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    Geomorphology of Naples and the Campi Flegrei: human and natural landscapes in a restless land

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    Naples and its surroundings are a very young landscape, originated from 40 ka in response to strong and explosive volcanic processes, which created the Campi Flegrei, one of the largest volcanic fields of the world. Despite the repeated and continuous volcanic activity, this territory was selected for human settlements since Neolithic times and hosted some of the most important Greek and Roman towns in the Mediterranean area (e.g., Cuma, Parthenope, Neapolis, Baia and Puteoli). Geoarcheological data and historical chronicles testify to human coexistence with eruptions, bradyseismic ground motions, coastline changes, floods and landslides. With the aim of describing the geomorphological evolution of this area to a wide audience, including also non-experts, we constructed a synthetic geomorphological map of the area and sketches that synthesise the main stages of the geomorphological evolution of the historical centre of Naples and the coastal belt of the Gulf of Pozzuoli during the last millennia

    Cambiamenti ambientali indotti dalle variazioni climatiche oloceniche e dall’uomo nell’area dell’abitato antico di Pontecagnano

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    L’abitato antico di Pontecagnano (vii-iii a.C.), sorge su un alto morfologico di natura travertinosa, che in antico emergeva di pochi metri dal settore NO della pianura alluvionale costiera del Fiume Sele. I lavori per l’ampliamento dell’autostrada A3 SA-RC hanno intercettato livelli archeologici rappresentativi di ampie porzioni del territorio urbano e periurbano dell’abitato antico e messo in evidenza un record archeostratigrafico che va dal Pleistocene Superiore ad oggi. Lo studio geomorfologico ed archeo-tephro-stratigrafico di dettaglio, corredato da analisi paleoambientali, ha consentito di delineare gli aspetti salienti dell’evoluzione del paesaggio e degli ambienti nel corso dell’Olocene. Le modifiche dell’ambiente e del paesaggio sono state prevalentemente indotte da condizionamenti antropici sul sistema idraulico e forestale e sull’organizzazione del territorio soprattutto per il periodo di vita dell’abitato, dove si coglie un importante bonifica. Nei periodi precedenti e successivi alla vita dell’abitato i cambiamenti ambientali sono stati indotti da variazioni climatiche e dai prodotti delle eruzioni dei vulcani napoletani.The ancient settlement of Pontecagnano (7th-3rd centuries B.C.) was built up on the travertine plateau overlooking the Sele river on the NW sector of the alluvial-coastal plain. Motorway construction works brought to light archaeological remains of an ancient urban and suburban settlement. Archaeostratigraphical records dated between the late Pleistocene and today have been elucidated. The geomorphological and archaeo-tephro-stratigraphical study, coupled with palaeoenvironmental analysis, allowed us to outline the evolution of the environment during the Holocene. The environmental changes have been mainly induced by human activities, during the 7th -3rd centuries B.C., by land reclamation. During other periods of the Holocene the environmental changes can be attributed to climatic variations and, secondly, to the impact of the distal products of Neapolitan volcanic eruptions on geomorphic systems

    Sintesi di dati palinologici dal Pleistocene dell'Italia meridionale: implicazioni palinostratigrafiche.

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    L'analisi pollinica di successioni lacustri e marine dell'Italia meridionale ha permesso di mettere in luce parte della storia climatico-vegetazionale che ha interessato questo territorio nel corso del Quaternario. In particolare, in questa sede, si tenterà di elaborare un quadro di sintesi dei dati finora ottenuti allo scopo di fornire delle indicazioni di tipo paleobotanico, cronologico e stratigrafico. I siti che hanno fornito i dati più interessanti sono stati posizionati in uno schema riassuntivo in cui è possibile visualizzare la loro posizione cronologica certa o presunta nonché le variazioni della curva AP/Totale. Per quanto riguarda il Pleistocene inferiore i dati finora ottenuti sono rappresentati esclusivamente dai depositi lacustri di Camerata, sul Monte Bulgheria, mentre il Pleistocene medio restituisce numerosi dati provenienti dall'analisi di depositi lacustri e fluvio-lacustri dell'Appennino meridionale. Fra questi il Vallo di Diano e Acerno che I depositi più antichi analizzati sono rappresentati dai sedimenti lacustri carotati nel bacino di Camerota, sul Monte Bulgheria. Al top del lacustre un deposito marino di età Santerniano rappresenta l'unico vincolo cronologico. La successione fornisce dati discontinui che rappresentano parte di un periodo di transizione interglaciale-glaciale in cui l'aumento di elementi di alta montagna indica una diminuzione di temperatura con il mantenimento di alta umidità atmosferica. La flora è caratterizzata dalla presenza di taxa esotici fra cui abbondanti Tsuga, Carya e Cedrus. Il bacino del Vallo di Diano, nel Cilento, fornisce, attraverso l'analisi di un carotaggio (200 m, Padula) e di due affioramenti (Polla e Buonabitabolo), un record quasi continuo che copre gli stadi isotopici 16 a 11. Il vincolo cronologico è rappresentato da una datazione Ar/Ar di un livello di tefra intercalato nella carota a circa 142 m di profondità (0.6 Ma). Due cicli glaciale-interglaciale sono ben riconoscibili nel carotaggio attraverso l'alternanza di fasi forestali e steppiche. La flora registra ancora la presenza di alcuni taxa esotici fra cui Carya, Cedrus e Zelkova. La presenza quasi esclusiva di Abies in alta quota è un ulteriore elemento di differenza rispetto alla situazione attuale in cui l'abete risulta praticamente sparito e sostituito dal faggio. L'affioramento di Buonabitacolo rappresenta parte di un interglaciale che per posizione altimetrica e composizione degli spettri pollinici è stato correlato con lo stadio 11. L'affioramento di Polla fornisce dati meno chiari che sembrano rappresentare parte di un periodo glaciale. La sua posizione altimetrica e considerazioni di carattere stratigrafico suggeriscono una sua correlazione con lo stadio 10. L'analisi dei depositi carotati (100 m) nel bacino lacustre di Acerno, sui Monti Picentini, ha permesso l'identificazione di un ciclo glaciale-interglaciale che, grazie alla tefrostratigrafia (WTT, 0.3 Ma), è stato correlato con gli stadi 9 e 8 pp. La base del carotaggio fornisce dati meno chiari probabilmente per la presenza di lacune ma potrebbe rappresentare in parte lo stadio 10. A livello floristico gli unici elementi esotici sono rappresentati da Cedrus e Zelkova mentre a livello vegetazionale la fascia d'alta quota è ancora composta da abete ma con alte percentuali di faggio. Il sito di Sant'agata dè Goti ha fornito dati interessanti per un periodo probabilmente a cavallo fra il Pleistocene inferiore e medio. Un'inversione paleomagnetica è stata messa in evidenza in un sondaggio carotato affianco alla trincea analizzata. Dalla composizione della fauna è possibile che tale periodo diretto rappresenti Jaramillo. Un sondaggio di 80 m prelevato nei depositi lacustri di Sessano, in Molise, è in corso di analisi ed ha finora messo in luce, attraverso l'alternanza di fasi forestali e steppiche, la presenza di un ciclo glaciale-interglaciale, parte un interglaciale alla base e una transizione verso un glaciale al top. La posizione cronologica di questo deposito è ancora incerta (tefrostratigrafia, datazioni e paleomagnetismo in corso) ma i dati pollinici suggeriscono un'età Pleistocene medio recente. Infatti l'unico elemento esotico finora riconosciuto è la Zelkova. L'assenza di altri taxa esotici, quali Cedrus, non permette di correlare l'interglaciale di Sessano con quello di Acerno anche se le considerazioni di tipo palinostratigrafico finora utilizzate sono ristrette ad un ambito regionale e quindi possono non essere valide per correlazioni a più grande distanza

    Pollen analysis of the Acerno palaeolacustrine succession (Middle Pleistocene, southern Italy).

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