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    Effectiveness of cardiac resynchronization therapy in heart failure patients with valvular heart disease: comparison with patients affected by ischaemic heart disease or dilated cardiomyopathy. The InSync/InSync ICD Italian Registry

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    AimsTo analyse the effectiveness of cardiac resynchronization therapy (CRT) in patients with valvular heart disease (a subset not specifically investigated in randomized controlled trials) in comparison with ischaemic heart disease or dilated cardiomyopathy patients.Methods and resultsPatients enrolled in a national registry were evaluated during a median follow-up of 16 months after CRT implant. Patients with valvular heart disease treated with CRT (n = 108) in comparison with ischaemic heart disease (n = 737) and dilated cardiomyopathy (n = 635) patients presented: (i) a higher prevalence of chronic atrial fibrillation, with atrioventricular node ablation performed in around half of the cases; (ii) a similar clinical and echocardiographic profile at baseline; (iii) a similar improvement of LVEF and a similar reduction in ventricular volumes at 6-12 months; (iv) a favourable clinical response at 12 months with an improvement of the clinical composite score similar to that occurring in patients with dilated cardiomyopathy and more pronounced than that observed in patients with ischaemic heart disease; (v) a long-term outcome, in term of freedom from death or heart transplantation, similar to patients affected by ischaemic heart disease and basically more severe than that of patients affected by dilated cardiomyopathy.ConclusionIn 'real world' clinical practice, CRT appears to be effective also in patients with valvular heart disease. However, in this group of patients the outcome after CRT does not precisely overlap any of the two other groups of patients, for which much more data are currently available

    Lithium carbonate.

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    Tecniche speditive per la realtà aumentata nell’analisi, comunicazione e musealizzazione delpatrimonio storico artistico. La città Ideale di Urbino

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    none6L’evoluzione delle tecnologie informatiche unitamente allo sviluppo di camere fotografiche sempre più sofisticate, ha portato alla definizione di nuovi standard nell’acquisizione di immagini digitali ad alta risoluzione, pensati particolarmente per lo sviluppo di visoni in realtà aumentata di dipinti e/o affreschi in cui l’elemento cromatico rappresenta il carattere distintivo e qualificante. Sono ampiamente documentate esperienze che permettono di acquisire digitalmente immagini ad una risoluzione ottica minima di 1500 ppi (pixel per pollice) sulla misura reale dell'opera, senza fare ricorso ad algoritmi di interpolazione software per poi raggiungere, attraverso operazioni di stitching, una risoluzione straordinaria, fino a 4000 ppi. Perché si fa questo? Walter Benjamin rifletterebbe sul processo di democratizzazione dell’arte prodotto dalle possibilità di riproducibilità dell’opera stessa. Ciò significa oggi anche la possibilità di vedere il dipinto come nella sua dimensione visiva reale è impossibile fare cogliendo dettagli fino al decimo di millimetro. Una possibilità concessa in genere solo al restauratore dotato di adeguate lenti e per un tempo limitato al periodo del restauro. In sostanza si riproduce in un luogo, remoto rispetto alla collocazione del dipinto, la possibilità di avere la percezione del pittore stesso, amplificandone l’indicibile spettacolarità della visione. Tuttavia tali tecniche, pur essendo disponibili, richiedono attualmente una quantità di risorse hardware e software che, insieme ai lunghissimi e complessi tempi di realizzazione (quindi alti costi e altissima specializzazione), rendono queste riproduzioni difficili da applicare ad un patrimonio diffuso come quello presente nel nostro paese. Invece è auspicabile che l’utilizzo di tali immagini possa estendersi, al di là della visione e delle analisi specialistiche del singolo manufatto, a progetti che ne possano valorizzare la comunicazione ad un pubblico vasto affrontando, in tal senso, tutte le problematiche connesse alla fruizione on line di queste immagini relazionate in contesti di esplorazione e fruizione virtuale. In tal senso il saggio descrive una esperienza su uno dei dipinti più significativi del nostro Rinascimento, la “Città Ideale” collocata all’interno di una delle architetture simbolo del Rinascimento stesso, il Palazzo Ducale di Urbino. In tale contesto si documenta un’acquisizione speditiva e low cost dell’immagine attraverso tecniche LHR, Lidar a triangolazione ottica e fotogrammetria sferica. Attraverso l’integrazione di un digitalizzatore ottico a luce strutturata, di uno scanner laser a tempo di volo, di riprese fotografiche effettuate con macchine a sensore di 12 milioni di pixel e focale max 400 e di panoramiche fotografiche eseguite con camere amatoriali si persegue un duplice obiettivo: permettere da un lato una ricognizione 3d del dipinto a risoluzioni tali da poter supportare, oltre che nuove forme di visione spettacolare dello stesso, operazioni di restauro e di analisi specialistica. Dall’altro, integrando le diverse tecniche di acquisizione e restituzione utilizzando esclusivamente software commerciali di fascia economica, permettere di esplorare virtualmente (in modalità off line e web based) l’ambiente architettonico in cui il dipinto è collocato andando ad interrogare “La città ideale” nel contesto stesso in cui essa si trova. Si percorre la possibilità di cogliere ogni più straordinario dettaglio del dipinto potendo interagire con esso, attraverso un sistema di informazioni ipertestuali associate alla tavola stessa e derivanti da specifiche richieste dello stesso utente.Clini P.; Valazzi M. R.; Quattrini R.; Razionale Armando V.; Plescia G.; Sagone L.Clini, Paolo; Valazzi, M. R.; Quattrini, Ramona; Razionale Armando, V.; Plescia, G.; Sagone, L

    Breastfeeding during pregnancy : position paper of the Italian society of perinatal medicine and the task force on breastfeeding, Ministry of Health, Italy

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    As more women breastfeed for longer, it is increasingly likely that women may be still breastfeeding when they become pregnant again. The Italian Society of Perinatal Medicine (SIMP) Working Group on Breastfeeding has reviewed the literature to determine the medical compatibility of pregnancy and breastfeeding. We found no evidence indicating that healthy women are at higher risk of miscarriage or preterm delivery if they breastfeed while pregnant. No evidence indicates that the pregnancy-breastfeeding overlap might cause intrauterine growth restriction, particularly in women from developed countries. Little information is available on the composition of human milk of pregnant women, and we found no data on the growth of infants nursed by a pregnant woman. However, both the composition of postpartum breast milk and the growth of the subsequent newborn appear to be partly affected, at least in developing countries. SIMP supports breastfeeding during pregnancy in the first 2 trimesters, and we believe it to be sustainable in the third trimester. Based on the hypothetical risk, caution may be warranted for women at risk of premature delivery, although no evidence exists that breastfeeding could trigger labor inducing uterine contractions. In conclusion, currently available data do not support routine discouragement of breastfeeding during pregnancy. Further studies are certainly needed to explore the consequences of breastfeeding during pregnancy on maternal health, on the breastfed infant, on the embryo/fetus, and, subsequently, on the growth of the newborn
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