10 research outputs found

    Struttura di comunità degli Ortotteri e integrità dei sistemi agro-pastorali del Sic-Zps Murgia Alta (Puglia, Italia)

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    ORTHOPTERAN COMMUNITY STRUCTURE AND STEPPE LANDS INTEGRITY OF SIC-ZPS MURGIA ALTA (PUGLIA, ITALY) Steppe are one of the most threatened habitat in Western Paleartic Region, because of the transformations due to the diffusion of agricultural practices. In this way, monitoring and time registration of steppe remnants are very important for conservation strategy. The orthopteran group can be used as adequate indicator taxon for monitoring steppe condition as shown by North American and Hungarian studies. In this study the parameters of the grasshopper structure communities for SIC-ZPS Murgia Alta (Apulia, Italy) were tested in relation with steppe integrity. The monitoring was effectuated in 16 sample stations with different natural habitat integrity degree. Our study in Apulia Murgia Alta steppe remnants shows that species richness and diversity indices are good suitability indicators of steppe naturalness. We argue that the use of community grasshopper parameters, in particular species richness and diversity indices, may favour monitoring future programs on the steppe condition and their evolution. Key words: biodiversity, steppa, Murgia, species richness, diversity indices, suitability indicators Gli habitat steppici sono tra i più minacciati della regione paleartica occidentale a causa delle trasformazioni dovute soprattutto alla diffusione delle pratiche agricole. La registrazione e il monitoraggio delle aree steppiche rimanenti risulta molto importante per l’applicazione di strategie di conservazione. Gli ortotteri possono essere utilizzati come indicatori per il monitoraggio dello stato e delle condizioni dell’habitat steppico come descritto in alcuni studi condotti in nord America e in Ungheria. In questo studio sono stati testati i parametri che descrivono la struttura di comunità degli ortotteri per il SIC-ZPS Murgia Alta (Puglia, Italia) in relazione all’integrità delle steppe. Il monitoraggio è stato effettuato in 16 stazioni di campionamento con differente grado di naturalità. Il nostro studio nelle steppe della Murgia Alta pugliese è un primo supporto, evidenziando che la ricchezza specifica e l’indice di i diversità sono degli ottimi indicatori predittivi dello stato di naturalità delle steppe. L’uso dei parametri di comunità degli ortotteri, in particolare la ricchezza specifica e l’indice di i diversità, possono favorire futuri programmi di monitoraggio sulle condizioni e lo stato di evoluzione degli habitat steppici. Parole chiave: biodiversità, steppa, murgia pugliese, ricchezza specifica, indice di diversità, indicatori predittivi

    L'ecologia trofica della volpe <em>Vulpes vulpes</em> e della faina <em>Martes foina</em> in un habitat mediterraneo

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    Si è studiata l'ampiezza, il grado di sovrapposizione e la variazione stagionale della nicchia trofica della volpe e della faina nel bosco "Lama Giotta" (Noicàttaro, Bari). L'area campione si estende per 21 ha e presenta una lecceta ad alto fusto con arbusti di Lentisco (<em>Pistacia lentiscus</em>), Alaterno (<em>Rhamnus alaternus</em>) e Fillirea (<em>Phillyrea latifolia</em>). La superficie circostante è coltivata per lo più a vigneto a tendone e in misura minore a uliveto e mandorleto, per cui l'area boscata rappresenta un rifugio per la fauna. Lo studio è stato condotto su contenuti fecali. I campioni sono stati raccolti lungo un transetto standardizzato da febbraio 1999 a marzo 2000, con cadenza quindicinale, per un totale di 319 escrementi, 233 di volpe e 86 di faina. Le due specie hanno diete molto simili, infatti le categorie alimentari presentano per entrambe le specie lo stesso rango di importanza sia in termini di frequenza che di volume. I vegetali rappresentano la categoria alimentare più importante per entrambi, mentre le categorie vertebrati e invertebrati costituiscono una minima parte delle prede. La dieta delle due specie è risultata simile a quella di altre aree mediterranee, dove i vegetali rappresentano la principale risorsa alimentare, diversamente da quanto riportato dagli studi condotti nell'Europa centro-occidentale in cui prevalgono i mammiferi. Per la volpe i frutti rappresentano il 57% del volume totale della dieta. Sono state riconosciute 9 diverse specie di frutti tra cui la componente più abbondante è risultata essere l'uva, seguita dalle carrube, dai gelsi, dai fichi e dalle ciliege. La componente animale è costituita da invertebrati (24,0%), Mammiferi (24,0%), Uccelli (7,3%), Rettili (1,3%), dai rifiuti (1,3%) e da escrementi non identificati (6,4%). Anche per la faina la componente alimentare più importante è stata quella dei vegetali (77,0%), mentre gli animali (di cui 11% Mammiferi e 7% Uccelli) assumono un'importanza secondaria. Entrambe le specie mostrano un picco di predazione a carico dei mammiferi, in particolare roditori, nel periodo primaverile. I risultati ottenuti evidenziano l'ampia variabilità dello spettro trofico delle due specie e l'opportunismo alimentare, in particolare della volpe, che si traduce nello sfruttamento delle risorse trofiche maggiormente disponibili

    CATASTO PASTORALE E DELLA BIODIVERSITĂ€ - Azienda JAZZO CORTE CICERO la lana del lupo

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    Il Catasto Pastorale e della Biodiversità dell’azienda silvopastorale Jazzo Corte Cicero – la lana del lupo, situata nel territorio del Parco Nazionale dell’Alta Murgia in agro di Altamura (Bari, Puglia), intende descrivere e caratterizzare l’area di produ- zione a partire dagli animali pascolanti, dalle razze allevate e dal metodo di pascola- mento. La caratterizzazione inoltre, considera le conoscenze acquisite sulla composi- zione floristica dei pascoli e sullo stato della vegetazione pastorale, unitamente ad una descrizione della diversità faunistica al fine di attribuire all’area sia il grado di na- turalità che restituire uno strumento utile per una corretta gestione dell’attività di pa- scolamento, in funzione della conservazione della biodiversità. La diversità faunistica è espressa attraverso l’analisi dei parametri che descrivono la diversità a livello di comunità riferita al gruppo degli Ortotteri e degli Uccelli, ottimi indicatori sintetici di qualità di un habitat. Associato a questi due gruppi tassonomici, al fine di implementare lo spettro faunistico, è stato considerato inoltre il gruppo dei Mammiferi. Le attività di studio e monitoraggio svolte nell’ambito del Progetto “Allupo – dall’allevamento ovino alla conservazione del lupo” dal gruppo di ricerca del Centro Ricerche per la Biodiversità e del Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Bari hanno permesso l’elaborazione del Catasto Pastorale e della Biodiversità che diviene quindi, sia una premessa indispensabile per la certificazione di origine, della qualità dei prodotti e dell’integrità ecologica delle aree di produzione, che strumento di verifica dello stato di conservazione dell’ecosistema pascolo al fine di suggerire specifici inter- venti gestionali. Le aziende agro-zootecniche diventano così aree studio e laboratori organici dove, parallelamente alle produzioni, possono fornire indicazioni sullo stato di conservazione della natura e, in particolare, soprattutto le aziende Bio, con la realiz- zazione del “Catasto”, quale strumento informativo-gestionale, acquisirebbero un ulte- riore valore aggiunto

    I Micromammiferi della foresta di Divijaka (Albania) da borre di Barbagianni

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    La foresta di Divijaka è sita nel Distretto di Lusnja, a circa 50 Km a sud di Durazzo e si estende per 780 ha. Consiste per lo più di boschi maturi di pini (<em>Pinus pinea</em> e <em>P. halepensis</em>) con folto sottobosco a macchia mediterranea e rappresenta una delle aree boschive costiere più interessanti dell'Albania centrale, tanto da essere stata proclamata Parco Nazionale dal 1966. L?area boschiva si presenta molto strutturata e con una notevole varietà floristica e si caratterizza per la presenza di numerose pozze temporanee, salmastre e di acqua dolce, e di piccoli corsi d?acqua che giungono dalle colline circostanti. Scopo del presente lavoro è quello di illustrare i primi dati sulla comunità di micromammiferi presenti nella foresta di Divijaka rilevati attraverso l'analisi delle borre di Barbagianni (<em>Tyto alba</em>). Nel mese di aprile del 2001 sono state raccolte 18 borre integre più 2 frammenti in un posatoio di Barbagianni presente in un casolare abbandonato all'interno della foresta. L'analisi delle borre ha consentito di determinare 68 prede di cui circa l'84% rappresentato da mammiferi. Sono state identificate 6 specie di micromammiferi, 2 insettivori <em>Crocidura suaveolens</em> (17,6%) e <em>Suncus etruscus</em> (4,4%), 3 roditori <em>Mus spicilegus</em> (29,4%), <em>Micromys minutus</em> (13,2%) e <em>Apodemus</em> cfr. <em>sylvaticus</em> (5,9%) e un gliride <em>Muscardinus avellanarius</em> (13,2%). Le restanti prede erano rappresentate da uccelli (14,7%) e insetti (1,5%). I nostri dati confermano che <em>Mus spicilegus</em> è diffuso più di quanto non si pensasse lungo la costa adriatica ed evidenziano l'importanza di tale taxon nel sistema trofico del Barbagianni

    Caratteristiche dei segni di marcatura territoriale nel capriolo, <em>Capreolus capreolus</em> L., 1758

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    I maschi maturi di capriolo sono territoriali dagli inizi della primavera (aprile) fino all?epoca degli amori, tardo agosto ? inizio settembre. Durante il periodo territoriale, i maschi eseguono due tipi di marcatura olfattiva a significato territoriale: le raspate e i fregoni. Le prime sono effettuate con le ghiandole site tra le dita delle zampe anteriori, i secondi con le ghiandole poste alla base dei palchi. Nel presente contributo si riportano alcuni risultati preliminari sull?abbondanza relativa dei due tipi di marcatura in due habitat alpini con differente copertura vegetazionale, per stabilire se questa influenzi la scelta del tipo di marcatura. L?area di studio è situata nella Val Chisone (Alpi nord ? occidentali) ed è compresa tra i 1800 e i 1900 metri di quota con una superficie di 238,5 ha. L?area è caratterizzata da un pascolo di 96,5 ha (pari al 40,5% dell?area) e da un lariceto di 142 ha (pari al 59,5% dell?area). Lo studio è stato effettuato nel periodo estivo nell?arco del triennio 2001-2003. I segni territoriali sono stati rilevati in aree di forma quadrata con lati di 15 metri (225 m²) campionate con un metodo di randomizzazione. In ogni area campione si è valutato il numero, le dimensioni e la densità dei segni di marcatura nonché il tipo di stratificazione vegetazionale (arborea, arbustiva, erbacea), le classi percentuali di copertura, il numero di piante marcate e quelle potenzialmente marcabili. Per valutare l?esistenza di correlazione tra i segni di marcatura e i diversi parametri ambientali misurati si sono utilizzati dei test di Spearman. Sono stati rilevati 52 fregoni (x = 3,71; SE = 0,90) e 24 raspate (x = 1,71; SE = 0,57). Il 68% dei fregoni è stato rilevato in aree campione con una densità di alberelli inferiore a 3,1 alberelli/10 m², mentre il 100% delle raspate è stato rinvenuto in aree campione con una densità di alberelli inferiore a 2,2 alberelli/10 m². In ogni area campione il numero di fregoni è positivamente correlato al numero di alberelli (r<sub>s</sub> = 0,921 p<0,001), mentre il numero di raspate diminuisce in maniera statisticamente significativa al diminuire del numero di alberelli (r<sub>s</sub> = -0,814 p<0,001). Entrambi i tipi di marcatura si rinvengono con maggiore frequenza nelle aree con struttura vegetazionale più aperta, in cui la densità degli alberelli è inferiore a 4 alberelli/10 mq. Sia la dimensione di ogni singola raspata che la distanza tra queste sono correlate negativamente alla densità degli alberelli, per cui sembra che, almeno per questo segno di marcatura, l?attività di marcatura sia distribuita in maniera omogenea

    L'occhione Burhinus oedicnemus nel Parco Nazionele dell'Alta Murgia: effetti della struttura di vegetazione e dell'uso del suolo sull'abbondanza della specie.

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    The density of the Stone-curlew in the Alta Murgia National Park during the breeding season 2013. The estimated density was equal to 11 ind/Km², with a minimum number of individuals between 164 and 172. The values of abundance of the species appear to be adversely affected by the height of the sward that is found mainly in the arable land with cereals, in pseudosteppe and uncultivated land, while in arable leguminous this parameter seems to affect positively the values of abundance. Currently one of the factors of threat are to be highlighted in the changes of land use, from arable crops to irrigated tree crops

    I MAMMIFERI DEL PARCO NAZIONALE DELL’ALTA MURGIA

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    L’Alta Murgia è un luogo unico dove l’azione perenne della natura si mescola straor- dinariamente a quella millenaria dell’uomo. Pascoli naturali e coltivi, cisterne e neviere, cavità carsiche e lame, masserie e torrette di avvistamento, pareti rocciose e doline, specchie e muretti a secco, boschi di quercia e di conifere, inducono spesso nel visitatore una sensazione mista di smarrimento e estasi dei sensi. Nei suoi 68.000 ha, interamente compresi nel Sito di Importanza Comunitaria IT9120007 “Murgia Alta”, esteso per complessivi 125000 ha, la diversità culturale e biologica è un capitale di infinita importanza e rappresenta un investimento da tutelare per dare futuro ai territori e alle popolazioni del Parco. Essa garantisce, infatti, la funzionalità dei sistemi che coesistono e s’incontrano nell’area protetta. La biodiversità, come è noto, è rap- presentata da tutte le forme viventi geneticamente differenti e degli ecosistemi ad essi correlati: tutelarla significa garantire la continuità della vita sul nostro pianeta. Ma solo attraverso un attento processo di divulgazione essa potrà diventare, realmente, un patrimonio comune, mostrando tutta l’efficacia delle azioni di conservazione. La pubblicazione del volume “I Mammiferi del Parco Nazionale dell’Alta Murgia – Chiroptera, Lagomorpha, Rodentia, Carnivora, Cetartiodactyla” assume, in questo senso, carattere di iniziativa lodevole e necessaria, volta a favorire la circolazione delle conoscenze e l’avvicinamento dei cittadini ai temi della tutela, della conservazione e della valorizzazione della biodiversità. Il testo, redatto con grande passione e dedizione dagli autori, ha un target scientifico-divulgativo, rigoroso sul piano scientifico ma, al contempo, ricco di immagini e di informazioni su alcune specie di mammiferi del territorio dell’area protetta. Il volume non solo illustra i risultati degli ambiti di Progetto che l’Ente Parco, con notevoli sforzi, porta avanti da quasi quindici anni, ma offre anche preziosi strumenti di pianificazione territoriale per la gestione di habitat e di specie, come nel caso delle mappe di idoneità ambientale

    Waterbird community structure and habitat availability in Lago Salso (Gargano National Prk, Apulia, Southern Italy)

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    The structure of the waterbird community at Lago Salso in Southern Italy, Apulia, was surveyed over a 4-year period (2003-2006), during the breeding season (May-July). Lago Salso is an artificial lake with high water levels. Flooding of the surrounding fields, due to copious seasonal rainfalls, occasionally forms vast swampy wetlands around Lago Salso. The variation in waterbird structure and composition, concomitantly with the occurrence of these flooded habitats, is described. In particular, during 2003-2005 there was little variation in annual species richness and diversity at the lake. However, in 2006 the waterbird community changed in species composition and significantly increased in species richness (from 21 ± 3.8 to 32 ± 2.5 species) and abundance values (from 222 ± 167 to 988 ± 42.4 individuals) with the presence of wet grasslands. Lago Salso is one of the most Important Bird Areas on the Italian peninsula, and the occurrence of several species with high conserva- tion value almost exclusive to wet grassland has important implications from a conservation point of view. The formations of temporary flooded meadows are rare in the south of Italy, and our results emphasize the need to define management guidelines for the maintenance of such flooded grasslands
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