226 research outputs found

    Potential Approaches Versus Approved or Developing Chronic Myeloid Leukemia Therapy.

    Get PDF
    Tyrosine kinase inhibitors (TKIs) have revolutionized the treatment of patients with chronic myeloid leukemia (CML). However, continued use of these inhibitors has contributed to the increase in clinical resistance and the persistence of resistant leukemic stem cells (LSCs). So, there is an urgent need to introduce additional targeted and selective therapies to eradicate quiescent LSCs, and to avoid the relapse and disease progression. Here, we focused on emerging BCR-ABL targeted and non-BCR-ABL targeted drugs employed in clinical trials and on alternative CML treatments, including antioxidants, oncolytic virus, engineered exosomes, and natural products obtained from marine organisms that could pave the way for new therapeutic approaches for CML patients

    The Oncolytic Caprine Herpesvirus 1 (CpHV-1) Induces Apoptosis and Synergizes with Cisplatin in Mesothelioma Cell Lines: A New Potential Virotherapy Approach.

    Get PDF
    Malignant mesothelioma (MM) is an aggressive asbestos-related cancer, against which no curative modalities exist. Oncolytic virotherapy is a promising therapeutic approach, for which MM is an ideal candidate; indeed, the pleural location provides direct access for the intra-tumoral injection of oncolytic viruses (OVs). Some non-human OVs offer advantages over human OVs, including the non-pathogenicity in humans and the absence of pre-existing immunity. We previously showed that caprine herpesvirus 1 (CpHV-1), a non-pathogenic virus for humans, can kill different human cancer cell lines. Here, we assessed CpHV-1 effects on MM (NCI-H28, MSTO, NCI-H2052) and non-tumor mesothelial (MET-5A) cells. We found that CpHV-1 reduced cell viability and clonogenic potential in all MM cell lines without affecting non-tumor cells, in which, indeed, we did not detect intracellular viral DNA after treatment. In particular, CpHV-1 induced MM cell apoptosis and accumulation in G0/G1 or S cell cycle phases. Moreover, CpHV-1 strongly synergized with cisplatin, the drug currently used in MM chemotherapy, and this agent combination did not affect normal mesothelial cells. Although further studies are required to elucidate the mechanisms underlying the selective CpHV-1 action on MM cells, our data suggest that the CpHV-1-cisplatin combination could be a feasible strategy against MM

    Health-Promoting and Health-Risk Behaviors: Theory-Driven Analyses of Multiple Health Behavior Change in Three International Samples

    Get PDF
    Background: Co-occurrence of different behaviors was investigated using the theoretical underpinnings of the Transtheoretical Model, the Theory of Triadic Influence and the concept of Transfer. Purpose: To investigate relationships between different health behaviors' stages of change, how behaviors group, and whether study participants cluster in terms of their behaviors. Method: Relationships across stages for different behaviors were assessed in three studies with N = 3,519, 965, and 310 individuals from the USA and Germany by telephone and internet surveys using correlational analyses, factor analyses, and cluster analyses. Results: Consistently stronger correlations were found between nutrition and physical activity (r = 0.16-0.26, p < 0.01) than between non-smoking and nutrition (r = 0.08-0.16, p < 0.03), or non-smoking and physical activity (r = 0.01-0.21). Principal component analyses of investigated behaviors indicated two factors: a "health-promoting" factor and a "health-risk" factor. Three distinct behavioral patterns were found in the cluster analyses. Conclusion: Our results support the assumption that individuals who are in a higher stage for one behavior are more likely to be in a higher stage for another behavior as well. If the aim is to improve a healthy lifestyle, success in one behavior can be used to facilitate changes in other behaviors--especially if the two behaviors are both health-promoting or health-risky. Moreover, interventions should be targeted towards the different behavioral patterns rather than to single behaviors. This might be achieved by addressing transfer between behaviors

    La sequenza sismica nel Montefeltro (Forlì - Cesena): l’intervento della rete sismica mobile

    Get PDF
    Il 24 maggio 2011, alle 12.40 UTC, la Rete Sismica Nazionale (RSN) dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha registrato un evento sismico di magnitudo (ML) 3.1 nel distretto sismico1 [Selvaggi et al., 1996] del Montefeltro (in provincia di Forlì-Cesena). Nelle successive due settimane sono stati localizzati dalla Sala di Sorveglianza Sismica della sede romana dell’INGV oltre 600 eventi di cui 13 di ML ≥ 3.0. Otto di questi eventi più energetici sono accaduti entro le prime 16 ore dalla prima scossa. L’evento di maggiore energia si è verificato la notte tra il 24 e il 25 maggio (ore 22.03 UTC del 24 maggio) con una magnitudo pari a ML 3.7 (Tabella 1). Considerando la peculiare evoluzione della sequenza nelle prime 24 ore dal primo evento, la prossimità dell'area epicentrale all’Alta Val Tiberina (AVT nel seguito) dove è attualmente in corso un esperimento sismico passivo [Progetto NOVAT2; Cattaneo et al., 2011; D’Alema et al., 2011] e l’apprensione che stava diffondendosi tra la popolazione, è stato ritenuto opportuno attivare le procedure di risposta ad una emergenza sismica e predisporre un intervento volto a migliorare la copertura strumentale dell'area. Il 25 maggio, in accordo con i colleghi INGV della Sezione di Pisa, dell’Osservatorio di Arezzo [Braun, 2006], della sede di Ancona e della Fondazione Prato Ricerche3, si è proceduto con l'istallazione di una rete sismica temporanea ad integrazione delle stazioni permanenti già presenti in zona. Nella giornata del 27 maggio, due delle stazioni temporanee sono state predisposte per la trasmissione in tempo reale alla Sala di Sorveglianza Sismica di Roma dei dati acquisiti, per migliorare la precisione delle localizzazioni prodotte. Nel contempo, sono stati curati dei comunicati informativi divulgati attraverso il sito web4 dell’Ente, parzialmente inclusi in questo lavoro, per dare una risposta alla popolazione interessata dalla sequenza e fortemente preoccupata dall’intensificarsi della sismicità. Il presente lavoro, la cui redazione è stata completata mentre la sequenza è ancora in corso, vuole essenzialmente descrivere le procedure che vengono attivate all’INGV in risposta ad una emergenza sismica e fornire uno strumento tecnico di supporto alla successiva elaborazione della base dati raccolta nel corso dell'esperimento. Viene quindi presentata una breve introduzione sulle conoscenze sismologiche dell’area interessata dalla sequenza, vengono descritti i comunicati emessi dall’INGV per informare i cittadini e viene descritto l’intervento della rete sismica temporanea, ovvero la tempistica dell'istallazione, la strumentazione utilizzata, e i siti occupati.Published1-171.1. TTC - Monitoraggio sismico del territorio nazionaleN/A or not JCRope

    L’esercitazione nazionale di protezione civile sul rischio sismico “Nord-Est 2013” (13-15 settembre 2013) e la partecipazione dell’INGV. Report finale

    Get PDF
    Nell’ambito delle commemorazioni per i 50 anni dalla frana del Vajont, il Dipartimento della Protezione Civile (DPC), la Regione Veneto e la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia con il coinvolgimento delle Province Autonome di Trento e Bolzano, hanno organizzato un’esercitazione sul rischio sismico denominata “Nord-Est 2013” svoltasi dal 13 al 15 settembre 2013. Obiettivo primario dell’iniziativa era verificare la capacità di risposta in situazioni di emergenza di tutte le componenti e le strutture operative della Protezione Civile, a livello centrale e periferico, e della rete di collaborazioni ad essa collegate. L’esercitazione prevedeva la simulazione di un terremoto di magnitudo Richter (ML) 5.8 alle ore 7.30 locali con epicentro nel Comune di Tambre, in Provincia di Belluno, i cui effetti, in termini di popolazione coinvolta in crolli, avrebbero interessato anche le Province di Treviso e Pordenone. Come terremoto di riferimento per l’iniziativa, è stato scelto l’evento sismico di Bosco Cansiglio avvenuto il 18 ottobre 1936 alle 3:10 UTC (MW 5.8) (Figura 1 [Barbano et al., 1986]). L’emergenza simulata era, ai fini dell’attività di protezione civile1, di tipo C ovvero di rilievo nazionale (il tipo A si riferisce alle emergenze locali, gestibili su scala comunale; quelle di tipo B alle emergenze che richiedono una risposta e risorse su scala provinciale o regionale). L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha partecipato attivamente all’esercitazione “Nord-Est 2013” nella giornata di sabato 14 settembre (dalle 7.30 alle 17.30, ora locale), attivando le procedure che sono disposte in caso di evento sismico come previsto dall’Allegato A2 dell’Accordo Quadro 2012-2021 della Convenzione esistente fra l’INGV e il Dipartimento della Protezione Civile (DPC). Nel presente report sono descritte brevemente le azioni approntate dall’INGV sia nella fase di pianificazione che durante l’esercitazione stessa; sebbene il risultato conseguito si possa ritenere più che positivo, in questo lavoro si vogliono mettere in evidenza alcune criticità osservate per le quali sarà opportuno trovare delle soluzioni da adottare nella prossima emergenza.Published1-881.1. TTC - Monitoraggio sismico del territorio nazionaleN/A or not JCRope

    Tm1: A Mutator/Foldback Transposable Element Family in Root-Knot Nematodes

    Get PDF
    Three closely related parthenogenetic species of root-knot nematodes, collectively termed the Meloidogyne incognita-group, are economically significant pathogens of diverse crop species. Remarkably, these asexual root-knot nematodes are capable of acquiring heritable changes in virulence even though they lack sexual reproduction and meiotic recombination. Characterization of a near isogenic pair of M. javanica strains differing in response to tomato with the nematode resistance gene Mi-1 showed that the virulent strain carried a deletion spanning a gene called Cg-1. Herein, we present evidence that the Cg-1 gene lies within a member of a novel transposable element family (Tm1; Transposon in Meloidogyne-1). This element family is defined by composite terminal inverted repeats of variable lengths similar to those of Foldback (FB) transposable elements and by 9 bp target site duplications. In M. incognita, Tm1 elements can be classified into three general groups: 1) histone-hairpin motif elements; 2) MITE-like elements; 3) elements encoding a putative transposase. The predicted transposase shows highest similarity to gene products encoded by aphids and mosquitoes and resembles those of the Phantom subclass of the Mutator transposon superfamily. Interestingly, the meiotic, sexually-reproducing root-knot nematode species M. hapla has Tm1 elements with similar inverted repeat termini, but lacks elements with histone hairpin motifs and contains no elements encoding an intact transposase. These Tm1 elements may have impacts on root-knot nematode genomes and contribute to genetic diversity of the asexual species

    La sequenza sismica nel Montefeltro (Forlì - Cesena): l’intervento della rete sismica mobile

    Get PDF
    Il 24 maggio 2011, alle 12.40 UTC, la Rete Sismica Nazionale (RSN) dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha registrato un evento sismico di magnitudo (ML) 3.1 nel distretto sismico1 [Selvaggi et al., 1996] del Montefeltro (in provincia di Forlì-Cesena). Nelle successive due settimane sono stati localizzati dalla Sala di Sorveglianza Sismica della sede romana dell’INGV oltre 600 eventi di cui 13 di ML ≥ 3.0. Otto di questi eventi più energetici sono accaduti entro le prime 16 ore dalla prima scossa. L’evento di maggiore energia si è verificato la notte tra il 24 e il 25 maggio (ore 22.03 UTC del 24 maggio) con una magnitudo pari a ML 3.7 (Tabella 1). Considerando la peculiare evoluzione della sequenza nelle prime 24 ore dal primo evento, la prossimità dell'area epicentrale all’Alta Val Tiberina (AVT nel seguito) dove è attualmente in corso un esperimento sismico passivo [Progetto NOVAT2; Cattaneo et al., 2011; D’Alema et al., 2011] e l’apprensione che stava diffondendosi tra la popolazione, è stato ritenuto opportuno attivare le procedure di risposta ad una emergenza sismica e predisporre un intervento volto a migliorare la copertura strumentale dell'area. Il 25 maggio, in accordo con i colleghi INGV della Sezione di Pisa, dell’Osservatorio di Arezzo [Braun, 2006], della sede di Ancona e della Fondazione Prato Ricerche3, si è proceduto con l'istallazione di una rete sismica temporanea ad integrazione delle stazioni permanenti già presenti in zona. Nella giornata del 27 maggio, due delle stazioni temporanee sono state predisposte per la trasmissione in tempo reale alla Sala di Sorveglianza Sismica di Roma dei dati acquisiti, per migliorare la precisione delle localizzazioni prodotte. Nel contempo, sono stati curati dei comunicati informativi divulgati attraverso il sito web4 dell’Ente, parzialmente inclusi in questo lavoro, per dare una risposta alla popolazione interessata dalla sequenza e fortemente preoccupata dall’intensificarsi della sismicità. Il presente lavoro, la cui redazione è stata completata mentre la sequenza è ancora in corso, vuole essenzialmente descrivere le procedure che vengono attivate all’INGV in risposta ad una emergenza sismica e fornire uno strumento tecnico di supporto alla successiva elaborazione della base dati raccolta nel corso dell'esperimento. Viene quindi presentata una breve introduzione sulle conoscenze sismologiche dell’area interessata dalla sequenza, vengono descritti i comunicati emessi dall’INGV per informare i cittadini e viene descritto l’intervento della rete sismica temporanea, ovvero la tempistica dell'istallazione, la strumentazione utilizzata, e i siti occupati
    • …
    corecore