30 research outputs found

    Is HAART based on newest active antiretroviral drugs influenced by GSS

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    Methods Major enrollment criterion was the administration of maraviroc, enfuvirtide, raltegravir, etravirine, darunavir/r or tipranavir/r, alone or in combination, in the latest antiretroviral regimen, decided upon the last genotypic RNA resistance test. This allowed us to assess the genotypic sensitivity score (GSS) at the same time. We also recorded previous presence of specific mutations in all available genotypic resistance tests, their persistence in time and their correlation to the last GSS

    Il lavoro in crisi.Trasformazioni del capitalismo e ruolo dei soggetti

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    Disoccupazione, sottoccupazione, scoraggiamento, precarietà e scarsa qualità sono le facce con cui si presenta il lavoro oggi in Italia; già presenti dagli anni ’80 vengono aggravate dalla crisi finanziaria del 2007. Per capirne le cause è indispensabile da un lato guardare alle trasformazioni del capitalismo industriale in Occidente in conseguenza della globalizzazione e dall'altro alle trasformazioni di una società che diventa più complessa, lacerata da conflitti tra ceti e classi: in essa attori sociali con identità multiple sembrano avere più possibilità di manovra, ma di fatto continuano ad avere molti vincoli. Gli scarsi investimenti, inoltre, non permettono di assorbire le poche persone laureate e diplomate: dunque la qualità del lavoro non corrisponde a quella della forza lavoro.Unemployment, underemployment, discouragement, insecurity and poor quality are the faces with which work appears today in Italy; they are present already in the 80s, they were exacerbated by the financial crisis of 2007. To understand the causes is essential to one side to look at the transformations of industrial capitalism in the West as a result of globalization and on the other to the transformation of a society that becomes more complex, torn by conflicts between classes: in it social actors with multiple identities seem to have more possibilities of maneuver, but in fact they still have many constraints. Underinvestment, also, does not allow to absorb the few people graduates and diplomate: therefore, the quality of work does not match whit the workforce

    Successful Pre- and Posttransplant Sofosbuvir-Based Anti-Hepatitis C Virus Treatment in Persons Living With Human Immunodeficiency Virus Infection

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    This retrospective study reports the data of sofosbuvir-based anti-hepatitis C virus treatment in 24 candidates and 24 recipients of liver transplantation coinfected with human immunodeficiency virus. Sustained virologic response was cumulatively 85% (90% and 100% in those treated with optimal schedules pre- and posttransplant, respectively).This retrospective study reports the data of sofosbuvir-based anti-hepatitis C virus treatment in 24 candidates and 24 recipients of liver transplantation coinfected with human immunodeficiency virus. Sustained virologic response was cumulatively 85% (90% and 100% in those treated with optimal schedules pre- and posttransplant, respectively)

    Determinants of worse liver-related outcome according to HDV infection among HBsAg positive persons living with HIV: Data from the ICONA cohort

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    Objectives: We aimed to study hepatitis D virus (HDV) prevalence and risk of progression to severe liver-related events (SLRE) in HBsAg positive people living with HIV (PLWH) in Italy; role of HDV-RNA copy levels, HCV coinfection and nadir CD4 counts were also investigated.Methods: People living with HIV (PLWH) from Italian Foundation cohort Naive antiretrovirals (ICONA) with available HBsAg and HDV Ab were enrolled. HBsAg, HDV Ab, HDV-RNA and HDV genotypes were tested. Primary end-point: time from first HDV screening to Severe Liver Related Events (SLRE: decompensated cirrhosis, liver transplantation, HCC). Fine-grey regression models were used to evaluate the association of HDV Ab, HDV-RNA, HDV/HCV coinfection, CD4 nadir and outcome. Secondary end-points: time to SLRE or death; HDV Ab and HDV-RNA prevalence.Results: A total of 152/809 (18.8%) HBsAg positive PLWH showed HDV Ab reactivity; 63/93 (67.7%) were HDV-RNA positive. Being male, persons who inject drugs (PWID), HCV Ab positive, with FIB-4 > 3.25 were independent factors of HDV Ab positivity. In a median follow-up of 5 years, 37 PLWH (4.1% at 5-year) developed SLRE and 97 (12.0%) reached the SLRE or death end-point. HDV-RNA positive (independently from HDV-RNA copy level) PLWH had a 4.6-fold (95%CI 2.0-10.5) higher risk of SLRE than HDV negatives. PLWH positive for both HCV Ab and HDV Ab showed the highest independent risk of SLRE (ASHR: 11.9, 95%CI: 4.6-30.9 vs. HCV neg/HDV neg). Nadir CD4 < 200/mL was associated with SLRE (ASHR: 3.9, 95% 1.0-14.5).Conclusions: One-fifth of the HBsAg positive PLWH harbour HDV infection, and are at high risk of progression to advanced liver disease. HCV contributes to worse outcomes. This population needs urgently effective treatments

    La legalitĂ  in gioco. I giovani davanti all'illegalitĂ  degli adulti

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    Come a più riprese segnalano gli organi di stampa, dalla sanità alla previdenza, alla stessa amministrazione pubblica, il welfare diviene l’epicentro di comportamenti corruttivi. Questi ultimi espandono i loro tentacoli dentro il sistema economico (l’evasione fiscale n’è un esempio), ma soprattutto entrano prepotentemente nel sistema culturale. Quali sono i riflessi e la percezione che hanno i giovani di un simile “edificante” scenario? Le due principali agenzie di socializzazione la famiglia e la scuola, assediate dai nuovi mezzi di comunicazione, sono in grado di fornire quadri di riferimento come antidoti alla corruzione dilagante? I rischi maggiori li corrono in particolare le famiglie con meno risorse economiche e culturali e le scuole con ordini di studi socialmente meno valorizzati. Il saggio restituisce i risultati di una ricerca, svolta contemporaneamente in due capoluoghi, Roma e Cagliari, su un campione ragionato di 700 studenti che frequentano l’ultimo anno di licei e istituti tecnici e professionali collocati in zone centrali e periferiche, tramite un ampio questionario semi-strutturato che approfondisce condizioni familiari e scolastiche, attività extra scolastiche e orientamenti valoriali degli intervistati, oltre ad atteggiamenti e comportamenti sulla legalità. L’ipotesi che si è voluta verificare è se famiglie difficili e scuole poco accoglienti abbiano effetti negativi su atteggiamenti e comportamenti relativi alla legalità e provochino una percezione distorta di un valore così cruciale per la nostra società, quindi capire se comportamenti illegali siano il mezzo coattivo per sopravvivere di fronte alla crisi oppure sia una mancanza di educazione anche dove le famiglie non risultano essere “difficili” (alto reddito, clima sereno) Il saggio in particolare ha voluto approfondire il ruolo giocato dalla scuola nella percezione della legalità a parità di condizioni familiari. Più specificamente si sono messi a confronto gli studenti che vivono condizioni familiari difficili con quelli che hanno rapporti familiari più sereni per capire se i primi si affidano di più alla scuola (in particolare agli insegnanti) per risolvere problemi. Si è cercato di capire anche se e quanto una famiglia difficile spinga verso il disprezzo della legalità, specie se non è compensata dalla fiducia negli insegnanti. Per quanto riguarda le scuole quelle poco accoglienti, sono state definite soprattutto in base alla percezione che studentesse e studenti hanno rispetto all’illegalità e alle prepotenze che vengono compiute all’interno dell’istituto; a cui fa da contraltare o meno la fiducia nei confronti degli insegnanti. Ci si soffermerà infine sulle domande relative a opinioni e comportamenti di disprezzo della legalità. Come si pongono il problema del rispetto della legge e della possibile contraddizione tra legalità e giustizia, tra la legge e il proprio interesse? Quali comportamenti illegali ritengono giustificabili e ammettono di aver praticato? L’indagine ha fatto emergere che la legalità è un concetto a più facce, che richiama a vissuti diversi, influenzato dal genere, dalla famiglia d’origine e dal tipo di scuola che si frequenta oltre che da diversi orientamenti politici e religiosi. La concezione della legalità e la percezione dell’illegalità diffusa tra gli adulti a sua volta influenza tollerabilità e pratica di comportamenti illegali e reazioni di fronte a situazioni di violenza o illegalità. Si è pervenuti alla costruzione di tipologie di soggetti “a rischio” in relazione al maggiore o minore coinvolgimento in comportamenti illegali delegittimanti la “cultura civica” al fine di sottoporre ai decisori istituzionali modalità per incentivare comportamenti di tipo solidaristico e rendere più difficile comportamenti di tipo individualistico-deregolativo

    Le rappresentazioni sociali dell'universitĂ  e del lavoro: differenze di genere, generazione e classi sociali a Roma in tempo di crisi

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    Quali sono gli effetti della crisi sulle possibilità e scelte di studio e lavoro? E che conse-guenze hanno sulle rappresentazioni dei giovani del proprio futuro? Ci sono differenze tra ragazzi e ragazze? Per rispondere a queste domande si è proceduto ad una survey, su un campione ragionato di 500 studenti romani iscritti all’ultimo anno di scuola secondaria su-periore, analizzando a livello micro gli effetti della crisi sulle famiglie e sulle scelte post-diploma dei figli. L’ipotesi principale che si vuole verificare è se ceti relativamente privilegiati sentano la crisi e trasmettono le loro ansie ed incertezze ai figli, a loro volta 'depressi' da un clima sociale in cui la paura che aleggia è che “i figli staranno peggio dei padri” (Benasayag e Smith, 2003, Galimberti, 2009 e 2014).What consequences the crisis has on the representations of young people about their fu-ture? There are differences between boys and girls? To answer these questions, we proceeded to a survey with semi-structured question-naire, on a purposive sample of 500 Roman’s students enrolled in the final year of the up-per secondary school, by analyzing, at the micro level, the effects of the crisis on families, and on the post diploma choices of their sons. The main hypothesis that we want to verify is whether relatively privileged classes feel the crisis and transmit their anxieties and uncertainties to the children, in turn, 'depressed' by a social climate in which the fear that you breathe is that "children will be worse fathers” (Benasayag e Smith, 2003, Galimberti, 2009 e 2014)

    Effects of the crisis on the social representation of the university and the work: differences in gender, generation and social class in Rome in times of crisis.

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    La rappresentazione sociale dell’università e del lavoro: differenze di genere, generazione e ceto sociale a Roma in tempi di crisi. Riassunto Molti sociologi(Beck 2008, Gallino, 2013 e 2014) e una parte degli economisti (Stiglitz 2013, Piketty, 2013) considera un effetto perverso della crisi l’aumento delle disuguaglianze di reddito, classe sociale e tra generazioni. Ciò comporta il restringimento e la crisi dei ceti medi e una maggiore difficoltà dei giovani di trovare lavoro (De Rita, Galdo 2014, Schizzerotto et al 2011). Una conferma di come le famiglie italiane siano intrappolate nella crisi economica emerge dall’analisi statistica svolta nel 2012 dal Ministero dell’Economia che evidenzia come il prolungamento della crisi si è abbattuto soprattutto sulla classe media. Ma quali sono i fattori che determinano un impoverimento del ceto medio? E che conseguenze hanno sulle rappresentazioni dei giovani del proprio futuro? Ci sono differenze tra ragazzi e ragazze? Per rispondere a queste domande si è proceduto ad una survey con questionario semi-strutturato, su un campione ragionato di 500 studenti romani iscritti all’ultimo anno di scuola secondaria superiore, analizzando a livello micro gli effetti della crisi sulle famiglie e sulle scelte post-diploma dei figli. L’ipotesi principale che è stata verificata è che ceti relativamente privilegiati sentano la crisi e trasmettono le loro ansie ai figli, a loro volta “depressi” da un clima sociale in cui si dice che “i figli staranno peggio dei padri” (Benasayag, Smith , 2003, Galimberti , 2009 e 2014) Ciò si riflette nel dilemma se cercare lavoro o continuare a studiare, che la maggior parte degli intervistati/e risolve con l’ipotesi di tentare di fare entrambe le cose. Anche per quel che riguarda l’università, si va nella stessa direzione nel senso di scegliere lauree che appaiono più immediatamente spendibili sul mercato del lavoro. Un secondo aspetto indagato sono le differenze di occupazione dentro la famiglia tra mogli e mariti, facendo un confronto con una ricerca sui ceti sociali del 1996 (Rella, Cavarra, 2000) dove emergeva un passaggio brusco da madri casalinghe a figlie lavoratrici. Nel 2013 l’entrata delle donne nel mercato del lavoro sembra essersi quasi conclusa, nel senso di una ulteriore drastica riduzione delle casalinghe pure (donne che non hanno mai lavorato), ma stanno ritornando le donne che si trovano a fare le casalinghe per mancanza di lavoro. A confronto con la ricerca del 1996, nel 2013 vi è stata una diminuzione delle differenze di occupazione tra padri e madri. E’ un dato in sé positivo, che ha probabilmente attenuato le differenze di genere nelle scelte universitarie, dato che dalla ricerca 2013 emerge che il modello materno influenza le scelte delle ragazze. Ormai a livello nazionale le ragazze tendono a proseguire gli studi più dei ragazzi e ciò è confermato anche dalla nostra ricerca, che ci permette di analizzare le differenze di genere nelle scelte universitarie a parità di ceto sociale e altre condizioni.The majority of experts (Beck 2008, Stiglitz, 2013, Gallino, 2013 e 2014, Piketty ,2013.) considers a perverse effect of the crisis, the increase in income inequality, social class and between generations. This leads to a narrowing and the crisis of the middle class and greater difficulty for young people to find work (De Rita, Schizzerotto, Galdo 2014). A confirmation of how Italian families are trapped in the economic crisis emerges from the statistical analysis conducted in 2012 by the Ministry of Economy which shows that the prolongation of the crisis has hit especially on the middle class. But what are the factors that determine an impoverishment of the middle class? And what consequences they have on the representations of young people about their future? To answer these questions, we proceeded to a survey with semi-structured questionnaire, on a purposive sample of 500 Roman’s students enrolled in the final year of the upper secondary school, by analyzing, at the micro level, t

    Percezione della legalitĂ  e rischi di scivolamento verso l'illegalitĂ  tra gli studenti romani dell'ultimo anno di scuola secondaria superiore

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    Questa comunicazione si basa sui primi risultati di una ricerca, svolta su un campione ragionato di 500 studenti romani, che frequentano l’ultimo anno di licei e istituti tecnici e professionali collocati in zone centrali e periferiche, tramite un ampio questionario semi-strutturato che approfondisce condizioni familiari e scolastiche, attività extra scolastiche e orientamenti valoriali degli intervistati, oltre ad atteggiamenti e comportamenti sulla legalità. Si è voluta verificare l’ipotesi che famiglie difficili e scuole poco accoglienti abbiano effetti negativi su atteggiamenti e comportamenti relativi alla legalità e provochino una percezione distorta di un valore così cruciale per la nostra società, quindi capire se comportamenti illegali siano il mezzo coattivo per sopravvivere di fronte alla crisi oppure vi sia una mancanza di educazione anche dove le famiglie non risultano essere difficili (alto reddito, clima sereno). Il paper in particolare ha approfondito il ruolo giocato dalla scuola nella percezione della legalità a parità di condizioni familiari. Più specificamente si sono messi a confronto gli studenti che vivono condizioni familiari difficili con quelli che hanno rapporti familiari più sereni per capire se i primi si affidano di più alla scuola (in particolare agli insegnanti) per risolvere problemi. Su tale affidamento non pesa solo la buona volontà degli insegnanti, che tende peraltro ad essere fiaccata dalla riforma Gelmini e dai reiterati provvedimenti di blocco degli stipendi e delle assunzioni in ruolo, ma anche le condizioni della scuola sia in termini di strutture che di clima sociale. Si è cercato di capire inoltre se e quanto una famiglia difficile spinga verso il disprezzo della legalità, specie se non è compensata dalla fiducia negli insegnanti. Dal punto di vista metodologico sono state costruite delle tipologie di famiglie difficili prendendo in esame le variabili strutturali quali: la numerosità, il basso reddito, convivenza mono-genitoriale, che evidenziano uno scivolamento verso la povertà; incrociandole con variabili soggettive dedotte dalla percezione che gli intervistati/e hanno del proprio clima famigliare. Per quanto riguarda le scuole quelle poco accoglienti, sono state definite soprattutto in base alla percezione che studentesse e studenti hanno rispetto all’illegalità e alle prepotenze che vengono compiute all’interno dell’istituto; a cui fa da contraltare o meno la fiducia nei confronti degli insegnanti. L’attenzione è stata rivolta infine alle domande relative a opinioni e comportamenti di disprezzo della legalità. Lo scopo ultimo di una simile investigazione risiede nella costruzione di tipologie di soggetti “a rischio” in relazione al maggiore o minore coinvolgimento in comportamenti illegali al fine di sottoporre ai decisori istituzionali modalità per incentivare comportamenti di tipo solidaristico e rendere più difficile comportamenti di tipo individualistico - deregolativo. Il principale risultato ottenuto è una conferma delle ipotesi di partenza: le condizioni di disagio materiale hanno indubbiamente un peso rilevante, ma i comportamenti illegali sono presenti anche quando vi è disagio psicologico (clima familiare poco sereno) e ovviamente ancor più quando sono presenti entrambi i problemi, senza un valido contrasto da parte della scuola. A parità di condizioni familiari, sono inoltre emerse significative differenze di genere: sono infatti i ragazzi più che le ragazze che ostentano comportamenti illegaliThis paper is based on the first results of a research, carried out a purposive sample of 500 students of Rome, in their last year of high schools and technical and professional institutes, located in central and peripheral areas of Rome, through a large semi-structured questionnaire that deepens family circumstances and school, extra-curricular activities and value orientations of the respondents, as well as attitudes and behaviors on the legality. The hypothesis that we want to verify is if difficult families and schools unwelcoming have negative effects on attitudes and behaviors related to the legality and cause a distorted perception of a so crucial value of our society, then figure out if illegal behavior are the compulsory vehicle to survive in the face of crisis or it´s a lack of education also where families do not appear to be difficult (high income, good atmosphere). The paper in particularly intends to investigate the role played by the school in the perception of the law
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