14 research outputs found

    Surface and bulk infrared modes of crystalline and amorphous silica particles: a study of the relation of surface structure to cytotoxicity of respirable silica.

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    Surface IR (infrared) modes of crystalline and fumed (amorphous) silica particles, calcined at temperatures up to 1095 degrees C, have been studied by Fourier transform infrared spectroscopy. The ability of these same particles to lyse cells has been measured by a hemolysis protocol. The untreated crystalline and amorphous materials differ by a factor of 40 in specific surface area, and the intensity per unit mass of the sharp surface silanol band near 3745 cm-1 in the amorphous material is an order of magnitude larger than in the crystalline material. A similar difference is observed in the lysing potential of the two materials. The intensity of the silanol band increases after calcination for both materials, reaching peak values near 500 degrees C, followed by a dramatic drop at higher calcination temperatures, and reaching negligible values for materials calcined near 1100 degrees C. The lysing potential data follow essentially the same pattern for both crystalline and fumed silica. These results are consistent with the hypothesis that the surface silanol groups are involved in cell lysis. Further experiments are suggested to evaluate the relationship between the surface structure of silica particles and their potential cytotoxicity

    Protocollo assistenziale nelle donne a rischio ereditario di tumore della mammella e/o ovaio

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    I tumori della mammella e dell’ovaio sono malattie causate dalla combinazione ed interazione di diversi e numerosi fattori, definiti come fattori di rischio. La familiarità, vale a dire la presenza all’interno della stessa famiglia (materna e/o paterna) di uno o più casi di tumore della mammella ed eventualmente anche di tumore dell’ovaio, rappresenta uno dei fattori di rischio noti, e la sua valutazione permette di definire meglio il rischio della donna distinguendo tra “rischio familiare” e “rischio ereditario”. La maggior parte dei tumori della mammella è sporadica, circa un 20% di essi possono definirsi come forme familiari mentre il 5-10% è dovuto ad una predisposizione ereditaria. I due geni principalmente coinvolti nella predisposizione ereditaria di tali neoplasie sono il gene BRCA1 ed il gene BRCA2. Le mutazioni a carico di questi geni conferiscono un aumentato rischio di sviluppare un tumore della mammella e/o un tumore dell’ovaio. Esiste, inoltre, un cospicuo numero di famiglie in cui, nonostante siano presenti caratteristiche fortemente suggestive della presenza di una predisposizione ereditaria al cancro, non vengono evidenziate mutazioni in geni noti. Tali famiglie necessitano comunque di essere prese in carico per un’adeguata strategia di sorveglianza. I tumori eredo-familiari e lo specifico rischio oncologico richiedono quindi una gestione assistenziale specifica e diversificata rispetto a quella dei tumori sporadici. La possibilità di identificare i portatori di tali mutazioni genetiche o comunque, in generale, di valutare attentamente il profilo di rischio dei soggetti che presentano familiarità per questo tipo di neoplasie ha avuto importanti ripercussioni sul piano clinico. Per definire correttamente il rischio oncologico legato alla storia familiare, la Regione Emilia-Romagna ha organizzato un percorso per l’individuazione e la sorveglianza del rischio familiare e/o ereditario rivolto alle donne. Tale necessità ha origine dalla Delibera di Giunta Regionale (DGR) n. 1035/2009 in cui sono stati ridefiniti gli accessi ai servizi di senologia, modulandoli a seconda dell’età della donna, della presenza o meno di sintomi e del livello di rischio eredo-familiare. La delibera conteneva, fra gli altri, provvedimenti relativi all’allargamento delle fasce di età dello screening della mammella e all’individuazione del livello di rischio eredo-familiare per tumore al seno. La successiva DGR 220 del 2011 ha definito le modalità di identificazione delle donne a possibile rischio eredo-familiare, i livelli di rischio e i relativi protocolli di sorveglianza e/o interventi di profilassi, anticipando di alcuni anni l’obiettivo previsto dal piano nazionale della prevenzione 2014-2018. Il piano nazionale prevede, infatti, di identificare precocemente i soggetti a rischio eredo-familiare per tumore della mammella, definendo percorsi diagnostico terapeutici integrati con i programmi di screening per le donne ad alto rischio

    A regional population-based hereditary breast cancer screening tool in Italy: First 5-year results

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    Background: Up to 10% of individuals with breast cancer (BC) belong to families with hereditary syndromes. The aim of this study was to develop an instrument to identify individuals/families at high-hereditary risk for BC and offer dedicated surveillance programs according to different risks. Methods: The instrument consisted of a primary questionnaire collecting history of BC and ovarian cancer (OC). This questionnaire was applied to women enrolled in the Emilia-Romagna Breast Cancer Screening Program. General practitioners (GPs) and specialists could propose the same questionnaire too. Women with a score of  65 2, were invited to complete an oncogenetic counseling. According to the Tyrer-Cuzick evaluation, women considered at high risk were invited to involve the most representative alive individual of the family affected with BC/OC for BRCA1/2 genetic testing. Results: Since January 2012 and December 2016, 660 040 women were evaluated by the regional screening program, of which 22 289 (3.5%) were invited to the Spoke evaluation, but only 5615 accepted (25.2%). Totally, also considering women sent by GPs and specialists, 11 667 were assessed and 5554 were sent to the Hub evaluation. Finally, 2342 (42.8%) women fulfilled the criteria for genetic testing, and 544 (23.2%) resulted BRCA1/2 mutation carriers. Conclusions: To our knowledge, this is the first regional population-based multistep model that is aimed to identify individuals with BRCA1/2 mutations and to offer an intensive surveillance program for hereditary-high risk women. This tool is feasible and effective, even if more efforts must be performed to increase the acceptance of multiple assessments by the study population
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