoriali, per coglierne aspetti inediti o trascurati o per verificarne trasformazioni e permanenze.

    La Mediterranea verso l’Agenda 2030

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    With this book, the Mediterranea University of Reggio Calabria raises the profile of some of the research undertaken in various Departments in relation to the Sustainable Development Goals (SDGs) of Agenda 2030. SDGs represent a strategy that requires shared global involvement for its implementation. They are to be implemented through the adoption of national and local initiatives. The SDGs can and should become effective tools for sustainable development though a localization process and an effective involvement of local stakeholders. University, an institution committed to training, research and outreaching activities, is called to play its part in such a difficult and complex challenge; constant integration with the territory and local communities – in the conscious need to be the promoter of a progressive, indispensable cultural change – will support sustainable development not as an impossible “utopia” but an unescapable necessity.La Mediterranea verso l’Agenda 2030L'Università Mediterranea di Reggio Calabria con questo volume dà visibilità ad alcune delle ricerche intraprese dalla comunità scientifica dei suoi Dipartimenti, in relazione agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell'Agenda 2030.Gli SDGs rappresentano una Strategia la cui attuazione richiede un condiviso coinvolgimento globale. Essi devono essere attuati attraverso l’adozione di strategie nazionali di sviluppo sostenibile, declinate in azioni regionali e locali.  Gli SDGs possono e devono diventare strumenti efficaci per lo sviluppo sostenibile, attraverso un processo di localizzazione e un efficace coinvolgimento degli stakeholder locali.In una sfida così difficile e complessa, l'Università, istituzione impegnata nella formazione, nella ricerca e nella terza missione, è chiamata a fare la sua parte; la sua costante integrazione con il territorio e con le comunità locali, nella consapevole necessità di essere promotrice di un progressivo, indispensabile cambiamento culturale, indurrà a far si che lo sviluppo sostenibile non sia più visto come una impossibile "utopia", ma sia avvertito come una inderogabile necessità. L'Università Mediterranea di Reggio Calabria con questo volume dà visibilità ad alcune delle ricerche intraprese dalla comunità scientifica dei suoi Dipartimenti, in relazione agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell'Agenda 2030. Gli SDGs rappresentano una Strategia la cui attuazione richiede un condiviso coinvolgimento globale. Essi devono essere attuati attraverso l’adozione di strategie nazionali di sviluppo sostenibile, declinate in azioni regionali e locali.  Gli SDGs possono e devono diventare strumenti efficaci per lo sviluppo sostenibile, attraverso un processo di localizzazione e un efficace coinvolgimento degli stakeholder locali.In una sfida così difficile e complessa, l'Università, istituzione impegnata nella formazione, nella ricerca e nella terza missione, è chiamata a fare la sua parte; la sua costante integrazione con il territorio e con le comunità locali, nella consapevole necessità di essere promotrice di un progressivo, indispensabile cambiamento culturale, indurrà a far si che lo sviluppo sostenibile non sia più visto come una impossibile "utopia", ma sia avvertito come una inderogabile necessità.The Mediterranea University towards Agenda 2030With this book, the Mediterranea University of Reggio Calabria raises the profile of some of the research undertaken in various Departments in relation to the Sustainable Development Goals (SDGs) of Agenda 2030. SDGs represent a strategy that requires shared global involvement for its implementation. They are to be implemented through the adoption of national and local initiatives. The SDGs can and should become effective tools for sustainable development though a localization process and an effective involvement of local stakeholders. University, an institution committed to training, research and outreaching activities, is called to play its part in such a difficult and complex challenge; constant integration with the territory and local communities – in the conscious need to be the promoter of a progressive, indispensable cultural change – will support sustainable development not as an impossible “utopia” but an unescapable necessity.

    Dal palazzo di gaspare sersale (1493) a quello di pompeo sersale (1592) a cosenza: Presenza, permanenza ed evoluzione del linguaggio archi- tettonico in calabria tra xv e xvi secolo

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    The Palaces of Gaspare Sersale (1493) and Pompeo Sersale (1592) in Cosenza: presence, permanence and evolution in architec- tural language between the 15thand 16thcenturies The characterization of architectural language in noble residential buildings in Calabria between the 15th and 16th centuries cannot be imme- diately classified, since there is no representative sample of models. This absence is partly attributable to the conditions of the political and social context of the Calabrian territory, but also due to the inevitable transformation of architectural complexes over the centuries, which have often left traces of a memory that, in most cases, even any intensive search for documents fails to give a complete picture. In this context, two buildings built in Cosenza are highly representative: the palace of Gaspare Sersale of 1493, and the other of his descendant, Pompeo, built in 1592. A comparative study of the two preserved facades documents the slow passage among the late 15th century tradition acquired through the Nea- politan mediation, and the acquisition of a new sensibility, which connotes civil architecture in Calabria in the modern age
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