326 research outputs found

    Andrea del Brescianino e Giovanni Gili restaurati

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    Il volume, che fa parte di una collana seguita da un prestigioso comitato scientifico internazionale, affronta in maniera interdisciplinare il restauro e lo studio storico artistico di due opere del Museo Diocesano di Palermo. Il metodo utilizzato, invalso tra le buone pratiche nell'ambito delle teorie del restauro, ha incrociato e confrontato le informazioni derivanti dal cantiere di restauro - osservazioni dirette, analisi chimiche microinvasive, indagini di vario genere - con le osservazioni di natura formale e più pertinenti allo studio storico-artistico, di concerto alla ricerca storica e documentaria. Il risultato è stato del tutto innovativo in entrambi i casi. Il primo contributo riguarda una tavola della prima metà del XVI secolo registrata negli inventari del museo come opera di Andrea del Brescianino, pittore raffaellesco di ambito senese. Le ricerche hanno consentito di recuperare l’origine di questa informazione, dovuta a Bernard Berenson, che è stata confermata, nonché la provenienza della pittura, del tutto sconosciuta, e un’altra tavola di soggetto analogo e di storica collezione locale che è apparsa però una copia forse ottocentesca. Lo studio ha confermato anche la corretta rimozione del non originale perizoma, valutazione concordata durante le operazioni di restauro, sulla base del rinvenimento di documentazione inedita. Il secondo intervento ha interessato una statua lignea policroma firmata e datata 1542 da Andrea Gili. Anche in questo caso si sono confermati alcuni dati, come la veridicità dell’iscrizione relativamente all’autore, tramite riferimenti documentari, che fanno dell’opera un’importantissima reliquia della scultura lignea rinascimentale in Sicilia, restituendo all’autore palermitano un secondo manufatto superstite, rispetto all’unico noto da oltre un secolo. Le analisi di laboratorio del restauratore insieme alle riflessioni dello storico dell’arte hanno consentito di precisare come erronea e comunque posticcia l’iscrizione citata, frutto probabilmente di un intervento di restauro del XVII secolo, pure segnalato nello stesso brano, cosa che ha comportato un errore nella data, non 1542 ma 1532. Lo studio ha permesso di individuare perfettamente la parte originale della scultura e di ridimensionare l’intervento seicentesco a poche e selezionate parti

    Il restauro del monumento Gravina Bonanno di Montevago nel camposanto di S. Orsola a Palermo

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    Oggetto della pubblicazione è la tomba mausoleo nel cimitero di S. Orsola di Palermo per Pellegra Gravina Bonanno di Montevago, ultima discendente ed unica erede dei principi di Montevago, tra i cui congiunti erano illustri personalità come il generale Federico Carlo Gravina (lo sconfitto della battaglia di Trafalgar) e il Cardinale Pietro, arcivescovo di Palermo. Il monumento, che si configura come un tempio distico in antis dorico siculo e risente anche di influenze canoviane, viene qui attribuito alla progettazione dell’architetto Emmanuele Palazzotto (1798-1872), autore di importanti architetture a Palermo, tra cui i campanili neogotici sul Palazzo Arcivescovile, e all’esecuzione di Giuseppe Monroy conte di Ranchibile, ora inedita figura di dilettante di architettura. Inoltre si definisce con precisione la datazione dell'opera posticipandola di quasi vent'anni al 1855, rispetto a quanto riportato finora dagli studi specifici. I testi si avvalgono delle indagini diagnostiche e delle osservazioni compiute durante i lavori di restauro, nonché dei numerosi documenti d’archivio reperiti per questa occasione, in maniera da contestualizzare le ragioni della committenza, il decorso del cantiere e l’esito artistico dello stesso in generale e nel contesto della produzione dell'architetto Palazzotto

    Giacomo Serpotta nella chiesa di Sant'Orsola di Palermo. Studi e restauro

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    La monografia affronta in maniera interdisciplinare un'opera meno nota di Giacomo Serpotta, realizzata tra il 1695 e il 1696, all'interno della chiesa palermitana di Sant'Orsola. A dispetto dell'apparente consistenza come apparato minore, lo studio e il restauro, intersecando le conoscenze acquisite durante il cantiere, hanno posto in evidenza aspetti meno divulgati sia relativi alla tecnica, che all'iconografia (anche relativamente ad inediti modelli di riferimento), che all'interpretazione delle immagini simboliche. La ricerca, anche con il rinvenimento di documentazione inedita d'archivio, ha fissato le coordinate cronologiche dell'apparato plastico, in relazione al sito e alla produzione serpottiana, distinguendo con precisione gli interventi nelle due cappelle di S. Orsola e delle Anime Purganti, finora assimilati. L'incrocio metodologico tra le notizie documentarie e le osservazioni durante il cantiere di restauro ha consentito di confermare alcuni dati relativamente ai restauri precedenti nonché, per la prima volta in maniera chiara ed incontrovertibile, in relazione ad un aspetto preciso della tecnica serpottiana, la cosiddetta "allustratura", sfatando errate interpretazioni presenti finora nella letteratura artistica di settore. Contestualmente è stata presa in esame, per la prima volta, l'attività di cantiere, che ha consentito di fare alcune considerazioni sulla modalità di realizzazione delle opere , in sede o in bottega. L'individuazione di alcuni disegni inediti autografi ha arricchito il lavoro che è stato condotto tramite una disamina originale dell'iconografia dell'apparato e presentando l'interpretazione iconologica, che riporta una lettura del tutto nuova e non scontata, legata al Giudizio Universale

    Neutral and ionic dopants in helium clusters: interaction forces for the Li2(a3Σu+)−HeLi_2(a^3\Sigma_u^+)-He and Li2+(X2Σg+)−HeLi_2^+(X^2\Sigma_g^+)-He

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    The potential energy surface (PES) describing the interactions between Li2(1Σu+)\mathrm{Li_{2}(^{1}\Sigma_{u}^{+})} and 4He\mathrm{^{4}He} and an extensive study of the energies and structures of a set of small clusters, Li2(He)n\mathrm{Li_{2}(He)_{n}}, have been presented by us in a previous series of publications [1-3]. In the present work we want to extend the same analysis to the case of the excited Li2(a3Σu+)\mathrm{Li_{2}}(a^{3}\Sigma_{u}^{+}) and of the ionized Li2+(X2Σg+)_{2}^{+}(X^{2}\Sigma_{g}^{+}) moiety. We thus show here calculated interaction potentials for the two title systems and the corresponding fitting of the computed points. For both surfaces the MP4 method with cc-pV5Z basis sets has been used to generate an extensive range of radial/angular coordinates of the two dimensional PES's which describe rigid rotor molecular dopants interacting with one He partner

    Il Maestro del Polittico di Trapani. Il restauro della Croce di Santo Spirito di Palermo

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    Il restauro della croce dipinta della chiesa di Santo Spirito di Palermo è l’occasione per un’originale compendio della pittura siciliana tra fine XIV e primo trentennio del XV secolo con un’importante proposizione del catalogo delle opere attribuite al Maestro del Polittico di Trapani, autore che veicola nella Sicilia occidentale la cultura pittorica pisana importata nell’isola da artisti toscani come Turino Vann

    New Insight on Medieval Painting in Sicily: The Virgin Hodegetria Panel in Monreale Cathedral (Palermo, Italy)

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    : The Virgin Hodegetria, located in the Cathedral of Santa Maria Nuova in Monreale, near Palermo (Italy), probably dating the first half of the 13th century, is one of the earliest examples of medieval panel painting in Sicily. A diagnostic campaign was carried out on the panel aiming to identify the constituting materials and the executive technique, as well as to assess the state of conservation for supporting the methodological choice of the restoration intervention. Both non invasive (X-ray radiography, digital microscope, multispectral imaging, ED-X-ray fluorescence) and micro-invasive (polarised light microscopy, ESEM-EDX, ATR-FTIR spectroscopy and micro-Raman spectroscopy) analyses were performed. According to the results, the executive technique followed the 13th–14th-century Italian painting tradition. A complex structure was applied on the wooden support, consisting of a double layer of canvas and several ground layers of gypsum and glue based binder. The underdrawing was made by a brush using carbonaceous black pigment. The original palette includes red ochre, red lead, azurite, carbon black and bone black. During the several restorations, mercury-based red, indigo, smalt blue, orpiment and synthetic mars were used. The original silver leaf of the frame was covered with red tin-based lake and subsequently regilded with gold leaf. Proteinaceous and oil binders were also detecte

    reply to comment on dynamics of formation of anthracene anions in molecular clouds and protoplanetary atmospheres

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    We discuss in some detail the implications of the suggestion made by P D Burrow and G A Gallup on the physics of anion formation and of resonant electron attachment in gas-phase anthracene molecules
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