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    Domneven slavizem v delih Pietra Aretina

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    Pietro Aretino usa almeno due volte una curiosa espressione, che ha tutta l'aria di ripetere una formula popolare, anche se, almeno finora, non risulta attestata altrove, se si esclude un infelice rinvio del Florio (utilizzatore, del resto, delle opere dell'Aretino), che nel Queen Anna's New World of Words (London, 1611) accoglie "Sdraù, used for Esdraù. Looke Esdraù", dimenticando poi di registrare Esdrau  al suo posto alfabetico. Nella terza giornata del Dialogo nel guale la Nanna insegna a la Pippa, del 1536 (a p. 290 dell' ediz. Aquilecchia: Bari,  1969) di una donna di partito si chiede: -Non dici tu che ella è carne d'Isdraù, che chi ne mangia una volta non ne vuol più? E 1'interpellata risponde: - Io ti ho detto che ella era robba da quattro soldi.Avtor se sprašuje, ali ima prav Giorgio Petrocchi, ko v svoji popolni izdaji odrskih del italijanskega renesančnega pisatelja Pietra Aretina (Arezzo 1492 - Benetke 1556) izvaja izraz sdrau iz srbohrvaške besede ždrau 'žerjav'(gl. Deanović-Jernej, Hrvatskosrpsko-talijanski rječnik, Zagreb, 1970 pod geslom ždrao in ždral). Ta beseda se pojavlja pri Aretinu dvakrat: "Non dici tu che ella è carne d'Isdraù" in pa " … ci spesacchiano con gli aceti dolci … e con la carne di sdraù". Ker je pomensko najverjetneje, da gre za izraz 'meso slabe kakovosti', ni verjeti, da bi bilo mogoče razlagati uporabljeni izraz z 'žerjavom' (Boccaccieva novela o prebrisanem kuharju Chichibiu, Dekameron VI,4, ne kaže, da bi bilo žerjavovo meso neokusno), misli avtor, da pri Aretinu ne gre za slavizem. Najverjetneje se mu zdi, da je izraz sdraù, Isdraù deformacija biblijskega imena Esaù, čeprav prava razlaga pomena vendar še 'manjka

    Malta : language, literacy and identity in a Mediterranean island society

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    Available documentation for the early modern period indicates that the Malta harbor towns achieved literacy earlier than the countryside. The Maltese townsmen lived on a trading route, and it was necessary for them to learn the lingua franca, as the language of trade in the Mediterranean. The educated elite were able to acquire fluent speaking knowledge, as well as the ability to write, Tuscan (a dialect then in the process of becoming standard Italian), while continuing to employ their local Maltese ‘dialect’ on numerous occasions. By and large, the erosion of the position of Maltese as the subordinate language was an inevitable by-product of this development. The Maltese language was able to attain the function of a literary language in the nineteenth century but it had no standard orthography until 1931 and was only adopted as Malta’s official language in 1964.peer-reviewe

    La Conoscenza della lingua Turca in Italia nel '500.

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    Donated by Klaus KreiserReprinted from : Il Velto: Rivista della civilta Italiana, 2-4 anno XXIII - Marzo-Agosto 1979

    Triestinske postile

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    Il Grande dizionario del dialetto triestino di Mario Doria (Trieste, Edizioni "Il Meridiano", 1987) rappresenta il frutto più maturo della lessicografia dialettale italiana. Conosciuto da tempo, ma per i più indirettamente, perché pubblicato a puntate su periodici locali; descritto metodologicamente dall'autore in occasione del XII Convegno per gli Studi Dialettali Italiani (Macerata, 10-13 aprile 1979: cfr. Etimologia e lessico dialettale, Pisa 1981, pp. 171-196); era lungamente atteso, come esempio di un vocabolario dialettale moderno, insieme descrittivo, fraseologico ed etimologico. E l'attesa non è andata delusa.Avtor dodaja posameznim geslom Dorievega slovarja triestinskega narečja nekaj rab, ki jih je mogoče najti tudi drugod po Benečiji, celo izven beneških meja. Gre za nekaj izrazov za ribe ali sploh ribarstva, nekaj je tudi nemških besed, najde se celo slovenska tvorbena prvina, sufiks -avs (fifaus)

    Tracce dell’Antico dialetto Veneto di Pirano

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    Il Comitato dell'Atlante Linguistico Mediterraneo (ALM), dopo aver accettato d'includere nel piano dei suoi lavori un'inchiesta presso i pe­ scatori di lingua slovena di S. Croce di Trieste (Sv. Križ pri Trstu) - inchiesta egregiamente compiuta tra il 1966 ed il 1967 da T. Logar e S. Škerlj nel quadro dei rilievi per un grande atlante linguistico slo­ veno -, ha aderito anche alla proposta parallela di allargare le inchieste italiane, aggiungendo alla rete precedentemente stabilita un punto sulla costa istriana. La scelta è caduta su Pirano (Piran) per due motivi: la sua dislocazione geografica, come ultimo porto meridionale dell'area slovena, e la sua fisionomia dialettale, abbozzata dall'Ascoli (1873), illustrata fin dal 1900 dall'Ive, che includeva il piranese fra I dialetti ladino-veneti dell'Istria, esemplificata dal Parenzan attraverso 24 sonetti in vernacolo (il titolo della raccoltina - Del dialetto di Pirano. Saggio di Pietro Parenzan riveduto e annotato dal Conte Nicodemo Ton, Trieste, 1901 - non inganni) e indirettamente descritta dallo Scheuer­ meier, che visitò la cittadina nel maggio del1922 per l'AIS (punto n. 368), e dal Pellis con una larga inchiesta diretta nel suo territorio (precisamente a Sicciole di Pirano), condotta nel 1926 e nel 1928 per l'Atlante Linguistico Italiano (ALI)

    Un ligurismo nel dialetto di Chio

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    Il luogo comune, corrente fra gli studiosi, délia scarsità di elementi di provenienza ligure nei dialetti neogreci, specialmente in confronto » dell’alluvione dei venezianismi, è probabilmente dovuto alla mancanza di appropriate ricerche. Cerchiamo di contribuire allo stimolo di questo tipo di indagini, analizzando la storia complessa di un probabile ligurismo di Chio. Chio (Xίος per i Greci, negli antichi document ! italiani anche Scio o Sio) è un’isola dell’Egeo orientale abbastanza ampia (..
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