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    CONTINUITA' OSPEDALE TERRITORIO

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    L’Italia ha una percentuale di popolazione ultrasessantacinquenne che supera il 20%, e che dovrebbe salire a oltre il 35% nel 2050. Circa 2 milioni di persone anziane non sono autonome. La prevalenza di disabilità è più alta nelle regioni meridionali del paese. L'età avanzata è un fattore di rischio indipendente per le fratture da fragilità che a lungo termine comportano un maggiore e considerevole rischio di disabilità. L’impatto delle fratture di femore è particolarmente grave negli anziani fragili. I casi più gravi di disabilità (più concentrati negli ultraottantenni) sono aumentati drammaticamente nelle ultime decade. Di conseguenza, il bisogno dei servizi di cure continuative territoriali in grado di gestire questa crescente fetta della popolazione, cioè, anziani con patologie multiple e/o con disabilità grave, spesso come conseguenza delle fratture da fragilità, è in continuo aumento. La cura a lungo termine di queste persone, con un carico sociale complesso e oneri di assistenza gravosi pongono seri problemi sia agli operatori sanitari che all'intero sistema di welfare. Da sottolineare che nei pazienti istituzionalizzati la incidenza di fratture di femore è circa 2-3 volte maggiore rispetto alle persone che vivono in comunità, comportando ancora un ulteriore rischio di disabilità, costi sociali e finanziari. Pertanto, negli anziani istituzionalizzati è di fondamentale importanza l’attuazione di programmi di prevenzione delle fratture da fragilità e soprattutto del rischio di ulteriori fratture. Le cure continuative territoriali in Italia sono contraddistinte da una bassa quota di finanziamenti pubblici e di un basso numero di prestazione se paragonate con la situazione in altri paesi del centro-nord europeo. Ad esempio, nell’anno 2007 la spesa pubblica per le cure domiciliari e residenziali (long term care – LTC) è stata del 1,13% del PIL e gli utenti di questi servizi erano soltanto circa il 5% del totale della popolazione ultrasessantacinquenne. Il sistema pubblico di cure continuative italiano si basa su due forme parallele di intervento: il primo, e più rilevante (50% del totale delle spese pubbliche per le cure continuative), consiste in programmi di erogazioni monetarie ("indennità di accompagnamento"), il secondo è dato dai programmi sociali e sanitari, compresa la erogazione di assistenza residenziale e domiciliare. La responsabilità delle cure è in gran parte delegata alle famiglie anche se la tradizionale capacità assistenziale delle famiglie italiane si è ridotta notevolmente nell'ultimo decennio a causa, al meno in parte, del continuo aumento del tasso di occupazione femminile. Le tendenze demografiche minacciano la sostenibilità del sistema di welfare italiano esistente, in particolare nei servizi di cure croniche territoriali, per i quali la domanda è in gran parte aumentata e si prevede che continuerà ad aumentare nei prossimi decenni

    FRAGILITY FRACTURES IN OLDER PERSONS WITH ALTERED THYROID FUNCTION

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    Gli ormoni tiroidei sono peptidi che svolgono molteplici e complesse funzioni nell\u2019organismo umano. Lo sche-letro \ue8 uno dei tessuti bersaglio degli ormoni tiroidei, ed una loro carenza o un loro eccesso ha importanti conseguenze sul tessuto osseo soprattutto nel periodo dello sviluppo e durante l\u2019invecchiamento. I disturbi a carico della tiroide si osservano con maggior frequenza nei soggetti in et\ue0 avanzata rispetto ai giovani. La tire-otossicosi \ue8 una causa nota di osteoporosi secondaria. L\u2019ipertiroidismo conclamato e l\u2019ipertiroidismo iatrogeno dovuto ad un eccesso nel dosaggio della terapia sostitutiva con ormoni tiroidei sono possibili cause di fratture ossee da fragilit\ue0. L\u2019ipertiroidismo subclinico da cause endogene o esogene si associa ad una riduzione della densit\ue0 minerale ossea (BMD), soprattutto a livello dell\u2019osso corticale nelle donne in et\ue0 avanzata. Il rischio di sviluppo di fratture da fragilit\ue0 sembra essere strettamente correlato al grado di soppressione dell\u2019ormone stimolante la tiroide (TSH) e alla presenza di altri fattori di rischio, inclusa l\u2019et\ue0 avanzata. Nelle persone anziane, l\u2019ipertiroidismo conclamato e l\u2019ipertiroidismo subclinico endogeno dovrebbero essere trattati al fine di ridurre il rischio di sviluppo di fratture da fragilit\ue0 e di fibrillazione atriale, e la mortalit\ue0 associata a tali patologie. Il rischio di fratture da fragilit\ue0 nei soggetti in et\ue0 avanzata, specialmente nelle donne nel periodo post-menopausale, che devono assumere dosaggi soppressivi di levotiroxina per il trattamento di un carcinoma della tiroide, pu\uf2 essere ridotto adottando una terapia a base di levotiroxina con la minima dose efficace e/o, se indicato, ag-giungendo una terapia con farmaci antiriassorbitivi o che favoriscano la formazione ossea. La terapia sostitu-tiva con levotiroxina nell\u2019ipotiroidismo conclamato dovrebbe essere regolarmente monitorata e aggiustata per evitare la soppressione dei livelli di TSH e il conseguente aumento del rischio di fratture da fragilit\ue0.Thyroid hormones are pleiotropic peptides with complex action on the human economy. The skeleton is a target tissue for thyroid hormone\u2019s action, which is illustrated by the consequences of thyroid hormone excess and deficiency during development and during aging. Thyroid disorders are more frequently observed in older than in younger persons. Thyrotoxicosis is an established cause of secondary osteoporosis. Overt hyper-thyroidism and iatrogenic hyperthyroidism due to over-replacement of thyroid hormone may result in fragility fractures. Endogenous or exogenous subclinical hyperthyroidism is associated with reduced bone density, especially in cortical bone in older women. Fragility fracture risk seems to be closely related to the degree of thyroid-stimulating hormone suppression and to other risk factors, including older age. Overt hyperthyroidism and endogenous subclinical hyperthyroidism in older persons should be treated to reduce the risk for fragility fractures, atrial fibrillation and related mortality risk. The risk for fragility fractures in older people, especially in postmenopausal women, taking suppressive doses of levothyroxine for thyroid cancer can be diminished by treatment with the minimal effective suppressive dose and in some cases, by adding an antiresorptive or bone forming therapy where indicated. Replacement therapy for overt hypothyroidism should be regularly adjusted to avoid TSH suppression and consequent increased risk of fragility fractures

    Testing Embedded Memories in Telecommunication Systems

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    Extensive system testing is mandatory nowadays to achieve high product quality. Telecommunication systems are particularly sensitive to such a requirement; to maintain market competitiveness, manufacturers need to combine reduced costs, shorter life cycles, advanced technologies, and high quality. Moreover, strict reliability constraints usually impose very low fault latencies and a high degree of fault detection for both permanent and transient faults. This article analyzes major problems related to testing complex telecommunication systems, with particular emphasis on their memory modules, often so critical from the reliability point of view. In particular, advanced BIST-based solutions are analyzed, and two significant industrial case studies presente

    Short-Term Neurodevelopmental Outcome in Term Neonates Treated with Phenobarbital versus Levetiracetam: A Single-Center Experience

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    BACKGROUND: Phenobarbital (PB) has been traditionally used as the first-line treatment for neonatal seizures. More recently, levetiracetam (LEV) has been increasingly used as a promising newer antiepileptic medication for treatment of seizures in neonates. OBJECTIVES: The aim of our study was to compare the effect of PB vs. LEV on short-term neurodevelopmental outcome in infants treated for neonatal seizures. METHOD: This randomized, one-blind prospective study was conducted on term neonates admitted to the Neonatal Intensive Care Unit of S. Bambino Hospital, University Hospital "Policlinico-Vittorio Emanuele," Catania, Italy, from February 2016 to February 2018. Thirty term neonates with seizures were randomized to receive PB or LEV; the Hammersmith Neonatal Neurological Examination (HNNE) was used at baseline (T0) and again one month after the initial treatment (T1). RESULTS: We found a significantly positive HNNE score for the developmental outcomes, specifically tone and posture, in neonates treated with LEV. There was no significant improvement in the HNNE score at T1 in the neonates treated with PB. CONCLUSION: This study suggests a positive effect of levetiracetam on tone and posture in term newborns treated for neonatal seizures. If future randomized-controlled studies also show better efficacy of LEV in the treatment of neonatal seizures, LEV might potentially be considered as the first-line anticonvulsant in this age grou

    Identification of aroma compounds of Vitis vinifera L. flowers by SPME GC-MS analysis

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    Using a gas chromatographic method (GC-MSanalysis), it was possible to determine the volatile constituent of an odorous flower from Vitis vinifera varieties growing in Sicily. More than 50 compounds were identified and the technique allowed us to determine that sesquiterpenes, as well as monoterpenes such as limonene and cymene, were the principal components. The odour-profiles allowed us to distinguish between variety groups or even single varieties.

    Magnesium and hypertension in old age

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    Hypertension is a complex condition in which various actors and mechanisms combine, resulting in cardiovascular and cerebrovascular complications that today represent the most fre-quent causes of mortality, morbidity, disability, and health expenses worldwide. In the last decades, there has been an exceptional amount of experimental, epidemiological, and clinical studies confirm-ing a close relationship between magnesium deficit and high blood pressure. Multiple mechanisms may help to explain the bulk of evidence supporting a protective effect of magnesium against hypertension and its complications. Hypertension increases sharply with advancing age, hence older persons are those most affected by its negative consequences. They are also more frequently at risk of magnesium deficiency by multiple mechanisms, which may, at least in part, explain the higher frequency of hypertension and its long-term complications. The evidence for a favorable effect of magnesium on hypertension risk emphasizes the importance of broadly encouraging the intake of foods such as vegetables, nuts, whole cereals and legumes, optimal dietary sources of magnesium, avoiding processed food, which are very poor in magnesium and other fundamental nutrients, in order to prevent hypertension. In some cases, when diet is not enough to maintain an adequate magnesium status, magnesium supplementation may be of benefit and has been shown to be well tolerated
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