66 research outputs found

    Križna gora in okolica v antiki

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    Q u e s t o a r t i c o l o s i r e f e r i s c e a l l a L o š k a d o l i n a ( v a l l e d i L o ž ) c o l m o n t e K r i ž n a g o r a , n e l s u d - o v e s t d e l l a S l o v e n i a , p o c o c o n o s c i u t a p e r q u a n t o r i g u a r d a l ’e p o c a r o m a n a , p o i c h é s i a g l i a r c h e o l o g i d i p r o f e s s i o n e c h e i d i l e t t a n t i r a r a m e n t e e s p l o ­ r a r o n o q u e s t a r e g i o n e . J . P e č n i k h a s c a v a t o a Š m a r a t a a l l a f i n e d e l 1 9 ° s e c o l osepolcri rom ani, m uniti di lapidi con iscrizioni, riferentisi alla fine del 1° secolo rispettivam ente all’inizio del 2° secolo, nonché m ura romane. Solo gli scavi di W. Schmid sul m onte Ulaka, presso S tari trg, eseguiti nel 1936, furono sistematici. Egli scoperse ruderi di due case e di una fucina, con num erosi oggetti di cera[1]mica e di m etallo. Dalle m onete e dai sigillati si presum e che habitato- esisteva già all’epoca di Augusto e che durò fino alla fine del 4° secolo. W. Schmid gli diede il nom e di oppidum ignobile — borgata di cam pagna con una pianta quassi cittadina. Possiamo aggiungere i sondaggi di B. Saria, sulla collina N ad[1]lesk! grič nel 1935, che hanno scoperto un castello rom ano — cohors quingenaria — coll’en trata sul lato settentrionale sotto forma di clavicula. A ll’epoca romana appartengono pure gli abitati fortificati sulla collina G radček e Sveti Andrej. Inoltre conosciamo ancora singoli oggetti m inuti (monete, lapidi con iscrizioni), tro v ati per caso in questa regione. Qui passava anche la strada rom ana di secondo ordine che, partendo da Tergeste, attraversava i m onti Javorniki, la Loška dolina accanto alla collina U laka e la pianura di Bloke, e raggiungeva Emona. U na strada laterale congiungeva la Loška dolina con Prezid e col fium e Kolpa. Il N otranjski muzej (Museo della Carniolia interiore) di Postojna ha eseguito degli scavi in questa regione. Le fondam enta di due costruzioni più grandi ed alcune m ura (queste ultim e però non perm ettano una classificazione) furono sco[1]perte a Š m arata nel 1957. La chiesa di Santa M argherita fu costruita nel medioevo sulle fondam enta di uno dei due stabili. A ltri residui culturali erano scarsi. Gli scavi sul monte K rižna gora, eseguiti negli anni 1961 e 1962 hanno scoperto sulla cima accanto al castelliere preistorico le m ura di cinta di una fortificazione rom ana, doppie sui lati settentrionale e orientale, e le fondam enta di un posto di guardia. La ceram ica com prende ceram ica rozza di fattura locale (vasi, scodelle, coperchi) e cocci di anfore, brocche, scodelle e piatti, fabbricati con argilla migliore, chiaro rossa e gialla (imitazioni di te rra sigillata e di terra sigillata chiara), provenienti dal 2° rispettivam ente 4° secolo. F ra gli scarsi oggetì di metallo hanno maggiore im portanza due fibule del 3° e 4° secolo. Un fram m ento di una scodella scannellata (Rippenschale) dell’era di Claudio è im portante per la determ inazione dell’epoca. I prim i inizii dell’abitato, rispettivam ente delle fortificazioni, sul monte K rižna gora, risalgono al principio del 2° secolo o perfino alla fine del 1° secolo. L’abitato persisteva ancora nel 4° secolo. Il m ateriale della K rižna gora risale allo stesso periodo della collina Ulaka. Tutto questo prova, sebbene conosciamo soltanto le poche località su surriferi, che la regione della Loška dolina, spiccata[1]m ente di transito, fu popolata durante tu tta l’epoca romana.

    Arheološke najdbe iz Unca pri Rakeku

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    Alcuni contadini in cerca di tesori hanno scoperto sotto le colline Stari Grad (Castello vechio) e Kolobar a NO di Unec cinque relativamente sei tombe. Pur[1]troppo la maggior parte del materiale ivi trovato è andato perduto, soltanto i seguenti oggetti sono stati salvati e si conservano nel Notranjski muzej (Museo della Carniola Interiore) di Postojna: due cuspidi di lancia a canna di ferro(tav. II, fig. 6, 8), tre cuspidi di freccia in ferro con spina da innesto (tav. II, fig. 5, 7), un bottone di bronzo, una p erla di am bra gialla e num erosi cocci di recipienti diversi. U na di queste tom be è stata scavata dai contadini solo parzialm ente, il m useo succitato l’b a scoperta p er intero. In questa tom ba sono sta ti tro v ati i seguenti oggetti: un a scodella conica (tav. I, fg. 1), due fusetti di arg illa (tav. I, fig. 2 e 3), due fram m enti di fibula a form a di occhiali (tav. II, fig. 3), un fram ­ m ento di bronzo a form a sem icircolare (tav. II, fig. 1), un ciondolo trian g o lare (tav. II, fig. 2), due fram m enti di lam iera di bronzo, arro to lata in tubo (tav. II, fig. 4), sette fram m enti dell’orifizio di un recipiente di bronzo (tav. I, fig. 5), due fram m enti di filo di bronzo di profilo rom boidale e tre fram m enti di bronzo con ornam enti geom etrici (tav. I, fig. 4). Giudicando dal materiale, le tombe hanno origine nella seconda metà del[1]l’epoca di ferro e probabilmente appartengono al castelliere Stari Grad

    Transformations of 4-Amino-5-cyanopyrimidines. The Synthesis and Transformations of Pyrimido-/4,5-d/Pyrimidines

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    Several new approaches to the synthesis of pyrimido/4,5- -d/pyrirnidines are described. 5-Cyano-4-(N,N dimethylaminomethyleneamino)- 2-methylthiopyrimidine (2) and 5-cyano-4-ethoxyethyleneamino- 2-methylthiopyirimidine (12) cyclize with hydrazine into 3-amino-4-imino-2-methylthio-3,4-dihydropyrimido/4,5-d/pyrimidine (3) which can be deaminated into 4-amino-2-methylthiopyrimido/ 4,5-d/pyrimidine (4). On the other hand, 5-cyano-4-hydroxyiminomethyleneamino- 2-methylthio- (14) and -2-methoxopyrimidine (15) cyclize thermally into 4-amino-7-methylthio- (16) and 4-amino-7-methoxypyrimido/4,5-d/pyrimidine 3-oxide (17), respectively

    Grad pri Šmihelu pod Nanosom. Rezultati zaščitnih izkopavanj

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    Die Autorin berichtet uber die Schutzgrabungen auf dem Ringvvall Grad bei Šmihel unter dem Nanos (im J. 1983 und 1984), wo bei der Verbreiterung der StraBen und Einebnung des Gelandes die Walle und Kulturschichten beschadigt wurden (Abb. 2-4). Im Schnitt 1 waren noch Reste des 4 m breiten Walles, der an der Innenseite eine 1,1 m breite Front aus fest gebundenen Steinblocken hatte (Beil. 1). Das Wallinnere bestand aus kleineren Steinen und teilweise war dazwischen noch Erde. Im auBersten Siidteil des Schnittes wurden Reste eines vorgeschichtlichen Gebaudes entdeckt, wo eine grdBere Zahl von Keramik vorhanden war (Taf. 1: 1-6), wahrend es im Wall nur sehr wenig davon gab. Durchgefiihrt wurden auch Analysen der Erdschichten. Fiir uns war von Bedeutung der Gehalt an Phosphaten, was die grdBere Anwesenheit des Menschen im Siidteil des Schnittes bezeugt, wo es sich um Gebaudereste handelt; im Wall selbst war er sehr gering.1 In den Jahren 1891 und 1892 fiihrte im Ringwall A. Miillner Grabungen durch.2 Er grub den Wall in der Nahe unseres Schnittes um. Die Resultate stimmen jedoch nicht ganzlich mit unseren iiberein, insbesondere was die Tiefe der Ausgrabungcn von 9 m betrifft. Er spricht auch nicht iiber das Erhaltensein irgendwelcher Wallfront. Da unser Schnitt nicht bis zum Ende der Wallfundamente ausgegraben wurde, kann darunter noch die von Miillner erwahnte Kulturschicht erwartet werden, und damit wiirde seine Hypothese. daB die urspriingliche Siedlung auf Šmihel ohne Wall und demnach unbefestigt war, erhartet.3 Im Schnitt 2 unter dem Kaculj wurde das vom Bulldozer aufgedeckte Profil gesaubert (Abb. 3-4), aus dessen Schichten zu ersehen ist, daB es sich um die Reste eines vorgeschichtlichen Gebaudes zweier Bauphasen handelt: einer alteren aus den Schichten 7, 8 und 3 und einer jiingeren aus Schicht 6 (Beil. 2). Die Keramik (Taf. 1: 8-14) war infolge der atypischen Formen fur die Datierung nicht geeignet. Bei den aufgedeckten Profilen von A bis D in einer Gesamtlange von 38,60 m handelt es sich um vier Komplexe (Abb. 5 und Beil. 3-4). Im Schnitt A befanden sich Reste des Walles (Abb. 6), in den Profilen A 1, A 2 und in einem Teil des Profils B sind Reste der Siedlung - der Bauten; es ist weniger wahrscheinlich, daB sie zum Wall gehoren wiirden (Beil. 3). Der dritte Komplex umfaBte den Siidteil des Profils B mit Trockenmauer an der Grenze des C-Profils sowie die Nordhalfte des C-Profils (Beil. 3). Der Aushub mit lehmiger Erde sowie Sandeinlagen dazwischen an der Nordseite der Mauer deutet auf einen Erdwall daneben, wahrend sich an der Siidseite eine 4,5 m lange Trummerschicht erstreckte. Der vierte Komplex umfaBte die Siidhalfte des C-Profils und das D-Profil, wo sich Reste eines Gebaudes mit herbeigebrachter Lehmunterlage und eine Trummerschicht befanden (Beil. 4). Der beschrankten Eingriffe wegen wurden nicht solche Resultate erzielt, daB sie uns endgiiltige Schliisse und Vergleiche mit anderen, zwar ebenfalls seltenen erforschten Siedlungen gestatten wurden. Dies gilt vor allem fiir die Konstruktion des Verteidigungswalls in Schnitt 1, dessen erhaltene Innenfront und die Steinaufschiittung in der Mitte auf den ahnlichen Ausbau des Walles in Stična4 und des Walles der IV. Phase auf Libna hinweisen

    II castelliere di Slavina

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    Il castelliere di Slavina è situato sul margine nord del bacino della Pivka dove le colline, tanto alte che basse, si seguono in una fila serrata passando da Hruševje sopra il pianoro di Prestranek e Slavina fino a Osojnica presso la Pivka. Da là i poggi continuano verso Ilirska Bistrica, ed il confine di Croazia dove, già conformemente alla natura, separano il territorio fluviale della Pivka da quello della Reka — già nei tempi preistorici e più tardi all'epoca romanaci esistevano fortificazioni importanti. Ci si presenta una fila di castellieri, p. e. Baba, Slavina, Selce, il castelliere sopra la Pivka, sv. Primož, Šilentabor, »Na čepni« e due castellieri a Knežak. II castelliere di Slavina è situato all’ovest del villaggio di Slavina. Esso è attorniato di valli che sono ancora bene conservati. Due valli lo circondano soltanto nella sua parte nord-est, mentre il terzo lo circonda da tutte le parti. L’entrata principale del castelliere si trovava proprio nella parte nord-est ed era protetta da valli potentissimi. È possibile che un’entrata si trovava anche nella parte sud del castelliere ma oggi si può dire che è sparita[1]li castelliere propriamente chiamato così era circondato dall’ultimo vallo. Tutto l’altipiano è scoscendente e può essere diviso in due o tre terrazze tras[1]versali. Ci si trovano cavità artificialmente scavate contenenti molti frammenti di ceramica. È difficile a .suporre quali erano le costruzioni o abitazioni. In ogni caso gli scavi erano una forma di abitazioni che erano spartite regolarmente per tutto il castelliere. Oggi ce ne sono conservati circa 35 scavi. Ben certo non si può suporre che ogni scavo fosse un’abitazione benché tutti fossero scavati artificialmente e non .si approffittava che lo scoscendimento naturale delle terrazze. Questo significa che la colonia di questo castelliere doveva essere assai considerevole. Il castelliere non era soltanto bene fortificato ma, compa[1]randolo con altri castellieri in questa parte del bacino della Pivka, la sua situazione era molto favorevole e dominante. Fino a 1956 non ci furono scavi sistematici sul territorio di questo castelliere. Non ci sono conosciute che scoperte fatte a caso. Nel mese d’agosto il »Notranjski muzej di Postojna« (Museo per la Carniola interiore a Postojna) ha organizzato uno scavamento sistematico d’un mese per il territorio di questo castelliere. Furono eseguiti tre sondaggi proprio sul territorio del castelliere e ciò negli scavi qui sopra menzionati. Un sondaggio fu fatto proprio là dove contadini, alcuni anni fa, hanno trovato un’urna. Purtroppo non abbiamo scoperto la necropoli che ci supponevamo. Nei .sondaggi scavati sul territorio del castelliere furono trovati frammenti in quantità (terre sigillate di ceramica di qualità tanto migliore che grossa), oggetti di ceramica, ordigni di ferro, compasso del legnaiuolo, forbici ecc., chiodi, frammenti di braccialetti di bronzo e fibbie come anche monete della repubblica romana. Gli scavi eseguiti sino a quest’ora non hanno dunque dato risultati che abbiamo sperato d’ottenere. Ma, cionondimeno, essi hanno messo fuori prove che le affondature .su questo territorio non sono che formazioni artificiali fatte dall’uomo a scopo speciale. Tutte le scoperte fatte sul territorio del castelliere di Slavina derivano dall’epoca romana. Quanto alle date una classificazione particolareggiata non è ancora possibile per scarsezza di oggetti. Tenendo conto delle monete romane provenienti dal 1. see. a. la nostra era che circolavano ancora sotto l’imperatore Traiano, potremmo assegnare il nostro castelliere press’a poco al primo e al secondo secolo della nostra era

    Una checklist per la gestione dei costi nel trattamento dell’HIV

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    The human immunodeficiency virus (HIV) infection is currently one of the major health problems in the world. Since the first occurrence of the infection 17 years ago until today, many people have died of its devastating consequences and an enormous amount of health-related funds have been spent on the problem. The pandemic is still growing in some areas, and its negative impact on society is in-creasing. This is the main reason why scientists are trying to find the best way to reduce costs and still keep the same level of management or, in some ways, even improve it (e.g., new combination of drugs in one pill—fewer pills to be taken per day). Since HIV infection has been. a fatal, severe, and widespread disease, a so-called global problem, very early in the course of the pandemic the idea of economic evaluation was raised. Published studies mostly presented the antiretroviral drugs in the frames of pharmacoeconomic models or costs of HIV/AIDS according to development of the disease through longer time periods. The cost sections that have to be considered in any pharmacoeconomic study of HIV management are briefly presented. Often the presented costs are confusing and could be misleading. Direct, indirect, and intangible costs are described

    Forced degradation of tacrolimus and the development of a UHPLC method for impurities determination

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    An ultra-high performance liquid chromatography method for simultaneous determination of tacrolimus impurities in pharmaceutical dosage forms has been developed. Appropriate chromatographic separation was achieved on a BEH C18 column using gradient elution with a total run time of 14 min. The method was applied to analyses of commercial samples and was validated in terms of linearity, precision, accuracy, sensitivity and specificity. It was found to be linear, precise and accurate in the range of 0.05 to 0.6 % of the impurities level in pharmaceutical dosage forms. Stability indicating power of the method was demonstrated by the results of forced degradation studies. The forced degradation study in solution revealed tacrolimus instability under stress alkaline, thermal, light and photolytic conditions and in the presence of a radical initiator or metal ions. The drug was stable at pH 3–5. Solid-state degradation studies conducted on amorphous tacrolimus demonstrated its sensitivity to light, elevated temperature, humidity and oxidation

    Revealing fosfomycin primary effect on Staphylococcus aureus transcriptome: modulation of cell envelope biosynthesis and phosphoenolpyruvate induced starvation

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    <p>Abstract</p> <p>Background</p> <p><it>Staphylococcus aureus </it>is a highly adaptable human pathogen and there is a constant search for effective antibiotics. Fosfomycin is a potent irreversible inhibitor of MurA, an enolpyruvyl transferase that uses phosphoenolpyruvate as substrate. The goal of this study was to identify the pathways and processes primarily affected by fosfomycin at the genome-wide transcriptome level to aid development of new drugs.</p> <p>Results</p> <p><it>S. aureus </it>ATCC 29213 cells were treated with sub-MIC concentrations of fosfomycin and harvested at 10, 20 and 40 minutes after treatment. <it>S. aureus </it>GeneChip statistical data analysis was complemented by gene set enrichment analysis. A visualization tool for mapping gene expression data into biological pathways was developed in order to identify the metabolic processes affected by fosfomycin. We have shown that the number of significantly differentially expressed genes in treated cultures increased with time and with increasing fosfomycin concentration. The target pathway - peptidoglycan biosynthesis - was upregulated following fosfomycin treatment. Modulation of transport processes, cofactor biosynthesis, energy metabolism and nucleic acid biosynthesis was also observed.</p> <p>Conclusions</p> <p>Several pathways and genes downregulated by fosfomycin have been identified, in contrast to previously described cell wall active antibiotics, and was explained by starvation response induced by phosphoenolpyruvate accumulation. Transcriptomic profiling, in combination with meta-analysis, has been shown to be a valuable tool in determining bacterial response to a specific antibiotic.</p
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