12 research outputs found
Severe asthma: One disease and multiple definitions
Introduction: There is, so far, no universal definition of severe asthma. This definition usually relies on: number of exacerbations, inhaled therapy, need for oral corticosteroids, and respiratory function. The use of such parameters varies in the different definitions used. Thus, according to the parameters chosen, each patient may result in having severe asthma or not. The aim of this study was to evaluate how the choice of a specific definition of severe asthma can change the allocation of patients. Methods: Data collected from the Severe Asthma Network Italy (SANI) registry were analyzed. All the patients included were then reclassified according to the definitions of U-BIOPRED, NICE, WHO, ATS/ERS, GINA, ENFUMOSA, and TENOR. Results: 540 patients, were extracted from the SANI database. We observed that 462 (86%) met the ATS/ERS criteria as well as the GINA criteria, 259 (48%) the U-Biopred, 222 (41%) the NICE, 125 (23%) the WHO, 313 (58%) the Enfumosa, and 251 (46%) the TENOR criteria. The mean eosinophil value were similar in the ATS/ERS, U-Biopred, and Enfumosa (528, 532 and 516 cells/mcl), higher in WHO and Tenor (567 and 570 cells/mcl) and much higher in the NICE classification (624 cells/mcl). Lung function tests resulted similarly in all groups, with WHO (67%) and ATS/ERS-GINA (73%), respectively, showing the lower and upper mean FEV1 values. Conclusions: The present observations clearly evidence the heterogeneity in the distribution of patients when different definitions of severe asthma are used. However, the recent definition of severe asthma, provided by the GINA document, is similar to that indicated in 2014 by ATS/ERS, allowing mirror reclassification of the patients examined. This lack of homogeneity could complicate the access to biological therapies. The definition provided by the GINA document, which reflects what suggested by ATS/ERS, could partially overcome the problem
La sindrome di Ekbom: revisione della letteratura ed osservazioni su di un caso clinico
La Sindrome di Ekbom è una rara malattia caratterizzata dalla convinzione del paziente di essere invaso da parassiti a livello cutaneo. Questi causano prurito e/o punture di spillo con conseguente intenso grattamento e comparsa di lesioni escoriate.
Scopo. Descriviamo un caso dove il trattamento psicoterapeutico ha permesso quello farmacologico, rimosso le cause e prodotto la scomparsa della sintomatologia.
Caso clinico. A.G. di anni 67, racconta che, dopo la morte del coniuge affetto da carcinoma epatico, numerosi “insetti” le avevano infestato la testa, il tronco e gli arti causando prurito e lesioni da grattamento. La paziente è stata sottoposta ai test Rorschach e Machover, alla psicoterapia ed alla somministrazione di antidepressivi e neurolettici.
Risultati. La paziente presenta compromesso l’esame di realtà ed il dirigersi verso una patologia psicotica (schizofrenia). Sono presenti coartazione affettiva, scarsi interessi, umore depresso, estraneità all’ambiente, difficoltà relazionali, povertà culturale ed intellettiva e polarizzazione del pensiero. I colloqui hanno evidenziato: a) il prurito è associato ad un nucleo emotivo problematico; b) la conversione (delirio) in termini somatici di un disagio psichico; c) il delirio coinvolge l’intero nucleo familiare.
Il trattamento psicoterapeutico ha permesso l’accettazione di quello farmacologico e la regressione della psicosi.
Discussione. Erano presenti nel caso A.G. il delirio, i fenomeni allucinatori visivi, il prurito e le lesioni cutanee ed inoltre l’induzione della psicosi nei familiari e la negazione del disturbo. Il prurito ed il grattamento potrebbero essere determinati da reazioni regressive emozionali che determinano un ruolo rassicurante e che stabilizzano il conflitto emotivo. Il contenuto del delirio è il male del coniuge che è collegato agli insetti. La prova del delirio sono le uova e le lesioni cutanee. Queste richiamano l’attenzione dei familiari che testimoniano l’infestazione (delirio familiare).
Conclusioni. Riteniamo che nel caso descritto il delirio e le allucinazioni tattili siano state indotte dal trauma psichico. Questo potrebbe essere considerato il determinante primario per la compars
Stress psicologico e stress fisico nell’invecchiamento della cute
L’invecchiamento della cute è determinato da fattori genetici, psicologici e fisici ed è stato definito in modo qualitativo dai segni clinici ed in modo quantitativo dall’ecografia.
Scopo. Sono stati misurati e confrontati i danni prodotti sulla cute dallo stress psicologico e da quello fisico in soggetti con diverse età.
Materiali e metodi. Sono stati inclusi nello studio 180 uomini e 180 donne divisi in 12 gruppi dalla presenza/assenza dello stress psicologico e/o dell’abitudine al fumo e/o dalla fotoesposizione, ed in 36 sottogruppi (5 uomini, 5 donne) da 3 fasce di età (A 18-30, B 40-55 e C 65-80 anni). I 180 soggetti con stress psiologico sono stati selezionati mediante la Schedule of Recent Experiences (SRE) ed il Questionario degli Avvenimenti della Vita (QAV). L’invecchiamento della cute è stato valutato mediante i segni di Glogau e l’ecografia (US).
Risultati. La suscettibilità a malattia stress riferita evidenziava al SRE un peso: alto, medio e basso rispettivamente nel 32%, 35% e 33% dei casi ed era presente al QAV in modo alto, moderato e lieve rispettivamente in 57, 64 e 59 soggetti. I segni clinici dell’invecchiamento erano assenti nei gruppi I-II-III-IVA ed IB, precoci nei gruppi V-VI-VII-VIIIA ed II-III-IV-VB, moderati nei gruppi VI-VII-VIIIB ed I-II-III-IVC, avanzati nei gruppi IX-X-XI-XIIA e VC, gravi nei gruppi VI-VII-VIIIC e IX-X-XI-XII B C.
Discussione. I soggetti con stress percepito evidenziano maggiori segni di invecchiamento clinici ed US rispetto ai soggetti senza stress percepito e segni sovrapponibili ai fumatori. Il danno da fotoesposizione evidenzia maggiori segni di invecchiamento rispetto a quelli causati dallo stress percepito o dall’abitudine al fumo o da entrambi.
Conclusioni. I segni clinici di Glogau, i test psicologici ed i reperti ecografici permettono di distinguere in 5 livelli l’invecchiamento della cute e di valutare il danno cutaneo e l’efficacia della psicoterapia e/o dei mezzi protettivi o dei trattamenti riparativi
L’artrite psoriasica delle falangi in alcune tipologie occupazionali: valutazione dei danni articolari, cutanei e psicosociali in uno studio su 69 casi
L’artrite psoriasica nel 95% dei casi interessa le articolazioni falangee distali (APF) e può causare danni articolari e/o cutanei e/o psicosociali.
Scopo. Sono state descritte le tecniche che permettono di valutare i danni e gli aspetti psicosociali in alcune tipologie occupazionali.
Materiali e Metodi. Sono stati sottoposti allo studio 35 uomini e 34 donne, di 31-48 anni, affetti da APF. Sono stati valutati i danni: - articolari con l’ecografia (US) ed il Range of Motion (ROM) - cutanei con l’indice Psoriasis Area and Severity Index - i danni psicosociali con il questionario sulla qualità della vita occupazionale.
Risultati. La gravità clinica è stata descritta in quattro stadi progressivi. Erano presenti l’interessamento cutaneo in 54 casi (78,2608%) ed il disagio psicosociale in 56 casi (81,1594%). Le correlazioni di Spearman hanno evidenziato p<0,0001 tra i risultati US, ROM e del questionario.
Discussione. Le lesioni “visibili” e la riduzione del “movimento” delle dita possono produrre imbarazzo e difficoltà di relazione (socializzazione).
Tale stato di disagio (danno psicosociale) può interferire sulla qualità della vita e sull’attività lavorativa. Esso inoltre può determinare l’insorgenza delle lesioni cutanee o può derivare dalla presenza delle lesioni articolari e/o cutanee
Conclusioni. Le tecniche possono aiutare il sanitario nel definire la diagnosi, valutare la terapia e quantizzare i danni funzionali, estetici e psicosociali
La melainomania: un viaggio dalla cute alla psiche in 50 soggetti
La melainomania è una sindrome psicocutanea ed esprime il bisogno ossessivo di una cute abbronzata in modo completo e costante.
Scopo. Abbiamo ricercato i fattori psicopatogenetici della sindrome e gli endpoint psicologici e dermatologici utili per la valutazione dei danni psichici e cutanei.
Materiali e metodi. Sono stati studiati 36 donne e 14 uomini, di 40-55 anni, con abitudine alla costante fotoesposizione. Sono stati valutati: i danni psicosociali con i test Rorschach e Machover e con colloqui psicologo-soggetto, i danni cutanei con i segni di Glogau e l’indagine ecografia. I soggetti sono stati inoltre sottoposti a trattamento psicoterapeutico.
Risultati. I test ed i colloqui hanno evidenziato tratti ossessivi, dipendenza, dispercezione corporea, indice di realtà basso. Le correlazioni di Spearman tra i segni clinici ed i reperti ecografici evidenziano alta significatività. La psicoterapia ha ridotto il disagio in 33 donne e 12 uomini.
Discussione. Ogni evento che produce disagio richiede un processo di razionalizzazione, che in fasi successive individua giustificazioni logiche per il disagio vissuto e per le conseguenze percepite. La psicomeccanica razionale è un nuovo metodo che ha identificato la fase della deviazione del pensiero e ha impostato la terapia correttiva.
Conclusioni. I test psicologici, i colloqui, i segni clinici e l’ecografia hanno permesso di valutare i danni psichici e cutanei, mentre il metodo della psicomeccanica razionale sembra aver apportato un soddisfacente risultato terapeutico
La sindrome dell’ovaio policistico: aspetti psicologici ed estetici in uno studio su 82 pazienti
Introduzione. La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) comprende disturbi della riproduzione, sindrome premestruale e danni estetici che possono essere percepiti come diversità e causare disagi psicologici. Scopo. Abbiamo ricercato il disagio e le tecniche sono state correlate per definire un solo end point diagnostico. La gravità clinica dei danni estetici è stata correlata con l’intensità del disagio.
Materiali e metodi. Sono state studiate 82 pazienti, di 20-31 anni, affette da PCOS. Sono stati valutati i danni cutanei con la macrofotografia millimetrata, l’obesità con l’indice di massa corporea, il disagio con un colloquio ed i test Rorschach, Machover, Zung, Glass e percezione del sintomo. Risultati. I test hanno evidenziato presenza di ansia nell’84,14 -86,58% dei casi e di depressione nell’84,14% -86,58% dei casi con coartazione affettiva, inibizione, introversione, frustrazione, sintomi psicotici. Le correlazioni tra i test hanno evidenziato alta significatività. Discussione. I test ed il colloquio hanno evidenziato che nelle pazienti i danni possono promuovere idee di persecuzione, tratti paranoidei, sentimenti di devianza e favorire lo sviluppo di fobia sociale. Lo stato di disagio psicologico aumenta con il progredire della gravità clinica dei danni estetici. Conclusioni. Il test sulla percezione del sintomo può essere un endpoint diagnostico del disagio psicofisico nella PCOS. La regressione clinica della patologia dipende dall’interazione sociale della paziente e dalla sua qualità di vita, mentre potrebbe essere utile l’impiego della psicoterapia cognitiva interpersonale
A homeodomain leucine zipper gene from Craterostigma plantagineum regulates abscisic acid responsive gene expression and physiological responses
21 p,- 6 fig., 3 tab.A subset of homeodomain leucine zipper proteins (HDZip) play a role in regulating adaptation responses including developmental adjustment to environmental cues in plants. Here we report the structural and functional characterisation of a dehydration responsive nuclear-targeted HDZip transcriptional regulator, CpHB-7. DNA–protein interaction studies suggest that CDeT6-19, a known ABA and dehydration responsive dehydrin gene, is a potential target gene of CpHB-7 in the desiccation-tolerant plant Craterostigma plantagineum. Transgenic plants that ectopically express CpHB-7 display reduced sensitivity towards ABA during seed germination and stomatal closure. Expression analysis reveals that genes with induced or repressed expression in CpHB-7 ectopic expression lines are either mostly repressed or induced by ABA, drought or salt treatment respectively, thus demonstrating that CpHB-7 modifies ABA-responsive gene expression as a negative regulator. CpHB-7 gene expression is also linked to early organ development, leading to the suggestion that CpHB-7 is functionally similar to the Arabidopsis transcription factor, ATHB-6The work was supported by the EU 5th framework project TF-STRESS (QLK3-CT-2000-00328)Peer reviewe
Pyrimidine de novo synthesis inhibition selectively blocks effector but not memory T cell development.
Blocking pyrimidine de novo synthesis by inhibiting dihydroorotate dehydrogenase is used to treat autoimmunity and prevent expansion of rapidly dividing cell populations including activated T cells. Here we show memory T cell precursors are resistant to pyrimidine starvation. Although the treatment effectively blocked effector T cells, the number, function and transcriptional profile of memory T cells and their precursors were unaffected. This effect occurred in a narrow time window in the early T cell expansion phase when developing effector, but not memory precursor, T cells are vulnerable to pyrimidine starvation. This vulnerability stems from a higher proliferative rate of early effector T cells as well as lower pyrimidine synthesis capacity when compared with memory precursors. This differential sensitivity is a drug-targetable checkpoint that efficiently diminishes effector T cells without affecting the memory compartment. This cell fate checkpoint might therefore lead to new methods to safely manipulate effector T cell responses