29 research outputs found

    Non ci resta che partecipare. Una riflessione sulla partecipazione civica a Bologna tra processi istituzionali ed esperienze dal basso

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    La città di Bologna può essere considerata pioniera nella sperimentazione di esperienze di rigenerazione dei beni comuni urbani e di governance collaborativa. Nonostante gli strumenti e le risorse sviluppate a livello cittadino per dare forma a queste esperienze, il rapporto tra istituzioni e comunità locali diviene negli anni sempre meno agile da gestire, svelando le numerose difficoltà dell’amministrazione di svolgere il ruolo di soggetto abilitante la partecipazione e di riuscire ad integrare nell’agenda politica della città, le istanze che si sviluppano sul territorio. Partendo dal caso studio di due processi partecipativi avvenuti nella città di Bologna, Bilancio Partecipativo e Laboratorio Spazi, il contributo traccerà una riflessione sul ruolo degli attori sociali nella gestione partecipata di politiche urbane, nel tentativo di rileggere il loro protagonismo all’interno della pianificazione di una città capace di tenere insieme le voci dei territori e delle comunità che li abitan

    Probation and mediation: discretion of the Juvenile Justice System operators and concrete application

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    Lo scopo della ricerca qui presentata è comprendere e tentare di spiegare, utilizzando due studi di caso, il Tribunali per i Minorenni dell’Emilia Romagna e del New Jersey, come la cultura della mediazione, e quella di riferimento del Restorative paradigm, possa essere legata alla discrezionalità soggettiva (favorevole o meno) degli operatori del sistema di giustizia minorile. In tale prospettiva, si cercherà di cogliere, all’interno del più ampio discorso sulla discrezionalità degli attori del processo penale minorile, l’importanza di fattori peculiari (quali la socializzazione lavorativa degli operatori, le prassi consolidate nei Tribunali e negli USSM, la collaborazione o mancata coordinazione tra gli attori stessi) negli orientamenti delle scelte di strumenti alternativi propri della restorative justice entro misure di intervento per giovani autori di reato. Trattandosi di un case study, non vi è alcuna pretesa di esaustività o generalizzabilità dei risultati ottenuti; essi, tuttavia, potrebbero rappresentare un significativo ed utile momento di riflessione dal quale (ri)partire per definire nuove procedure da attivare in questo ambito come, peraltro, da richiesta degli Organismi Comunitari, Europei e sovranazionali. A tal fine, si è scelto di individuare uno specifico istituto giuridico – peculiare del processo penale minorile – la messa alla prova (MAP) che, meglio di altri, permette la concreta applicazione di uno strumento della giustizia riparativa quale è la mediazione penale fra vittima e autore di reato. La comparazione con la realtà statunitense, nello specifico, mira ad arricchire l’analisi ponendo a confronto l’impiego di strumenti di giustizia riparativa – con particolare attenzione alle pratiche mediative – nei due contesti considerati. Il Nord America, patria natia dei programmi di diversion e della restorative justice, si configura come termine di paragone ideale per sviluppare una riflessione approfondita rispetto all’attenzione rivolta alle vittime e al consolidamento di una cultura della giustizia riparativa.The aim of the research is to understand and attempt to explain, using the case study of Juvenile Courts in Emilia Romagna and New Jersey how the mediation culture could be shaped according to the personal discretion of the professional of the juvenile justice system. In this perspective, the research wants to demonstrate the importance, within the wider prospect of the high discretion of the Juvenile Justice System operators, that some specific factors (socialization in the work environment, well-established procedures in the Court and among the social services, collaboration or lack of cooperation of the workers) can contribute to the choice of alternative sanctions for juveniles. Using a case study approach doesn’t allow to gather quantitative data and obtain general results, but it will represent a significant and useful consideration from which we can (re)start to define new procedure in the field of Juvenile Justice, as required by the major European and International Organization [i.e.“Directive 2012/29/UE of the European Parliament and the Council, establishing minimum standards on the rights, support and protection of victims of crime, and replacing Council Framework Decision 2001/220/JHA]. The selection of one specific legal institution, probation, – related particularly to the Juvenile criminal procedure – seems to be the best choice in order to understand the concrete application of the mediation between the young author and his victim. The connection with the US aims to enrich the entire analysis and to make a comparison of the use of restorative justice instruments – focusing specifically on mediation – between the two Countries considered. The US is the birthplace of diversion programs and restorative paradigm, therefore it represents an important element of reflection regarding the attention of the system towards victims (their needs and feelings, for example) and the possible creation of a new restorative justice culture

    Bologna e le sue cittadine. Dati di genere per un’agenda politica locale capace di rispondere alle sfide della pandemia

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    Secondo Leslie Kern (2020) e altre autrici, storicamente gli spazi urbani sono stati il centro di relazioni di potere diseguali, di strutture socio-politiche oppressive e di pratiche discriminatorie. Nonostante alcuni progressi, le donne, le persone disabili, le persone razzializzate, le minoranze sessuali e di genere e i e le migranti sono ancora marginalizzati ed esclusi dai processi decisionali e politici. Questo modello sembra essere universale e potrebbe essere applicato anche all'esperienza delle aree metropolitane italiane. Anche a Bologna, città sedicente progressista, è difficile trovare dati e studi in grado di descrivere nel dettaglio le disuguaglianze e di supportare politiche basate sui dati. Per colmare questa lacuna di dati di genere e raccogliere dati utili per orientare la visione politica di una città femminista, abbiamo applicato l'approccio femminista ai dati già disponibili e alla raccolta di dati quantitativi e qualitativi mancanti sia nella sfera pubblica che nel processo di policy making. L'obiettivo della ricerca è avviare una riflessione aperta e suggerire ai decisori politici una nuova agenda politica locale basata sul contributo diretto delle cittadine, sui dati aperti e sull'approccio del femminismo dei dati. I dati sono stati raccolti con un sondaggio online nel novembre-dicembre 2020 integrato con sezioni più qualitative/aperte all'acquisizione di informazioni, costruito secondo una metodologia e un'epistemologia femminista che mette al centro la cura ma anche la possibilità di liberarsi di alcuni stereotipi come la dicotomia "lavoro produttivo vs lavoro di cura" come uniche attività rilevanti per le donne. La ricerca ha raccolto dati su due dimensioni principali: la vita privata e la vita pubblica. La prima, con un focus su come la pandemia abbia avuto un impatto sulle attività di cura, sul lavoro e sul tempo libero, riprendendo un sondaggio precedentemente distribuito. La seconda dimensione si concentra su come le donne percepiscono gli spazi cittadini (sicuri/non sicuri), esaminando potenziali fattori esterni e interni e quali temi prioritari l'amministrazione cittadina dovrebbe sviluppare per dare forma a una città più inclusiva, equa e paritaria. Conclusioni preliminari: per costruire politiche basate sui dati per città femministe, le donne e le minoranze devono essere ascoltate annualmente e i dati di genere devono essere raccolti e pubblicati in tutte le attività in cui sesso/genere sono rilevanti: alloggio, mobilità, lavoro, istruzione. Alcune delle tendenze emerse dagli intervistati sono legate alla grande consapevolezza della questione ambientale e alla richiesta di spazi all'aperto, verdi e gratuiti per praticare sport e altre attività sociali all'aperto; interventi negli spazi urbani percepiti come insicuri orientati a una trasformazione dei luoghi (migliore illuminazione stradale o vivacizzazione dell'area) piuttosto che alle misure di sicurezza pubblica tradizionalmente utilizzate (ad esempio, potenziamento delle pattuglie, TVCC o sorveglianza)

    Context matters: co-creating nature-based solutions in rural living labs

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    The use of Nature-based Solutions (NBS), designed and implemented with participatory approaches, is rapidly increasing. Much use is being made of the Living Lab (LL) concept to co-create innovative NBS with stakeholders in a certain societal and environmental, real-life context. Most of the current research revolves around urban LLs, thus overlooking specificities of rural areas. Furthermore, the influence of the context itself on co-creation processes is insufficiently recognised, leaving challenges associated with co-creation such as stakeholder engagement unresolved. By exploring the co-creation processes in the LLs of the OPERANDUM project, this study identifies eighteen contextual factors shaping the co-creation processes of NBS within rural territories and provides associated recommendations. In addition, based on lessons learnt in the OPERANDUM project, we discuss the value of a relational place-based approach in LLs, suggesting that the co-creation process should be approached as a dynamic confluence of many interconnected contextual factors. We conclude that acknowledging the interconnections in co-creation in the real-life context of rural territories may increase the success and impact of the LL approach, and ultimately, the benefits of NBS

    Esplorare il territorio. Linee di ricerca socio-spaziali

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    Il volume nasce nell’ambito di un insegnamento di Sociologia urbana all’interno del quale era stata prevista un’attività seminariale che intendeva rispondere a un’esigenza didattica prioritaria: mostrare agli studenti la poliedricità di studi e ricerche che si collocavano nell’ambito della disciplina e al contempo evidenziarne la comune opzione euristica, andando oltre la prima impressione di un cumularsi magmatico di filoni di ricerca. Coinvolgendo giovani ricercatori, l’attività seminariale intendeva richiamare l’attenzione sulla valenza esplicativa della dimensione territoriale nella comprensione di una molteplicità di fenomeni sociali anche laddove questa non era immediatamente evidente e spesso non adeguatamente riconosciuta. Si trattava, per gli studenti coinvolti, di cogliere il filo rosso che univa i diversi contributi esposti nel seminario, pubblicati in questo volume. Le ricerche presentate hanno il pregio e il merito di concentrarsi sugli aspetti spaziali e territoriali delle diverse forme sociali studiate, cogliendone la dimensione materiale e contribuendo inoltre a una spazializzazione della teoria sociologica. Il territorio non emerge come mero sfondo e contenitore di un insieme di processi sociali ma come socialmente strutturato dalle forze in campo e strutturante le stesse. Nello spazio non si proietta semplicemente la vita sociale che su di esso si appoggia, ma esso stesso è “fattore attivo”

    All in the Game. The Wire: un campo di ricerca sociologica

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    Analyzing with an ethnographic approach The Wire, one of the most important TV series on American ghettos, to understand and question the sociological perspective that emerges from the series, positioning it into the broader scientific debate. This is, in a nutshell, the work presented in the book It's all in the Game, the outcome of a laboratorial research activity carried out in 2020 by students and teachers of the Sociology of Communities and Urban Neighborhoods class, at the University of Bologna. The text is structured into four chapters, resulting from the four topics used to analysis the TV series: forms of social capital, the relationship between structural forces- culture of poverty and individual agency, neighborhood effects mechanism and the relationship between statistics and political action. Four subjects that are the core of many neighborhood- studies related researches and on which the TV series makes a clear stand. We analyzed those topics through a critical perspective, not considering them as a truth about ghettos, but as a very precise way of thinking about life in the American suburbs

    Gioco d\u2019azzardo patologico: i servizi, gli interventi

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    Il volume riporta i risultati di una ricerca biennale, diretta da Costantino Cipolla, riguardante le implicazioni criminologiche e vittimologiche del gioco d'azzardo in Emilia-Romagna. Il contributo, nello specifico, intende concentrarsi su un'analisi delle politiche territoriali volte a contrastare gli effetti dannosi dell'azzardo,con riferimento ad alcuni servizi e strutture che sono presenti nel territorio oggetto di studio. Grazie all'analisi di interviste in profondit\ue0 svolte a tutti gli attori coinvolti nelle dinamiche di recupero della ludopatia (giocatori e operatori presenti nei servizi) \ue8 stato possibile proporre alcune riflessioni in merito alle misure di contrasto e prevenzione al gioco d'azzardo patologico, con uno sguardo attento non solo al singolo giocatore ma alla sua comunit\ue0 di riferimento e alle reti sociali in cui \ue8 inserito

    Juvenile Detention Alternative Initiative (JDAI): the New Jersey case

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    The article aims to describe the rationale and the impact of the Juvenile Detention Alternative Initiative (JDAI) programs in decreasing the inmate juvenile population in New Jersey, which is considered a "Model State" in implementing this government initiative. Through the words of some juvenile justice professionals, this article intends to analyze the results achieved and to assess the next steps that need to be implemented in order to ensure every juvenile a fair and rehabilitationoriented proces

    Il contesto urbano di riferimento: la cittĂ  di Baltimora

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    Il contributo approfondisce l'analisi territoriale della cittĂ  di Baltimora, che fa da sfondo alla serie tv The Wire, campo della ricerca. Le trasformazioni della cittĂ  vengono analizzate da una prospettiva storica e sociologica, con particolare attenzione a tre dimensioni: sistema scolastico e socio-sanitario, disuguaglianze e criminalitĂ  e questione abitativa e dinamiche di segregazione razziale

    Devianza giovanile: ricadute sociali e politiche di intervento

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    Dopo aver passato in rassegna le principali teorie sociologiche sulle interpretazioni della devianza minorile, si analizzano gli strumenti a disposizione delle istituzioni deputate che intervengono in questo ambito, evidenziandone aspetti positive e criticit\ue
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