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    L’“Assemblea Terra bene comune Firenze”. Dalla difesa delle terre agricole pubbliche alla proposta di una nuova agricoltura

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    L’“Assemblea Terra bene comune Firenze”, nata nel Gennaio 2013 sull’onda della difesa delle terre a vario titolo pubbliche o di proprietà collettiva dall’alienazione, propone una campagna per l’accesso di nuovi contadini alla terra. Due degli agricoltori che hanno promosso l’iniziativa ce ne illustrano lo spirito, gli obbiettivi e le modalità proposte per il loro raggiungimento.The “Land common good Florence Assembly”, born in January 2013 in the wave of preserving from alienation lands for various reasons of public or collective ownership, proposes a campaign for the access of new farmers to land. Two of the farmers who promoted the event point up its spirit, its objectives and the proposed ways to achieve them

    La riconquista popolare della citt\ue0 storica a Saint-Macaire (Aquitania). Per una monografia di villaggio

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    La cittadina francese di Saint-Macaire, sulla Garonna presso Bordeaux, ha costituito, a partire dal 1967, un campo di sperimentazione per la riconquista popolare della citt\ue0 storica: dal cantiere di restauro del chiostro benedettino voluto e gestito dai giovani del paese si \ue8 ben presto passati a traguardare decisamente la gestione municipale. In pi\uf9 di tre decenni di governo del Comune si \ue8 potuto integrare nella citt\ue0 storica, interpretata come bene comune, edilizia residenziale pubblica e attrezzature collettive, riappropriazione del savoir-faire artigianale e una fitta attivit\ue0 culturale e associativa, nuovi e vecchi abitanti. Tutto ci\uf2 attraverso forme di autorganizzazione sociale che hanno dato luogo ad una esperienza di sostanziale pianificazione dal basso.The French town of Saint-Macaire, near Bordeaux along the Garonne, since 1967 has been representing an experiment site for the popular re-conquest of historic cities: from the restoration yard of the Benedictine cloister, wanted and managed by the village youth, the movement quickly switched its target towards municipal management. Over more than three decades of city government, it became possible to integrate into the historic city, read as a common good, public housing and collective facilities, re-appropriation of artisan skills and a dense cultural and associative activity, new and old dwellers. All this through forms of social self-organisation that have given rise to a fundamental grassroots planning experience

    Police de l’esthétique. Autogoverno e controllo delle trasformazioni sul patrimonio edilizio storico a Saint-Macaire

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    The fifty-year experience of reflections, restorations and projects on an architectural, urban and socio-economic scale promoted in the town of Saint-Macaire, on the Garonne near Bordeaux – an experience defined by Françoise Choay as a “manifesto of optimism regarding the survival of our building competence” –, constitutes a case of popular re-appropriation of the historic city, that has the merit of continuity to the present day. From the restoration site of the Benedictine cloister – the prieuré –, wanted and managed by the city’s young people from 1967 onwards, they moved on to the municipal power, soon reaching it. The dense cultural and associative activity promoted by this position led to forms of social self-organisation that produced an experience of substantial planning from below: in more than three decades of municipal government, it was possible to integrate collective facilities located in historical monuments, public housing in Renaissance buildings, re-appropriation of craftsmanship, new and old inhabitants into the historical city. The essay reconstructs the phases of this experience of collective management of urban transformations and addresses, through Macarian examples, the theme of the permanent quest for domination by those with cultural power at the expense of those without, particularly on the subject of the control of urban and architectural aesthetics.L’esperienza cinquantennale di riflessioni, restauri, progetti alla scala architettonica, urbana e socio-economica promossi nella cittadina di Saint-Macaire, sulla Garonna presso Bordeaux – esperienza definita da Françoise Choay “manifesto d’ottimismo in merito alla sopravvivenza della nostra competenza di edificare,” – costituisce un caso di riappropriazione popolare della città storica che ha il pregio della continuità fino all’oggi. Dal cantiere di restauro del chiostro benedettino – il prieuré –, voluto e gestito dai giovani del paese a partire dal 1967, si è passati a traguardare il potere municipale, ben presto raggiungendolo. La fitta attività culturale e associativa promossa da tale posizione ha determinato forme di autorganizzazione sociale che hanno prodotto un’esperienza di sostanziale pianificazione dal basso: in più di tre decenni di governo comunale è stato possibile integrare nella città storica attrezzature collettive collocate in monumenti storici, edilizia residenziale pubblica in edifici rinascimentali, riappropriazione del savoir-faire artigianale, nuovi e vecchi abitanti. Nel saggio si ricostruiscono le fasi di tale esperienza di gestione collettiva delle trasformazioni urbane e si affronta, attraverso esempi macariani, il tema della ricerca permanente di dominio da parte dei detentori del potere culturale ai danni di chi ne è privo, in particolare in materia di controllo dell’estetica urbana e architettonica

    Urbanistica resistente nella Firenze neoliberista: perUnaltracitt\ue0 2004-2014

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    Negli anni della bolla edilizia e della mercificazione dei beni comuni, dell\u2019accentramento del potere e dello svilimento degli organi rappresentativi, l\u2019urbanistica neoliberista manifesta il suo vero volto, rinuncia ai suoi compiti statutari, spoglia gli strumenti attuativi di qualsiasi valenza sociale e si rende immediatamente funzionale alla rendita immobiliare e alla finanza fondata sul cemento. Per dieci anni Firenze \ue8 il banco di prova per il cantiere nazionale. Dal 2004 al 2014 \ue8 presidente della Provincia, poi sindaco, un trentenne Matteo Renzi che vi sperimenta, prima di applicarle all\u2019intero paese, la velocit\ue0 nelle decisioni, la riduzione del governo cittadino ad evento mediatico e la politica come apologia della tabula rasa. Ma a margine della rappresentazione ufficiale si registra un decennio di \u201curbanistica resistente\u201d. Per due legislature all\u2019opposizione in Consiglio comunale \u2013 dove, nell\u2019avvicendamento burrascoso di piani strutturali e inchieste della Magistratura, si definiva il futuro della citt\ue0 e dell\u2019area di Castello \u2013, la lista di cittadinanza \u201cperUnaltracitt\ue0\u201d ha unito cittadine e cittadini, comitati, realt\ue0 autogestite ed esperti critici. Il libro, frutto di un decennio di ricerca-azione, raccoglie il racconto corale e antagonista di questa esperienza collettiva che ha prodotto riflessioni critiche sullo smantellamento in atto della civilt\ue0 urbana e pratiche sperimentali per immaginare un\u2019altra citt\ue0

    Scienze del territorio. Rivista della Societ\ue0 dei territorialisti/e

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    La rivista, semestrale, esce con numeri monografici ("Ritorno alla terra", "Ricostruire la citt\ue0", "Ritorno alla montagna" etc.), in formato elettronico (http://www.fupress.net/index.php/SdT)

    La conversione dell'abitare. Comunit\ue0, fertilit\ue0, sapienza

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    Il volume \ue8 dedicato ai temi della conversione ecologica dell'habitat umano alla scala architettonica, urbana e territoriale. Policentrismo, autonomia dei piccoli comuni, rinascita delle campagne, tutela delle citt\ue0 storiche, competenze fabbrili, ripopolamento contadino, sapienza tradizionale, economia bioregionale, sono i fondamenti su cui basare il progetto degli ambienti di vita ricevuti in eredit\ue0 dalle generazioni passate, e da trasmettere perci\uf2 integri e fertili a quelle future. Il libro raccoglie saggi inediti o tradotti per la prima volta in italiano. Scritti di: Franco Arminio; James S. Curl; Mohandas K. Gandhi; Jean-Pierre Garnier; Edward Goldsmith; Ivan Illich; L\ue9on Krier; Helena Norberg Hodge; Thierrry Paquot; Paolo Portoghesi; Kirkpatrick Sale; Enzo Scandurra; Vandana Shiva

    Legge urbanistica in Emilia Romagna: territorio consegnato alla speculazione fondiaria

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    All\u2019indomani dell\u2019approvazione presso l\u2019Assemblea legislativa della proposta di legge "Disciplina regionale sulla tutela e l\u2019uso del territorio" n. 4223, un gruppo di urbanisti, tecnici, intellettuali, esprime preoccupazione per i contenuti di un atto legislativo che rischia di imprimere una svolta deregolativa capace di ledere l\u2019autonomia comunale in materia di urbanistica e pianificazione del territorio

    Modello emiliano al contrario: la città come una public-company

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    Se la citt\ue0 \ue8 considerata come una \u201cpublic company\u201d ad azionariato diffuso, dove i cittadini sono i \u201cproprietari della citt\ue0\u201d, la rigenerazione urbana \u2013 deprivata di carattere progressivo in senso sociale \u2013 diventa uno strumento di \u201cconvincimento\u201d dei cittadini-proprietari-azionisti a \u201cinvestire sul patrimonio di cui sono proprietari\u201d, diventa il core business di un nuovo ciclo edilizio. La casa passa da \u201cdiritto\u201d a oggetto di investimento. L'articolo esce in prossimit\ue0 della discussione del DdL 3224 "sulla tutela e l'uso del territorio" in Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
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