65 research outputs found

    {VeSTA} : a Tool to Verify the Correct Integration of a Component in a Composite Timed System

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    International audienceVesta is a push-button tool for checking the correct integration of a component in an environment, for component-based timed systems. By correct integration, we mean that the local properties of the component are preserved when this component is merged into an environment. This correctness is checked by means of a so-called divergencesensitive and stability-respecting timed tau-simulation, ensuring the preservation of all linear timed properties expressed in the logical formalism Mitl (Metric Interval Temporal Logic), as well as strong non-zenoness and deadlock-freedom. The development of the tool was guided by the architecture of the Open-Kronos tool. This allows, as additional feature, an easy connection of the models considered in Vesta to the Open- Caesar verification platform, and to the Open-Kronos tool

    Modular Verification for a Class of PLTL Properties

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    The verification of dynamic properties of a reactive systems by model-checking leads to a potential combinatorial explosion of the state space that has to be checked. In order to deal with this problem, we define a strategy based on local verifications rather than on a global verification. The idea is to split the system into subsystems called modules, and to verify the properties on each module in separation. We prove for a class of PLTL properties that if a property is satisfied on each module, then it is globally satisfied. We call such properties modular properties. We propose a modular decomposition based on the B refinement process. We present in this paper an usual class of dynamic properties in the shape of G (p -> Q), where `p' is a proposition and `Q' is a simple temporal formula, such as `X q', `F q', or `q U r' (with `q' and `r' being propositions). We prove that these dynamic properties are modular. For these specific patterns, we have exhibited some syntactic conditions of modularity on their corresponding Buchi automata. These conditions define a larger class which contains other patterns such as `G (p -> X (q U r))'. Finally, we show through the example of an industrial Robot that this method is valid in a practical way

    The composition of Event-B models

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    The transition from classical B [2] to the Event-B language and method [3] has seen the removal of some forms of model structuring and composition, with the intention of reinventing them in future. This work contributes to thatreinvention. Inspired by a proposed method for state-based decomposition and refinement [5] of an Event-B model, we propose a familiar parallel event composition (over disjoint state variable lists), and the less familiar event fusion (over intersecting state variable lists). A brief motivation is provided for these and other forms of composition of models, in terms of feature-based modelling. We show that model consistency is preserved under such compositions. More significantly we show that model composition preserves refinement

    Principali criticità nella gestione dei CRAS

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    Un centro di recupero per animali selvatici (C.R.A.S.) \ue8 una struttura preposta all\u2019accoglienza, degenza, cura, riabilitazione e reinserimento in natura di esemplari di fauna ritrovata in difficolt\ue0. Le motivazioni su cui poggia il recupero possono essere cos\uec identificate: - riconoscimento all\u2019animale selvatico, del diritto ad essere curato e recuperato, indipendentemente dalla specie di appartenenza; - salvaguardia delle specie selvatiche in cattivo stato di conservazione; - riconoscimento all'intervento di recupero, di un valore educativo nei confronti delle tematiche della conservazione ambientale; - studio dei parametri fisiologici, monitoraggio epidemiologico e quant'altro possa ritenersi utile alla ricerca scientifica. In Italia la comparsa dei primi C.R.A.S. risale alla seconda met\ue0 degli anni \u201970; inizialmente questi centri erano destinati solo al recupero di uccelli (in particolar modo rapaci feriti da bracconieri) mentre, successivamente, la loro attivit\ue0 si \ue8 allargata anche a mammiferi e rettili. Non esiste un data base aggiornato che riporti tutte le strutture adibite a queste attivit\ue0 nel nostro Paese ma, probabilmente, tali centri si aggirano tra le 80 e le 100. Ovviamente la disponibilit\ue0 di spazi, voliere, recinti, personale qualificato e fondi \ue8 molto variabile e questo ne ostacola le finalit\ue0. Scopo della presente relazione \ue8 quella di mettere in risalto quelle che sono le principali criticit\ue0 anche confrontando la gestione con strutture analoghe presenti in paesi dove la biodiversit\ue0 \ue8 molto variegata, come l\u2019Australia. Le principali criticit\ue0 riscontrate si possono riassumere in alcuni punti: 1) scarsit\ue0 di fondi a disposizione di ogni C.R.A.S. Per esempio da conti economici svolti con i principi dell\u2019estimo nel C.R.A.S. di Vanzago (Mi), si \ue8 visto che la gestione di un pullo di rondone pu\uf2 costare fino a 100\u20ac mentre una lesione traumatica dovuta a bracconaggio in un rapace pu\uf2 arrivare a 400\u20ac. 2) Disponibilit\ue0 di strutture adeguate allo scopo, cercando anche di \u201cspecializzare\u201d alcuni CRAS all\u2019interno delle regioni. Alcuni centri, infatti, pur agendo con le migliori intenzioni non hanno competenze e strumenti sufficienti per svolgere questa attivit\ue0; le voliere ed i recinti devono rispondere a degli standard dimensionali adeguati. I C.R.A.S. non si devono trasformare in centri in cui vengono ricoverati animali sequestrati dalle autorit\ue0 giudiziarie, in parte anche per motivi opinabili, che occupano spazio e costano, togliendo risorse alle specie che hanno realmente bisogno di aiuto. Alcuni C.R.A.S. infati, soprattutto in alcune regioni d\u2019Italia, ricoverano anche alcune centinaia di soggetti bracconati all\u2019anno 3) Maggiore collaborazione con enti pubblici di ricerca (Universit\ue0) o privati (Cliniche veterinarie) che sopperiscano ad alcune carenze strutturali come la scarsit\ue0 di strumentari di diagnosi clinica (es. diagnostica per immagini). In Australia ogni clinica privata ha un veterinario esperto in fauna e spesso i C.R.A.S. locali non hanno veterinari interni proprio perch\ue9 si appoggiano a queste cliniche o alle universit\ue0 che si prestano gratuitamente ad assistere clinicamente gli animali. 4) Maggiore \u201cspecializzazione\u201d degli operatori (tirocinanti o volontari). La buona volont\ue0 e lo spirito di sacrificio non sempre \ue8 indice di efficienza; bisogno che gli operatori svolgano appositi corsi per acquisire manualit\ue0 e senso critico per poter meglio svolgere alcune operazioni. 5) Gestione delle specie alloctone e dell\u2019eutanasia. Questo aspetto coinvolge l\u2019etica personale ed \ue8 fonte di accesi dibattiti. In Australia, gi\ue0 dal 1992, esiste un \u201cCode of Practice\u201d che codifica alcuni aspetti gestionali ed \ue8 adottato in tutti gli stati; l\u2019eutanasia ad es. viene praticata su tutte le specie alloctone ricoverate, indipendentemente dalla loro situazione clinica; sugli animali irrecuperabili alla vita selvatica e anche sugli animali che pur essendo recuperabili, hanno costi di gestione non sarebbero sostenibili dal centro. 6) Monitoraggi post rilascio. Questo aspetto si collega al primo, il monitoraggio costa molto e quindi ci si limita spesso al solo inanellamento dell\u2019avifauna rilasciata. 7) Maggiore interazione almeno tra i C.R.A.S. della stessa regione, con adozione di protocolli operativi simili, pubblicazione di dati ed esperienze, sia in caso di successi sia di insuccessi. Un ultimo aspetto che non spetterebbe esclusivamente ai C.R.A.S. ma che comunque queste strutture possono implementare nella loro attivit\ue0 di divulgazione \ue8 sicuramente stimolare un forte coscienza ambientale. Si ritiene, infatti, che non sia sufficiente cercare di risolvere i problemi che affliggono l\u2019ambiente naturale ma sia fondamentale tentare di prevenirli. Per fare questo, come avviene in altri Paesi, \ue8 necessario sensibilizzare i cittadini alle problematiche ambientali ed educare i bambini affinch\ue9 rispettino il patrimonio naturalistico nel quale vivono

    HE-LHC: The High-Energy Large Hadron Collider – Future Circular Collider Conceptual Design Report Volume 4

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    In response to the 2013 Update of the European Strategy for Particle Physics (EPPSU), the Future Circular Collider (FCC) study was launched as a world-wide international collaboration hosted by CERN. The FCC study covered an energy-frontier hadron collider (FCC-hh), a highest-luminosity high-energy lepton collider (FCC-ee), the corresponding 100 km tunnel infrastructure, as well as the physics opportunities of these two colliders, and a high-energy LHC, based on FCC-hh technology. This document constitutes the third volume of the FCC Conceptual Design Report, devoted to the hadron collider FCC-hh. It summarizes the FCC-hh physics discovery opportunities, presents the FCC-hh accelerator design, performance reach, and staged operation plan, discusses the underlying technologies, the civil engineering and technical infrastructure, and also sketches a possible implementation. Combining ingredients from the Large Hadron Collider (LHC), the high-luminosity LHC upgrade and adding novel technologies and approaches, the FCC-hh design aims at significantly extending the energy frontier to 100 TeV. Its unprecedented centre-of-mass collision energy will make the FCC-hh a unique instrument to explore physics beyond the Standard Model, offering great direct sensitivity to new physics and discoveries

    FCC-ee: The Lepton Collider – Future Circular Collider Conceptual Design Report Volume 2

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    FCC-ee: The Lepton Collider: Future Circular Collider Conceptual Design Report Volume 2

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    In response to the 2013 Update of the European Strategy for Particle Physics, the Future Circular Collider (FCC) study was launched, as an international collaboration hosted by CERN. This study covers a highest-luminosity high-energy lepton collider (FCC-ee) and an energy-frontier hadron collider (FCC-hh), which could, successively, be installed in the same 100 km tunnel. The scientific capabilities of the integrated FCC programme would serve the worldwide community throughout the 21st century. The FCC study also investigates an LHC energy upgrade, using FCC-hh technology. This document constitutes the second volume of the FCC Conceptual Design Report, devoted to the electron-positron collider FCC-ee. After summarizing the physics discovery opportunities, it presents the accelerator design, performance reach, a staged operation scenario, the underlying technologies, civil engineering, technical infrastructure, and an implementation plan. FCC-ee can be built with today’s technology. Most of the FCC-ee infrastructure could be reused for FCC-hh. Combining concepts from past and present lepton colliders and adding a few novel elements, the FCC-ee design promises outstandingly high luminosity. This will make the FCC-ee a unique precision instrument to study the heaviest known particles (Z, W and H bosons and the top quark), offering great direct and indirect sensitivity to new physics

    FCC Physics Opportunities: Future Circular Collider Conceptual Design Report Volume 1

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    We review the physics opportunities of the Future Circular Collider, covering its e+e-, pp, ep and heavy ion programmes. We describe the measurement capabilities of each FCC component, addressing the study of electroweak, Higgs and strong interactions, the top quark and flavour, as well as phenomena beyond the Standard Model. We highlight the synergy and complementarity of the different colliders, which will contribute to a uniquely coherent and ambitious research programme, providing an unmatchable combination of precision and sensitivity to new physics
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