118 research outputs found

    P. Lalli, CreativitĂ  e pensiero critico: il caso della comunicazione

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    Di solito il termine creatività è collegato all’arte; e l’arte evoca dal canto suo idee come talento, competenza tecnica, spontaneità, estetica, intuizione, emozione, innovazione. Anche nel caso della comunicazione il pensiero comune la vede per lo più confinata al prodotto visibile – ad esempio le varie forme di pubblicità – quale frutto di “creativi” (termine che del resto indica una professione effettiva) e tecnici di marketing. Più difficile è ricondurre l’efficacia oserei dire culturale – invece che consumistica o commerciale - al processo di costruzione socio-culturale verso cui ogni tipo di comunicazione è al tempo stesso debitrice ed elemento attivo. L’ipotesi proposta persegue proprio questo itinerario, verificando se e come la comunicazione partecipi alla costruzione di rappresentazioni e temi sociali: una responsabilità alla quale spesso si imputa un potere manipolatorio in direzione consumistica, ma sulle cui opportunità di pensiero critico “creativo” si riflette forse ancora poco. Riprendendo i suggerimenti della teoria sociologica con riferimento anche agli studi critici sull’industria culturale, li si coniuga con un approccio fenomenologico per individuare il ruolo e le pratiche di attori presenti nei processi di produzione culturale. Si cerca in tal modo di illustrare il possibile contributo delle scienze sociali per l'analisi della comunicazione, specie quella esercitata con finalità di interesse collettivo (comunicazione pubblica, sociale, etc.)

    “I loved her so much, but I killed her”: Romantic love as a representational frame for intimate partner femicide in three Italian newspapers

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    In Italy law has accepted “honour crimes” perpetrated by men until little more than 30 years ago. As cultural dimensions are often slower to change, it is interesting to analyze the capacity to account for femicides in the press in a period in which the topic has become more and more relevant all over Europe. Building on existing literature, this study explores how three major Italian newspapers frame crimes of intimate partner femicide. Using 166 articles published in 2012, the authors examine - by a thematic analysis conducted along different items - which aspects are conveyed by the news to account for the 53 intimate partner femicides reported in the press in this period. Findings suggest that while Italian news media heavily rely on narratives of love and passion to frame intimate partner homicide, a social discourse justifying the “loss of control” it is also used to sustain representation of femicides as crimes impossible to be prevented or predicted.Ce n’est que depuis une trentaine d’années que la loi italienne ne contemple plus les « crimes d’honneur », c’est-à-dire la reconnaissance de circonstances atténuantes pour les meurtres commis par les hommes sur leur femme adultère. Pour comprendre si le changement de la légitimation socio-culturelle dans le sens commun va de pair avec le changement de la loi, on a donc considéré d’intérêt analyser dans la presse nationale les récits récents des fémicides, en se focalisant sur ceux qui ont été commis en 2012. A partir de la littérature scientifique sur ce thème, cet étude décrit la manière de raconter 53 cas de fémicides engageant la partenaire, dans 166 articles publiés par trois des principaux journaux italiens. En conduisant une analyse thématique transversale des articles, on a identifié dans l’amour romantique le cadrage principal par lequel la presse essaye de trouver des explications cernées comme les plus compréhensibles pour ses lecteurs. Ces sont la perte de contrôle à la suite de discussions, voire la peur de perdre l’objet d’amour par jalousie ou séparation, qui résultent les explications les plus souvent invoquées. Ces « causes » apparaissent contingentes et de pertinence individuelle; de plus, elles ne méritent pas - dans les articles de presse analysés - l’évocation d’une quelque asymétrie structurelle d’où il puisse ressortir, par exemple, la mise en question du droit de contrôle masculin, alors qu’il est souvent montré comme stratégiquement poursuivi et tacitement censé allant de soi. On relève donc un discours social où la contingence individuelle d’une « perte de contrôle » descendant de l’amour romantique semble représenter le fémicide comme un crime qu’on ne peut pas prévenir ni prévoir

    Speriamo sia di buon umore: di femminicidio e altro ancora

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    Nota critica di recensione del volume di L. Serraj, "Pourvu qu'il soit de bonne humeur", Vauvert, Ed. Au diable vauvert, 2021, pp. 35

    Raccontare il femminicidio: cronaca, tribunali, politiche. Blue paper della Ricerca PRIN-Miur 2015 «Rappresentazioni sociali della violenza sulle donne: il caso del femminicidio in Italia»

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    Il testo si propone di presentare in forma accessibile i principali risultati ottenuti da 5 gruppi di ricerca di altrettante Università italiane (Bologna, dove P. Lalli ha assolto un ruolo di coordinamento, Torino, Padova, Salento, Palermo) all’interno di un progetto Prin-Miur. Lavorando in stretta collaborazione, le diverse unità hanno analizzato il discorso pubblico sul femminicidio in tre diversi ambiti: la cronaca giornalistica, le sentenze giudiziarie, l’informazione e la comunicazione sulle politiche di contrasto. L’analisi completa è stata condotta nel volume a cura di P. Lalli, L’amore non uccide, pubblicato dalla società editrice il Mulino nel 2021 (con i contributi di: Marinella Belluati, Saveria Capecchi, Clara Cardella, Ilenia Colonna, Valentina Cremonesini, Stefano Cristante, Alessandra Dino, Chiara Gius, Gaetano Gucciardo, Tiziana Piccioni, Cosimo Marco Scarcelli, Renato Stella, Simona Tirocchi, Lorenzo Todesco e Michela Zingone). Qui si cerca invece di restituirne un resoconto a scopo divulgativo, utilizzando soprattutto immagini o infografiche. Una prima parte illustra sinteticamente le informazioni rilevate nella cronaca su 408 donne uccise per omicidio volontario in Italia tra il 1° gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017. Nella seconda parte si offre una sintesi dei risultati ottenuti analizzando, da un lato, le notizie riguardanti l’omicidio «intimo» operato dal partner in 4 testate nazionali e, dall’altro, la cronaca locale sugli eventi di femminicidio nelle regioni Puglia e Veneto. La terza parte fa riferimento ai principali dati emersi dall’analisi di 370 sentenze emesse nel periodo 2010-2016 in relazione a 400 vittime femminili di omicidi commessi fra il 1975 e il 2015. Sono state anche qui ricostruite sinteticamente le principali informazioni riguardanti vittime, imputati, processi e modalità con cui si rileva siano trattati i moventi ritenuti attinenti alla «sfera sentimentale». La quarta parte riporta la sintesi dei risultati emersi dall’analisi relativa alla narrazione delle e nelle politiche con cui è trattato il fenomeno: dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio istituita per la prima volta nel 2017, alle notizie di cronaca su eventi, dati, manifestazioni sul femminicidio e a 46 campagne antiviolenza realizzate in Italia tra il 2006 e il 2018
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