24 research outputs found

    Prenatal ultrasound diagnosis of fetal chest wall cystic lymphangioma: An Italian case series

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    Fetal lymphangioma is a rare congenital malformation of lymphatic system that involve the skin and the subcutaneous tissue. The vast majority of the lymphangioma occurs in the neck. More rarely lymphangiomas may occur in the axillary region, including chest wall. Our consecutive case series study included three cases of fetal chest wall cystic lymphangiomas. In our cohort, fetal chest wall cystic lymphangiomas were the 18.8% of the all cases of lymphangiomas of axillary region. In all the three cases no other fetal abnormalities were evaluated, and the chest wall cystic lymphangiomas were unilateral, honeycombed in appearance, with multiple echo-free area of varying size in the mass, with no color flow on Doppler sonography, and with a trend to increase during the gestation. The incidence of chromosomal abnormalities was 33.3%, with one case out of the three being trisomy 21.The literature review revealed only seven cases of fetal chest wall cystic lymphangiomas. The cases were not associated with other abnormalities, nor with abnormal karyotype and only one case of fetal death was reported. Three women delivered vaginally. In summary, fetal chest wall cystic lymphangioma is a very rare malformations with only seven cases reported in the literature. This malformation is usually not associated with abnormal karyotype or other abnormalities and the neonatal outcome is favorable after surgical removal. Spontaneous vaginal delivery may be a safe approach for delivery women with fetal chest wall cystic lymphangioma. CONDENSATION: Fetal chest wall cystic lymphangioma is a very rare malformations with only seven cases reported in the literature. This malformation is usually not associated with abnormal karyotype or other abnormalities and the neonatal outcome is favorable after surgical removal. Spontaneous vaginal delivery may be a safe approach for delivery women with fetal chest wall cystic lymphangioma

    Il monitoraggio sismico dei vulcani attivi della Campania: rete sismica ed analisi dei dati. (Luglio-Dicembre 2001

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    La Rete Sismica dell’Osservatorio Vesuviano (RSOV) è una rete regionale costituita da stazioni sismiche analogiche a corto periodo e stazioni digitali a larga banda con trasmissione continua dei segnali al Centro di Acquisizione (Fig. 1). La Rete è progettata per il monitoraggio delle aree vulcaniche attive della Campania (Vesuvio, Campi Flegrei, Ischia) e fornisce informazioni relative alla sismicità a scala regionale rilevata dalla Rete Sismica Nazionale Centralizzata (INGV – Centro Nazionale per il Monitoraggio della Sismicità). Il miglioramento e la standardizzazione della Rete iniziato nella prima metà del 2000 è continuato nel 2001 con la ristrutturazione di alcune stazioni (SFT, HR9, OTV, SSB, SMC, SOR) e la conversione a tre componenti di due stazioni dell’area vesuviana (BKE e CPV). Particolare attenzione è stata posta nel miglioramento dell’accoppiamento sismometrobasamento al fine di migliorare il rapporto segnale-rumore, comunque elevato a quasi tutte le stazioni a causa dell’alto grado di urbanizzazione delle aree monitorate. E’ stata completata, inoltre, la ristrutturazione del Ponte Radio Centralizzato posto presso la sede di Via Manzoni. Questa operazione ha comportato la sostituzione di tutti gli apparati radio riceventi, obsoleti o inadeguati, e la ridistribuzione del sistema delle antenne di ricezione. Futuri miglioramenti ed espansioni della Rete sono inseriti nel Piano Triennale delle attività dell’I.N.G.V. e prevedono la conversione in larga banda di alcune stazioni analogiche e la ridondanza dei sistemi di trasmissione (telemetria UHF e telefonica digitale) per garantire la continuità dell’acquisizione dei segnali.INGV Sezione di NApoli "Osservatorio Vesuviano"Published1IT. Reti di monitoraggio e sorveglianz

    Il monitoraggio sismico dei vulcani attivi della Campania: rete sismica ed analisi dei dati

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    La Rete Sismica dell’Osservatorio Vesuviano (RSOV) è una rete regionale costituita da stazioni sismiche analogiche a corto periodo e stazioni digitali a larga banda con trasmissione continua dei segnali al Centro di Acquisizione (figura 1). La Rete è progettata per il monitoraggio delle aree vulcaniche attive della Campania (Vesuvio, Campi Flegrei, Ischia) e fornisce informazioni relative alla sismicità a scala regionale in collaborazione con la Rete Sismica Nazionale Centralizzata (INGV – Centro Nazionale per il Monitoraggio della Sismicità). Il miglioramento e la standardizzazione della Rete iniziato nella prima metà del 2000 è continuato nell’anno in corso con la ristrutturazione di alcune stazioni (SFT, HR9, OTV, SSB, SMC) e la conversione a tre componenti di due stazioni dell’area vesuviana (BKE e CPV). Particolare attenzione è stata posta nel miglioramento dell’accoppiamento sismometrobasamento al fine di migliorare il rapporto segnale-rumore; il rumore di fondo rimane comunque elevato a quasi tutte le stazioni a causa dell’alto grado di urbanizzazione delle aree monitorate. E’ stata completata, inoltre, la ristrutturazione del Ponte Radio Centralizzato posto presso la sede di Via Manzoni. Questa operazione ha comportato la sostituzione di tutti gli apparati radio riceventi, obsoleti o inadeguati, e la ridistribuzione del sistema delle antenne di ricezione. Futuri miglioramenti ed espansioni della Rete sono inseriti nel Piano Triennale delle attività dell’I.N.G.V. e prevedono la conversione in larga banda di alcune stazioni analogiche e la ridondanza dei sistemi di trasmissione (telemetria UHF e satellitare) per garantire la continuità dell’acquisizione dei segnali.INGV Sezione di Napoli "Osservatorio Vesuviano"Published1IT. Reti di monitoraggio e sorveglianz

    Andante e allegro

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    score and 2 parts. 34 cm

    Trio, piano, strings, op. 140

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    score and 2 parts. 34 c

    Surgery for intramedullary spinal cord ependymomas in the neuromonitoring era: results from a consecutive series of 100 patients

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    Objective: The established treatment of intramedullary spinal cord ependymomas (ISCEs) is resection. Surgical series reporting treatment results often lack homogeneity, as these are collected over long time spans and their analysis is plagued by surgical learning curves and inconsistent use of intraoperative neurophysiological monitoring (IONM). The authors report the oncological and functional long-term outcomes in a modern series of 100 consecutive ISCEs that were resected between 2000 and 2015 by a surgically experienced team that consistently utilized IONM. Methods: In this retrospective study, the authors tailored surgical strategy and multimodal IONM, including somatosensory evoked potentials, muscle motor evoked potentials (mMEPs), and D-waves, with the aim of gross-total resection (GTR). Preservation of the D-wave was the primary objective, and preservation of mMEPs was the second functional objective. Functional status was evaluated using the modified McCormick Scale (MMS) preoperatively, postoperatively, and at follow-up. Results: Preoperatively, 89 patients were functionally independent (MMS grade I or II). A GTR was achieved in 89 patients, 10 patients had a stable residual, and 1 patient underwent reoperation for tumor progression. At a mean follow-up of 65.4 months, 82 patients were functionally independent, and 11 lost their functional independence after surgery (MMS grades III-V). Muscle MEP loss predicted short-term postoperative worsening (p < 0.0001) only, while the strongest predictors of a good functional long-term outcome were lower preoperative MMS grades (p < 0.0001) and D-wave preservation. D-wave monitorability was 67%; it was higher with lower preoperative MMS grades and predicted a better recovery (p = 0.01). Conclusions: In this large series of ISCEs, a high rate of GTR and long-term favorable functional outcome were achieved. Short- and long-term functional outcomes were best reflected by mMEPs and D-wave monitoring, respectively
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