72 research outputs found

    Educating for Transition in Work Contexts

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    Today’s scenarios of constant transformation of society call for a necessary reflection on work from an exquisitely pedagogical point of view, in consideration of the multiple transitions that we are witnessing because of phenomena such as progress, forced digitization, the Covid-19 pandemic, conflicts and economic-financial crises. It’s essential to move, for an education to the transition to the Recommendation of 18 December 2006 of the European Parliament on key competences for lifelong learning, from learning to learn. It is one of the eight competences, but essentially the most characterizing so that “learners take the starting point from what they have previously learned and from their life experiences to use and apply knowledge and skills in a whole range of contexts: at home, at work, in education and training”

    From knowledge to knowledge of practice. The relationship of help as a path of construction of the life project

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    What elements can characterize the construction of the life project on the basis of knowledge of educational practice today? This is the problem that describes this contribution, and which aims to investigate, on the basis of the categories proper to social pedagogy, possible practical actions of training of the citizen. The example of volunteering, as a practice of giving, but above all the redefinition of knowledge of the practice, and the moral category of solidarity, open new and important scenarios for the young generations that at the same time demand a hermeneutic, dynamic and modifiable place. They educate the meeting, in that perspective that allows us to recognize in others the differences that characterize the aspect of equality of each person in the relationship with themself and with others

    Pratiche lavorative: Riflessioni nel post-Coronavirus

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    Work today represents one of the most used and abused terms in the contexts of the human. In the pedagogical field, declined through practice (work practices) and its various socio-historical shifts, it becomes an urgent topic, especially in the aftermath of the social and economic crisis that hit the world with the spread of Covid-19. This article moves from an empirical reflection about the fragmentation of the educational in the era of the coronavirus to a rethinking of the person at the center of the labor debate, focusing on the changes and evolutions of a labor pedagogy that, like the other human sciences, because of the pandemic, must urgently rethink its action. An educational crisis that is an economic, social, and political crisis, and that cannot be separated from rethinking the educational relationship as an essential point from which to restart a new idea of work, and of organization, based on the person.Il lavoro rappresenta oggi uno dei termini più usati e abusati nei contesti dell’umano. In campo pedagogico, declinato attraverso la pratica (pratiche lavorative) e i suoi diversi mutamenti storico-sociali, diviene tema urgente, specie all’indomani della crisi sociale ed economica che ha colpito il mondo con la diffusione del Covid-19. Il presente articolo muove da una riflessione empirica circa la frammentazione dell’educativo nell’era del coronavirus, per giungere a ripensare la persona al centro del dibattito sul lavoro, puntando l’attenzione sui cambiamenti e le evoluzioni di una pedagogia del lavoro che, al pari delle altre scienze umane, a causa della pandemia, deve con urgenza ripensare la propria azione. Una crisi educativa che è crisi economica, sociale e politica, e che non può prescindere dal ripensare la relazione educativa come punto essenziale dal quale far ripartire una nuova idea di lavoro, e di organizzazione, fondata sulla persona

    Nuovi contesti di sviluppo della pratica educativa. La figura professionale dell’educatore nel welfare di comunità

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    The provision of education requires an educator who is first and foremost a recognized and recognizable professional, who is able to cope with the demands of an educational practice that is being given ever greater responsibility in today’s fluid society, governed as it is by nebulous interests and passions. At the same time, new contexts for the development of educational practice, in particular among peer groups, require a new concept of community welfare, which is able to evolve in response to contributions from pedagogic research. This paper, therefore, aims to investigate possible scenarios in the role of the professional educator in the wake of the introduction of the 205/2017 law which sets out, from a legal perspective, the duties and protections of the educator. The possibility, indeed the necessity, of investigating new contexts for the development of educational relationships becomes a challenge that can no longer be postponed.La pratica educativa necessita di un educatore che sia anzitutto un professionista, riconosciuto e riconoscibile, in grado di far fronte ai bisogni di un agire educativo che si fa sempre più responsabile in una società liquida, governata da interessi e passioni nebulose. Al tempo stesso, i nuovi contesti di sviluppo della pratica educativa, specie la relazione nel gruppo dei pari, richiedono una nuova idea di welfare di comunità, in grado di poter crescere con il contributo della ricerca pedagogica. Il presente saggio, quindi, mira ad indagare quali siano i possibili scenari della figura professionale dell’educatore all’indomani della promulgazione della legge 205/2017 che ne sancisce, da un punto di vista giurisprudenziale, doveri e tutele. La possibilità, oltre che la necessità, di indagare nuovi contesti di sviluppo delle relazioni educative diventa una sfida non più rinviabile

    Il volontariato come pratica di dono e relazione d’aiuto nella costruzione del progetto di vita

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    Can volunteering today be considered a gift practice through a pedagogical re-reading aimed at a new idea of a help relationship? This is the theme behind this contribution, which, on the basis of the categories of social pedagogy, intends to investigate possible practical forms of giving oneself, moving from the theory of conflict to the category of solidarity, focusing more on the need for a new and stimulating project of life for the younger generations who in the contemporary world ask for an open, dynamic and modifiable hermeneutic place. Educating at the meeting, therefore, in that perspective that allows us to recognize in the other the differences that connote the aspect of equality of each person in the relationship with himself with each other. The place, therefore, as an essential element of cohesion and relational, affective, social and cultural analysis, and no longer exclusively physical space, capable, therefore, of making people participate in that widespread sociality that feeds the ethics of Responsibility.Può oggi il volontariato essere considerato una pratica di dono attraverso una rilettura pedagogica mirata a una nuova idea di relazione d’aiuto? È questo il tema che sottende il presente contributo il quale, sulla scorta delle categorie proprie della pedagogia sociale, intende indagare possibili forme pratiche del donarsi, muovendo dalla teoria del conflitto fino a giungere alla categoria della solidarietà, focalizzandosi maggiormente sulla necessità di un nuovo e stimolante progetto di vita per le giovani generazioni che nella contemporaneità chiedono un luogo ermeneutico aperto, dinamico e modificabile. Educare all’incontro, quindi, in quella prospettiva che ci permette di riconoscere nell’altro le differenze che connotano l’aspetto di uguaglianza di ogni persona nel rapporto con sé stesso e con l’altro. Il luogo, quindi, quale elemento imprescindibile di coesione e di analisi relazionale, affettiva, sociale e culturale, e non più esclusivamente spazio fisico, capace, quindi, di rendere le persone partecipi di quella socialità diffusa che alimenta l’etica della responsabilità

    Fiorucci M., Lopez G. (a cura di) (2017) John Dewey e la pedagogia democratica del ‘900. Impresa e pedagogia per un nuovo umanesimo del lavoro Roma: Roma TrE-Press

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    Il volume John Dewey e la pedagogia democratica del ‘900, curato da Massimiliano Fiorucci e Gennaro Lopez, edito da Roma TrE-Press nel 2017, raccoglie i contributi del Convegno Nazionale John Dewey e la pedagogia democratica del ’900. In occasione dei cento anni dalla pubbli-cazione di “Democrazia e educazione”, tenutosi a Roma il 24 novembre 2016 presso il Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi Roma Tre, organizzato e promosso da Pro-teo Fare Sapere, Edizioni Conoscenza e CREIFOS (Centro di Ricerca sull’Educazione Interculturale e la Formazione allo Sviluppo) - Dipar-timento di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi Roma Tre con il patrocinio della SIPED (Società Italiana di Pedagogia)

    Elia G. (2016). Prospettive di ricerca pedagogica. Bari: Progedit.

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    In una fase congiunturale, nella quale la pedagogia è chiamata a rielaborare il proprio orizzonte di riferimento, rafforzando la rifles-sività critica e problematica, ma soprattutto quella caratteristica, pro-pria e ineludibile, di necessaria adattività, le sfide educative e la complessità stessa della pedagogia devono mirare alla valorizzazio-ne della dimensione pratico-progettuale, e più specificatamente, per-correre la via dell’autenticamente umano

    Modellizzare lo sviluppo territoriale “dal basso” entro il quadro della ricerca educativa sostenibile: Un contributo a più voci riguardo ai processi trasformativi, innovativi e partecipativi che rispondono a esigenze socioculturali di tipo locale e ai bisogni speciali

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    This paper joins together different educational research approaches, which highlight the relevance of educational research as a stimulus to bottom-up transformative processes, and as a tool to make them valuable at the local (territorial) and global (national, European) level. Each approach is dedicated to a single region or administrative district of Italy, within which their cases unfold (namely: Apulia, Lombardy, and Trento). Moreover, as made apparent by the joint diagram, they all share assumptions with regards to the ontology of the macrolevel, which constitute the bases for their comparability. The final section subsumes individual results by projecting them against a theo-retical background that stresses on the role of bottom-up processes as fos-terers of transformative resilience; the latter allows for adaptation without depletion of contextual elements, nor the avoidance of selective pressures. As such, educational research qualifies as one of the cornerstones of sus-tainable development.Questo articolo unisce differenti approcci per la ricerca educativa che sot-tolineano la rilevanza della stessa come stimolo per i processi trasformativi bottom-up e, parimenti, come strumento per valorizzarli a livello locale (territorio) e globale (nazione, UE). Ciascun approccio è dedicato a una singola regione o suddivisione amministrativa italiana, entro cui hanno luogo i casi studiati (Lombardia, Puglia, Trento). Inoltre, come si può evincere dallo schema collettivo, condividono tutti e tre degli assunti di base sulla suddivisione ontologica del macrolivello di analisi: tale elemento condiviso costituisce il fondamento della loro comparabilità. La sezione finale riassume i risultati individuali ponendoli nel contesto teorico dell'importanza dei processi bottom-up come chiavi della resilienza trasformativa; quest'ultima, infatti, risulta da un processo di adattamento che non esaurisce gli elementi contestuali né evita di misurarsi con le pressioni selettive. In quanto tale, la ricerca educativa si qualifica come uno dei capisaldi dello sviluppo sostenibile.  

    Per una pedagogia rigenerativa del territorio nell’accezione di comunità partecipativa e sostenibile

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    The present article is the result of a collective work by various authors and focuses attention to the consequences in training processes and educational relationships following the Covid 19 pandemic. All educational agencies, formal, non-formal and informal, starting with the family and the school, have been involved in a profound change involving the times, spaces and strategies of education. The various contributions, focusing on different aspects and problems, highlight the need for collaboration and the sharing of principles and objectives by all the training agencies in order to enable all citizens to exercise their citizenship in an active and constructive manner. In this regard, the importance of Community education pacts is stressed in order to create synergy, continuity and cooperation between schools and extra-school activities based on local needs. In this situation, pedagogical research can take on a guiding and orientation role in the community in order to facilitate and promote the construction of an integrated extended educational system.Il presente contributo, frutto di un lavoro collettaneo di vari Autori, pone l’attenzione sulle conseguenze nei processi formativi e nelle relazioni educative a seguito della pandemia da Covid 19. Tutte le agenzie formative, formali, non formali e informali, a partire dalla famiglia e dalla scuola, sono state coinvolte in un profondo cambiamento che coinvolge i tempi, gli spazi e le strategie della formazione. I vari contributi, focalizzandosi su aspetti e problematiche diverse, evidenziano la necessità di collaborazione e di condivisione di principi e obiettivi da parte di tutte le agenzie formative per mettere in condizione tutti i cittadini e le cittadine di poter esercitare la propria cittadinanza in modo attivo e costruttivo. A questo proposito, viene sottolineata l’importanza dei Patti educativi di comunità per creare sinergia, continuità e collaborazione tra scuola ed extrascuola a partire dalle esigenze locali. La ricerca pedagogica può assumere, in questa situazione, un ruolo di guida e orientamento nella comunità per facilitare e promuovere la costruzione di un sistema formativo allargato integrato

    Association of kidney disease measures with risk of renal function worsening in patients with type 1 diabetes

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    Background: Albuminuria has been classically considered a marker of kidney damage progression in diabetic patients and it is routinely assessed to monitor kidney function. However, the role of a mild GFR reduction on the development of stage 653 CKD has been less explored in type 1 diabetes mellitus (T1DM) patients. Aim of the present study was to evaluate the prognostic role of kidney disease measures, namely albuminuria and reduced GFR, on the development of stage 653 CKD in a large cohort of patients affected by T1DM. Methods: A total of 4284 patients affected by T1DM followed-up at 76 diabetes centers participating to the Italian Association of Clinical Diabetologists (Associazione Medici Diabetologi, AMD) initiative constitutes the study population. Urinary albumin excretion (ACR) and estimated GFR (eGFR) were retrieved and analyzed. The incidence of stage 653 CKD (eGFR < 60 mL/min/1.73 m2) or eGFR reduction > 30% from baseline was evaluated. Results: The mean estimated GFR was 98 \ub1 17 mL/min/1.73m2 and the proportion of patients with albuminuria was 15.3% (n = 654) at baseline. About 8% (n = 337) of patients developed one of the two renal endpoints during the 4-year follow-up period. Age, albuminuria (micro or macro) and baseline eGFR < 90 ml/min/m2 were independent risk factors for stage 653 CKD and renal function worsening. When compared to patients with eGFR > 90 ml/min/1.73m2 and normoalbuminuria, those with albuminuria at baseline had a 1.69 greater risk of reaching stage 3 CKD, while patients with mild eGFR reduction (i.e. eGFR between 90 and 60 mL/min/1.73 m2) show a 3.81 greater risk that rose to 8.24 for those patients with albuminuria and mild eGFR reduction at baseline. Conclusions: Albuminuria and eGFR reduction represent independent risk factors for incident stage 653 CKD in T1DM patients. The simultaneous occurrence of reduced eGFR and albuminuria have a synergistic effect on renal function worsening
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