869 research outputs found

    Cyclodextrin-based nanosponges as drug carriers

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    Cyclodextrin-based nanosponges, which are proposed as a new nanosized delivery system, are innovative cross-linked cyclodextrin polymers nanostructured within a three-dimensional network. This type of cyclodextrin polymer can form porous insoluble nanoparticles with a crystalline or amorphous structure and spherical shape or swelling properties. The polarity and dimension of the polymer mesh can be easily tuned by varying the type of cross-linker and degree of cross-linking. Nanosponge functionalisation for site-specific targeting can be achieved by conjugating various ligands on their surface. They are a safe and biodegradable material with negligible toxicity on cell cultures and are well-tolerated after injection in mice. Cyclodextrin-based nanosponges can form complexes with different types of lipophilic or hydrophilic molecules. The release of the entrapped molecules can be varied by modifying the structure to achieve prolonged release kinetics or a faster release. The nanosponges could be used to improve the aqueous solubility of poorly water-soluble molecules, protect degradable substances, obtain sustained delivery systems or design innovative drug carriers for nanomedicine

    Spectroscopic procedure for in vivo detection of liver metastases in a rat model

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    2007/2008Recenti ricerche hanno messo in rilievo la possibilità di distinguere diverse tipologie di tessuti attraverso valutazioni bio-elettriche e meccaniche, ed in particolare di differenziare i tessuti sani dalle lesioni tumorali attraverso la misura di questi parametri. Le metodiche spettroscopiche vanno inserite nel novero delle procedure di maggior interesse nel campo della definizione e della caratterizzazione tissutale (biopsia ottica); difatti, lo sviluppo e la disponibilità di strumenti ad elevata sensibilità ha permesso di ottenere risultati molto incoraggianti in diversi settori di applicazione (tumore della mammella, della cervice uterina, del tratto gastro-intestinale). L’attività di ricerca è stata finalizzata alla realizzazione e alla validazione di un nanosenosore ottico in grado di discriminare tessuto epatico sano, tessuto fibro-connettivale e tessuto neoplastico in un modello di metastasi epatiche da carcinoma colico nel ratto. Le metastasi epatiche sono state indotte in ratti BDIX mediante inoculo intrasplenico di cellule di carcinoma colico stabilizzate in coltura da ratti singenici [DHD/K12/Trb (PROb)]. L’inoculo delle cellule neoplastiche è stato effettuato dopo clampaggio del ramo portale mediano al fine di escludere dal flusso ematico (e dall’invasione neoplastica) i lobi epatici mediani: in questo modo, nello stesso ratto è stato possibile eseguire l’analisi spettroscopica sia del tessuto sano che del tessuto neoplastico con il vantaggio di ridurre al minimo la variabilità del campione. Nel sistema di biopsia ottica adottato nel nostro progetto di ricerca la luce bianca proveniente da una lampada alogena attraversava un beam splitter e veniva indirizzata al campione; la luce riflessa veniva quindi inviata allo spettrofotometro e infine al computer per l’analisi matematica e statistica degli spettri ottenuti. Per effettuare la diagnosi del tessuto sono state utilizzate le informazioni derivanti dalla cosiddetta “diffuse reflectance spectroscopy (DRS)” che fornisce una misura dell’assorbimento e dello scattering multiplo dei fotoni all’interno del tessuto: da questi dati si ottengono informazioni sia di tipo biochimico che morfologico del campione in esame. Lo strumento è in grado di ottenere anche le informazioni provenienti da un’altra metodica, la “spettroscopia a scattering singolo”, che si caratterizza per fornire informazioni di tipo geometrico-morfologico dello strato più superficiale sul tessuto analizzato, prendendo in considerazione solo i fotoni che interagiscono con lo strato a più immediato contatto con la sonda. Nonostante in una sessione preliminare di misura su tessuto artificiale (sferette di polistirene immerse in un liquido a densità ottica simile al citoplasma) queste ultime informazioni siano state ottenute, nelle successive sessioni ex vivo (fegato espiantato) e in vivo (fegato, tessuto peritoneale) la spettroscopia a scattering singolo non si è rilevata utile per la diagnosi. Nell’analisi ex vivo sono state eseguite con lo strumento nella configurazione DRS 750 misure per il tessuto sano e 750 per il tessuto neoplastico. Gli spettri relativi a ciascun tessuto, dopo normalizzazione, sono stati confrontati e l’andamento delle curve ha mostrato differenze che sono risultate, al test t-Student, statisticamente significative (intervallo di confidenza (IC) 95%). La buona accuratezza diagnostica del sistema è stata confermata dalla costante concordanza dei risultati dell’analisi spettroscopica con l’esame istologico effettuato su aree corrispondenti. Nella sessione in vivo (500 misure per ciascun tipo di tessuto) i risultati sono stati paragonabili a quanto evidenziato dallo studio ex vivo: anche in questo caso sia la validazione statistica (test t-Student con IC 95%) sia la corrispondenza tra analisi spettroscopica ed esame istologico di aree corrispondenti hanno confermato l’elevata accuratezza diagnostica dello strumento. Infine, è stato presa in considerazione la diagnosi del tessuto connettivo (500 misure anche in questo caso) che presenta caratteristiche macroscopiche molto simili al tessuto neoplastico e la cui differenziazione risulta particolarmente importante in ambito clinico. Anche in questo contesto i risultati sono stati incoraggianti e confermati dalla validazione statistica e dall’esame istologico. Dai risultati ottenuti si può evincere la buona accuratezza diagnostica del sistema nei confronti dei vati tipi di tessuto (fegato, tessuto connettivale, tessuto neoplastico). Questa caratteristica, associata alla capacità dello strumento di fornire risultati in tempo reale, porrebbe le basi per una successiva valutazione dello strumento in ambito clinico-chirurgico in vista di un uso intra-operatorio.XX Ciclo197

    CXCR4 pos circulating progenitor cells coexpressing monocytic and endothelial markers correlating with fibrotic clinical features are present in the peripheral blood of patients affected by systemic sclerosis

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    There is still controversy regarding the role of circulating endothelial and progenitor cells (CECs/CEPs) in the pathogenesis of systemic sclerosis (SSc). Using a sequential Boolean gating strategy based on a 4-color flow cytometric protocol, an increased number of CD31(pos)/CD184(pos)(CXCR4)/CD34(pos)/CD45(pos) and CD31(pos)/CD117(pos) (c-kit-R) /CD34(pos)/ CD45(pos) hematopoietic circulating progenitor cells (HCPCs) was detected in SSc patients compared with healthy subjects. In SSc, no circulating mature and progenitor endothelial cells were observed, while an enhanced generation of erythroid progenitor cells was found to be correlated with the presence of CD117+ HCPCs. The presence of freshly detected CXCR4posHCPC was correlated either to the in vitro cultured spindle-shaped endothelial like cells (SELC) with an endo/myelomonocytic profile or to SDF-1 and VEGF serum level. These data are related to more fibrotic clinical features of the disease, thus supporting a possible role of these cells in fibrosis

    [Safety of anti-TNFα biological drugs].

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    Objective: To analyse TNF-a antagonists (infliximab, etanercept e adalimumab) side effects published in the literature. Methods: Review of published studies on this matter. Results: The main side effects reported include severe infections (even though such a risk is increased per se in RA patients), possible reactivation of a previous tuberculosis, development of opportunist germs infections (mainly those with granulomas development as Aspergillus, Cryptococcus e Histoplasma). During therapy with both infliximab and etanercept development and reactivation of demyelisating diseases have been described, sometimes associated with permanent disability. Congestive heart failure, even in the absence of predisposing risk factors, development of lymphoma, mainly non-Hodgkin, and few cases of pancytopenia with hypocellular bone marrow have also been reported. Conclusions: Since comparison studies on the 3 TNF-a antagonists have not been performed yet, at present it is not possible to suggest using one drug out of the three in different clinical conditions; undoubtedly, the safety profile represents a major criterion to choose the more appropriate drug in the daily clinical practice
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