11 research outputs found

    Basal cytokines profile in metastatic renal cell carcinoma patients treated with subcutaneous IL-2-based therapy compared with that of healthy donors

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    <p>Abstract</p> <p>Background and purpose</p> <p>Metastatic renal cell carcinoma (MRCC) has a poor prognosis with a median overall survival of about one year. Since only a minority of patients experienced therapeutic benefit to current treatments, several studies have attempted to identify factors that may have an impact on response and survival. Cytokines play a crucial role in the host's immune response by regulating the development and function of a lot of biological compartments. Nevertheless, available data on basal cytokine levels in MRCC are very few and no clear profile of serum cytokines has been identified yet in these patients population. Thus, determining the levels of cytokines in MRCC could not only help in understanding the biological mechanisms of the tumor growth, but also in evaluating if different cytokine profiles are correlated with particular clinical behaviors.</p> <p>Materials and methods</p> <p>In 144 healthy donors and 55 MRCC treated with subcutaneous IL-2-based regimens, we analysed a panel of basal cytokines particularly involved in the neoplastic progression (IL-1beta, IL-6, IL-8, IL-10, IL-12, alpha-TNF) and C-reactive protein (CRP) in order to compare their levels in the two groups, and to verify their impact on patient response and survival.</p> <p>We first compared cytokines levels in patients population and healthy donors. Than, in definite patients group, univariate and multivariate analyses were performed to evaluate the correlation existing between each factor considered and clinical outcomes. For these analyses, baseline values were included as dichotomous variables using the median values (above and below) of control group.</p> <p>Results</p> <p>In general, higher levels of cytokines were found in patients with respect to those of healthy donors, both in term of percentage of undetectable levels or median values. The impact on response was insignificant, except for higher levels of CRP that were strongly correlated with a worse response (p < 0.001). Within the patients groups, a worse survival was associated with higher values of CRP (8 vs 31 months, p = 0.0000), IL-6 (9 vs 25 months, p = 0.0295), and IL-8 (9 vs 17 months, p = 0.0371). Conversely, higher levels of IL-12 were associated with a better survival (25 vs 15 months, months p = 0.0882). A correlation was found between CRP and IL-6 (p = 0.009) and between CRP and IL-10 (p = 0.038). After multivariate analysis only CRP (p = 0.0035) and IL-12 (p = 0.0371) maintained an independent impact on survival, while IL-6 showed a borderline value (p = 0.0792).</p> <p>Conclusion</p> <p>Higher cytokines levels characterize patients population with respect to healthy donors. Moreover, higher basal level of some immunosuppressive cytokines (CRP, IL-6, IL-8) result correlated with a poorer survival, whereas higher levels of IL-12, a cytokine with a potent antineoplastic activity, was associated with a better survival. A wider sample of patients is needed to better clarify if our findings are intrinsically related to patients population or if they are simply an epiphenomenon of disease progression.</p

    Intermittent pneumatic compression in laparoscopic surgery for prevention of deep vein thrombosis and cellular damage from iatrogenic compartment syndrome

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    This study is aimed to evaluate the incidence of the postoperative deep vein thrombosis (DVT) and the cell damage from compartment iatrogenic syndrome, analyzing two groups of patients operated laparoscopically, one of which assisted with a Sequential Compression Device (SCD)

    Tajadela Symposium

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    Nell\u2019anno di Expo Milano 2015, dedicato al tema dell\u2019alimentazione e della nutrizione, luned\uec 22 settembre 2015, ha aperto al pubblico a Palazzo Pepoli. Museo della Storia di Bologna, la nuova installazione sulla storia gastronomica della citt\ue0 di Bologna: La Manifattura del Gusto. Il Museo della Storia di Bologna aggiunge un nuovo spazio espositivo al suo percorso museale per raccontare l\u2019eccellenza della tradizione culinaria della citt\ue0, sviluppatasi nel corso dei secoli. Il percorso espositivo, ideato dal collettivo Open Stories con il supporto software di LOOP, si compone di tre installazioni ispirate ai tre alimenti \u201cprotagonisti\u201d della cucina locale: il tortellino, la tagliatella e la mortadella. L\u2019area tematica celebra, attraverso le sue installazioni interattive, la tradizione, la convivialit\ue0 e la capacit\ue0 produttiva di Bologna \u201cla grassa\u201d e ne sottolinea, in maniera divertente e coinvolgente, l\u2019eccellenza manifatturiera. La Manifattura del Gusto Palazzo Pepoli. Museo della Storia di Bologna dedica uno spazio alla storia gastronomica di Bologna, attraverso il filo conduttore dei tre alimenti simbolo della cucina locale: il tortellino, la tagliatella e la mortadella, a ognuno dei quali \ue8 dedicata un\u2019installazione. Il percorso espositivo con un allestimento caratterizzato da comandi in tessuto interattivo, privo di macchinari a vista si snoda lungo tre aree che esprimono lo spirito profondo della cultura gastronomica bolognese: la tradizione, la convivialit\ue0 e la capacit\ue0 produttiva. Un\u2019estetica ideata per favorire un\u2019esperienza immersiva poetica, fatta di contatto materico ed emozioni. Tajadela Symposium Nella seconda area il cibo diventa convivialit\ue0 e condivisione: un tavolo, una sedia e un commensale con cui condividere il piacere di un buon piatto. Accomodandosi e sfiorando la tovaglia di tessuto interattivo, il visitatore vedr\ue0 apparire i piatti sulla tavola di Tajadela Symposium e, di fronte a s\ue9, tre ospiti sorprendenti che lo accompagneranno nella sua esperienza sensoriale ed emozionale

    Tortellino Memories: La Manifattura del Gusto

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    Nell\u2019anno di Expo Milano 2015, dedicato al tema dell\u2019alimentazione e della nutrizione, luned\uec 22 settembre 2015, ha aperto al pubblico a Palazzo Pepoli. Museo della Storia di Bologna, Bologna la nuova installazione sulla storia gastronomica della citt\ue0 di Bologna: La Manifattura del Gusto. Il Museo della Storia di Bologna aggiunge un nuovo spazio espositivo al suo percorso museale per raccontare l\u2019eccellenza della tradizione culinaria della citt\ue0, sviluppatasi nel corso dei secoli. Il percorso espositivo, ideato dal collettivo Open Stories con il supporto software di LOOP, si compone di tre installazioni ispirate ai tre alimenti \u201cprotagonisti\u201d della cucina locale: il tortellino, la tagliatella e la mortadella. L\u2019area tematica celebra, attraverso le sue installazioni interattive, la tradizione, la convivialit\ue0 e la capacit\ue0 produttiva di Bologna \u201cla grassa\u201d e ne sottolinea, in maniera divertente e coinvolgente, l\u2019eccellenza manifatturiera. La Manifattura del Gusto Palazzo Pepoli. Museo della Storia di Bologna dedica uno spazio alla storia gastronomica di Bologna, attraverso il filo conduttore dei tre alimenti simbolo della cucina locale: il tortellino, la tagliatella e la mortadella, a ognuno dei quali \ue8 dedicata un\u2019installazione. Il percorso espositivo con un allestimento caratterizzato da comandi in tessuto interattivo, privo di macchinari a vista si snoda lungo tre aree che esprimono lo spirito profondo della cultura gastronomica bolognese: la tradizione, la convivialit\ue0 e la capacit\ue0 produttiva. Un\u2019estetica ideata per favorire un\u2019esperienza immersiva poetica, fatta di contatto materico ed emozioni. Tortellino Memories La prima area tematica racconta la storia e le peculiarit\ue0 dei tre alimenti protagonisti attraverso suggestive proiezioni, realizzate con immagini originali e di repertorio. L\u2019installazione Tortellino Memories descrive le caratteristiche della lavorazione della mortadella, la tipicit\ue0 e il valore che lega le tagliatelle al territorio emiliano e infine l\u2019abilit\ue0 che le sfogline impiegano nella realizzazione dei tortellini. Scegliendo attraverso il tessuto-tovaglia la prelibatezza preferita, il visitatore si trova avvolto dalle memorie e dalle leggende della gastronomia pi\uf9 celebre del mondo

    Mortadella Machine

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    Nell\u2019anno di Expo Milano 2015, dedicato al tema dell\u2019alimentazione e della nutrizione, luned\uec 22 settembre, apre al pubblico a Palazzo Pepoli. Museo della Storia di Bologna, la nuova installazione sulla storia gastronomica della citt\ue0 di Bologna: La Manifattura del Gusto. Il Museo della Storia di Bologna aggiunge un nuovo spazio espositivo al suo percorso museale per raccontare l\u2019eccellenza della tradizione culinaria della citt\ue0, sviluppatasi nel corso dei secoli. Il percorso espositivo, ideato dal collettivo Open Stories con il supporto software di LOOP, si compone di tre installazioni ispirate ai tre alimenti \u201cprotagonisti\u201d della cucina locale: il tortellino, la tagliatella e la mortadella. L\u2019area tematica celebra, attraverso le sue installazioni interattive, la tradizione, la convivialit\ue0 e la capacit\ue0 produttiva di Bologna \u201cla grassa\u201d e ne sottolinea, in maniera divertente e coinvolgente, l\u2019eccellenza manifatturiera. La Manifattura del Gusto Palazzo Pepoli. Museo della Storia di Bologna dedica uno spazio alla storia gastronomica di Bologna, attraverso il filo conduttore dei tre alimenti simbolo della cucina locale: il tortellino, la tagliatella e la mortadella, a ognuno dei quali \ue8 dedicata un\u2019installazione. Il percorso espositivo con un allestimento caratterizzato da comandi in tessuto interattivo, privo di macchinari a vista si snoda lungo tre aree che esprimono lo spirito profondo della cultura gastronomica bolognese: la tradizione, la convivialit\ue0 e la capacit\ue0 produttiva. Un\u2019estetica ideata per favorire un\u2019esperienza immersiva poetica, fatta di contatto materico ed emozioni. Mortadella Machine L\u2019eccellenza gastronomica bolognese \ue8 frutto anche della tecnologia. Per questo, nell\u2019ultima sezione di questo percorso espositivo legato al cibo, troviamo un\u2019installazione che ricostruisce, attraverso un gioco proiettato su un tessuto interattivo, le diverse fasi della lavorazione della mortadella. Se il giocatore \ue8 abile e vince, alla fine sar\ue0 premiato con l\u2019emissione, da parte della Mortadella Machine, di un premio davvero speciale. Divertente e coinvolgente, \ue8 un modo giocoso di comunicare l\u2019eccellenza manifatturiera e tecnologica della citt\ue0 di Bologna

    Orbital/ocular inflammatory involvement in VEXAS syndrome: Data from the international AIDA network VEXAS registry

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    VEXAS syndrome is a recently described monogenic autoinflammatory disease capable of manifesting itself with a wide array of organs and tissues involvement. Orbital/ocular inflammatory manifestations are frequently described in VEXAS patients. The objective of this study is to further describe orbital/ocular conditions in VEXAS syndrome while investigating potential associations with other disease manifestations. In the present study, twenty-seven out of 59 (45.8 %) VEXAS patients showed an inflammatory orbital/ocular involvement during their clinical history. The most frequent orbital/ocular affections were represented by periorbital edema in 8 (13.6 %) cases, episcleritis in 5 (8.5 %) patients, scleritis in 5 (8.5 %) cases, uveitis in 4 (6.8 %) cases, conjunctivitis in 4 (6.8 %) cases, blepharitis in 3 (5.1 %) cases, orbital myositis in 2 (3.4 %) cases. A diagnosis of systemic immune-mediated disease was observed in 15 (55.6 %) cases, with relapsing polychondritis diagnosed in 12 patients. A significant association was observed between relapsing polychondritis and orbital/ocular involvement in VEXAS syndrome (Relative Risk: 2.37, 95 % C.I. 1.03-5.46, p = 0.048). Six deaths were observed in the whole cohort of patients after a median disease duration of 1.2 (IQR=5.35) years, 5 (83.3 %) of which showed orbital/ocular inflammatory involvement. In conclusion, this study confirms that orbital/ocular inflammatory involvement is a common finding in VEXAS patients, especially when relapsing polychondritis is diagnosed. This makes ophthalmologists a key figure in the diagnostic process of VEXAS syndrome. The high frequency of deaths observed in this study seems to suggest that patients with orbital/ocular involvement may require increased attention and more careful follow-up
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