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    Pascoli lirico. Presenze musicali nella poesia di Giovanni Pascoli

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    Un quadrivio: pensiero, societ\ue0, arti e lettere, natura

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    Recensione al volume Pippo Ciorra, Jean-Louis Cohen (a cura di), Gli architetti di Zevi. Storia e controstoria dell\u2019architettura italiana 1944-2000, Quodlibet, Macerata, 2018

    Tradizione e stile. ATTI DEL II CONVEGNO INTERNAZIONALE DI STUDI sul tema LA MUSICA SACRA IN AREA LOMBARDO-PADANA NELLA SECONDA MET\uc0 DEL '600 Como - Villa Gallia 3 - 5 settembre 1987

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    La pubblicazione di questi Atti, che avviene in prossimit\ue0 della realizza\uaczione del terzo incontro musicologico previsto nell'ambito di un progetto organico, pensato ed elaborato alcuni anni or sono, esprime un chiaro segno di continuit\ue0 e di coerenza con le scelte di campo iniziali. Inoltre ripropone in tutta la loro legittimit\ue0 quelle istanze metodologiche e culturali che un certo orientamento estetico, tuttora radicato, ha spesso eluso, in quanto portato a privilegiare le espressioni pi\uf9 note ed acquisite della storia della musica, anche a rischio di perdere il significato pi\uf9 autentico dell'evento musicale. Sulla scorta di tali convinzioni, che in questi anni non sono state prive di autorevoli conferme, questo secondo contributo individua un tema che si colloca in una prospettiva i cui tratti distintivi implicano in modo sostanzia\uacle il quadro di riferimento esperito nel primo convegno. I termini di questa interrelazione tra prima e seconda edizione rimandano sia alla tematica prescelta, sia all'ambito individuato. Alla luce di quanto emerso nel precedente convegno del 1985, dedicato a La musica sacra in Lombardia nella prima met\ue0 del Seicento, ove il campo era rimasto particolarmente circoscritto e polarizzato, l'angolazio\uacne proposta in questa occasione, ancorch\ue9 orientata a ottemperare ai criteri che hanno informato la predisposizione del ciclo complessivo, si apre a pi\uf9 ampi orizzonti iscrivendo il portato della tradizione lombarda in un contesto pi\uf9 articolato. In effetti, la complessit\ue0 dell'esperienza musicale relativa alla seconda met\ue0 del XVII secolo rende ancor maggiormente necessaria una fusione ed esplicazione di orizzonti diversi, ma contestuali, in ragione di un interscam\uacbio tanto vario nel suo porsi fattuale quanto riconducibile a quei presupposti comuni che rivelano ed esprimono una vera e propria koin\ue8 culturale. Un ulteriore segno di continuit\ue0 con la precedente edizione \ue8 indicato dalla configurazione definita dal convegno, che si sviluppa attorno a due polarit\ue0 precise, suggerendo alcuni versanti significativi della fenomenolo\uacgia musicale, quali la definizione di nuove forme e di soluzioni stilistiche originali, la dinamica delle iniziative promosse nei vari centri settentrionali, il configurarsi di un ruolo di importanza decisiva nell'ambito editoriale ed i termini di un interazione prefigurata ma ancora da cogliere pienamente nel suo articolato sistema di appartenenza, con riferimento alla segmentazione spazio-temporale. Il tema prescelto ci sembra riassumere emblematicamente questa impo\uacstazione. Tradizione e stile rappresentano infatti due versanti consequenzia\uacli e imprescindibili: se l'uno riassume la globalit\ue0 di un contesto, l'altro ne costituisce l'elemento determinante sul piano gerarchico e la ragione ultima

    La musica sacra in Lombardia nella prima met\ue0 del Seicento. Atti del convegno internazionale di studi Como, 31 maggio - 2 giugno 1985

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    Il convegno musicologico internazionale promosso nel giugno 1985 dall'A.M. I. S. ha rappresentato la prima proposta di un progetto organico, ampio ed articolato in un ciclo pluriennale idealo in funzione di un 'indagine volta a cogliere, da un 'angola\uaczione pi\uf9 individuata, la reale portata della tradizione lombarda nell'et\ue0 barocca. Una tradizione riconosciuta s\uec come luminosa, ma troppo spesso sbrigativamente risolta nei suoi massimi vertici, astoricamente straniati dal loro contesto origina\uacrio. In ottemperanza ai criteri che hanno informato la predisposizione del ciclo complessivo e all'esigenza di creare i presupposti per un reale approfondimento, il tema proposto in questa prima edizione, "La musica sacra in Lombardia nella prima met\ue0 del "600", risulta particolarmente circoscritto sia nella segmentazione del continuum temporale, sia nella problematica assunta. Nondimeno, ancorch\ue9 questi limiti possano sembrare artificiosi e/o troppo angusti per una reale esplica\uaczione e fusione di orizzonti, la scelta di campo effettuata in tanto \ue8 parsa legittima, in quanto ha consentito una marcata polarizzazione su un periodo abbastanza omogeneo nella sua struttiva linearit\ue0 evolutiva e su un livello estetico (la musica sacra in Lombardia) che nel Seicento \u2014 non solo italiano \u2014 si pone come momento d'importanza decisiva. Un connotato, questo, che implica indiscutibilmente tutti i versanti della fenome\uacnologia musicale attinente al dominio liturgico, dalla sperimentazione all'indivi\uacduazione di soluzioni stilistiche originali, alla definizione di nuove forme, alla dinamica delle iniziative promosse nelle varie chiese, all'organizzazione delle numerose cappelle presenti, all'editoria, ai contatti tra i centri pi\uf9 attivi, ecc. Naturalmente l'angolazione prescelta \ue8 ben lontana dal volersi risolvere nei limiti spazio-temporali indicati. L'interrelazione che \u2014 a livello sincronico e dia\uaccronico \u2014rappresenta il presupposto di ogni sistema culturale, s'impone anche qui come referente ineludibile. Soprattutto a livello sincronico, sarebbe impensabile isolare le esperienze musicali "lombarde" da quelle "padane". Un'eventuale de-contestualizzazione della tradizione considerata escluderebbe fatalmente quegli elementi ermeneutici che soli possono dare ragione dell'interazione, della "per\uacmeabilit\ue0" dei processi estetici sviluppatisi in un ambito tanto omogeneo da essere definito lombardo-padano. Mette inoltre conto motivare la delimitazione d'area espressa dal tema proposto: al di l\ue0 dell\u2019\ue9cart storico-geografico tra la configurazione antica e quella presente, la segmentazione adottata pare legittima, ove si consideri la sostanziale continuit\ue0 culturale che percorre l'attuale proiezione della regione lombarda. Alla luce di questi presupposti si \ue8 di fatto sviluppato il Convegno che ha ridefinito il quadro della tradizione lombarda ponendo in evidenza alcune peculiari\uact\ue0 fondamentali, quali l'interferenza delle concezioni riconducibili al Concilio di Trento, la tensione dialettica tra continuit\ue0 ed innovazione, la tipicit\ue0 di un modello tanto articolato e vario nel suo dispiegarsi, quanto lineare e coerente nel suo porsi. Peculiarit\ue0 oltremodo significative nel definire un'identit\ue0, solo a considerare il prevalere dello "stile antico" nell'area milanese, irretita per un lungo tratto di storia da un'interpretazione riduttiva delle indicazioni tridentine, e la vicenda di altri centri (Brescia, Bergamo, Cremona) pronti a seguire con agio trasformazionale quanto proposto in altre realt\ue0. In tale prospettiva si pongono alcuni interventi significativi, riportati in questi atti, intesi o ad attribuire all'esperienza lombarda una collocazione mediana tra modernit\ue0 e tradizione, o a riconoscere elementi di marcata discontinuit\ue0 con il passato, tali da accentuare sensibilmente la polarit\ue0 "progressiva" in pi\uf9 direzioni (dall'apporto stilistico alla prassi, all'attivit\ue0 editoriale ecc.). L'esatta misura della complessit\ue0 della fenomenologia di quest'area \ue8, in fondo, esemplarmente sintetiz\uaczata dalla documentata presenza di un rilevante numero di opere di compositori lombardi al mare protestantarum

    Secento inesplorato. L'evento musicale tra prassi e stile. Atti del III convegno internazionale sulla musica in area lombardo-padana nel secolo XVII

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    II tema di questo terzo convegno musicologico richiama l'impostazione individuata nelle precedenti edizioni: un'impostazione che assume l'evento musicale come un processo "aperto"per quanto attiene sia alla definizione dell'area considerata, sia alla sua proiezione temporale. Come si \ue8 andato affermando nel corso di questi anni, sarebbe affatto illegittimo pensare di cogliere il reale portato della tradizione lombarda isolandola dal suo contesto originario di appartenenza; cos\uec come sarebbe improponibile disattendere i nessi che intercorrono anche in musica tra opere riferibili ad epoche diverse. L'interrelazione, intesa come tratto strutturante dell'evento musicale secondo entrambe le coordinate ora esposte, si ripropone come variabile inamovibile anche nell'ambito del sistema culturale cui il fatto estetico si riconduce. Se, indubbiamente, l'opera d'arte in tale sistema rappresenta gerarchicamente il livello depositario di significato, nondimeno - proprio in virt\uf9 della storicit\ue0 del suo farsi e del suo divenire - essa pretende un'assunzione tale da recuperare i presupposti ermeneutici costitutivi del suo essere. In relazione a queste premesse, si \ue8 voluto in quest'edizione dilatare ancor pi\uf9 l'orizzonte del convegno, in modo tale da cogliere l'evoluzione dello stile e del gusto musicale nelle varie angolazioni proponibili. In effetto, dopo avere negli anni precedenti polarizzato l'attenzione sulle peculiarit\ue0 della scuola lombarda del Seicento, che si esprimevano prevalentemente nell'ambito sacro (si vedano i volumi degli Atti, pubblicati ai nn. 4 e 5 di questa collana), \ue8 insorta l'esigenza di un'esplicazione e fusione di prospettive distinte ma consonanti, in modo tale da ridefinire in termini pi\uf9 rigorosi il quadro di una tradizione in tanto fondamentalmente unitaria, in quanto percorsa da innumerevoli e precise linee di continuit\ue0. Una linearit\ue0 evolutiva, questa, che - definita da tratti distintivi determinanti in ordine allo stile e alla prassi - stempera quei momenti di discontinuit\ue0 che sono propri non solo di ogni epoca, ma di ogni movimento culturale
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