291 research outputs found

    Promulgation of Navigational Warnings Under the Global Maritime Distress and Safety System

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    The Global Maritime Distress and Safety System (GMDSS), adopted in 1988, was developed under the auspices of the International Maritime Organization (IMO). The GMDSS will improve the dissemination and receipt of Maritime Safety Information (MSI) by vessels at sea and appropriate shore facilities equipped to render search and rescue coordination to shipping. Operational service of GMDSS began on 1 February 1992, with full implementation scheduled for 1 February 1999. Although there are seven basic categories of MSI within the GMDSS, this paper will focus on the promulgation of long range and coastal navigational warnings, which are coordinated through the International Hydrographic Organization (IHO)

    Ruolo di un peptide mimetico dell'apolipoproteina A1 in modelli murini di obesita' indotta da dieta

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    L’obesità è una condizione clinica caratterizzata da un eccessivo accumulo di grasso corporeo e costituisce un fattore di rischio per altre patologie, quali ipertensione, alterazioni cardiovascolari, diabete di tipo 2 ed alcuni tipi di tumore. Nell’insorgenza dell’obesità entrano in gioco fattori ambientali, quali la cattiva alimentazione e uno stile di vita sedentario, ed anche fattori genetici. Negli ultimi anni è emerso il ruolo che il tessuto adiposo può svolgere non solamente come organo di deposito, ma anche per la sua attività secretoria, mediante la produzione di ormoni, chiamati adipochine, come la leptina e l’adiponectina. In particolare la leptina, codificata dal gene dell’obesità (ob), è coinvolta nella regolazione del bilancio energetico e nel controllo omeostatico della massa di tessuto adiposo, sia mediante la sua azione a livello nervoso sui centri della fame e della sazietà che tramite azioni a livello periferico. L’assenza di sintesi di leptina, sia nell’uomo che nei roditori, porta ad iperfagia, diabete ed obesità grave. Per lo studio dell’obesità e delle patologie ad essa correlate sono stati utilizzati diversi modelli sperimentali murini, tra cui modelli genetici di obesità legata all’assenza di produzione di leptina (topo ob/ob) o del suo recettore (topo db/db) e modelli di obesità indotta dalla dieta. Recenti studi hanno inoltre preso in considerazione le proprietà terapeutiche dei peptidi mimetici dell’apolipoproteina A1 come potenziale strategia farmacologica per contrastare l’obesità e le sue complicanze, ed è stato dimostrato che uno di questi, il peptide L-4F, è in grado di ridurre l’insulino-resistenza ed il livello di adiposità in topi omozigoti ob/ob. Lo scopo del presente studio è quello di caratterizzare l’effetto di una dieta ipercalorica e iperlipidica sullo sviluppo di obesità, insulino-resistenza ed alterazioni della funzione cardiaca nel topo eterozigote ob/+, il quale presenta una parziale deficienza di leptina e può costituire un modello interessante per la comprensione delle interazioni tra componente genetica ed abitudini alimentari. Il presente lavoro è inoltre finalizzato allo studio dei possibili effetti terapeutici del trattamento con il peptide L-4F sui disordini metabolici e sulle disfunzioni cardiovascolari che sono stati evidenziati in questo modello sperimentale. Il protocollo che è stato utilizzato ha previsto il confronto tra topi maschi ob/+ di 8 settimane con wild-type dello stesso ceppo, sesso ed età, nutriti per 18 settimane con dieta standard o con dieta ad alto contenuto lipidico. Dalla decima settimana di dieta ipercalorica, un sottogruppo di animali wt e ob/+ è stato trattato con il peptide L-4F, per le successive 8 settimane di studio. In tutti i gruppi di animali, sono stati misurati: • il peso corporeo e l’apporto calorico, durante tutto il periodo sperimentale; • la sensibilità all’insulina, mediante test di tolleranza (IPITT), all’inizio dello studio e successivamente alle 10 e alle 18 settimane; • l’accumulo di grasso a livello del tessuto adiposo, attraverso imaging in risonanza magnetica, ed a livello epatico, attraverso spettroscopia, alla fine delle 18 settimane; • la funzionalità cardiaca mediante ecocardiografia, all’inizio, dopo le prime 10 settimane ed al termine dello studio; • i valori plasmatici di glicemia e insulinemia, il profilo lipidico ed enzimi markers della funzione epatica (AST, ALT, gamma-GT), così come i livelli circolanti di leptina, adiponectina e di un indice dello stato infiammatorio, l’interleuchina-6 (IL-6), mediante test ELISA alla fine del periodo sperimentale; • l’espressione proteica di molecole coinvolte nel metabolismo energetico, come il recettore dell’insulina e le chinasi AMPK e AKT, mediante Western Blot su campioni di tessuto cardiaco. I risultati ottenuti hanno mostrato che la dieta iperlipidica determina un aumento del peso corporeo, del contenuto di grasso a livello epatico e del contenuto di tessuto adiposo, in particolare sottocutaneo, tuttavia con effetti significativamente più marcati negli animali ob/+. A queste alterazioni si associano aumenti nei livelli plasmatici di glucosio, colesterolo, ALT e AST; negli animali ob/+ sono stati inoltre riscontrati aumentati livelli plasmatici di IL-6 ed una ridotta sensibilità all’insulina. Si osserva inoltre una riduzione della funzionalità cardiaca (efficienza e contrattilità), particolarmente evidente negli animali eterozigoti, nei quali si accompagna ad un aumento dello stato di fosforilazione del recettore dell’insulina e ad una riduzione della fosforilazione a carico della chinasi AMPK. Questo dato suggerisce una relazione tra l’alterazione delle vie del segnale coinvolte nel metabolismo energetico cellulare e la manifestazione di complicanze cardiache, in questa particolare combinazione di genotipo e regime alimentare. Dai dati raccolti, il trattamento con il peptide L-4F sembra in grado, negli animali ob/+, di ridurre l’accumulo di grasso a livello del tessuto adiposo e del fegato, riducendo inoltre i parametri plasmatici dell’infiammazione, ripristinando la sensibilità all’insulina e recuperando in parte la funzionalità cardiaca. Questo recupero è anche associato alla riduzione del livello di fosforilazione del recettore dell’insulina e alla normalizzazione della forma attiva della proteina AMPK. Nell’insieme questi dati sono indicativi del fatto che un’insufficiente produzione di leptina, in presenza di un regime alimentare ipercalorico, produce effetti additivi rispetto a quelli dati dalla sola dieta e può quindi rappresentare una condizione aggravante nello sviluppo di disordini metabolici e di alterazioni cardiovascolari. Sebbene i nostri dati siano relativi ad un modello sperimentale e richiedano ulteriori approfondimenti nella comprensione dei meccanismi, gli effetti benefici osservati dopo trattamento con L-4F negli animali ob/+ fanno ben sperare nella prospettiva di un utilizzo clinico di questo peptide, che potrebbe quindi rappresentare una strategia terapeutica alternativa nel trattamento dei disordini metabolici e delle alterazioni cardiovascolari, associati ad una carenza di leptina

    World Vector Shoreline

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    The Defense Mapping Agency (DMA) has developed a digital data file at a nominal scale of 1:250,000, containing shorelines, international boundaries and country names and known as the World Vector Shoreline (WVS). The file was developed with these features in support of geographic information systems, command, control and communications systems. The WVS has been designed to fit varying applications and is convertible to other system specific formats

    Moto browniano frazionario e applicazioni finanziarie

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    Lo scopo di questa tesi è sviluppare gli aspetti del moto Browniano frazionario e spiegare l'uso dei risultati teorici ottenuti nelle applicazioni, soprattutto in ambito finanziaro

    NA

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    http://www.archive.org/details/comparisonofocea00soluNAN

    Hypsometry and Volume of the Arctic Ocean and Its Constituent Seas

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    This paper presents an analysis of the Arctic Ocean and its constituent seas for seafloor area distribution versus depth and ocean volume. The bathymetry from the International Bathymetric Chart of the Arctic Ocean (IBCAO) is used together with limits defining this ocean and its constituent seas from the International Hydrographic Organization (IHO) as well as redefined limits constructed to confine the seas to the shallow shelves. IBCAO is a bathymetric grid model with a resolution of 2.5 x 2.5 km, which significantly improved the portrayal of the Arctic Ocean seafloor through incorporation of newly released bathymetric data including echo soundings from U.S. and British navies, scientific nuclear submarine cruises, and icebreaker cruises. This analysis of seafloor area and ocean volume is the first for the Arctic Ocean based on this new and improved portrayal of the seafloor as represented by IBCAO. The seafloor area and volume are calculated for different depths starting from the present sea level and progressing in increments of 10 m to a depth of 500 m and in increments of 50 m from 550 m down to the deepest depth within each of the analyzed seas. Hypsometric curves expressed as simple histograms of the frequencies in different depth bins and depth plotted against cumulative area for each of the analyzed seas are presented. The area and volume calculations show that the entire IHO-defined Arctic Ocean makes up 4.3% of the total ocean area but only 1.4% of the volume. Furthermore, the IHO Arctic Ocean is the shallowest (mean depth 1201 m) of all the major oceans and their adjacent seas. The continental shelf area, from the coasts out to the shelf break, make up as much as 52.9% of the total area in the Arctic Ocean, defined in this work as consisting of the oceanic deep Arctic Ocean Basin; the broad continental shelves of the Barents, Kara, Laptev, East Siberian, Chukchi, and Beaufort Seas; the White Sea; and the narrow continental shelf off both the Canadian Arctic Archipelago and northern Greenland. This result indicates that the Arctic Ocean has significantly larger continental shelves compared with all the other oceans, where previous studies show that the proportion of shelves, from the coasts out to the foot of the continental slopes, only ranges between about 9.1 and 17.7%. Furthermore, the derived hypsometric curves show that most of the Arctic Ocean shelf seas besides the Barents Sea, Beaufort Sea, and the shelf off northern Greenland have a similar shape, with the largest seafloor area between 0 and 50 m. The East Siberian and Laptev seas, in particular, show area distributions concentrated in this shallow depth range, and together with the Chukchi Sea they form a large flat shallow shelf province composing as much as 22% of the entire Arctic Ocean area but only 1% of the volume. This implies that the circulation in the Arctic Ocean might be very sensitive to eustatic sea level changes. One of the aims with this work is to make up-to-date high-resolution area and volume calculations for the Arctic Ocean at various depths available for download
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