70 research outputs found

    Time for a consensus conference on pain in neurorehabilitation

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    What is the role of the placebo effect for pain relief in neurorehabilitation? Clinical implications from the Italian Consensus Conference on Pain in Neurorehabilitation

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    Background: It is increasingly acknowledged that the outcomes of medical treatments are influenced by the context of the clinical encounter through the mechanisms of the placebo effect. The phenomenon of placebo analgesia might be exploited to maximize the efficacy of neurorehabilitation treatments. Since its intensity varies across neurological disorders, the Italian Consensus Conference on Pain in Neurorehabilitation (ICCP) summarized the studies on this field to provide guidance on its use. Methods: A review of the existing reviews and meta-analyses was performed to assess the magnitude of the placebo effect in disorders that may undergo neurorehabilitation treatment. The search was performed on Pubmed using placebo, pain, and the names of neurological disorders as keywords. Methodological quality was assessed using a pre-existing checklist. Data about the magnitude of the placebo effect were extracted from the included reviews and were commented in a narrative form. Results: 11 articles were included in this review. Placebo treatments showed weak effects in central neuropathic pain (pain reduction from 0.44 to 0.66 on a 0-10 scale) and moderate effects in postherpetic neuralgia (1.16), in diabetic peripheral neuropathy (1.45), and in pain associated to HIV (1.82). Moderate effects were also found on pain due to fibromyalgia and migraine; only weak short-term effects were found in complex regional pain syndrome. Confounding variables might have influenced these results. Clinical implications: These estimates should be interpreted with caution, but underscore that the placebo effect can be exploited in neurorehabilitation programs. It is not necessary to conceal its use from the patient. Knowledge of placebo mechanisms can be used to shape the doctor-patient relationship, to reduce the use of analgesic drugs and to train the patient to become an active agent of the therapy

    Paziente straniero e medico di medicina generale

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    L'articolo affronta il tema dell'incontro tra il medico di medicina generale e il paziente straniero

    Etnopsichiatria, etnopsicoanalisi

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    I temi dell'etnopsichiatria e dell'etnopsicoanalisi hanno assunto oggi una grande importanza pratica: i massicci fenomeni migratori ci hanno avvicinato a mondi culturali diversi, senza doverci allontanare dal nostro Paese, come accadeva per gli antropologi e gli psichiatri del passato. E nello stesso tempo hanno rivelato la nostra insufficienza a fronteggiare il disagio psichico e i quadri morbosi che i migranti presentano. Da questa vicinanza sorge la necessità per lo psichiatra e lo psicoterapeuta, di comprendere e valutare la sofferenza mentale degli stranieri

    Pregiudizi, stereotipi e fraintendimenti: barriere nella relazione terapeutica col paziente straniero

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    Nell'articolo si descrive il trattamento etnopsichiatrico all'interno di un ambulatorio psichiatro territoriale di una paziente rom che per molti aspetti appariva inaccessibile e misteriosa. Il gruppo terapeutico si è concentrato sul problema del pregiudizio e dello stereotipo nei confronti degli zingari. Prendere consapevolezza dei malintesi e dei fraintendimenti che da essi si generano, ha consentito di sintonizzarsi con maggiore chiarezza sulle difficoltà e sui bisogni della paziente

    Disturbi del comportamento alimentare: realtà clinica complessa della postmodernità

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    I DCA: un tema nel quale al giorno d'oggi ogni clinico della salute mentale inesorabilmente si imbatte. Il quaderno raccoglie alcuni contributi originali su temi teorici e clinici che rendono conto della ricchezza dei punti di vista, delle valutazioni e dei modelli interpretativi dai quali la psicoanalisi può illuminare quest'area

    Etnopsichiatria, etnopsicoanalisi: problemi vecchi e nuovi

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    Se all'inizio del secolo l'interesse transculturale della psichiatria muoveva da esigenze soprattutto teoriche, l'attuale rimescolamento culturale e razziale, divenuto un fenomeno planetario, rende indifferibile una riflessione metodologica sull'operare psichiatrico e psicoanalitico nei confronti di pazienti provenienti da culture non occidentali. Si apre così un campo di ricerca che richiede il concorso convergente di più discipline e di competenze specifiche legate all'intrinseca complessità della realtà umana indagata

    Voce “Etnopsicoanalisi”

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    Il confronto della psichiatria e della psicoanalisi con soggetti e fatti sociali di culture diverse da quelle europee (comportamenti individuali e collettivi, credenze e miti, riti, istituzioni, ecc.) ha generato un nuovo e composito ambito di ricerca. L'uso intercambiabile dei termini etnopsichiatria, psichiatria transculturale e etnopsicoanalisi, ha contribuito a creare una certa ambiguità nella definizione dei rispettivi campi di ricerca. Nel lavoro si puntualizzeranno le differenze tra questi ambiti disciplinari

    Disturbi alimentari e cultura

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    In questo scritto l'autrice cerca di allargare l'orizzonte di comprensione dei Disturbi del Comportamento Alimentare, inscrivendo l'essere umano (inteso come unità di corpo e mente), sia esso paziente o terapeuta, nel gioco sociale e politico e in un divenire storico. Tutto ciò allo scopo di uscire dalla dimensione afosa del gioco estenuante delle ipotesi multifattoriali e dei correlati interventi terapeutici multidimensionali (Inglese 1998). Un "inutile carosello" (Gamma Romoroni 2004) che sortisce un effetto disgregante e frammentante sul già frammentato mondo interno anoressico-bulimico e sui nostri interventi terapeutici

    "Le ombre di Massambalo". Viaggi del dolore e crisi dell'identità culturale

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    Il viaggio migratorio cimenta la personalità dell'emigrante mettendo in tensione i legami identitari di base. Esso si configura sempre come momento critico nella vita di una persona, come discontinuità e squilibrio e costringe alla ricerca di nuovi punti di riferimento nel paese di approdo dove le memorie specifiche personali e collettive sbiadiscono o si perdono. Vengono descritti due casi clinici in cui il viaggio migratorio rappresenta il passaggio da sé all'altro, il ponte tra due mondi culturali
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