49 research outputs found

    INTERVENTI STRUTTURALI PER L'ADEGUAMENTO DEL TEATRO MASSIMO DI PALERMO

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    La nota riferisce su alcuni interventi strutturali eseguiti nel corso dei lavori di ristrutturazione del Teatro Massimo Vittorio Emanuele di Palermo, per adeguarlo alle nuove esigenze sceniche e impiantistiche. Dopo una sintetica descrizione delle caratteristiche costruttive dell’edificio e di alcune soluzioni tecniche adottate da Giovan Battista Filippo Basile nel corso della costruzione, si descrivono le vicende e le opere legate agli interventi sul palcoscenico, sulle torri quadrangolari adiacenti, sulla copertura del pronao e per l’utilizzo della sala sottocupola. Si prendono in considerazione aspetti legati alla resistenza delle murature e del terreno di fondazione ed al progetto delle strutture in acciaio, facendo riferimento sia alle soluzioni originarie del Basile, sia ai nuovi interventi

    Nicolò Palma. Due disegni di altari

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    Il contributo analizza due disegni attribuiti a Nicolò Palma (1693-1779), Architetto del Senato di Palermo. I grafici, oggi conservati presso la Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis a Palermo, hanno come soggetto differenti soluzioni di altari barocchi per edifici religiosi, dei quali si analizzano le principali caratteristiche e la tecnica grafica, istituendo raffronti con la produzione artistica coeva.The paper analyzes two drawings attributed to Nicolò Palma (1693-1779), architect of the Senate of Palermo. The graphics, today kept at the Regional Gallery of Palazzo Abatellis in Palermo, concern different solutions of baroque altars for churchs, analyzing the main features and the graphical technique and establishing comparisons with the contemporary artistic production

    La committenza dei Barresi nel castello di Pietraperzia: la trasformazione della fabbrica in palazzo residenziale nel primo Cinquecento

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    The essay reconstructs the history of the castle of Pietraperzia -now reduced to a state of ruin - between the second half of fifteenth and the first half of the sixteenth centuries. Over that period it was tranformed from a medieval fortress to a luxurious residence, home to a cultured and sophisticated court. Supported by new archival documents, the author highlights the role of the aristocratic patrons, the Barresi of Pietraperzia and, in particular, that of two key figures, Giovanni Antonio II and his son, Matteo. Simultaneously the author offers a hypotetical reconstruction of the 16 century appearance and configuration of the building. This was the most significant and lasting epoch in the life of the now irremediably lost structure

    Ciudad y arquitectura después del terremoto del 1829 en el área de la Vega Baja del Segura y la Región de Murcia

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    Se describen los temblores que azotaron el 21 de marzo de 1829 la ciudad de Murcia y que, en realidad, formaron parte de una desastrosa secuencia sísmica que entre el 21 de marzo y el 18 de abril de 1829 afectó principalmente a la zona del Bajo Segura y la Región de Murcia. El estudio de las fuentes bibliográficas, en especial modo de los textos impresos de autores contemporáneos, junto con la evidencia documental e iconográfica existente, permite tener un primer cuadro de la situación. Su análisis proporciona información sobre las medidas tomadas por los organismos institucionales; los daños sufridos por los edificios de los centros implicados en el terremoto; la posterior consolidación o reconstrucción de las fábricas dañadas y, en algunos casos, los procesos de renovación urbana implementados

    Gli interventi nell’antica Casa Consistorial di Cartagena dopo il terremoto del 1829 nell’area della Vega Baja del Segura e nella Regione di Murcia

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    Between 21 March and 18 April 1829, a catastrophic seismic sequence took place which had its epicenter in the Vega Baja del Segura area, in the south-eastern part of Spain. Some urban centers were almost entirely destroyed, while others, such as Cartagena, had substantial damage to the architectural heritage.This research intends to deepen the study of the damages and consequent interventions that, after the earthquake of 1829, affected the ancient Casa Consistorial of the city, an architecture built in the early seventeenth century, almost completely neglected by historiographical studies. For this building, the sources related to the earthquake acquire an important documentary value, since they testify to the appearance of the building before its complete demolition (1893) and subsequent reconstruction in different forms from the original ones.The investigation, based on a cross-study of bibliographic sources (with particular reference to memorial sources), iconographic sources and above all of an unpublished archival documentation, found mainly in the Municipal Archives of Cartagena, allowed to clarify the passages of a complex and articulated story, the result of a process of transformation of the building after the earthquake of 1829, which involved various architects and the development of several projects, testified by some drawings.Tra il 21 marzo e il 18 aprile del 1829 si verificò una catastrofica sequenza sismica che ebbe il suo epicentro nell'area della Vega Baja del Segura, nella parte sud-orientale della Spagna. Alcuni centri urbani furono quasi interamente distrutti, mentre altri, come ad esempio Cartagena, registrarono consistenti danni al patrimonio architettonico.La presente ricerca intende approfondire lo studio dei dissesti e dei conseguenti interventi che dopo il sisma del 1829 interessarono l’antica Casa Consistorial della città, un’architettura costruita agli inizi del XVII secolo, quasi del tutto trascurata dagli studi storiografici. Per questo edificio le fonti relazionate al sisma acquistano un importante valore documentale, dal momento che testimoniano l’aspetto della fabbrica prima della sua integrale demolizione (1893) e successiva ricostruzione in forme diverse da quelle originarie.L’indagine, fondata su uno studio incrociato delle fonti bibliografiche (con particolare riferimento a quelle memorialistiche), iconografiche e soprattutto di un’inedita documentazione archivistica, rintracciata principalmente presso l’Archivio Municipale di Cartagena, ha consentito di chiarire i passaggi di una complessa e articolata vicenda, frutto di un processo di trasformazione dell’edificio innescato dal sisma del 1829, che vide il coinvolgimento di diversi architetti e l’elaborazione di più progetti, dei quali rimane testimonianza in alcuni disegni

    Sicilia austriaca 1720-1734

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    From 1720 to 1734, the island of Sicily was under the control of the Austrian Habsburgs. The political and historical aspects of this brief period have been the subject of a number of studies, which have established the necessary foundation to pursue new prospects and directions for further scholarship. However, our understanding of the range of artistic and architectural interventions undertaken – or hypothetically undertaken – by the Austrian Habsburg government in Sicily is drastically more limited. If direct commissions, travels, architects' and aristocrats' mobility to the Viennese court and even documented contacts constitute a first degree of evidence, a further field is linked to the dissemination of books and prints. In both cases, the information that has emerged is likely the tip of a larger iceberg, which can provide insights that go beyond the primary stage of "influence", as the texts of this catalogue show. The catalogue is organized thematically. The first part deals with architecture produced for the court or related to commissions by Austrian oaicers; the second part, entitled “Architecture of Reverence”, relates to commissions and architectural solutions that, formally or symbolically, indicate an affinity. In all cases, the medium of digital drawing played a fundamental role in research, giving the theme comprehensible and appropriate representation

    PIETRO SCIBILIA Ingegnere Architetto (1889-1971)

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    Il volume analizza l’attività professionale di Pietro Scibilia (1889-1971), architetto e ingegnere palermitano che opera nell’arco temporale compreso fra gli anni venti e gli anni sessanta del Novecento, comparandone la produzione progettuale con il coevo panorama locale e nazionale. La ricerca, raccontata attraverso l’analisi dei suoi progetti e della sua vasta produzione architettonica, si è basata in primo luogo sullo studio del fondo documentario costituente l’archivio Scibilia, ed è stata supportata da un’indagine incrociata svolta anche presso altri archivi siciliani, primo fra tutti l’Archivio Storico del Comune di Palermo, che si è rivelato una fonte di primaria importanza per il reperimento di progetti inediti, conservati in copia, spesso forniti di relativa documentazione. I progetti dimostrano l’intensa attività di un professionista che, pur aderendo a istanze differenti, mantiene durante il corso della propria carriera una sostanziale coerenza, rivelando versatilità in ambito progettuale attraverso una costante attenzione ai temi del dibattito architettonico contemporaneo. L’indagine, volta all’individuazione dei caratteri distintivi della sua architettura, ha consentito di delineare la presenza di un percorso di ricerca che lo porta, analogamente a quanto accade per altri ingegneri e architetti appartenenti alla sua generazione, alla sperimentazione di linguaggi diversi, riflesso di un’epoca densa di profondi mutamenti: da un’iniziale misurata adesione al Liberty, che manifesta l’assimilazione della lezione basiliana, Scibilia attraverso tappe intermedie giunge, soprattutto a partire dalla seconda metà degli anni trenta, a un linguaggio di matrice razionalista che sfocerà, a partire dal secondo dopoguerra, in una più netta e decisa partecipazione alle istanze del funzionalismo.The book analyzes the professional activity of the architect and engineer Pietro Scibilia (1889-1971), who operates in the period between the Twenties and the Sixties of the twentieth century, comparing the production design with the local and national contemporary scene. The research, told through the analysis of its projects and its vast architectural production, was based primarily on the study of the documentary fund constituting the Scibilia archive and was supported by a survey also carried out in other Sicilian archives, first of all the Historical Archive of the City of Palermo, which proved to be a source of primary importance for the procurement of new projects, of which copies were kept and often supplied with their relative documentation. The projects demonstrate the intense activity of a professional who, while adhering to different instances, maintained throughout the course of his career a substantial coherence, revealing versatility in the field of design through constant attention to the issues of contemporary architectural debate. The survey, aimed at identifying the distinctive features of its architecture, has allowed us to outline the presence of a search path that leads him, as happens to other engineers and architects belonging to his generation, to the experimentation with different languages, which is reflection of an era full of profound changes: from an initial measured adherence to the Liberty movement, which manifests the assimilation of the Ernesto Basile school, Scibilia, through intermediate stages, especially in the second half of the Thirties, reaches a rationalist language which will result, starting from the Second World War, in a very clear and resolute participation in instances of Functionalism

    L'uso del trattato di Vignola come modello per l'architettura di etĂ  moderna in Sicilia.

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    The Use of Vignola’s Treatise as a Model for the Architecture of Modern Age in Sicily. The paper aims to highlight the influence of the Regola Delli Cinque Ordini by Jacopo Barozzi da Vignola (1507-1573) on the architecture of modern age in Sicily. A proof of its actual im- pact on built items can be promptly observed analyzing the ar- chitecture of the time which clearly shows the treatise was used as a catalogue of models in the whole territory of the island, in civil as well as in religious buildings. Not always, however, the engravings are slavishly copied; sometimes the tables are subject to a revision on behalf of architects, craftsmen and clients. Among the engravings whose influence is ascertained through built items we can find both the ones drawn from the works by Vignola and those related to the Aggiunta containing the seven portals by Michelangelo. This paper particularly focuses on two key topics: on one hand, the success of the famous engraving representing the portal of Palazzo Farnese in Caprarola; on the other hand, the case, in some ways emblematic, of the large application of Vignola’s treatise in the reconstruction of the city of Noto after the disastrous earthquake of 1693

    I Barresi di Pietraperzia. Una corte feudale tra medioevo ed etĂ  moderna

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    La ricerca si incentra sulla committenza artistica e in particolare sulle iniziative architettoniche promosse da una famiglia dell'alta aristocrazia feudale in Sicilia, i Barresi di Piatraperzia, un centro ubicato nell’entroterra dell’isola, attualmente in provincia di Enna. In questo luogo, dove i Barresi risiederono stabilmente, si sviluppò tra il XV e il XVI secolo una corte aristocratica colta e sofisticata, che ebbe il suo fulcro nel castello di Pietraperzia, soprattutto grazie a due membri di questa famiglia, Giovanni Antonio II e il figlio Matteo, che intrattennero rapporti con autorevoli esponenti della cultura scientifica, artistica e letteraria del tempo. Il ruolo di mecenati e finanziatori si svolse a differenti livelli, dalle concezioni urbanistiche relative ai centri che dominavano alle iniziative architettoniche promosse sia nel feudo principale che a Palermo e in altri feudi minori, estendendosi alla commissione di preziosi manufatti artistici. L'indagine ha consentito di circoscrivere i principali interventi a un periodo compreso tra gli anni settanta del Quattrocento e gli anni trenta del Cinquecento, corrispondente a una delicata fase di passaggio tra medioevo ed età moderna, testimoniata efficacemente da opere di grande originalità espressiva, tra le quali emerge in particolare il castello di Pietraperzia. L'approccio di natura interdisciplinare che caratterizza la ricerca, basato su un'ampia ricerca archivistica e iconografica e sul rilievo delle architetture ancora esistenti, oggi ridotte allo stato di rudere (il castello di Pietraperzia) o radicalmente trasformate (chiesa Madre di Pietraperzia), ha consentito di proporre ipotesi ricostruttive relative alla loro configurazione cinquecentesca.This study focuses on the artistic patronage and, in particular, on the architectural activities promoted by a family of the feudal aristocracy in Sicily, the Barresi of Pietraperzia. This is a small town located in the hinterland of the island, currently in the province of Enna. In this place, where the Barresi resided permanently, between the Fifteenth and Sixteenth centuries there developed a cultured and sophisticated aristocratic court, whose heart was the castle of Pietraperzia. This occurred especially thanks to two members of the family, Giovanni Antonio II and his son Matteo, who were in good terms with authoritative exponents of the scientific, artistic, and literary culture of the time. The role of patrons and donors was crucial at different levels, from urban concepts in the towns that they dominated to the architectural initiatives promoted both in the main fief and in Palermo as well as in other minor fiefs, extending to the commission of precious artistic artifacts. This survey has allowed to find out that the main interventions were carried out in the period between the Seventies of the Fifteenth century and the Thirties of the Sixteenth century, corresponding to a delicate phase of transition between the Middle Ages and the Modern Age, which is effectively demonstrated by works of great originality of expression, among which emerges in particular the Pietraperzia castle. This study is characterized by an approach of an interdisciplinary nature which is based on extensive archival and iconographic research and on the survey of the still existing architectures, which are now reduced to ruins (the Pietraperzia castle) or have been radically transformed (the Mother Church of Pietraperzia): on these grounds, it was possible to propose reconstructive hypotheses allowing to restore them to their original Sixteenth-century condition

    Le città costiere di Sicilia e le loro architetture nella “memoria” di viaggio di Giovan Battista Pacichelli (1685)

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    Il resoconto del viaggio che l’abate toscano Giovan Battista Pacichelli (1640-1702) compie in Sicilia nel 1684, Moderno stato della Sicilia, compreso dalla sua navigatione e passeggio, è parte integrante di una più ampia opera in cinque volumi intitolata Memorie de’ viaggi per l’Europa christiana …., edita a Napoli nel 1685. Il testo restituisce l’immagine urbana di alcune delle principali città costiere dell’isola, oggetto della sua visita, nonché una descrizione, in alcuni casi puntuale e resa con dovizia di particolari, delle architetture da lui selezionate. Il testo fornisce il punto di vista di un autentico viaggiatore, come si evince dalla grande quantità di luoghi da lui visitati, e soprattutto di un uomo colto, come denota anche la sua attività di giurista, a cui affiancò la scrittura di opere storico-letterarie, il quale tuttavia non è ancora condizionato da quella moda del Grand Tour che di lì a qualche decennio in Sicilia imporrà delle tappe obbligate all’interno di un itinerario volto unicamente alla riscoperta delle antichità classiche. Pur percorrendo via mare l’intera costa settentrionale e realizzando varie tappe intermedie, sono soprattutto i tre principali centri dell’isola, ossia Messina, Palermo e Catania, a essere oggetto di una puntuale e più attenta trattazione. In riferimento a queste tre città, il presente contributo mira a restituire l’immagine che viene trasmessa, attraverso questo testo, della forma urbana e delle architetture, per alcune delle quali sorprendentemente vengono forniti dati di natura tecnica, come dimostra emblematicamente il caso della Cittadella di Messina, allora in costruzione
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