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Composition of lower urinary tract stones in canines in Mexico City
11th International symposium on urolithiasis, Nice, France, 2–5 September 2008 Urological Research (2008) 36:157–232. doi:10.1007/s00240-008-0145-5. http://www.springerlink.com/ content/x263655772684210/fulltext.pdf.Effective long-term management of urolithiasis depends on identification and manipulation of factors contributing to initial stone formation; identification of these factors depends on accurate identification of the mineral composition of the urolith involved. The purpose of this study was to determine the chemical composition of uroliths obtained from the low urinary tract of dogs in Mexico City. One hundred and five cases of urolithiasis were studied in which stones were surgically obtained from the low urinary tracts of dogs treated in different hospitals. The chemical composition of the uroliths was quantita- tively and qualitatively determined by stereoscopic microscopy, IR-spectroscopy, scanning electron micros- copy and X-ray microanalysis. Age of animals ranged from 4 months to 14 years, with a median of 5 years. Compo- sition and distribution of the uroliths were struvite 38.1%,calcium oxalate 26.7%, silica 13.3%, urate 7.6%, mixed 11.4%, compounds 1.9%, and cystine 1%. Most uroliths were found in pure breed dogs (75.2%); 23 different breeds were identified, and more than half of the submissions were from breeds of small size. In our study, the frequency of struvite, calcium oxalate, cystine, urates, mixed and com- pounds stones are in agreement with papers that report on dog populations in America and Europe, but a higher fre- quency of silica uroliths was observed in Mexico City dogs.This work has been partially supported by a project of Waltham Foundation in Mexico
Stenosi pielo-ureterale bilaterale associata a urolitiasi da melamina in un gatto
Introduzione. La stenosi pielo-ureterale (SPU) bilaterale è una patologia congenita o più raramente acquisita delle vie urinarie
superiori. Nell’ambito delle anomalie pediatriche la SPU è di frequente riscontro ed è caratterizzata da pielectasia e idronefrosi
conseguenti alla riduzione del deflusso dell’urina. A causa della stasi urinaria che si verifica a monte della giunzione pielo-ureterale,
l’urolitiasi frequentemente complica la SPU nell’uomo. Le anomalie delle vie urinarie superiori sono rare nel gatto e non
sono mai stati descritti casi di SPU, a conoscenza degli autori. Lo studio ne descrive le caratteristiche cliniche, clinicopatologiche
e chirurgiche. Descrizione del caso. Un gatto meticcio, maschio intero, di 4 mesi, è stato presentato per ematuria macroscopica e periuriaevidenti da 2 settimane. Il gatto era alimentato da 2 mesi con latte in polvere e pet food. L’esame clinico ha messo in evidenza nefromegalia bilaterale e dolore alla palpazione renale. Le indagini ematobiochimiche erano nella norma. L’analisi dell’urina
ha rilevato peso specifico urinario 1012, pH 7.00, eritruria, proteinuria (30 mg/dl), associate a leucocituria e cristalluria
amorfa. L’esame colturale delle urine era negativo. La diagnostica collaterale ha evidenziato alterazioni bilaterali caratterizzate
da nefrolitiasi, idronefrosi con pielolitiasi e aumento di dimensioni del tratto prossimale dell’uretere. L’urografia escretoria
ha confermato la presenza della SPU bilaterale evidenziando una tardiva comparsa della fase nefrografica associata ad una grave
dilatazione della pelvi renale nel rene destro ed una moderata pielectasia sinistra. Gli ureteri erano moderatamente dilatati
ed il tratto prossimale era caratterizzato da un andamento tortuoso. È stata effettuata una nefrectomia destra e i tessuti sono
stati sottoposti ad esame anatomopatologico. È stata impostata una terapia medica con dieta di dissoluzione e aumento del consumo
di acqua. I segni clinici sono migliorati rapidamente fino a scomparire completamente. A 3 settimane dalla chirurgia è
stata evidenziata una riduzione dell’idronefrosi sinistra e ad oggi le condizioni cliniche del gatto sono buone. L’idronefrosi sinistra
è ulteriormente diminuita, ma persiste la SPU. La valutazione macroscopica del rene ha confermato l’anomalia e in seguito
a dissezione sono stati raccolti numerosi uroliti di diametro inferiore ad 1 mm dalla pelvi renale. L’esame istopatologico
ha evidenziato una progressiva atrofia del parenchima ed una moderata ectasia dei segmenti tubulari distali. L’interstizio renale,
la pelvi e l’uretere presentavano moderata fibrosi. Gli uroliti avevano superficie irregolare e colore giallastro. L’analisi
quantitativa con spettroscopia infrarossa e microscopia elettronica a Raggi X ha evidenziato la presenza di melamina, acido
urico monoidrato e apatite.
Conclusioni. Il caso descritto rappresenta la prima segnalazione di SPU bilaterale nel gatto a conoscenza degli autori. Tale patologia
deve essere considerata come causa di sintomi urologici nei gattini. In analogia con l’uomo, è possibile che esistano
anche nel gatto forme asintomatiche di SPU per le quali sarebbero necessari studi epidemiologici ulteriori. La SPU è frequentemente
associata a urolitiasi e, verosimilmente, una patogenesi correlata alla stasi urinaria ha favorito la precipitazione dei cristalli
in questo gatto. I calcoli presenti nella pelvi contenevano melamina che, alla luce delle recenti conoscenze acquisite in
materia, può aver favorito la comparsa di urolitiasi. Il ruolo patogenetico emergente di tale sostanza e l’epidemiologia dell’urolitiasi
associata, tuttavia, non sono ancora completamente conosciuti. La presenza di forme subcliniche o reperti occasionali
patologici deve condurre il Medico Veterinario a considerare la melamina tra le diagnosi differenziali di urolitiasi nella pratica
clinica
Stenosi pielo-ureterale bilaterale associata a urolitiasi da melamina in un gatto
Introduzione. La stenosi pielo-ureterale (SPU) bilaterale \ue8 una patologia congenita o pi\uf9 raramente acquisita delle vie urinarie
superiori. Nell\u2019ambito delle anomalie pediatriche la SPU \ue8 di frequente riscontro ed \ue8 caratterizzata da pielectasia e idronefrosi
conseguenti alla riduzione del deflusso dell\u2019urina. A causa della stasi urinaria che si verifica a monte della giunzione pielo-ureterale,
l\u2019urolitiasi frequentemente complica la SPU nell\u2019uomo. Le anomalie delle vie urinarie superiori sono rare nel gatto e non
sono mai stati descritti casi di SPU, a conoscenza degli autori. Lo studio ne descrive le caratteristiche cliniche, clinicopatologiche
e chirurgiche. Descrizione del caso. Un gatto meticcio, maschio intero, di 4 mesi, \ue8 stato presentato per ematuria macroscopica e periuriaevidenti da 2 settimane. Il gatto era alimentato da 2 mesi con latte in polvere e pet food. L\u2019esame clinico ha messo in evidenza nefromegalia bilaterale e dolore alla palpazione renale. Le indagini ematobiochimiche erano nella norma. L\u2019analisi dell\u2019urina
ha rilevato peso specifico urinario 1012, pH 7.00, eritruria, proteinuria (30 mg/dl), associate a leucocituria e cristalluria
amorfa. L\u2019esame colturale delle urine era negativo. La diagnostica collaterale ha evidenziato alterazioni bilaterali caratterizzate
da nefrolitiasi, idronefrosi con pielolitiasi e aumento di dimensioni del tratto prossimale dell\u2019uretere. L\u2019urografia escretoria
ha confermato la presenza della SPU bilaterale evidenziando una tardiva comparsa della fase nefrografica associata ad una grave
dilatazione della pelvi renale nel rene destro ed una moderata pielectasia sinistra. Gli ureteri erano moderatamente dilatati
ed il tratto prossimale era caratterizzato da un andamento tortuoso. \uc8 stata effettuata una nefrectomia destra e i tessuti sono
stati sottoposti ad esame anatomopatologico. \uc8 stata impostata una terapia medica con dieta di dissoluzione e aumento del consumo
di acqua. I segni clinici sono migliorati rapidamente fino a scomparire completamente. A 3 settimane dalla chirurgia \ue8
stata evidenziata una riduzione dell\u2019idronefrosi sinistra e ad oggi le condizioni cliniche del gatto sono buone. L\u2019idronefrosi sinistra
\ue8 ulteriormente diminuita, ma persiste la SPU. La valutazione macroscopica del rene ha confermato l\u2019anomalia e in seguito
a dissezione sono stati raccolti numerosi uroliti di diametro inferiore ad 1 mm dalla pelvi renale. L\u2019esame istopatologico
ha evidenziato una progressiva atrofia del parenchima ed una moderata ectasia dei segmenti tubulari distali. L\u2019interstizio renale,
la pelvi e l\u2019uretere presentavano moderata fibrosi. Gli uroliti avevano superficie irregolare e colore giallastro. L\u2019analisi
quantitativa con spettroscopia infrarossa e microscopia elettronica a Raggi X ha evidenziato la presenza di melamina, acido
urico monoidrato e apatite.
Conclusioni. Il caso descritto rappresenta la prima segnalazione di SPU bilaterale nel gatto a conoscenza degli autori. Tale patologia
deve essere considerata come causa di sintomi urologici nei gattini. In analogia con l\u2019uomo, \ue8 possibile che esistano
anche nel gatto forme asintomatiche di SPU per le quali sarebbero necessari studi epidemiologici ulteriori. La SPU \ue8 frequentemente
associata a urolitiasi e, verosimilmente, una patogenesi correlata alla stasi urinaria ha favorito la precipitazione dei cristalli
in questo gatto. I calcoli presenti nella pelvi contenevano melamina che, alla luce delle recenti conoscenze acquisite in
materia, pu\uf2 aver favorito la comparsa di urolitiasi. Il ruolo patogenetico emergente di tale sostanza e l\u2019epidemiologia dell\u2019urolitiasi
associata, tuttavia, non sono ancora completamente conosciuti. La presenza di forme subcliniche o reperti occasionali
patologici deve condurre il Medico Veterinario a considerare la melamina tra le diagnosi differenziali di urolitiasi nella pratica
clinica
Study of the progression of chronic kidney disease in dogs (Research advances)
Perini-Perera S, Pérez-Sánchez AP, Del-Angel-Caraza J, Quijano-Hernández IA, Recillas Morales S. Estudio de la progresión de la enfermedad renal crónica en perros -Avances de
investigación (Abs.)- Memorias del v Seminario Internacional y VI Nacional de Investigadores en Salud y producción Animal SENISPA 2018 Tunja, Colombia. Revista Conexión Agropecuaria JDC 2018;8(2):132-133La enfermedad renal crónica (ERC) es una
patologÃa frecuente en perros, definida como la
alteración progresiva e irreversible de la función
y/o estructura renal, presente por más de tres
meses. Realizar el diagnóstico de esta enfermedad
de forma temprana es de gran importancia, ya que
aumentará las posibilidades terapéuticas,
mejorando el pronóstico y calidad de vida del
paciente. Para lograr este fin, la Sociedad
Internacional de Interés Renal †(IRIS por sus
siglas en ingles), ha propuesto un abordaje
diagnóstico basado en la detección de factores de
riesgo, estudios de laboratorio y manejo médico
de los factores de progresión. El objetivo de este
trabajo es describir la evolución de la ERC en
perros, con el control de los factores de
progresión. La población de estudio se compone
de perros con factores de riesgo para desarrollar
la ERC, a los cuales se les realiza un panel
diagnóstico de laboratorio completo y medición
de la presión arterial sistémica. Los pacientes con
diagnóstico de ERC son estadificados según los
criterios IRIS y se instaura el manejo terapéutico
necesario para lograr el control de los factores de
progresión (proteinuria, hipertensión y
enfermedades concurrentes), realizándose
posteriormente las reevaluaciones
correspondientes. Actualmente se cuenta con
seguimiento de 27 pacientes, 16 de ellos fueron
estadificados en estadio I, tres en estadio II, cuatro
en estadio III y cuatro en estadio IV. 22 de los
pacientes se mantuvieron estables en su estadio de
ERC incial, 13 en estadio I, dos en estadio II y tres
pacientes en estadio III y cuatro en estadio IV. En
cinco pacientes se observó progresión de la
enfermedad, tres avanzaron del estadio I al II, uno
del estadio II al III y uno del III al IV. Cuatro
pacientes fallecieron durante el periodo de
evaluación a causa de ERC en estadio IV. Otros
10 pacientes fallecieron durante el estudio, pero
sus muertes se asociaron a las patologÃas
concurrentes que presentaban. Con base a estos
resultados parciales, se puede concluir que el
diagnóstico temprano y el control de factores de
progresión favorecen la estabilización de la ERC
y hacen lenta su progresión.
Palabras clave: Enfermedad renal crónica,
proteinuria, hipertensión, factores de riesgo,
perros.
†http://www.iris-kidney.co