142 research outputs found

    Lo stadio nella cittĂ 

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    Come per le “enclave impermeabili” del commercio disperse sul territorio, appare evidente che tra le ultime frontiere esplorabili dalla “città generica” ci siano proprio gli spazi per lo sport da uniformare alle altre “bigness”. La questione si solleva tuttavia proprio nel momento in cui la città torna a guardarsi all’interno mostrando evidenti segni di riduzione, oramai lontana dalle dinamiche espansionistiche dell’ultimo trentennio; spazi nuovi legati alla dismissione, alla riqualificazione di parti urbane inutilizzate, a spazi urbani liberati in continuità con le nuove reti ambientali, si offrono come nuove opportunità per cancellazioni parziali, per riscritture sovrapposte, per nuove storie. Il rischio di avviare la metamorfosi degli stadi per il calcio proprio nel momento finale di una mutazione senza saper cogliere in anticipo gli scenari territoriali che caratterizzeranno i prossimi decenni è grande

    Knowledge action vs. creative action: Devices of contrast between old and new in the architectural heritage recovery project

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    In a Casabella editorial from a few years ago, dedicated to the recovery of existing architectural heritage, Francesco Dal Co defined restorers as a corporation that considers itself the exclusive custodian of the knowledge, capable of scientifically resolving the conflicts that each restoration operation involves. Today, the perception is that restorers practice a profession different from that of architects: more than 20 years ago: Manfredo Tafuri noted that it was possible to observe a tendency toward the separation between restoration and conservation. Although the shared idea is that architecture is the result of successive modifications and never offers a stable image, the action of alteration of the built, especially the historicized one, takes place by appealing only to the scientific nature of a rigorous method that mortifies the creative act by losing the poetic root of our discipline. This type of conviction has led the discipline of architectural restoration through the tendency to make the cognitive phase coincide with the creative phase, in which the work itself suggests the design act. The project does not alter the image of the place or of the historicized asset but activates a process of crystallization of the existing, which proclaims conservation action as the only possible way: a heroic act of resistance. In the current urban scenario characterized by the “built paradigm,” the new seems to be conceived exclusively as a derivation of the existing. Augè defined the contemporary city as an immense ruin (“city worksite”) in which the unfinished and abandoned fragments of new constructions coexist with the ruins of the city of history and the ruins of the modern city. For these reasons, does it still make sense to distinguish the restoration project of a building from the project of a building? The contribution proposes a field of research that aims at the rapprochement between two disciplinary fields, architectural design and restoration, where the poetic root of the project returns to dialogue with the cognitive action on the asset and the application of scientific criteria for the consolidation and restoration of the elements

    10 domande a Cristiano Toraldo di Francia

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    Intervista a Cristiano Toraldo di Francia

    Mostra: Il destino della fabbrica: l'ex cartiera Mondadori di Ascoli Piceno. dal 04.11.13 al 10.01.14 _ facolta' di Architettura di Ascoli Piceno _ Lungo Castellano

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    La mostra, oltre ad descrivere le qualita' e le condizioni attuali di degrado dell'ex cartiera Mondadori di Ascoli Piceno, documenta i lavori svolti dagli studenti nei laboratori di Progettazione architettonica del prof. Ludovico Romagni, Controllo tecnico del progetto della prof.ssa Federica Ottone, Progettazione delle strutture architettoniche del prof. Andrea Dall'Asta, struttura e forma del prof. Valeriano Vallesi

    Centri storici e produzione

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    Continuare a vivere il centro storico, sia esso come residenzialità. come attrattore turistico, ma anche come luogo per le nuove attività produttive o come utilizzatore di servizi, è fondamentale per conservare l'identità di quel territorio che esprime le proprie radici e i proprio valori culturali

    Strutture compositive e ri-compositive tra musica e architettura.

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    Architettura e musica, sono due discipline che hanno strumenti e percorsi della creatività diversi, ma che trovano un contatto stretto in quella fase iniziale di ideazione di un’opera che anticipa gli aspetti specifici e particolari, e che da sempre l’uomo ha ricercato verso il medesimo fine: la ricerca della bellezza e della felicità

    La scissione della fase conoscitiva da quella creativa

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    La definizione di strategie progettuali capaci di descrivere una gerarchia crescente di alterazione dell’esistente, di definire una progressione dei gradi di trasformazione, ci porta a distinguere differenti categorie di manipolazione e differenti attuatori. Tuttavia, all’interno di uno scenario urbano idealizzabile come una immensa rovina, in cui coesistono i frammenti incompiuti e abbandonati, cioè i rifiuti della città che si costruisce (o tenta di farlo), le rovine della città della storia e del tardo Moderno, ha ancora senso distinguere il progetto di recupero di un edificio (nelle varie declinazioni restauro/riuso/riciclo), dal progetto di un edificio? È ancora necessaria la distinzione formulata da Dal Co tra restauratori, unici depositari della conoscenza di alcune tecniche capaci di risolvere scientificamente i conflitti che ogni intervento di restauro comporta e gli architetti ‘creativi’? L’affermarsi di una cultura del vincolo e della conservazione come atto eroico di difesa nei confronti dei processi degenerativi degli ultimi decenni ha determinato la convinzione che il nuovo comprometta e persino distrugga l’esistente; il nuovo è causa della perdita di quei valori artistici e di identità dei luoghi e dei beni che li costituiscono. L’architettura muove da modificazioni successive e non offre mai un’immagine stabile; appellarsi alla sola scientificità di un metodo rigoroso che mortifica l’atto creativo e fa perdere quella radice poetica, propria della nostra disciplina, ha condotto la pratica del restauro architettonico a privilegiare la coincidenza tra l’azione conoscitiva e l’azione creativa in cui è l’opera stessa a suggerire l’atto progettuale. Al progetto è negata la possibilità di alterare l’immagine in un processo di cristallizzazione dell’esistente che proclama l’azione di conservazione come unica via possibile

    SPERIMENTAZIONE E CONTINUITÀ IN UN PROGETTO DI TRANSIZIONE

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    La scissione della fase conoscitiva da quella creativa

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    Flows / Colloquio con Roberto Paci Dalò

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    Roberto Paci Dalò (Giardini pensili) è da sempre impegnato a sperimentare lo spazio tra le arti in particolare il dialogo che si genera a partire da quelle zone di vuoto, di indeterminatezza che ogni forma artistica contiene
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