7 research outputs found

    Stalking al Femminile: Una review di letteratura

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    Riassunto Questo lavoro, che ha il profilo di una review di letteratura, si prefigge lo scopo di approfondire lo stalking, un fenomeno di difficile identificazione, ponendo soprattutto attenzione alla donna stalker. L’intento è quello di tratteggiare il profilo della donna stalker, delineare i comportamenti che connotano il female stalking, analizzando anche dove le donne differiscono dalla loro controparte maschile nella psicopatologia, nelle motivazioni e nelle condotte

    Manipolazione mentale e sette religiose

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    Il presente lavoro ha l’obiettivo di effettuare una riesamina della letteratura nazionale ed internazionale in merito al tema della manipolazione mentale perpetrata da gruppi settari ai danni dei propri adepti. Il concetto di setta viene esaminato in riferimento a diverse prospettive: etimologica, sociologica, psicologica e criminologica, con particolare attenzione alle sue caratteristiche distintive e alla sua struttura. L’elemento principale del processo di affiliazione sembra essere la manipolazione mentale. È quindi esaminato il metodo adottato dalla setta per assoggettare i neofiti ed alimentare l’acritica accettazione della dottrina. Vengono analizzate la teoria del brainwashing e le principali teorie psicologiche che tentano di spiegare il modo in cui il processo di manipolazione avviene. In conclusione viene affrontato il problema giuridico derivante dall’abrogazione del reato di plagio perché considerato anticostituzionale e scientificamente non dimostrabile

    Gli adolescenti autori di reati sessuali

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    Questo lavoro basato sull’analisi della letteratura specialistica è finalizzato ad esaminare gli adolescenti autori di reati sessuali. Nella prima parte l’attenzione si concentrerà sulle loro caratteristiche più significative, la dimensione statistico- epidemiologica, l’età di esordio delle problematiche sessuali e giudiziarie degli adolescenti coinvolti, le caratteristiche socio-demografiche e familiari, il funzionamento sociale e relazionale Nella seconda parte, si passeranno in rassegna alcune tipologie di intervento e le modalità di trattamento

    IL SOGGETTO ANZIANO IN CARCERE: TRA DIRITTI E TUTELE

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    Come afferma chiaramente il XV rapporto di Antigone, presentato nel luglio 2019, negli ultimi anni stiamo assistendo ad una ricrescita della popolazione detenuta significativa e allarmante, alla quale non è facile dare una spiegazione. “Al 30 aprile 2019 le persone detenute nelle nostre carceri erano infatti 60.439, 8.275 in più della fine del 2015. Ma a cosa è dovuta questa crescita? Il primo fenomeno a cui sembra logico pensare è un aumento degli ingressi in carcere, ma come già detto così non è.Al contrario, si è in questi anni registrato un crollo degli ingressi, che sono passati dai 92.800 nel corso del 2008 ai 45.823 registrati nel corso del 2015. Da allora questo numero è leggermente cresciuto, attestandosi tra i 47.000 ed i 48.000 ingressi l’anno, ma si tratta di numeri lontanis- simi da quelli degli anni passati e comunque relativamente stabili. E allora, da cosa potrebbe dipendere questa crescita della popolazio- ne detenuta? Come si vede chiaramente la percentuale di quanti scontano le pene più basse è scesa nettamente tra il 2009 ed il 2014, quella delle pene più alte ha subito un andamento opposto, mentre la percentuale degli ergastolani è rimasta relativamente stabile.Se si guarda invece alla pena residua che le persone in carcere devono ancora scontare, chiaramente i numeri, o in questo caso le percentuali, cambiano. Chi è stato condannato ad una pena lunga passerà molti anni in carcere, ma nel frattempo il fine pena si avvicina, e il residuo pena si accorcia. Per anni della sua detenzione anche lui sarà censito tra quanti hanno un residuo pena breve. È per questo che la grande maggioranza dei detenuti ha un residuo pena breve. Alla fine del 2018 erano 29.213 (il 73,5% dei definitivi) ad avere una pena fino a 5 anni, 8.777 (il 22,1%) oltre i 5 anni e 1.748 (il 4,4%) gli ergastola- ni.Il rapporto tra i due andamenti è però dello stesso segno di quello già registrato per le pene inflitte, anche se più stabile. Diminuisco- no, seppur di poco, i residui di pena breve mentre i residui di pena lunghi variano in senso inverso. Il fenomeno è dunque innegabile, 80 CARLO ALBERTO ROMANO, ANNA CONVERTINI, ANTONELLA RITA FANIZZA, FEDERICA MISCEO, LUISA RAVAGNANI, ANNA ANTONIETTI, IGNAZIO GRATTAGLIANO le persone in carcere hanno mediamente condanne più lunghe che in passato. La conseguenza di tutto questo sul carcere è evidente. Si allunga l’entità della pena che in media scontano i detenuti e, come è logico attendersi, aumenta la loro età media. Lo scarto è chiaro. Nel corso di 10 anni le persone detenute di età compresa tra i 18 ed i 39 anni, che erano larga mag- gioranza tra i presenti, ben il 60%, sono divenute minoranza e sono oggi il 37,6% mentre coloro che hanno 40 o più anni sono divenute maggioranza. Come è noto il D.L. n. 92 del 2014 (convertito con leg- ge n. 117 del 2014) ha portato a 25 anni l’età massima di permanenza nel circuito penale minorile per i soggetti che abbiano commesso reati da minorenni. Ma anzi- tutto l’età massima era prima 21, e non 18, e il conseguente aumento delle presen- ze in IPM è stato comunque molto limi- tato (erano 401 alla fine del 2013 e 453 il 15 dicembre 2018). C’è da supporre che anche sul carcere degli adulti l’impatto di questa novità legislativa sia stato limitato e in ogni caso l’aumento di chi tra i dete- nuti ha 40 o più anni non si è verificato solo in percentuale ma anche in valore assoluto, con una crescita di ben 8.700 unità” (Antigone, 2019). Aumenta dunque la durata delle pene, cre- sce il numero complessivo dei detenuti, aumenta il sovraffollamento e, soprattutto, aumenta l’età media della popolazione de- tenuta stessa, la cui consistenza numerica, nell’intero territorio italiano, può ben evin- cersi dalla tabella seguente (Tab.1). Considerazioni sulle condizioni di sa- lute degli anziani ristretti nelle struttu- re penitenziarie L’area sanitaria degli istituti penitenziari è adibita a garantire ai detenuti il diritto alla salute sancito dall’art. 32 della Costituzio- ne Italiana:“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato tratta- mento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana” (Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, 1948)

    ANALISI DEL RISCHIO SUICIDARIO E AUTOLESIVO IN CARCERE - UNA REVISIONE SISTEMATICA

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    Il punto di partenza del nostro lavoro è un dato chiaro ed eloquente: la popolazione detenuta in Italia si uccide o commette atti autolesivi, fra le 9 e le 21 volte in più rispetto alla restante parte della popolazione. Il suicidio e la commissione di atti autolesivi non suicidiari risultano la forma più comune di aggressività auto-inferta all’interno delle strutture detentive. Parlare di suicidio o di atti autolesivi, è un compito molto arduo e delicato, alla luce della polifattorialità del fenomeno. Talvolta, tali gesti sono visti e impiegati come l’unico strumento in grado di comunicare il proprio disagio, i propri bisogni e la necessità di essere ascoltat

    Leave the world: Investigation on the expressive modalities of self-injurious and suicidal acts in the penitentiary facilities of Puglia and Basilicata

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    Object: The starting point of our research is a clear and eloquent fact: in Italy detainees kill themself or self-injure between 9 and 21 times more than the free population. Suicide and deliberate self-harm are the most common form of death within the detention facilities. Knowing how inmates commit suicide, make suicide attempt and how they self-injure can help operators to develop preventive projects. Moreover, data and reflections upon that can be used as support for judiciary and social-health operators; they often are the first to cope with these phenomena within the penitentiary structures, adapting their work to resources often insufficient to face this delicate problem. Material and methods: data were collected through “Scheda di valutazione del rischio suicidario” extrapolated by 88 of imates collected from the penitentiaries of Trani, Foggia, Matera and the detainees section of the A.O.U. Policlinico of Bari. The data collected relate to personal data, state of mental and physical health and the presence of suicide attempts (SA) and non-suicidal self-injury acts (NSSI). Results: data showed that asphyxiation was the most commonly used methods for suicide attempts (55%), while wounds inflicted with white weapons were the most widely used means for non-suicidal self-injury acts (25%). Concerning mental health status, 81% of our sample have a psychiatric diagnose. This can suggest that psychiatric disorders may be an important risk factor for self-inflicted aggressiveness. Conclusion: the wide variety of used methods makes it necessary to restructure prison’s spaces and environments in order to reduce the number of phenomena

    The aging process in prison: pathologies and health conditions in old inmates. An epidemiological research in Italy

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    Background & Aims. Elderly may suffer from different pathologies during their detention in jail because of their age. Conditions in jails were tough and adapting to that life could be problematic for the elder population. This article aimed to analyse the pathologies and health conditions in a sample of elder inmates from Italy. Methods. The sample was composed by 94 elderly inmates. The research is multicentric. We selected jails from the cities of Bari, Taranto, Foggia, Lecce, Brescia, Bergamo, Cremona and Mantua. The study was conducted by interviewing the prisoners over 60 years of age, in the period between September and December 2017. Results. 64% of the sample was in a “Not Optimal” health status. Most of pathologies were Cardiac pathologies (23.4%), Diabetes (12.8 %) and Surgery (9.6%). Statistically significant differences were found for heart disease (p=0.02) and Neoplasia (p=0.025) in the prison of Bari compared to all the other prisons. Statistically significant differences were found for Hypertension in Foggia and Taranto prisons compared to all the other (p=0.023). Furthermore, 18.1% of inmates ended up having an addiction. Conclusions. Our analysis showed that in our sample physical problems were more frequent than psychological one. In fact, in spite of in the literature there was a high prevalence of mental health problems among elderly inmates, we did not find this result. However, stress conditions may increase the risk of pathologies: for example, being in jail and adapt to new hard environment may increase the risk of getting sick. Heart disease pathologies and diabetes were very common in our sample as confirmed by the literature
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